Sommergibile costiero
della classe H (dislocamento di 360 tonnellate in superficie e 474 in
immersione), di costruzione canadese: facevano parte della classe ‘Holland type
602’, che ebbe notevole successo (essendo unità semplici, sicure, veloci e
manovriere in immersione), venendo prodotta in 83 unità per le Marine italiana,
britannica, statunitense, russa, cilena e canadese. Eccellente unità all’epoca
dell’entrata in servizio (lo dimostra anche la sua prolungata esistenza), era
nel 1940 ormai obsoleta, tra le più anziane della flotta subacquea italiana,
per quanto ancora in buona efficienza.
Breve e parziale cronologia.
27 novembre 1916
Impostazione nei
cantieri della Electic Boat Company/Canadian Vickers di Montreal (numero di
cantiere 15).
24 maggio 1917
Varo nei cantieri
della Electic Boat Company/Canadian Vickers di Montreal.
27 giugno 1918
Entrata in servizio.
Dopo le prove in
mare, svolte a Montreal, e la fase di addestramento, svolta ad Halifax, lascia
Halifax al comando del tenente di vascello Armando Fumagalli.
Fine ottobre 1917
Arriva a Cagliari
dopo aver attraversato l’Atlantico unitamente ai gemelli H 6 e H 7. Si tratta del
terzo ed ultimo gruppo di trasferimento; durante la traversata i tre battelli,
accompagnati da navi mercantili fino a Gibilterra (e poi da navi militari fino
in Italia), hanno fatto uno scalo tecnico alle Bermuda. Proprio il gruppo dell’H 8 ha avuto una pericolosa disavventura
nello stretto di Gibilterra, venendo scambiati per U-Boote ed attaccati dal
panfilo armato statunitense Nahma,
che danneggia l’H 6.
Gennaio 1918
L’H 8 (ancora al comando del tenente di
vascello Fumagalli) ha base a Taranto, formando la II Squadriglia Sommergili H
insieme ai gemelli H 5, H 6 e H 7.
Febbraio 1918
Trasferito a Brindisi
insieme all’H 6, dopo aver terminato
l’addestramento.
1918
Assegnato alla II
Squadriglia Sommergibili H, con base a Brindisi, compie in tutto 10 missioni
offensive/esplorative in acque costiere nell’Adriatico meridionale, senza
conseguire risultati, sino alla fine della prima guerra mondiale.
Novembre 1918
L’H 8 (tenente di vascello Paolo Vandone)
partecipa all’occupazione delle isole dalmate di Premuda, Selve e Pago.
1920
Viene installato a
bordo un cannone da 76/30 mm Armstrong 1914.
Anni ’20
Impiegato in attività
addestrativa, alle dipendenze del Comando Militare Marittimo di Brindisi.
1924
Partecipa alle
esercitazioni navali annue.
1925
Partecipa (con il
“partito azzurro”) alle manovre aeronavali in Tirreno, durante le quali riesce
a “silurare” (in simulazione) la corazzata Conte
di Cavour al largo di Termini Imerese.
1926
Partecipa alle grandi
manovre navali.
1927
Partecipa alle grandi
manovre navali.
1° giugno 1927
Affonda con un
siluro, al largo di Torre del Greco, il MAS
133 (impiegato come bersaglio), durante un’esercitazione.
1931
Dopo aver trascorso
un periodo con base a Messina, si trasferisce a Taranto, dove viene assegnato
alla Flottiglia Scuola Comando, con la quale opera.
1933
Dislocato a La
Spezia, compie diverse crociere di addestramento. Viene dislocato per brevi
periodi nell’Adriatico settentrionale.
Anni ’30
Il cannone da 76/30
mm viene rimpiazzato da una mitragliera contraerea.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella
seconda guerra mondiale. L’H 8, insieme
alle residue unità della classe H (H 1,
H 2, H 4 e H 6), forma la XVII
Squadriglia Sommergibili del I Grupsom di La Spezia.
19 giugno 1940
Insieme ai gemelli H 1 e H 4, l’H 8 viene mandato
in pattugliamento nel golfo di Genova.
All’inizio della
guerra l’H 8 effettua alcune brevi
missioni in acque francesi, al comando del tenente di vascello Mario De
Angelis.
Novembre 1940
Trasferito a Taranto
ed assegnato a compiti difensivi (missioni esplorative nel Golfo di Taranto,
per la difesa ravvicinata) ed addestrativi (in esercitazioni antisommergibile).
Novembre 1942
Assegnato alla Scuola
Idrofonisti di La Spezia.
La fine
Dopo una vita
insolitamente lunga per un sommergibile, tutta trascorsa in secondo piano e
senza eventi di rilievo, l’umile ma utile esistenza dell’H 8 si concluse nello stesso modo: senza clamore.
Il 5 giugno 1943
l’USAAF effettuò il suo primo bombardamento di La Spezia, in pieno giorno. Ben
118 (per altra fonte 144) bombardieri Boeing B-17 “Flying Fortress” del 5th
Bomber Wing della Northwest African Air Force (composta dai Groups 2, 97, 99 e
301 dell’USAAF), decollati dalle basi aeree nordafricane, piombarono sulla
piazzaforte ligure volando a 6000 metri di quota: il loro obiettivo erano le
tre moderne e potenti corazzate Roma,
Littorio e Vittorio Veneto, da neutralizzare in preparazione dello sbarco in
Sicilia.
I bombardieri
sopraggiunsero in due ondate, la prima alle 13.51 e la seconda alle 15.15;
passando attraverso una falla nel sistema di rilevazione radar, furono
avvistati troppo tardi per poter effettuare un efficace annebbiamento del porto
(l’allarme aereo fu suonato appena sette minuti prima che le bombe iniziassero
a cadere), e lasciarono cadere il loro mortale carico di bombe da 908 kg
ciascuna, in parte esplosive ed in parte perforanti. La prima ondata colpì con
maggior precisione, mentre la seconda ottenne risultati più mediocri. Il fuoco
contraereo, sia delle navi che delle batterie di terra, fu del tutto inutile.
La Littorio venne mancata di poco,
mentre Roma e Vittorio Veneto furono ambedue danneggiate; le installazioni di
terra subirono ingenti danni.
Durante l’incursione,
una delle bombe centrò anche l’H 8, che
si trovava ormeggiato nell’Arsenale di La Spezia, affondandolo al suo posto
d’ormeggio in banchina. Nel finimondo del bombardamento, probabilmente nessuno
notò il vecchio sommergibile sparire nelle acque del porto. Non vi furono
perdite umane.
Il sommergibile venne
successivamente riportato a galla e rimorchiato a Genova, per essere
trasformato in pontone di carica. Il 9 settembre 1943, a seguito dell’annuncio
dell’armistizio, lo scafo del vecchio battello (che pure aveva ancora un
comandante, almeno sulla carta: il tenente di vascello Ugo Gentili) fu
catturato dalle forze tedesche, che in seguito lo affondarono di nuovo.
Recuperato nel
dopoguerra (una fonte lo dà come “disarmato” il 27 febbraio 1947), il venerando
H 8, dopo un trentennio di esistenza,
fu radiato il 1° dicembre 1948 e venduto per demolizione.
L’H 8 negli anni Trenta (da “L’arma subacquea italiana dalle origini alla prima guerra mondiale” di Alessandro Turrini, pubblicato sul Notiziario della Marina)
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