venerdì 14 settembre 2018

Albachiara

La nave con il suo originario nome di Anna Tiede (da www.wrecksite.eu)

Piroscafo da carico di 1245 tsl e 728 tsn, lungo 74,96-75,07 metri, largo 10,89 e pescante 6,68, con velocità di 9-10 nodi. Appartenente all’armatore genovese Nicolò Renato Durante ed iscritto con matricola 1536 al Compartimento Marittimo di Genova; nominativo di chiamata MCDB.

Breve e parziale cronologia.

26 marzo 1904
Varato nel cantiere Schiffswerft Henry Koch A.G. di Lubecca (numero di cantiere 153) come tedesco Anna Tiede.
10 giugno 1904
Completato come Anna Tiede per l’armatore tedesco Carl Tiede, di Wismar. Nominativo di chiamata MSJQ; stazza lorda e netta risultano rispettivamente 1234 tsl e 759 tsn. Suo primo comandante è il capitano R. Schultz, al comando di un equipaggio di 18 uomini.
Carl Tiede ha fondato la sua compagnia di navigazione da pochi anni (1899) dopo una precedente carriera come mediatore marittimo (dal 1887 al 1899); ha battezzato la sua ultima nave col nome della moglie, Anna. La piccola flotta Tiede assomma in tutto a tre navi, delle quali l’Anna Tiede è la più grande e recente: le altre due sono il piroscafetto Senator Krüger, costruito nel 1900, ed il Großherzog Friedrich Franz IV, quasi gemello dell’Anna Tiede, costruito nel 1901.
1909
Dopo soli dieci anni dalla fondazione, in seguito ad un periodo di declino nel settore dei trasporti marittimi, Carl Tiede cessa la sua attività nel settore dei trasporti via mare, e mette in vendita la sua piccola flotta.
L’Anna Tiede viene acquistato dalla compagnia britannica Leith, Hull & Hamburg Line di Leith (Scozia) e ribattezzato Mecklenburg. La stazza lorda risulta essere di 1219 tsl.
1928 (per altra fonte 1927 o 1930)
Acquistato dall’armatore Gaetano Frenna fu N. di Genova e ribattezzato Albachiara.
Negli anni successivi è noleggiato, per qualche anno, alla «Adria» Società di Navigazione a Vapore, che lo impiega sulla linea di cabotaggio Adriatico-Sicilia-Tirreno.
1938 o 1939
Acquistato dall’armatore Renato Durante di Genova (altra fonte parla di tale “armatore Maccarino” sempre di Genova, ma si tratta probabilmente di un errore, dato che la maggior parte delle fonti ed anche i registri del Lloyd’s riportano solo il passaggio da Frenna a Durante).


L’Albachiara in Tunisia fra le due guerre (g.c. Ruocco Bruno Enos)

10 giugno 1940
L’Italia entra nella seconda guerra mondiale.
1° aprile 1941
L’Albachiara parte da Durazzo alle 23, scarico, unitamente ai piroscafi Monstella e Casaregis ed alla motonave Caldea. Li scorta la torpediniera Curtatone.
2 aprile 1941
Il convoglio arriva a Bari alle 12.30.
18 aprile 1941
Alle 3.30 l’Albachiara salpa da Brindisi in convoglio con i piroscafi Asteria e Carmela e con la piccola nave cisterna Abruzzi, diretti a Durazzo. Il convoglio, scortato dall’anziana torpediniera Solferino, trasporta in tutto 480 tonnellate di gasolio, 300 di legname e 1051 di materiali vari. Le navi arrivano a Durazzo alle 16.30.
22 aprile 1941
L’Albachiara lascia Durazzo alle 21.15, insieme al piroscafo Armando ed alla motonave Maria, tutti scarichi, con la scorta della torpediniera Castelfidardo.
23 aprile 1941
Il convoglio raggiunge Bari alle 9.30.
27 aprile 1941
L’Albachiara ed altri due piroscafi, Andrea Contarini e Bucintoro, partono da Bari alle 16.30 diretti a Durazzo, con la scorta della torpediniera Calatafimi. I tre piroscafi hanno a bordo 1426 tonnellate di provviste e 1076 di foraggio.
28 aprile 1941
Il convoglio giunge a Durazzo alle 8.30.
5 maggio 1941
Albachiara e Bucintoro, vuoti, ripartono da Durazzo per Bari all’una di notte, senza scorta, giungendo a destinazione alle 14.15.
24 maggio 1941
Alle 17 l’Albachiara parte scarico da Durazzo diretto a Bari, senza scorta.
25 maggio 1941
Arriva a Bari alle 9.
31 maggio 1941
L’Albachiara parte da Bari alle 19.30, privo di scorta e carico di materiali vari, diretto a Durazzo.
1° giugno 1941
Arriva a Durazzo alle nove.
6 giugno 1941
Albachiara e Contarini lasciano Durazzo e rientrano a Bari, senza scorta.
14 giugno 1941
Compie un viaggio da Brindisi a Valona, senza scorta.
1° luglio 1941
L’Albachiara ed un altro piroscafo, l’Absirtea, rientrano da Valona a Brindisi senza scorta.
10 luglio 1941
L’Albachiara, privo di scorta, trasporta materiali di Commissariato da Bari a Durazzo.
26 agosto 1941
Trasporta materiali vari da Bari a Durazzo, di nuovo senza scorta.
11 settembre 1941
Ritorna da Valona a Bari, di nuovo in navigazione isolata.
11 ottobre 1941
Viaggio da Durazzo a Bari, ancora da solo e senza scorta.
1° novembre 1941
Altro viaggio da Durazzo a Bari, ancora in navigazione isolata.
27 novembre 1941
Ancora un viaggio da Durazzo a Bari, da solo e senza scorta.
6 dicembre 1941
Viaggio da Bari a Valona, da solo e privo di scorta.
27 gennaio 1942
Viaggio da Durazzo a Bari, di nuovo da solo.
7 febbraio 1942
Trasporta materiali vari da Bari a Durazzo.
16 febbraio 1942
Rientra da Durazzo a Bari, nuovamente senza scorta.
21 marzo 1942
Viaggio da Bari a Durazzo, nuovamente da solo.
2 aprile 1942
Viaggio da Durazzo a Bari, ancora in navigazione isolata.
18 aprile 1942
L’Albachiara ed il piroscafo Sant’Agata compiono un viaggio da Bari a Durazzo, scortati dall’incrociatore ausiliario Brioni.
17 giugno 1942
Compie un viaggio da Bari ad Antivari, da solo e senza scorta.
29 giugno 1942
Viaggio da Durazzo a Bari, da solo e senza scorta.
2 luglio 1942
Requisito a Bari dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
31 luglio 1942
L’Albachiara salpa da Suda (dove è giunto proveniente dal Pireo) alle 23.30, insieme a sei motozattere in viaggio di trasferimento in Libia (MZ 703, MZ 705, MZ 734, MZ 742, MZ 748 e MZ 751, aventi a bordo in tutto 394 tonnellate di rifornimenti tra cui 10 carri armati, 8 autoblindo e 6 automezzi, nonché 26 militari dell’Esercito), per raggiungere Tobruk. La scorta è costituita dall’anziana torpediniera Monzambano.
2 agosto 1942
Il convoglietto giunge a Tobruk alle 18.
11 agosto 1942
L’Albachiara ed il piroscafo Sibilla lasciano Tobruk alle 19.30 diretti a Bengasi, con la scorta del cacciasommergibili Selve.
12 agosto 1942
Alle 8.02 il sommergibile britannico Porpoise (tenente di vascello William Abel Bennington) inizia la posa di un campo minato in posizione 32°42’ N e 23°05’5” E, al largo di Ras el Tin. Poco prima di iniziare la posa, il Porpoise avvista il convoglio che comprende l’Albachiara, in avvicinamento con rotta ovest; il sommergibile britannico esegue ugualmente la posa, e due minuti dopo che tale operazione è terminata, il convoglio italiano passa proprio sopra il campo minato appena posato, completamente ignaro del pericolo.
Dato però che il campo è appena stato posato, le mine non hanno ancora fatto in tempo ad attivarsi: di conseguenza, le navi italiane superano il campo minato senza subire alcun danno. Se fossero passate dieci minuti più tardi, sarebbero saltate tutte sulle mine.
Il Porpoise manovra allora per attaccare col siluro, ed alle 8.55 lancia un siluro contro la seconda nave del convoglio, da una distanza di 2740 metri: ma l’arma non va a segno. Subito dopo il Porpoise avvista un’altra nave italiana, il piroscafo Ogaden, e sposta la sua attenzione su di essa (l’attacco contro l’Ogaden, sfortunatamente per quest’ultimo, avrà invece esito positivo).
13 agosto 1942
Alle cinque del mattino il convoglietto viene raggiunto dalla torpediniera Sagittario, che si unisce alla scorta.
Alle 12.30, in posizione 32°30’ N e 20°08’ E, il sommergibile britannico Taku (capitano di corvetta Jack Gethin Hopkins) avvista il convoglio italiano, sorvolato anche da tre aerei, e manovra per attaccare. Alle 12.51 il Taku lancia tre siluri contro il mercantile di coda (la cui stazza è valutata in 2500 tsl), ma i siluri mancano il bersaglio; le navi non si accorgono dell’attacco. Uno degli aerei, invece, avvista il sommergibile, ed un paio di minuti dopo il lancio gli sgancia contro tre bombe, che cadono molto vicine, distruggendo le luci di navigazione.
Il convoglio prosegue; le navi arriveranno indenni a Bengasi alle 16.45, meno il Selve che in precedenza ha lasciato la scorta per espletare altri compiti.
Successivamente l’Albachiara si trasferisce a Tripoli.
27 agosto 1942
Alle 7.30 l’Albachiara salpa da Tripoli diretto a Bengasi, con la scorta della torpediniera Generale Carlo Montanari.
29 agosto 1942
Albachiara e Montanari arrivano a Bengasi alle 11.
 
L'Albachiara nel 1930 circa (g.c. Mauro Millefiorini, via www.naviearmatori.net)

L'affondamento

Alle sette di sera del 3 settembre 1942 l'Albachiara salpò da Bengasi alla volta di Tobruk, scortato dalla vecchia torpediniera Generale Carlo Montanari. Il carico del piroscafo comprendeva 400 tonnellate di carburante per le tre forze armate tedesche, e 66 tonnellate di materiali dell’Esercito.
Nelle prime ore del 5 settembre l'Albachiara, in navigazione lungo la costa cirenaica, venne avvistato dal sommergibile britannico Traveller (tenente di vascello Michael Beauchamp St. John), che lo identificò come un mercantile a pieno carico, sovrastimandone di parecchio le dimensioni: valutò infatti che il piroscafo avesse una stazza compresa tra le 5000 e le 6000 tsl, cioè quattro o cinque volte più del reale. All'1.35 di notte il Traveller lanciò quattro siluri da 915 metri di distanza: uno di essi centrò il bersaglio, e l'Albachiara affondò in soli quattro minuti nel punto 33°02' N e 23°13' E, a 24 miglia per 015° da Ras el Tin (cioè a nord di tale località) sulla costa cirenaica, ed circa 25-30 miglia a nordest di Derna (altra fonte parla di 46 miglia a nordovest di Derna, ma si tratta probabilmente di un errore).
La Montanari avvistò la torretta del Traveller, che era affiorata in superficie, e si lanciò verso di esso per speronarlo, ma il sommergibile se ne accorse e scese in profondità con una manovra d'immersione rapida; la torpediniera lanciò allora un fumogeno galleggiante per indicare la posizione, seguito da sette bombe di profondità (la prima regolata per una profondità di 25 metri, la seconda per 50 e le altre per 75 metri). Il Traveller, tuttavia, non subì danni.

La Montanari, per non rischiare di essere a sua volta silurata, dovette attendere all'alba prima di procedere al salvataggio dei naufraghi. Dei 36 uomini che si trovavano sull'Albachiara, dieci persero la vita; i 26 sopravvissuti vennero tratti in salvo dalla Montanari.

Alcune delle vittime:

Gianbattista Deana, marittimo civile
Filippo Fontana, cuoco, da Finale Ligure
Mirco Grandich, ufficiale di macchina, da Abbazia
Pietrino Molinas, ufficiale di macchina
Vincenzo Moncelli, giovanotto, da Molfetta
Primo Nardini, marinaio, da Forte dei Marmi
Giovanni Olgiati, soldato 1° Reggimento Artiglieria Contraerei, da Dairago
Carlo Remaggi, capitano di lungo corso, da Genova

L'affondamento dell’Albachiara nel giornale di bordo del Traveller (da Uboat.net):

"0235 hours - Fired four torpedoes against deeply laden merchant vessel of 5000 to 6000 tons from 1000 yards. Two hits were obtained. An escorting destroyer was also present at the scene and came in rushing towards Traveller which crash dived.
11 depth charges were dropped in the counter attack but these did no damage. Shortly after diving breaking up noises were heard."
 
Un’altra foto dell’Albachiara come Anna Tiede (g.c. Dieter Engel, da www.dieter-engel.com)


2 commenti:

  1. Bella testimonianza! Grazie!
    Sono il pronipote di Giovanni Olgiati e ho sempre cercato qualche notizia sulla storia del fratello di mia nonna. Stefano

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  2. Sono la figlia di Carlo De Capitani da Vimercate uno dei superstiti rimase 36 ore in mare attaccato ad un relitto prima di essere salvato. Grande invalidi di guerra. Papà ne ha sempre parlato molto poco, era ancora una ferita aperta nella sua mente. Grazie per questo articolo papà sarebbe stato felice. Onore ai militari che hanno perso la vita per la Patria e agli invalidi di guerra di cui lo stato ne hanno ripagato poco
    E male.

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