Torpediniera, già cacciatorpediniere, della classe Sirtori (790
tonnellate di dislocamento in carico normale, 850 t a pieno carico).
Durante la prima guerra mondiale eseguì missioni di appoggio ai monitori,
ricognizioni offensive e crociere di protezione nell’Alto Adriatico.
Durante la seconda guerra mondiale svolse compiti di scorta
convogli e (più raramente) caccia antisommergibili, ricerca e soccorso nel
Basso Adriatico (soprattutto) e nel Golfo di Taranto (e, dal 1943, in Dalmazia). In
tutto, durante tale conflitto, effettuò 174 missioni di guerra (di cui 157 di
scorta) e percorse 69.000
miglia nautiche.
Breve e parziale cronologia.
2 febbraio 1916
Impostazione nei cantieri Odero di Sestri Ponente.
5 giugno 1917
Varo nei cantieri Odero di Sestri Ponente.
19 luglio 1917
Entrata in servizio.
13-14 agosto 1917
Lo Stocco parte
nottetempo da Venezia insieme ai gemelli Vincenzo
Giordano Orsini, Giuseppe
Sirtori e Giovanni Acerbi, che con lo Stocco formano una squadriglia, ad una
seconda squadriglia di cacciatorpediniere (Ardente, Audace, Animoso e Giuseppe
Cesare Abba) ed alla
sezione di cacciatorpediniere Carabiniere-Pontiere,
per attaccare una formazione leggera austroungarica (cacciatorpediniere Streiter, Reka, Velebit, Scharfschutze e Dinara e 6 torpediniere) che ha fornito
appoggio ad un attacco da parte di 32 aerei contro Venezia, durante il quale è
stato colpito l’ospedale di San Giovanni e Paolo e sono rimaste uccise 14
persone, e ferita un’altra trentina. Di tutta la formazione italiana, solo l’Orsini riesce a prendere contatto con le navi
nemiche, ma, condotto verso i campi minati nemici, deve rompere il contatto per
non finire tra le mine. Il gruppo navale austroungarico, rotto il contatto, rientra
alla base senza ulteriori complicazioni.
29 settembre 1917
Lo Stocco lascia Venezia
alle 21.45 insieme ad Abba, Acerbi ed Orsini,
che con esso compongono la squadriglia «Orsini» (c.te Vaccaneo),
all’esploratore Sparviero (capitano di vascello Ferdinando di
Savoia-Genova, capo formazione) ed alla squadriglia cacciatorpediniere «Audace»
(Audace, Ardente, Ardito) per dare appoggio a
dieci velivoli Caproni del Regio Esercito inviati a bombardare Pola, oltre che
a seguito dell’avvertimento da parte dei servizi segreti che un’operazione
austroungarica è in corso. L’attacco italiano, infatti, è pressoché
contemporaneo ad un’analoga iniziativa austroungarica, che vede alcuni
idrovolanti effettuare un’incursione su Ferrara, nella quale viene incendiato
il dirigibile M 8 della Regia Marina. Anche questo
bombardamento fruisce di una forza navale d’appoggio, segnatamente i
cacciatorpediniere austroungarici Turul, Velebit, Huszár e Streiter e le torpediniere TB 90F , TB 94F , TB 98M e TB
99M. La formazione italiana viene informata dell’incursione nemica su
Ferrara e dirige perciò su Rovigno a 22 nodi, con l’intento di intercettare le
navi austroungariche che, tornando alla base, dovrebbero verosimilmente passare
al largo della cittadina istriana. Alle 22.03 la previsione si rivela esatta,
in quanto lo Sparviero avvista navi sconosciute ad una
distanza di circa due miglia, ed alle 22.05 entrambe le formazioni, mentre
scende la sera, aprono un intenso fuoco da 2000 metri di distanza
ed iniziano il combattimento. Per la versione italiana, alle 22.30 le due
formazioni, avendo rotte divergenti, perdono il contatto, così ponendo fine
allo scontro, salvo riprendere fugacemente contatto alle 22.45, guidati dallo Sparviero, in mezzo ai campi
minati (la TB 98M viene colpita con una vittima a
bordo), per poi perderlo definitivamente dopo pochi minuti; non vi sono
vincitori né vinti. Secondo la versione austroungarica, lo Sparviero subisce seri danni perché colpito
cinque volte e lascia la linea di combattimento, e viene colpito anche l’Orsini,
dopo di che l’Ardito, seguito da Stocco ed Acerbi, taglia la scia della
formazione nemica ed apre il fuoco da 1000-2000 metri (lo scontro
sarebbe iniziato ad una distanza di circa 3000): viene colpito lievemente l’Huszár,
mentre il Velebit incassa diversi colpi, con
l’inutilizzazione degli apparati di governo ed un incendio a bordo. Poi le
unità italiane cessano il fuoco e si allontanano. Il Velebit viene poi preso a rimorchio dallo Streiter, ma in quel momento
arrivano due cacciatorpediniere italiani che serrano le distanze ad un
chilometro; questi però si ritirano sotto il fuoco di Streiter, Velebit e delle torpediniere. (Gli orari
riferiti da un’altra fonte sono molto differenti, forse basati fu fonti
austroungariche: il primo scontro sarebbe cessato alle 00.30, il secondo
sarebbe iniziato alle 00.45 protraendosi per pochi minuti).
Lo Stocco in una foto verosimilmente risalente alla Grande Guerra (USMM via Marcello Risolo e www.naviearmatori.net) |
16 novembre 1917
Stocco,
Orsini, Acerbi, Animoso, Ardente, Abba ed Audace escono da Venezia per contrastare il
bombardamento navale attuato dalle corazzate costiere austroungariche Wien e Budapest contro le batterie d’artiglieria e posizioni italiane a
Cortellazzo (Wien e Budapest, giunte alle 10.35
davanti a Cortellazzo, hanno iniziato il tiro sulle linee italiane; dopo
l’immediata reazione delle artiglierie di terra, il contrasto è stato affidato
agli aerei, che hanno compiuto tre attacchi; Wien e Budapest cessano il tiro alle 11.52 per non
interferire con le proprie truppe di terra, poi si riportarono a tiro alle
13.30, e riaprono il fuoco alle 13.35). I cacciatorpediniere italiani si
portano a ponente della zona attaccata e supportarono l'attacco dei MAS 13 e 15,
che, insieme agli attacchi aerei ed a quelli effettuati dai sommergibili F 11 e F
13, contribuisce a disturbare il bombardamento navale, sino al ritiro delle
due corazzate.
19 novembre 1917
Stocco, Sirtori, Ardito e Orsini bombardano con i cannoni da 102 mm le linee
austroungariche tra Caorle e Revedoli, sparando cento colpi per pezzo, in
appoggio alle operazioni delle forze di terra.
28 novembre 1917
Stocco, Sirtori, Acerbi, Orsini, Animoso, Ardente, Ardito, Abba ed Audace,
unitamente agli esploratori Aquila e Sparviero,
lasciano Venezia e – in cooperazione con idrovolanti da ricognizione – si mettono a cercare i
cacciatorpediniere austroungarici Triglav, Reka e Dinara e le torpediniere TB 78, 79, 86 e 90,
che hanno danneggiato un treno e
le linee ferroviaria e telegrafica alle foci del Metauro, nonché i
cacciatorpediniere Dikla, Streiter ed Huszar e quattro torpediniere che, formando
un secondo gruppo, ha attaccato dapprima Porto Corsini e poi Rimini sebbene
senza risultati. I due gruppi austroungarici, riunitisi in uno solo, stanno
rientrando alle basi, attaccati più volte da idrovolanti. Le navi italiane
arrivano in vista di quelle nemiche solo quando ormai si trovano al largo di Capo Promontore, troppo vicino a Pola,
principale base delle k.u.k. Kriegsmarine, così che devono lasciar perdere
l’inseguimento.
10 gennaio 1918
Il delegato della Deputazione Provinciale di Catanzaro (terra
natia di Francesco Stocco), Evellino Marincola di San Floro, consegna allo Stocco una targa in bronzo realizzata
dallo scultore Domenico Cucchiari.
10 febbraio 1918
Stocco, Sirtori, Acerbi, Ardente, Ardito e l’esploratore Aquila (al comando della formazione – il 1°
Gruppo, su un totale di tre previsti per l’operazione –, che per alcune fonti
comprende anche il MAS 18,
è il capitano di fregata Piero Lodolo) vengono inviati a Porto Levante (Porto
Viro) per dare supporto, qualora necessario, all’attacco di MAS che diverrà
famoso come la «beffa di Buccari». Le unità, su ordine del Comando in Capo di
Venezia, si ormeggiano a Porto Levante e rimangono pronte ad intervenire
(oppure incrociano in quelle acque a protezione dei MAS), poi incrociano a
scopo protettivo in due gruppi («Aquila» con Aquila, Ardente, Ardito,
Acerbi, Sirtori e Stocco e
«Animoso» con Animoso, Abba ed Audace),
ma non sarà necessario che intervengano.
8-9 aprile 1918
Lo Stocco ed altre siluranti escono in mare
nottetempo per fornire supporto ad un tentativo di attacco della base
austroungarica di Pola mediante il “barchino saltatore” (silurante) «Grillo»,
ma l’operazione viene interrotta.
12-13 aprile 1918
Seconda uscita notturna per attaccare Pola con il «Grillo»,
anch’essa abortita.
6-7 maggio 1918
Altra uscita di notte a supporto di un nuovo tentativo di attacco
di Pola con il «Grillo», pure interrotta.
9-10 maggio 1918
Nuovo tentativo notturno d’attacco a mezzo «Grillo» a sua
volta cancellato.
11-12 maggio 1918
Ennesima uscita notturna in appoggio ad un altro attacco abortito
del «Grillo» contro Pola.
13-14 maggio 1918
Alle 17.30 del 13 Stocco, Sirtori, Acerbi, Orsini, Animoso, le torpediniere
costiere 9 PN e 10
PN ed i MAS 95 e 96 (questi ultimi due con il «Grillo»
a rimorchio) salpano da Venezia per dare appoggio ad un altro tentativo di
attacco del «Grillo»: l’operazione è affidata al capitano di fregata
Costanzo Ciano. I cacciatorpediniere hanno compiti di vigilanza a distanza.
Alle 2.18, arrivata la formazione nel punto prestabilito (a 1300 metri dalla diga di
Pola), viene mollato il rimorchio, ed alle 3.16 inizia l’attacco del «Grillo»:
scoperto, tuttavia, il mezzo d’assalto viene distrutto senza poter far danni,
ed il suo equipaggio catturato. I MAS si ritirano illuminati (alle 3.35 ed alle
3.40) dai proiettori, per poi ricongiungersi ai cacciatorpediniere del gruppo
di supporto alle 5 del 14 e fare infine ritorno alla base.
Lo Stocco con i lievi danni
riportati nello scontro del 2 luglio 1918 (sopra, g.c. STORIA militare; sotto,
da “Il martirio di Venezia durante la Grande Guerra e l’opera di difesa della
Marina italiana” di Giovanni Scarabello)
1-2 luglio 1918
Stocco, Sirtori, Acerbi, Orsini, Audace ed altri due cacciatorpediniere, il Giuseppe Missori ed il Giuseppe La Masa, danno appoggio a
distanza alle torpediniere 64
PN, 65 PN, 66 PN, 40 OS, 48 OS, Climene e Procione (le ultime due d’alto mare, con sola
funzione d’appoggio alle altre, costiere) mentre procedono lentamente tra
Cortellazzo e Caorle bombardando le linee nemiche, simulando inoltre uno sbarco
(con le torpediniere 15 OS, 18 OS e 3
PN che rimorchiano alcuni
finti pontoni da sbarco) per distogliere l’attenzione delle forze nemiche e
così favorire l’avanzata di quelle italiane. I cacciatorpediniere italiani
s’imbattono inoltre negli austroungarici Csikós e Balaton e nelle torpediniere TB 83F e la TB
88F ,
partite da Pola nella tarda serata del 1° luglio per supportare un’incursione
aerea su Venezia e giunte in zona dopo aver superato l’attacco di un MAS (che
ha lanciato un siluro contro il Balaton,
che ha una caldaia guasta) all’alba del 2 luglio. Le unità italiane avvistano
quelle nemiche alle 3.10 ed aprono il fuoco, dopo di che anche le siluranti
austroungariche iniziano a sparare: nel breve scambio di colpi le unità
nemiche, soprattutto il Balaton,
subiscono alcuni danni, ma anche lo Stocco viene colpito, con alcuni morti e
feriti tra l'equipaggio ed un incendio a bordo che lo obbliga a fermarsi (dopo
aver evitato due siluri con la manovra), e l'Acerbi si deve fermare per fornire aiuto
all’unità gemella. Il Balaton,
centrato più volte in coperta a prua, si porta in posizione più avanzata,
mentre Missori, Audace e La
Masa combattono contro il Csikós e le due torpediniere, rimaste
indietro: da entrambe le parti si lanciano infruttuosamente siluri, mentre il Csikós viene colpito da un proiettile nel
locale caldaie poppiero ed anche le due torpediniere ricevono un colpo ciascuna.
Dopo qualche tempo le unità italiane si allontanano per riprendere il loro
ruolo, mentre quelle austroungariche tornano a Pola.
1° novembre 1918
Lo Stocco fa parte della
V Squadriglia Cacciatorpediniere, di base a Venezia, che forma coi gemelli Sirtori, Acerbi ed Orsini.
3 novembre 1918
Durante l’offensiva finale italiana, un giorno prima dell’annuncio
dell’armistizio di Villa Giusti, Stocco, Acerbi, Orsini, Pilo, Audace, Missori, La Masa ed un altro cacciatorpediniere, il Nicola Fabrizi, entrano a Trieste
trasportando il generale Petitti di Roreto, il 7° e l’11° Reggimento
Bersaglieri ed alcuni membri di reparti speciali.
Sirtori (a sinistra) e Stocco (a destra) arrivano a Fiume il 4 novembre 1918 (g.c. STORIA militare)
|
3-4 novembre 1918
Stocco (al comando del capitano di
corvetta Silvio Bonaldi), Sirtori, Acerbi e Orsini partono alle 7 del 3 novembre da
Venezia unitamente all’anziana corazzata Emanuele
Filiberto (nave ammiraglia
del contrammiraglio Guglielmo Rainer, comandante del gruppo) per raggiungere
Fiume, dove tutelare gli interessi italiani e la popolazione italiana della
città dai disordini scoppiati dopo il collasso dell’Impero Austro-Ungarico.
Sullo Stocco sono saliti anche
Attilio Podram e Mario Petris, due dei cinque rappresentanti del Consiglio
Nazionale Italiano costituitosi a Fiume che il 29 ottobre si sono recati a
Trieste per chiedere l’intervento italiano (divenuti poi noti come gli «Argonauti
del Carnaro»). La navigazione è ostacolata dalla fitta nebbia e dalle mine
vaganti; a mezzogiorno giunge notizia che tre U-Boote tedeschi, fuggiti da Pola
prima della consegna della flotta ex austroungarica alla neonata Jugoslavia, si
trovano ora nel golfo di Trieste, pertanto i cacciatorpediniere vengono
disposti in formazione protettiva attorno all’Emanuele Filiberto, e s’intensifica la vigilanza da parte delle
vedette.
La formazione giunge all’imbocco del Quarnaro quando è già sera,
di nuovo con nebbia (dopo una moderata schiarita durante il giorno) e scirocco
fresco; i piloti ritengono troppo pericoloso l’attraversamento notturno del
canale della Faresina in tali condizioni (ci sono anche dei campi minati),
quindi l’ammiraglio Rainer decide di incrociare in quelle acque fino all’alba.
Infine, all’alba del 4 novembre, riprende la navigazione, con lo Stocco in testa, seguito dalla
corazzata.
Lungo il percorso Acerbi
e Orsini vengono distaccate per
prendere possesso di Abbazia e Lussino; le altre tre navi arrivano invece a
Fiume alle 10.30 (le 14 per altra fonte) del giorno stesso, festosamente
accolte dalla popolazione italiana della città. Lo Stocco è la prima nave ad attraccare in banchina (molo Adamich),
tra l’entusiasmo della folla; tra i primi a salire a bordo vi sono il nuovo
conte supremo, il croato Riccardo Lenac, ed un capitano pure croato, nonché il
capo del Consiglio Nazionale Italiano, Antonio Grossich, che dichiara di essere
il solo, in nome di Fiume italiana, cui spetti di salutare i rappresentanti
della madrepatria.
Anni dopo, a seguito dell’annessione della città all’Italia, uno
dei moli del porto (il più piccolo, lungo 45 metri ) sarà
ribattezzato proprio Molo Stocco.
Non vi è però una vera e propria occupazione: non vengono sbarcate
truppe italiane (a differenza che in Istria), in quanto il patto di Londra
assegna Fiume alla Croazia anziché all’Italia (ma il 17 novembre sbarcheranno
comunque le prime truppe italiane).
Lo Stocco attracca a Fiume (da “L’album dell’Olocausta” di Guglielmo Barbieri, via www.naviearmatori.net) |
6 o 10 novembre 1918
Lasciata Fiume, lo Stocco
procede all’occupazione di Cherso, evento celebrato con la realizzazione di un
dipinto dello Stocco (presente ancor
oggi nel municipio della città) e di un monumento comprensivo di un tratto
della catena d’ancora della nave.
Lo Stocco (a sinistra) a Fiume all’inizio di novembre del 1918. Sullo sfondo la corazzata Emanuele Filiberto (g.c. STORIA militare)
|
7 dicembre 1918
Viene nuovamente inviato a Fiume dove stanno montando le tensioni
tra italiani e croati.
7 giugno 1919
Lo Stocco trasporta a
Lussinpiccolo il generale Carlo Caneva, recatovisi in visita.
14 settembre 1919
Trasporta a Fiume l’ammiraglio Mario Casanuova, comandante il
Dipartimento di Venezia, affinché questi ripristini l’ordine tra le unità
italiane dislocate nella città quarnerina, dopo che parte degli equipaggi di
alcune navi (la corazzata Dante Alighieri,
l’esploratore Carlo Mirabello, i
cacciatorpediniere Francesco Nullo e Giuseppe Cesare Abba) si sono ammutinati
e si sono uniti alle forze radunate da Gabriele D’Annunzio per l’occupazione di
Fiume nella «Reggenza del Carnaro». L’ammiraglio Casanuova verrà arrestato dai
dannunziani subito dopo il suo arrivo; lo Stocco
rientra a Pola.
7 dicembre 1919
Nuovamente inviato a Fiume.
11 ottobre 1919
A Venezia, il sommergibile F
16 molla gli ormeggi alle 6.30 con l’intento, segreto, di unirsi agli
uomini di D’Annunzio a Fiume. Dopo che alle 8.30 il battello è transitato
davanti al posto di guardia di San Nicoletto senza farsi riconoscere, replicare
ai segnali od aspettare ordini, la torpediniera costiera 42 PN mette in moto per inseguirlo, e alle 8.45 il capitano di
vascello Ettore Rota, comandante della Difesa Marittima di Venezia, ordina per
via telefonica all’ufficiale addetto al Passo Spignon di recarsi sullo Stocco e disporre che il
cacciatorpediniere accenda subito le caldaie; poi, con un fonogramma
d’ufficiale, ordina che la nave salpi appena pronta ed impieghi ogni mezzo per
obbligare l’F 16 a rientrare (le disposizioni impartite prescrivono
che, se il battello dovesse sparire, lo Stocco dovrà restare in
contatto radio con Venezia e cercare il sommergibile lungo la rotta
Venezia-Capo Promontore), informando inoltre il cacciatorpediniere che la 42 PN si è già posta all’inseguimento.
Lo Stocco molla gli
ormeggi e si pone all’inseguimento dell’F
16, ma intanto la 42 PN riuscirà
da sé a fermare l’F 16 ed obbligarlo
a tornare indietro.
29 aprile 1920
Lo Stocco, mentre sta
procedendo al largo di Fiume, viene cannoneggiato da una batteria costiera
sotto il controllo dei legionari di D’Annunzio, i quali impiegano anche dei MAS
per cercare di catturare il cacciatorpediniere, che riesce però a sfuggire e
fare ritorno ad Abbazia.
1920
Lavori di modifica dell’armamento: i 6 pezzi singoli
Schneider-Armstrong 1914-1915 da 102/35 mm vengono sostituiti con altrettanti
Scheider-Armstrong 1917 da 102/45 mm, più moderni.
1919-1921
Opera nell’Alto Adriatico ed in Dalmazia, con crociere di
vigilanza a protezione dei traffici navali italiani e delle rotte che uniscono
Venezia a Trieste.
1921
Posto alle dipendenze del Comando Militare Marittimo di Brindisi,
ha base per alcuni brevi periodi a Saseno.
1921-1923
Rimane inattivo a Brindisi.
Estate 1923
Assegnato alla II Squadriglia Cacciatorpediniere della Forza
Navale del Mediterraneo.
Estate 1923-Marzo 1927
Avendo base a Taranto e Messina, ha saltuario impiego in compiti
di uso locale, poi viene assegnato alla V Squadriglia dell’Armata Navale, e
disimpegna attività addestrativa in Mar Tirreno.
1928
Entra a far parte della Divisione Speciale, ed opera intensamente
in Adriatico.
1929
Lo Stocco,
con Sirtori ed Acerbi e con l’Ippolito Nievo della classe Pilo, forma la X
Squadriglia Cacciatorpediniere, che, insieme alla IX Squadriglia
Cacciatorpediniere (Giuseppe Cesare Abba, Giuseppe Dezza, Antonio Mosto, Giuseppe Missori, Fratelli Cairoli) ed
all'esploratore Aquila,
compone la 5a Flottiglia
della Divisione Speciale, che comprende anche l'esploratore Brindisi, nave comando.
Lo Stocco partecipa ad
una crociera nel Dodecaneso con il resto della Divisione Speciale.
1° ottobre 1929
Declassato a torpediniera.
1930
Dislocata per un anno in Tripolitania.
28 settembre 1930
Imbarca 33 capi religiosi delle zavie senussite, internati a
Benina dopo il loro arresto (durante la repressione della rivolta senussita in
Cirenaica), e li trasporta ad Ustica, dove è stata disposta la loro
deportazione.
1931-1933
Dislocata di nuovo a Taranto e Messina e poi a La Spezia,
inquadrata nella IV Squadriglia Torpediniere.
1932
Dopo il completamento del cacciatorpediniere Strale, avente caratteristica ottica ST come la Stocco, quest’ultima muta la propria in
SO.
Aprile-maggio 1933
È comandante in seconda della Stocco
il guardiamarina Mario Arillo, futura MOVM.
1934-1940
Impiegata nel rimorchio di bersagli per la I Squadra Navale.
La nave nel 1934 (Coll. Aldo Fraccaroli, via Maurizio Brescia e www.associazione-venus.it)
|
10 giugno 1940
L’Italia fa il suo ingresso nel secondo conflitto mondiale. La Stocco forma la VI Squadriglia
Torpediniere di base a Taranto, insieme alla Sirtori ed alle similari Giuseppe
Missori e Rosolino Pilo.
Assegnata inizialmente al V Gruppo Torpediniere (Taranto), svolge
missioni di scorta nel Golfo di Taranto; successivamente viene trasferita al
III Gruppo Torpediniere (Brindisi).
5 settembre 1940
Viene costituito il Comando Superiore Traffico Albania
(Maritrafalba). La Stocco non è tra
le navi assegnate a Maritrafalba, ma Marina Taranto (da cui la Stocco dipende) la mette a disposizione
di tale Comando, e la quasi totalità dell’attività bellica della Stocco consisterà di fatto in missioni
di scorta convogli e caccia antisom per conto di Maritrafalba.
5 ottobre 1940
Prima missione per Maritrafalba: scorta da Brindisi a Valona i
piroscafi Alfio, Agata, Carmela e Poseidone, con un carico di materiali.
12 ottobre 1940
Scioglimento di Maritrafalba.
21 ottobre 1940
Ricostituzione di Maritrafalba; la Stocco è nuovamente posta a disposizione dello stesso.
24 ottobre 1940
Salpa da Brindisi all’1.10 di scorta alle motonavi postali Piero Foscari e Filippo Grimani. Dopo averle scortate a Durazzo, riparte con esse
per Brindisi, ove giungerà alle 14.20.
Trasferitasi a Bari, ne riparte alle 18, scortando il piroscafo Artiglio diretto a Durazzo con 144
automezzi.
25 ottobre 1940
Stocco e Artiglio giungono a Durazzo alle 9.
26 ottobre 1940
Salpa da Brindisi alle 2.20 di scorta alla Foscari, diretta a Durazzo per il servizio postale, ma deve tornare
a Brindisi per le avverse condizioni meteomarine (che invece non fermano la Foscari, che prosegue e giungerà a
Durazzo alle 8).
4 novembre 1940
Salpa da Brindisi alle 00.45 di scorta ai piroscafi Nautilus (impiegato in traffico civile)
ed Acilia (carico di carne
congelata), diretti a Valona, dove arrivano alle 10.
6 novembre 1940
Parte a mezzogiorno da Durazzo per scortare a Bari i piroscafi Olimpia, Oreste e Neghelli, che
ritornano vuoti.
7 novembre 1940
Il convoglio arriva a Bari alle 9.50.
8 novembre 1940
La Stocco e la
torpediniera Monzambano salpano da
Bari di scorta al piroscafo Perla
(avente a bordo 94 veicoli) e la motonave Narenta
(traffico civile).
9 novembre 1940
Il convoglio giunge a Durazzo alle 11.15.
12 novembre 1940
Stocco e Monzambano ripartono da Durazzo alle 16 scortando i piroscafi Campidoglio e Casaregis e la piccola nave frigorifera Genepesca II, di ritorno scarichi.
13 novembre 1940
Il convoglio giunge a Bari alle 7.30.
15 novembre 1940
La Stocco e la
torpediniera Giacomo Medici salpano da Bari alle 00.20
scortando i piroscafi Nautilus e Poseidone, ambedue in servizio civile;
le navi giungono a Valona alle 19.
16 novembre 1940
Lascia Bari alle 00.30 scortando, unitamente alla torpediniera Generale Marcello Prestinari ed all’incrociatore ausiliario Capitano A. Cecchi, i trasporti truppe Piemonte e Donizetti, che
trasportano 2554 militari, 151 quadrupedi e 306 tonnellate di materiali. Il
convoglio giunge a Valona alle 16.
17 novembre 1940
Stocco e Prestinari lasciano Valona alle 11 di scorta ai trasporti truppe Viminale, Argentina e Quirinale,
che rientrano vuoti. Il convoglio giunge a Brindisi alle 21, poi la Stocco scorta Argentina e Quirinale
fino a Bari.
18 novembre 1940
Parte da Durazzo alle 7.45 per scortare a Brindisi i piroscafi Aventino e Milano, che rientrano scarichi, insieme al cacciatorpediniere Augusto Riboty.
24 novembre 1940
Salpa da Valona alle 7 di scorta ai piroscafi Poseidone, Nautilus e Bottiglieri, tutti impiegati nel
traffico civile. Le navi giungono a Brindisi alle 19.50.
Il marinaio elettricista Angelo Legame, della Stocco, muore in territorio metropolitano.
3 dicembre 1940
La Stocco e la
torpediniera Curtatone salpano da
Bari alle 23 scortando i trasporti truppe Italia,
Donizetti e Quirinale, aventi a bordo 2902 uomini, 86 quadrupedi e 427
tonnellate di materiali.
4 dicembre 1940
Il convoglio giunge a Durazzo alle 9.30.
5 dicembre 1940
Riparte da Durazzo alle 18.30, scortando il piroscafo Diana e le motonavi Barbarigo e Tergestea,
che tornano scariche in Italia.
6 dicembre 1940
Il convoglio arriva a Bari alle 8.
7 dicembre 1940
La Stocco e
l’incrociatore ausiliario Brindisi
salpano da Brindisi alle 3.20 di scorta al piroscafo Argentina (che trasporta 1547 uomini, cinque veicoli e 224
tonnellate di materiali), giungendo a Valona alle 11.
19 dicembre 1940
La Stocco e
l’incrociatore ausiliario Barletta
lasciano Bari all’1.50, di scorta ai trasporti truppe Città di Savona, Donizetti,
Italia e Quirinale, con a bordo in tutto 3514 soldati e 85 tonnellate di
materiali; il convoglio arriva a Durazzo alle 17.
21 dicembre 1940
Stocco e Barletta salpano da Bari all’1.30, scortando i trasporti truppe Verdi, Puccini, Milano e Galilea, che trasportano 3804 uomini,
182 quadrupedi e 360 tonnellate di materiali; c’è anche la motonave Narenta, che però lascia il convoglio
già a Brindisi. Le altre navi arrivano a Durazzo alle 15.
22 dicembre 1940
Riparte da Durazzo alle 12.30, di scorta a Galilea, Milano, Verdi e Puccini di ritorno scarichi.
La Francesco Stocco (sinistra) e la similare Angelo Bassini ormeggiate a Gaeta nel 1935. Sullo sfondo si riconoscono gli incrociatori pesanti Pola (più vicino), Zara, Fiume, Trento o Trieste e Bolzano (Coll. Guido Alfano, via Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net) |
23 dicembre 1940
Il convoglio giunge a Bari alle 4.30.
Il giorno stesso la motonave Marin
Sanudo, mentre cambia posto d’ormeggio nel porto di Bari, entra in
collisione con la Stocco. Non vi sono
vittime, ma parte della prua della torpediniera viene asportata dalla
collisione.
31 gennaio 1941
Secondo varie fonti, in questa data la Stocco avrebbe urtato una mina appartenente ad uno sbarramento
posato il 28 gennaio, dal sommergibile britannico Rorqual, tra Fiume e Sansego, spezzandosi in due ma potendo
comunque essere rimorchiata a Fiume in due tronconi, tra il 10 ed il 27
febbraio, “riunita” e riparata.
In realtà, tutto ciò non accadde; la Stocco, danneggiata dalla collisione del 23 dicembre, non era
neppure in mare il 31 gennaio.
9 febbraio 1941
Giunge a Fiume per effettuare le riparazioni dei danni subiti
nella collisione del 23 dicembre.
27 giugno 1941
Stocco e Barletta scortano da Brindisi a Durazzo la motonave Città di Marsala, con truppe e
rifornimenti militari.
28 giugno 1941
Stocco e Barletta scortano da Durazzo a Bari la Città di Marsala ed i piroscafi Milano
e Galilea, con materiale e personale
militare.
4 luglio 1941
Stocco e Barletta scortano da Valona a Brindisi Argentina e Viminale, con
truppe rimpatrianti e materiali.
5 luglio 1941
La Stocco scorta da
Brindisi a Durazzo il piroscafo Rosandra
carico di truppe.
6 luglio 1941
Stocco e Barletta scortano da Durazzo a Bari i trasporti truppe Città di Marsala, Puccini, Milano e Rosandra, che trasportano 3400 militari
rimpatrianti, 1406 operai militarizzati e 70 quadrupedi.
7 luglio 1941
La Stocco scorta da
Brindisi a Valona le motonavi Città di
Agrigento e Città di Trapani, con
materiale e personale militare.
10 luglio 1941
Stocco e Barletta scortano da Valona a Brindisi i trasporti truppe Rossini, Italia e Quirinale, con
2700 soldati rimpatrianti.
12 luglio 1941
La Stocco scorta da
Brindisi a Valona Rossini, Quirinale, Italia e Galilea, carichi
di truppe e rifornimenti.
13 luglio 1941
La Stocco e
l’incrociatore ausiliario Zara
scortano da Valona a Brindisi Rossini,
Italia e Quirinale con truppe e quadrupedi rimpatrianti.
14 luglio 1941
Stocco e Zara scortano da Valona a Brindisi Città di Marsala e Galilea,
con truppe che rimpatriano.
16 luglio 1941
Stocco e Zara scortano da Brindisi a Durazzo Puccini, Italia, Rosandra e Quirinale, carichi di personale e materiale militare.
18 luglio 1941
Scorta Rossini e Puccini, cariche di truppe e materiali,
da Durazzo ad Antivari.
19 luglio 1941
Stocco e Zara, insieme alla torpediniera Giacomo
Medici, scortano da Durazzo a Cattaro
Italia, Aventino, Milano e Città di Marsala, con a bordo truppe e
rifornimenti.
20 luglio 1941
Scorta da Cattaro a Durazzo la motonave Marin Sanudo carica di truppe e materiali.
24 luglio 1941
Stocco e Brindisi scortano da Durazzo a Bari l’Aventino ed il Milano, di
ritorno con 1600 militari rimpatrianti, veicoli e materiali.
4 agosto 1941
Stocco e Brindisi scortano da Bari a Durazzo il Milano e la Rossini con
personale del Regio Esercito (avente varie destinazioni), poi scortano sulla
rotta inversa la Donizetti ed il Quirinale con 2000 soldati che
rimpatriano.
6 agosto 1941
Scorta da Durazzo a Bari la Rossini
ed il Milano, con truppe che rimpatriano.
16 agosto 1941
Scorta da Patrasso a Brindisi il piroscafo Francesco Crispi, con truppe rimpatrianti.
25 agosto 1941
Stocco e Barletta scortano da Bari a Durazzo Città di Marsala, Città di
Alessandria, Milano e Rosandra, con truppe a bordo.
27 agosto 1941
Stocco e Brindisi scortano Città di Alessandria, Milano e Rosandra con 3250 militari rimpatrianti, da Durazzo a Bari.
2 settembre 1941
Scorta da Porto Edda a Brindisi i piroscafi Enrico Contarini e Tarquinia
(in navigazione separatamente) e successivamente da Brindisi a Patrasso il
piroscafo Sagitta (diretto a Rodi) e
la cisterna militare Devoli.
5 settembre 1941
Scorta da Patrasso a Brindisi il piroscafo tedesco Thessalia e l’italiano Abbazia, con truppe a bordo.
8 settembre 1941
Scorta il trasporto militare Tripoli
da Taranto a Prevesa.
10 settembre 1941
Stocco e Barletta scortano le motonavi Città
di Bastia e Città di Savona, con
personale del Regio Esercito e della Regia Aeronautica (destinazioni varie) e
materiali, da Brindisi a Corfù e poi a Prevesa.
12 settembre 1941
Scorta la Città di Savona
da Corfù a Prevesa.
14 settembre 1941
Scorta da Patrasso a Brindisi le motonavi passeggeri Calino e Calitea.
16 settembre 1941
Stocco e Zara scortano da Brindisi a Valona la Città di Alessandria carica di materiali.
18 settembre 1941
Stocco e Zara scortano da Brindisi a Valona il piroscafo Galilea, con truppe e materiali.
22 settembre 1941
La Stocco e
l’incrociatore ausiliario Arborea
scortano da Brindisi a Patrasso i trasporti truppe Francesco Crispi e Piemonte,
con personale del Regio Esercito e della Regia Marina diretto in varie
destinazioni.
3 ottobre 1941
Stocco e Brindisi scortano da Valona a
Patrasso i piroscafi Aventino e Galilea con truppe e rifornimenti.
11 ottobre 1941
Scorta da Patrasso a Gallipoli la motonave Maria carica di munizioni.
26 ottobre 1941
Scorta da Brindisi a Valona il piroscafo Gismondi, con truppe a bordo.
7 novembre 1941
La Stocco e
l’incrociatore ausiliario Attilio Deffenu
scortano da Bari a Patrasso i trasporti truppe Francesco Crispi, Piemonte
e Viminale con truppe e materiali.
11 novembre 1941
Scorta da Navarino a Patrasso il piroscafo tedesco Savona.
18 novembre 1941
La Stocco, il Deffenu e la torpediniera Generale Carlo Montanari scortano da
Patrasso a Bari Crispi, Piemonte e Viminale con 4120 militari che rimpatriano.
28 novembre 1941
Stocco e Zara scortano da Bari a Patrasso Galilea, Piemonte e Viminale con truppe dirette varie
destinazioni.
12 dicembre 1941
Stocco e Zara scortano da Patrasso a Bari Galilea, Piemonte e Viminale, con 4000 militari che
rimpatriano.
17 dicembre 1941
Stocco e Brindisi scortano da Durazzo a
Bari Aventino, Italia, Rosandra e Viminale, con 3000 soldati rimpatrianti.
19 dicembre 1941
Stocco e Brindisi scortano da Bari a
Durazzo Donizetti, Rosandra e Quirinale con truppe e rifornimenti.
21 dicembre 1941
Stocco e Brindisi scortano da Durazzo a
Bari Rosandra e Quirinale con truppe che rimpatriano.
24 dicembre 1941
Scorta il piroscafo Aventino,
con truppe e materiali, da Bari a Durazzo.
26 dicembre 1941
Scorta da Durazzo a Bari l’Aventino,
carico di truppe rimpatrianti.
30 dicembre 1941
Scorta da Bari a Durazzo Italia, Rosandra e Quirinale con truppe e materiali.
1942
In seguito a lavori, due dei sei cannoni da 102 mm vengono rimossi, e
sono imbarcati due scaricabombe per bombe di profondità.
2 gennaio 1942
Stocco e Zara scortano da Durazzo a Bari Italia,
Rosandra e Quirinale con truppe rimpatrianti.
4 gennaio 1942
Stocco e Zara scortano Italia, Rosandra e Quirinale con truppe e materiali da Bari a Durazzo.
30 gennaio 1942
La Stocco e
l’incrociatore ausiliario Città di Napoli
scortano da Bari a Durazzo i piroscafi Aventino
e Città di Catania.
5 febbraio 1942
Stocco e Città di Napoli scortano da Durazzo a Bari Donizetti, Aventino e Città di Catania carichi di truppe
rimpatrianti.
7 febbraio 1942
La Stocco e
l’incrociatore ausiliario Egitto
scortano da Brindisi a Corfù i piroscafi Hermada
e Vesta con truppe e rifornimenti.
8 febbraio 1942
Stocco, Egitto, Città di Napoli, Montanari e la torpediniera Antares scortano da Corfù a Patrasso un
grosso convoglio formato dai piroscafi Città
di Bergamo, Potestas, Volodda, Vesta, Mameli, Hermada, Rosario e Salvatore.
13 febbraio 1942
Scorta da Navarino a Patrasso la cisterna militare Prometeo.
14 febbraio 1942
Stocco e Città di Napoli scortano da Patrasso a Brindisi la nave cisterna
bulgara Balcik.
15 febbraio 1942
Stocco ed Arborea scortano da Patrasso a Corfù e poi a Brindisi il piroscafo
tedesco Cagliari.
16 febbraio 1942
Scorta da Brindisi a Duazzo il piroscafo Favorita e la minuscola nave cisterna Abruzzi.
21 febbraio 1942
Stocco, Città di Napoli ed Arborea
scortano Italia, Aventino e Città di Catania
con truppe e materiali da Bari a Durazzo.
9 marzo 1942
Scorta da Taranto a Patrasso il piroscafo tedesco Hans Schmidt. Nelle acque di Santa Maria
di Leuca le due navi si uniscono ad un convoglio composto dai piroscafi Motia, Probitas e Caterina M. scortati
dal cacciatorpediniere Turbine;
giungono poi insieme a Patrasso.
17 marzo 1942
La Stocco attacca il
sommergibile britannico Unbeaten
(tenente di vascello Edward Arthur Woodward), che ha appena silurato e
affondato (alle 6.40) il sommergibile Guglielmotti
al largo di Capo dell’Armi, in posizione 37°42’ N e 15°58’ E. La torpediniera
lancia 17 bombe di profondità senza riuscire a danneggiare l’Unbeaten (le bombe scoppiano lontane da
esso), poi recupera un cadavere; non riuscirà a trovare alcun superstite dei 61
membri dell’equipaggio del Guglielmotti,
nonostante l’Unbeaten, subito dopo
l’attacco, ne avesse visti in mare una dozzina.
23 marzo 1942
Alle dieci del mattino la Stocco
raggiunge il relitto di un aerosilurante Savoia Marchetti S. 79 “Sparviero”,
costretto ad ammarare – la sera precedente, durante la seconda battaglia della
Sirte – al largo di Capo Passero per esaurimento del carburante, e trae in
salvo gli avieri Angelo Barba e Francesco Malara. Gli altri tre membri
dell’equipaggio dello “Sparviero”, il sottotenente Gaetano Maletta, il sergente
maggiore Albino Scalabrin ed il motorista Adriano Rossi, si sono invece allontanati
sul battellino gonfiabile in dotazione: non verranno mai ritrovati.
4 aprile 1942
Stocco ed Antares scortano da Taranto ad Argostoli la pirocisterna Alberto Fassio ed i piroscafi Pluto e Rhea.
11 aprile 1942
Scorta da Taranto a Patrasso la motonave cisterna Rondine.
20 aprile 1942
Scorta da Patrasso a Brindisi il piroscafo Audace.
2 maggio 1942
Il marinaio silurista Aldo Zanchetta, della Stocco, muore in territorio metropolitano.
7 maggio 1942
La Stocco, la Medici e l’incrociatore ausiliario Lorenzo Marcello scortano la Donizetti ed il Quirinale dapprima Bari a Zante con truppe e rifornimenti e poi
sulla rotta inversa con truppe rimpatrianti.
11 maggio 1942
La Stocco, il Marcello e la torpediniera Generale Antonino Cascino scortano da
Bari a Durazzo l’Italia ed il Rosandra con truppe e materiali. Il
giorno stesso, la Stocco e
l’incrociatore ausiliario Brioni
scortano da Patrasso a Bari la motonave Calino.
16 maggio 1942
Stocco, Marcello e Cascino
scortano da Durazzo a Bari Italia e Rosandra con truppe rimpatrianti.
29 giugno 1942
Scorta da Brindisi ed Argostoli il piroscafo Contarini, avente un carico di materiali.
7 luglio 1942
Scorta da Patrasso a Bari la Calino,
diretta a Rodi.
14 luglio 1942
Scorta da Brindisi a Patrasso i piroscafi Abbazia e Minerva.
24 luglio 1942
Salpa da Patrasso alle 13 e scorta a Taranto (giungendovi in
giornata) la piccola nave frigorifera Genepesca
I, poi prosegue insieme ad essa verso Tobruk.
25 luglio 1942
Stocco e Genepesca I arrivano a Tobruk alle 16.30.
7 agosto 1942
Stocco e Zara scortano da Bari a Patrasso la Donizetti con truppe e materiali.
12 agosto 1942
Stocco ed Arborea scortano da Durazzo a Bari il Quirinale con truppe rimpatrianti.
15 agosto 1942
Stocco ed Arborea scortano da Bari a Durazzo il Quirinale con truppe e rifornimenti.
19 agosto 1942
Stocco ed Arborea scortano da Bari a Durazzo il Rosandra, carico di truppe e materiali.
25 agosto 1942
Stocco ed Arborea scortano da Bari a Durazzo il Quirinale.
26 agosto 1942
Stocco ed Arborea scortano il Rosandra
da Antivari a Bari.
29 agosto 1942
Scorta da Bari a Patrasso il piroscafo Padenna.
1° settembre 1942
Scorta da Patrasso a Bari il piroscafo Chisone.
3 settembre 1942
Stocco ed Arborea scortano il Rosandra
da Bari a Durazzo.
5 settembre 1942
Scorta la nave cisterna Cesco
da Bari a Valona.
10 settembre 1942
Stocco ed Arborea scortano il Rosandra
da Durazzo a Bari con truppe rimpatrianti.
13 settembre 1942
Stocco e Zara, insieme al cacciatorpediniere Premuda ed alla torpediniera Antonio
Mosto, scortano i piroscafi Chisone,
Quirinale e Rosandra carichi di truppe e materiali da Bari a Durazzo.
21 settembre 1942
Scorta da Brindisi a Patrasso la pirocisterna Lina Campanella.
27 settembre 1942
Scorta da Patrasso a Brindisi il Genepesca I.
10 ottobre 1942
Stocco e Zara scotano da Bari a Valona Cesco
ed Aventino, con truppe e materiali.
12 ottobre 1942
La Stocco, il Riboty e l’incrociatore ausiliario Città di Genova scortano Rosandra e Quirinale, con truppe e materiali, da Bari a Durazzo.
6 novembre 1942
Il marinaio cannoniere Santo Renna, della Stocco, muore in Cirenaica.
8 novembre 1942
La Stocco ed il
cacciatorpediniere Folgore scortano
la nave cisterna Annarella da
Brindisi a Patrasso.
21 novembre 1942
La Stocco, il
cacciatorpediniere Sebenico e
l’incrociatore ausiliario Olbia
scortano Rosandra e Quirinale, con truppe e rifornimenti, da
Bari a Durazzo.
26 novembre 1942
Scorta da Patrasso a Brindisi il Pluto e l’Abbazia.
1° dicembre 1942
Stocco ed Olbia scortano Rosandra e
Quirinale, carichi di truppe e
materiali, da Durazzo a Bari.
Un’altra immagine della Stocco (da www.difesa.it) |
1943
Assegnata al III Gruppo Torpediniere (Dipartimento Militare
Marittimo «Ionio e Basso Adriatico») con le similari Giuseppe Sirtori, Giuseppe
Missori, Giuseppe Cesare Abba, Giuseppe Dezza ed Enrico Cosenz, viene impiegata anche nelle scorte sulle rotte per
la Dalmazia.
30 gennaio 1943
Il sottocapo fuochista Luigi Radice, della Stocco, muore nel Mediterraneo centrale.
16 maggio 1943
Il marinaio cannoniere Fernando Guidarelli, della Stocco, muore in territorio
metropolitano.
9 giugno 1943
Alle 9.40 il sommergibile britannico Uproar (tenente di vascello Laurence Edward Herrick) avvista, al
largo di Punta Stilo, il fumo prodotto dal piroscafo Sezze, che la Stocco sta
scortando da Messina a Crotone e Taranto. Dalle 9.45 alle 10 l’Uproar si avvicina a Punta Stilo ad alta
velocità, ed alle 10.25 dà inizio all’attacco; alle 11.14, in posizione 38°37’
N e 16°39’ E, il sommergibile lancia quattro siluri da una distanza di 6860 metri .
Una vedetta della Stocco
avvista un periscopio e poco dopo le scie di tre siluri, e dà l’allarme; la Stocco vira a sinistra ed evita così i
siluri, che passano 200
metri a poppavia della nave e finiscono poi sulla
spiaggia di Soverato. Al contempo, anche il velivolo della scorta aerea avvista
le scie, scende in picchiata sull’Uproar
e sgancia due bombe. La Stocco getta
subito delle bombe di profondità da 30 kg a scopo intimidatorio, poi risale le scie
dei siluri e getta alcune bombe di profondità da 100 kg , regolate per 100 metri di profondità;
poi effettua un secondo passaggio e getta altre sette cariche da 100 kg , così restando con
due sole bombe di questo tipo. Dopo aver gettato alcune altre bombe
intimidatorie (in tutto l’Uproar
conterà 21 esplosioni dalle 11.22), la Stocco
torna assieme al Sezze, lasciando
all’VIII Gruppo Antisommergibili il compito di proseguire la caccia (che non
darà risultati). Il convoglio giungerà indenne a destinazione.
27 giugno 1943
Stocco e Sirtori, insieme al minuscolo incrociatore ausiliario Rovigno, scortano i piroscafi Campidoglio, Milano e Quirinale da
Patrasso a Brindisi.
1° luglio 1943
Scorta i piroscafi Salvatore
e Probitas da Brindisi a Corfù.
9 luglio 1943
Scorta il Campidoglio da
Brindisi a Corinto, insieme alla torpediniera Giuseppe Cesare Abba.
13 luglio 1943
Stocco ed Abba scortano il Campidoglio
e la motonave Città di La Spezia da
Valona a Bari.
25 luglio 1943
La Stocco e la
torpediniera Sagittario scorta da
Patrasso a Corfù e poi a Bari i piroscafi Dubac
e Probitas.
2 agosto 1943
Scorta da Bari a Patrasso la nuova motonave cisterna Ugo Fiorelli.
10 agosto 1943
Parte da Taranto alle 5.15, scortando il trasporto militare Asmara diretto a Bari. Alle 18.20, al
largo di Brindisi, il sommergibile britannico Unshaken (tenente di vascello Jack Whitton) colpisce l’Asmara a poppa con un siluro, immobilizzandolo.
La Stocco getta 20 bombe di
profondità per venti minuti, ma i lanci sono imprecisi, e l’Unshaken non viene danneggiato. L’Asmara, abbandonato dall’equipaggio (due
dei 157 uomini a bordo sono rimasti uccisi), andrà alla deriva fino al giorno
seguente, per poi capovolgersi ed affondare intorno alle 14.30 dell’11 agosto,
in posizione 40°44’ N e 18°03’ E.
8 settembre 1943
Mentre rientra a Brindisi al termine di una missione di scorta in
Dalmazia, in serata, sente alla radio la notizia dell’armistizio tra l’Italia e
gli Alleati.
9 settembre 1943
Il sottocapo cannoniere Antonio De Palma, della Stocco, risulta disperso in territorio
metropolitano.
La Stocco al Pireo nel dicembre 1941 (foto
Aldo Fraccaroli, Coll. Domenico Jacono, via www.associazione-venus.it)
Corfù
Il 13 settembre 1943 la Stocco
(al comando del tenente di vascello Renato Lupi) e la Sirtori (tenente di vascello Alessandro Senzi) furono inviate a
Corfù con il compito di dare appoggio al presidio italiano, sottoposto dal
giorno precedente ad incursioni aeree tedesche. Il loro invio rispondeva
appunto ad una richiesta del Comando della guarnigione italiana di Corfù,
affinché partecipassero col proprio armamento alla difesa dell’isola. Le due
torpediniere giunsero a Corfù la sera del 13 settembre, poco dopo la
conclusione di un nuovo bombardamento aereo tedesco, e già alle nove del
mattino seguente divennero a loro volta oggetto di una nuova incursione. Una
formazione mista di bombardieri in picchiata Junkers Ju. 87 “Stuka” e bimotori
Ju. 88 piombò sull’isola bombardandone il porto e la città con bombe dirompenti
ed incendiari; tre “Stukas”, separatisi dalla formazione, si avventarono
proprio su Sirtori e Stocco, ancorate a 150 metri l’una
dall’altra.
La Sirtori venne
centrata da una bomba e devastata da altre che caddero vicinissime, e dovette
essere portata all’incaglio per scongiurarne l’affondamento.
Il Comando Marina dell’isola, per evitare un’analoga fine alla Stocco, le ordinò di allontanarsi; la
torpediniera incrociò lungo la costa meridionale di Corfù fino ai limiti
dell’autonomia, cioè fino alla sera del 14 settembre, Marina Brindisi le ordinò
di tornare a Brindisi, per assumere compiti di scorta dei convogli di sgombero
che trasportavano a Brindisi le truppe italiane evacuate da Santi Quaranta. La
nave venne anche attaccata da quattro aerei tedeschi, che respinse col tiro
delle proprie mitragliere.
All’alba del 24 settembre 1943, la Stocco (al comando del tenente di vascello Mario Trisolini, che
aveva sostituito il parigrado Lupi) salpò da Brindisi insieme alla moderna
corvetta Sibilla, per scortare a
Santi Quaranta un convoglio formato dai piroscafi Probitas e Dubac e dalla
motonave Salvore, che ivi avrebbero
dovuto provvedere all’imbarco della Divisione «Perugia» da evacuare in Italia.
Frattanto, la notte precedente, la situazione era andata
precipitando: dopo un primo tentativo di sbarco respinto (il 15 settembre), la
Luftwaffe aveva intensamente bombardato la città e le postazioni difensive per
nove giorni; avendole indebolite a sufficienza, la notte tra il 23 ed il 24 le
forze tedesche effettuarono uno sbarco sulla spiaggia di San Giorgio, seguito
da un secondo la mattina del 24. L’avanzata tedesca era stata inarrestabile, e
quel che restava della guarnigione italiana era ormai alle strette.
Supermarina, informata dal Comando militare di Corfù della
situazione disperata dell’isola (il colonnello Luigi Lusignani, comandante
militare dell’isola, comunicò: «Nemico nella giornata odierna con dominio aereo
incontrastato ha bombardato quasi totalità caposaldi et ha sbarcato ingenti
rifornimenti uomini et materiali alt Possibilità difesa è limitata al solo caso
che velivoli da bombardamento abbiano predominio su quello nemico alt Che mezzi
navali vigilino contro ulteriori azioni di sbarco che mezzi corazzati et
artiglieria contraerea et campali siano
sbarcati sull’isola entro 48 ore alt»), ordinò alla Stocco di lasciare il convoglio e dirigere a massima velocità verso
Corfù, per contrastare lo sbarco tedesco sulla spiaggia di San Giorgio, e
trattenersi in tale area per un’ora.
La Stocco arrivò a San
Giorgio quando ormai lo sbarco era concluso da diverse ore; per un’ora cercò i
mezzi da sbarco tedeschi, che a sua insaputa si erano spostati ad est di Corfù,
dopo di che – non avendo ricevuto un messaggio con cui Marina Corfù le
comunicava che nuovi sbarchi stavano avvenendo sul lato opposto dell’isola – diresse
per riunirsi al convoglio.
Ma durante tale navigazione, alle 16.20, aerei della Lutwaffe
iniziarono ad attaccare la torpediniera. Fu disposto l’invio di caccia della
Regia Aeronautica, ma, mentre gli “Stukas” potevano raggiungere i loro
obiettivi in pochi minuti grazie alle basi epirote, gli aerei italiani, dovendo
decollare dalla Puglia (a 250
km di distanza), impiegavano molto più tempo: i caccia
italiani sarebbero giunti sul posto solo quando la Stocco era già in affondamento.
Gli attacchi aerei tedeschi si protrassero fino alle 17.15; infine
sopraggiunsero ben dodici “Stukas”, e la sorte della Stocco fu segnata. Dopo aver abbattuto uno degli attaccanti, la
torpediniera fu a sua volta colpita ed immobilizzata con numerose vie d’acqua;
l’equipaggio iniziò ad abbandonarla.
L’ufficiale di rotta della Stocco,
sottotenente di vascello Mario Naldini, era rimasto gravemente ferito durante
gli attacchi aerei e venne imbarcato su una zattera; quando sentì di stare
morendo, chiese ed ottenne di essere riportato sul relitto agonizzante della
torpediniera. Spirò poco dopo sulla Stocco
che, affondando, divenne il suo sepolcro. Alla sua memoria fu conferita la
Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
La Stocco colò infine a
picco intorno alle 19.20, a ponente di Corfù.
Dopo l’affondamento, gli aerei tedeschi mitragliarono i naufraghi,
ed il maltempo scatenatosi la notte successiva disperse e decimò ulteriormente
i sopravvissuti. Morì così anche il comandante in seconda della Stocco, sottotenente di vascello Ireneo
Sala, già sopravvissuto in Mar Rosso all’affondamento dei cacciatorpediniere Nullo e Manin ed a quasi tre anni d’internamento su un’isola araba.
Naufrago per la terza volta in tre anni, cercò di allontanarsi a nuoto ma venne
colpito a morte dal tiro delle mitragliatrici.
Dell’equipaggio della Stocco,
trovarono la morte 7 ufficiali, 8 sottufficiali e 88 tra sottocapi e marinai. I
cacciatorpediniere Quilliam
(britannico) e Piorun (polacco),
giunti successivamente sul posto, poterono recuperare solo 19 sopravvissuti.
Il comandante Trisolini fu tra i pochi superstiti; ferito, venne
soccorso insieme ad un sottotenente di vascello e a dieci marinai, tutti
feriti, dalla popolazione dell’isolotto di Merlera (a nord di Corfù). Il 29
settembre giunse in quest’isola una barca a vela al comando del brigadiere
della Guardia di Finanza Calogero Condemi, in fuga, insieme a dodici finanzieri
e due soldati sbandati, da Corfù ormai caduta in mano tedesca: i dodici
naufraghi vennero recuperati dalla barca di Condemi e giunsero così a Brindisi
il mattino del 30 settembre.
Morirono sulla Stocco:
Francesco Alecci, marinaio,
disperso
Angelo Antignani, marinaio
cannoniere, disperso
Giuseppe Antolini, marinaio,
disperso
Adolfo Bagaglia, marinaio
meccanico, disperso
Adelio Barberis, marinaio
elettricista, disperso
Guido Berra, marinaio cannoniere,
disperso
Umberto Bertrand, sottocapo
radiotelegrafista, disperso
Guido Bianchini, marinaio,
disperso
Alceste Bondioli, marinaio
cannoniere, disperso
Ciro Borriello, marinaio
fuochista, disperso
Onofrio Boscarino, marinaio
fuochista, disperso
Armando Brescia, sottocapo
cannoniere, disperso
Alfredo Burioli, marinaio
fuochista, disperso
Giuseppe Calì, marinaio fuochista,
disperso
Remo Calvi, marinaio fuochista,
disperso
Adone Ceccato, secondo capo
meccanico, disperso
Vincenzo Citarella, sottocapo
radiotelegrafista, disperso
Gino Comin, marinaio, disperso
Gaetano Costa, marinaio nocchiere,
disperso
Lino Cristofich, marinaio
fuochista, disperso
Letterio Currò, sottocapo
cannoniere, disperso
Angelo D’Agostino, marinaio
fuochista, disperso
Giuseppe D’Ambrosio, marinaio
fuochista, disperso
Andrea De Bernardinis, secondo
capo nocchiere, disperso
Sebastiano De Mattia, secondo capo
meccanico, deceduto
Luigi Di Fonzo, sottocapo
silurista, disperso
Giuseppe Di Stefano, marinaio
cannoniere, disperso
Francesco Ercoli, sergente
meccanico, disperso
Valentino Fiorucci, marinaio
segnalatore, disperso
Giovanni Antonio Flore, marinaio
cannoniere, disperso
Annibale Frittoli, marinaio,
disperso
Achille Fusarri, sottocapo
cannoniere, disperso
Salvatore Galazzo, marinaio,
disperso
Aldo Gallo, marinaio, disperso
Gaetano Gallo, marinaio, disperso
Alvaro Garattoni, marinaio
fuochista, disperso
Mariano Genovese, marinaio
fuochista, disperso
Mario Giacomelli, marinaio,
disperso
Manlio Giannelli, sottocapo
meccanico, disperso
Giuliano Gorghetto, marinaio
fuochista, disperso
Oddone Grassi, marinaio
cannoniere, deceduto
Giovanni Gregoretti, aspirante
guardiamarina, disperso
Giovanni Iarossi, sottocapo
meccanico, disperso
Mario Lamperti, marinaio
fuochista, disperso
Francesco Lanfranchi, marinaio
cannoniere, disperso
Mariano Lombardo, marinaio
cannoniere, disperso
Vittorio Lorenzoni, marinaio
cannoniere, disperso
Emilio Magliano, marinaio
cannoniere, disperso
Paolo Mancini, sottocapo
cannoniere, disperso
Camillo Maritati, aspirante
guardiamarina, disperso
Mario Mazzucchellil, secondo capo
radiotelegrafista, deceduto
Francesco Medoro, marinaio
nocchiere, disperso
Guido Miele, aspirante
guardiamarina, disperso
Vincenzo Milea, sottocapo nocchiere,
disperso
Mario Naldini, sottotenente di
vascello, deceduto
Angelo Paita, marinaio fuochista,
disperso
Mario Palmieri, marinaio
cannoniere, disperso
Giovanni Pani, marinaio
cannoniere, disperso
Balduino Paolella, secondo capo
meccanico, disperso
Carlo Pastore, marinaio silurista,
disperso
Giovanni Patalano, marinaio
cannoniere, disperso
Pietro Perez, marinaio, disperso
Biagio Pesci, marinaio, disperso
Alessandro Pierini, capo
cannoniere di seconda classe, disperso
Luigi Piras, marinaio fuochista, disperso
Lorenzo Pisati, marinaio, disperso
Emilio Ponzio, marinaio, disperso
Sante Pozzati, marinaio fuochista,
disperso
Artemio Prizzon, marinaio
fuochista, disperso
Salvatore Rapisarda, secondo capo
furiere, disperso
Armando Riccardi, sergente S. D.
T., disperso
Ruggero Riontino, marinaio,
disperso
Amelio Rizzi, marinaio cannoniere,
disperso
Giuseppe Rizzi, marinaio
infermiere, disperso
Francesco Romeo, marinaio
radiotelegrafista, disperso
Simone Ronchi, secondo capo
silurista, disperso
Giuseppe Rossi, tenente del Genio
Navale, disperso
Giovanni Rovis, sottocapo
cannoniere, disperso
Ireneo Sala, tenente di vascello,
disperso
Bartolomeo Santoro, sottocapo
segnalatore, disperso
Nicola Soldano, secondo capo
meccanico, disperso
Sesto Staffoli, marinaio cannoniere,
disperso
Antonio Stanganelli, marinaio,
disperso
Mario Steffenino, marinaio
fuochista, disperso
Sante Tiozzo, marinaio, disperso
Salvatore Tramparulo, marinaio S.
D. T., disperso
Antonio Uttaro, marinaio
meccanico, disperso
Donato Valente, marinaio cannoniere,
disperso
Giovanni Vantini, marinaio
cannoniere, disperso
Angelo Vella, marinaio fuochista,
disperso
Candiano Venturi, marinaio
cannoniere, deceduto in territorio metropolitano (per le ferite) il 28.9.1943
Pietro Venturini, marinaio,
disperso
Igino Vernareccio, marinaio
silurista, disperso
Giuseppe Vigliarolo, marinaio
fuochista, disperso
Secondo Zaccaria, marinaio
fuochista, disperso
Ovidio Zambini, marinaio
meccanico, disperso
Salvatore Zuccaro, marinaio
fuochista, disperso
La motivazione della Medaglia di Bronzo al Valor Militare conferita alla memoria dell'aspirante guardiamarina Guido Miele, nato a Caserta il 16 maggio 1923, e del marinaio Giorgio Del Soldato, nato a Livorno Ferraris il 4 agosto 1923:
"Imbarcato su torpediniera impiegata nella guerra di Liberazione in riservata missione, attaccata e colpita da cacciabombardieri germanici, cooperava validamente alla difesa della nave, contribuendo alla difesa contraerea sviluppatasi con successo. Sull'unità colpita e in procinto di affondare, prendeva parte alla costruzione di zattera di fortuna e si preoccupava di trarre in salvo su di essa i feriti. Lasciava tra gli ultimi l'unità senza essere più ritrovato. Esempio di abnegazione ed elevato sentimento del dovere. (Acque di Corfù, 24 settembre 1943)."
Ho trovato interessante ,le vicende di questa Nave ,vi chiedo se avete notizie del Marinaio Sambin ALBANO CL1918, DI SEGUSINO (TV)SCOMPARSO IN ACQUE INTERNAZIONALI IL 9 SETTEMBRE 1943,A SEGUITO ATTACCO TEDESCO BARATTO Pietro
RispondiEliminaBuonasera,
EliminaAlbano Sambin, nato ad Arzergrande il 16/5/1918, secondo capo portuale, risulta disperso il 9 settembre 1943 nell'affondamento del cacciatorpediniere Antonio Da Noli, inabissatosi nelle Bocche di Bonifacio per urto contro mina mentre, insieme al gemello Vivaldi, era impegnato in un combattimento contro alcune batterie costiere della Corsica in mano tedesca. Morirono 228 uomini, solo 39 i sopravvissuti. Non ho ancora pubblicato una pagina relativa a questa nave (lo farò tra alcuni mesi), ma l'ho già scritta; se vuole può fornirmi un indirizzo e-mail e le posso inviare tutte le notizie che ho raccolto sulla storia di questa nave e del suo affondamento.
Buongiorno
RispondiEliminaSto rileggendo la storia di mio padre Pilot Marco,imbarcato su questa nave e affondato il 24 settembre 1943. Risulta uno dei soppravissuti di questo attacco. Gradirei,se possibile, avere informazioni sue e sugli altri sopravvissuti. Grazie
Purtroppo non ho ulteriori dettagli oltre a quelli presenti in questa pagina...
EliminaGrazie per la cortese risposta. Potrebbe indicarmi dove posso trovare altre notizie in merito?
RispondiEliminaGrazie ancora e buona serata
Adelio Pilot
Lei possiede il foglio matricolare di suo padre?
Eliminanon ancora ma mi sto attivando....se ha delle dritte la ringrazio-
EliminaAdelio Pilot
Sig. Lorenzo buonasera
RispondiEliminanon possiedo il foglio matricolare ma mi sto attivando per recuperarlo (se ha qualche dritta da darmi...).
Ho una lettera inviata a mio padre del ten. di Vascello Mario Trisolini, comandante della nave in quel momento, datata Pola 13 marzo 1946 che descrive in breve l'affondamento della nave e il suo salvataggio, su una zatterina, assieme a mio padre, Pilot Marco, di Zoffoli e Rigamonti.
Avrei piacere di contattare le loro famiglie e quella di Adelio Barberis perchè il mio nome è dovuto al suo amico morto in questo affondamento.
Grazie ancora
Adelio Pilot
Buongiorno,
Eliminaper il foglio matricolare dovrebbe fare richiesta all'Archivio di Stato della provincia di nascita di suo padre.
Per i contatti dei parenti degli altri uomini dell'equipaggio purtroppo non saprei...
Grazie e speriamo che qualche altro, anche familiare, legga la storia di questa nave e dei suoi marinai.
EliminaBuonasera sig Adelio, sono il nipote del marinaio silurista PASTORE CARLO disperso sulla Stocco il 24\9. Mi farebbe piacere contattarla per poterle chiedere eventuali informazioni che suo padre le potrebbe aver raccontato.
RispondiEliminaSig. Carlo buongiorno
RispondiEliminaLe lascio la mia mail ma purtroppo penso di non essere di alcun aiuto perché mio padre è morto nel 1967, in seguito ad un incidente, ed io avevo solo 12 anni. Non ha parlato molto di quel periodo neanche con la mia mamma. Mi fa piacere comunque cercare di ridare "vita" a tutti quei marinai,morti o sopravvissuti, di quel affondamento.
Grazie
pilotadelio@gmail.com
3402416659
Sg. Lorenzo buongiorno
RispondiEliminaLe volevo chiedere come posso fare per contattare Antonio D'Ambrosio, fratello di Giuseppe D'Ambrosio disperso nell'affondamento della Stocco, per chiedere se ha altre foto, oltre a quella qui postata, della nave e del suo equipaggio.
Grazie
Buongiorno,
Eliminaposso inviarle il suo indirizzo email, per non scriverlo qui potrebbe inviarmi una email?
Grazie di cuore
RispondiEliminala mia mail è
pilotadelio@gmail.com
Saluti
Salve ...Sono un nipote di Sante Tiozzo ...marinaio sul Torpediniere Francesco Stocco...anche lui disperso dopo l'affondamento avvenuto il 24.09.1943 nelle vicinanze dell'isola di Corfu
RispondiEliminaSig Rino buonasera
Eliminaho letto purtroppo solo ora il messaggio ma sono stato ammalato (influenza). Mi fa piacere conoscerla e condividere i ricordi. Sante è stato meno fortunato di mio padre....che ha comunque passato periodi molto bui. Se ha delle foto del gruppo o di Sante con qualche compagno mi piacerebbe condividerle. Se mi manda la sua mail le mando quanto in possesso di mio padre. Grazie e buonaserata.
Sig Rino buonasera
Eliminanon riesco a trovare collegamenti per contattarla e proseguire con le ricerche sui protagonisti di questa nave. Se mi invia i suoi dati sarei felice di condividere foto e ricordi. Grazie
Buonasera.....leggo solo adesso anch'io i vostri messaggi vi ringrazio di avermi risposto , mi fa molto piacere ...di mio Zio Sante ho solo una foto che indossa la divisa da marinaio...mia Nonna mi raccontava spesso del naufragio della F. STOCCO...E gli venne detto che mio zio SANTE con altri membri dell'equipaggio era riusciti a salire a bordo di una o piu scialuppe ma che a sua volta vennero bersagliati alle mitraglie dagli aerei tedeschi e così gli dissero che era dato per disperso nell 'affondamento
EliminaRino.ardizzon68@ Gmail.com
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSig Rino buonasera
RispondiEliminaho letto solo adesso il tuo commento. Oggi sono di fretta ma nei prossimi giorni ti ricontatto per inviarti le foto che ho raccolto. Speriamo ci sia anche tuo zio.
Con l'occasione ti faccio i migliori auguri per un buon 2023.
Buonasera Sig.Adelio contraccambio estesi auguri di buon anno a tutti voi....tranquillamente quando può le riscrivo la mia email rino.ardizzon68@gmail.com...le lascio anche il mio cell. 347.4294242
RispondiEliminaSono la figlia di una cuginetta (allora) di Mario Naldini, Simona (1931-1997). Avreste notizie in più su Mario.Naldini, sottotenente di vascello medaglia di bronzo al valor militare, cui è intitolata la Sezione dei Marinai d'Italia di Pisa? il 24 Settembre 80 anni dal suo inabissamento con la nave.
RispondiEliminaBuongiorno, purtroppo non ho molto più di quello che ho scritto qui, salvo la motivazione completa della MBVM: http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/docs/m-bronzo%20tomo_3/BRONZO_TOMO%203_00000976.jpg
EliminaSig.ra Paola buonasera
Eliminami fa piacere sapere che anche Lei cerca notizie di un parente, purtroppo deceduto in quel tragico affondamento. Io sono il figlio di Marco Pilot che invece si è salvato assieme al Tenente di Vascello Mario Trisolini e altri tre compagni. Non è stato facile il seguito per mio padre poiché, preso prigioniero dai tedeschi a Corfù, il mese dopo fu imbarcato sulla Rosselli per essere trasferito in Italia. Qui subì il secondo affondamento da parte di aerei anglo/americani. Anche da quell'affondamento usci malconcio ma vivo. Trasferito in Italia fuggi dall'ospedale e si arruolò ai GAP di Pordenone. In seguito ad una retata tedesca fu preso prigioniero e mandato in un campo di lavoro a Stoccarda. Sto cercando di trovare e/o condividere documenti o foto di questi marinai appartenenti alla Stocco. Se Le può interessare e/o se ha da condividere sarò ben felice.
Grazie Adelio Pilot
Ho perso tutto ciò che avevo scritto. Che peccato! Bisogna Le risponda in altro momento. Spero di essere a Pisa domani
RispondiEliminagrazie
EliminaEgregio Sig. Lorenzo,
RispondiEliminaPotrebbe scrivere un profilo di Mario Naldini che morì sulla Stocco ed è medaglia di bronzo?
Trovo solo nota di un trofeo velico sempre, solo che a lui è dedicata la Sezione ANMI di Pisa.
Anche in questo Ottantesimo dalla sua che morte che si è tenuto il Raduno dei Marinai proprio nella città Toscana.
E stato scritto qualcosa di più nel 2016 proprio parlando della regata cir
Posso metterla in contatto eventualmente con parenti più stretti. Grazie Paola Lombardozzi
Era il cugino grande di mia madre nata nel 1931. Dovrei avere almeno una sua fotos ho problemi di salute. Ho riaperto l'armadio dei ricordi (figurati e non) proprio sopraffatta dal desiderio di ricercare e non fare sparire memorie della mia famiglia e dei fratelli (e una sorellina) di mio nonno e delle rispettive famiglie. In fondo fa parte di un affresco dell'epoca che può essere sempre più finito.
Ho difficoltà a scrivere sul cellulare poiché le righe dopo un tot scorrono via subito e vedo solo l'inizio di questa mia e via così.
Buongiorno,
Eliminapotrei inserire in questa pagina la sua foto, mettendo nella didascalia un po' di notizie su di lui. Potrebbe inviarmi tutto a lorcol94@gmail.com
Mi scusi, credevo di rispondere al Signor Pilot che ha scritto di recente dei ricordi commoventi su suo padre che si salvò e scampò a tante traversie.
RispondiEliminaPuò fare sapere anche Lei al Signor Pilot che vorrei avessimo un contatto per mail?
Intanto mi scrivo il suo contatto, ma purtroppo affogata di mille cose, senza neanche seguire i miei problemi di salute più grandi e più piccoli come dovrei, faccio fatica ad occuparmi di questa cosa anche se vorrei dare priorità.
Paola L.
P.S. Se volesse contattare comunque la Sezione ANMI di Pisa sono sicura che sarebbero interessati. Chieda di Alberto Naldini. Non posso mettere qui il suo numero di cellulare che ho da poco avendo perso i contatti.
Buonasera,
EliminaAdelio Pilot ha scritto la sua email (e numero di telefono) in un commento più sopra:
pilotadelio@gmail.com
3402416659
Buonasera a tutti voi
RispondiEliminasicuramente sono felice di condividere quanto ho in possesso. Ho una lettera del Tenente di Vascello Mario Trisolini inviata a mio padre che ricorda i momenti dell'affondamento ed il seguito. Ho anche delle foto condivise di altri appartenenti lo Stocco. Sicuramente mi metterò in contatto con la sezione ANMI di Pisa. Per ultimo, il mio nome è dovuto al ricordo di mio padre per Adelio Barberis perito anche lui in quell'affondamento.
Adelio Pilot
Tutto molto commovente e importante dal punto di vista storico.
EliminaInvece esiste una lettera di Mario Naldini, credo del gennaio del '43 e credo indirizzata alla madre in cui ha vergato una specie di testamento spirituale presago dell'andamento della guerra e della sua stessa probabile fine come puoi fu.
Preg.mo Signor Adelio,
RispondiEliminaRiguardo Mario Naldini (1919 - 1943), figlio di Lamberto, il maggiore dei fratelli di mio nonno, ho della documentazione raccolta probabilmente in occasione della commemorazione che ne fu fatta nel 2005. Tuttavia, se non lo avesse ancora fatto, la consiglierei di contattare l'ANMI Sez. Pisa.
Paola L.
Sig.ra Paola buonasera.
RispondiEliminaCome mi ha consigliato ho contattato la Sezione Marinai d'Italia di Pisa. Il Presidente della Sezione, Contrammiraglio Giorgio Galicani, mi ha già risposto comunicandomi che a breve mi contatterà. Io sono disponibile anche di andare a Pisa (abito nell'alta provincia di Vicenza).
Grazie
Adelio Pilot
Sig.ra Paola buonasera
RispondiEliminaCome mi ha consigliato ho già contattato la Sezione Marinai d'Italia di Pisa. Mi hanno già risposto, ringraziandomi, e confermandomi che mi richiameranno al più presto. Grazie
Salve sapete in quale cimitero riposano i deceduti?
RispondiEliminaBuongiorno, purtroppo no. Sta cercando notizie su qualcuno in particolare?
EliminaBuonasera
RispondiEliminaSecondo me, viste le modalità, il luogo e il periodo particolare in cui la Stocco è stata affondata, non è stato possibile recuperare i corpi di quei poveri marinai. Spero di sbagliare.
Sig.ra Paola buonasera le comunico, con dispiacere, che la Sezione Marinai d'Italia di Pisa non mi ha più contattato. Grazie comunque.
RispondiElimina