La
nave fotografata sotto il precedente nome di Ansaldo III nel luglio 1918, con colorazione mimetica, durante la
prima guerra mondiale (g.c. STORIA militare)
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Piroscafo cisterna di 5342 tsl, 3026 tsn e 7900 tpl, lungo 119 metri,
largo 15,75 e pescante 7,3, con velocità di crociera (alle prove di macchina)
di 11,5 nodi. Appartenente alla Società Anonima Industria ed Armamento (con
sede a Genova), iscritto con matricola 845 al Compartimento Marittimo di
Genova. Nominativo di chiamata IBQB.
Faceva parte di un gruppo di piroscafi costruiti in serie dall’Ansaldo,
e battezzati ciascuno col nominativo “Ansaldo” ed un numero ordinale
progressivo.
Breve e parziale
cronologia.
1917
Varato nel cantiere Gio. Ansaldo & Co. di Sestri Ponente come Ansaldo III (numero di cantiere 224).
1918
Completato come piroscafo da carico Ansaldo
III per la Società Nazionale di Navigazione (avente sede a Genova), una
controllata dell’Ansaldo.
Requisito per conto del Governo italiano ed armato con due cannoni di
piccolo calibro, uno a prua ed uno a poppa.
Il
varo dell’Ansaldo III (Fondazione
Ansaldo).
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4-5 luglio 1918
L’Ansaldo III salpa da Genova
facendo parte di un convoglio diretto verso ovest, di cui è capoconvoglio,
avendo a bordo un contrammiraglio della Regia Marina. Il convoglio è scortato
da unità sottili italiane, britanniche e statunitensi.
Intorno a mezzanotte, il convoglio di cui fa parte l’Ansaldo III s’incrocia con un altro
avente rotta opposta (i due convogli sono denominati GA-G36 e GA-G37) nel Mar
Ligure, al largo della Corsica nordoccidentale: per problemi di coordinazione
od errori di manovra, l’incontro tra i due convogli si traduce in un “frontale”
tra navi, con esiti disastrosi. Il piroscafo italiano Napoli viene speronato ed affondato dal piroscafo britannico Lamington, con una vittima, mentre l’Ansaldo III viene speronato dal
piroscafo svedese Otto Sverdrup e due
ulteriori piroscafi entrano in collisione tra di loro. L’Otto Sverdrup, seriamente danneggiato, viene rimorchiato ad Oneglia
dalla cannoniera statunitense Castine,
mentre il contrammiraglio capoconvoglio deve trasferirsi dall’Ansaldo III al piroscafo statunitense Plymouth, che seguiva l’Ansaldo III nella fila.
20 agosto 1918
Alle sette del mattino, mentre è in navigazione nell’Atlantico (da
Genova a Philadelphia, via Gibilterra) in posizione 38°57’ N e 70°48’ O (ormai
non lontano dalla costa degli Stati Uniti), l’Ansaldo III avvista a quattro miglia di distanza, a 2° al traverso
a sinistra, un U-Boot tedesco: si tratta dell’U 117 (capitano di corvetta Otto Dröscher). Quest’ultimo tenta di
tagliare la rotta all’Ansaldo III, ma
il piroscafo apre il fuoco con le sue artiglierie, impedendogli con tiro
accurato tale manovra; allora l’U 117
si avvicina alla nave italiana e si porta al suo traverso, riducendo la
distanza a due miglia e mezzo, poi apre il fuoco a sua volta, dando inizio ad
un duello d’artiglieria. Il combattimento si protrae per quasi tre ore; vengono
sparati 200 colpi da ambo le parti, poi l’Ansaldo
III, esaurite le munizioni, si allontana alla massima velocità possibile, forzando
le macchine, riuscendo a seminare il sommergibile tedesco. L’Ansaldo III non è uscito indenne dallo
scontro; diversi colpi sparati dall’U 117
sono andati a segno, danneggiando la zona poppiera della nave italiana,
mettendo fuori uso il cannone di poppa (centrato da un singolo proiettile) e
ferendo tre membri dell’equipaggio, uno dei quali in modo grave.
Il piroscafo giunge nel Delaware il giorno seguente.
Gennaio 1919
L’Ansaldo III, salpato da
Philadelphia (USA) per Genova il 7 gennaio (con un carico di piastre d’acciaio,
olio lubrificante e macchinari, del valore di oltre mezzo milione di dollari),
subisce una grave avaria agli apparati di governo, a seguito della quale rimane
alla deriva per cinque giorni durante una violenta burrasca. Dopo aver chiesto
aiuto via radio (il messaggio viene ricevuto ad Halifax), scatenando una
ricerca protrattasi diversi giorni (l’Ansaldo
III, infatti, non ha precisato la sua posizione nella richiesta di aiuto),
l’Ansaldo III viene infine raggiunto,
il 16 gennaio, da due piroscafi ed un incrociatore, circa 600 miglia ad est dei
Delaware Capes. Uno dei piroscafi, il Calabria,
prende l’Ansaldo III a rimorchio e per
tutto il giorno lo avvicina alla costa statunitense, portandolo fino a 400
miglia ad est di Sandy Jook e 300 miglia a sudest della nave faro delle secche
di Nantucket; poi, nella prima serata del 17, lascia i cavi (su richiesta dell’Ansaldo III) in quanto stanno per
arrivare dei rimorchiatori di soccorso appositamente inviati. Il 18 gennaio
giunge infatti sul posto il rimorchiatore d’altura Snohomish (capitano di vascello Gustav U. Stewart) della Marina
statunitense, appositamente inviato da Newport, che prende a rimorchio la nave
italiana; il maltempo rende però il rimorchio molto difficile, provocando più
volte la rottura dei cavi. Al largo di Block Island, lo Snohomish deve lasciare l’Ansaldo
III e rientrare in porto per rifornirsi di cavi; nel frattempo, altri
rimorchiatori della Guardia Costiera statunitense raggiungono il piroscafo in
difficoltà, ed uno di essi riesce a prenderlo a rimorchio ed a condurlo a New
London, dove arriva il 25 gennaio.
Luglio 1919
Derequisito.
Successivamente trasformato in nave cisterna.
5 marzo 1920
L’Ansaldo III partecipa ai
festeggiamenti per l’apertura, a Portofino, del primo asilo per orfani di
marittimi.
1925
Ribattezzato Ansaldo Terzo,
senza cambiare proprietario.
23 settembre 1925
L’Ansaldo Terzo s’incaglia
presso Faraman; verrà disincagliato il 26 settembre.
1928
Acquistato dall’armatore genovese Pietro Ravano fu Marco, titolare
della Società Anonima Industria ed Armamento, e ribattezzato Utilitas. Impiegato nell’importazione di
petrolio sovietico dal Mar Nero.
26 luglio 1936-27
settembre 1937
L’Utilitas, requisita dalle
autorità italiane, viene caricata di nafta e dislocata a Barcellona per
quattordici mesi, con il compito di rifornire le unità della Regia Marina
operanti da porti della Spagna durante la guerra civile spagnola.
Per altra fonte l’Utilitas è
dislocata, con il medesimo incarico, a Tangeri, dal 6 ottobre 1936 al 20
febbraio 1937.
3 giugno 1940
Requisito a Tobruk dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo
del naviglio ausiliario dello Stato.
4 settembre 1940
L’Utilitas parte da Bengasi
per Tripoli alle 17.30, in convoglio con i piroscafi San Giovanni Battista, Prospero
e Ravenna. Li scorta la torpediniera Giuseppe Sirtori.
7 settembre 1940
Il convoglio giunge a Tripoli alle 18.
12 ottobre 1940
L’Utilitas salpa da Tripoli
alle 2.30, insieme ai piroscafi Tenace
ed Amba Alagi, con la scorta della
torpediniera Climene.
15 ottobre 1940
Il convoglio giunge a Bengasi alle 11.30.
1° febbraio 1941
L’Utilitas ed i
piroscafi Multedo e Giovinezza salpano alle 17 da
Bengasi, prossima alla caduta, diretti a Tripoli, con la scorta delle
torpediniere Cigno (caposcorta) e
Centauro.
3 febbraio 1941
Nella notte del 3, durante la navigazione nel Golfo della Sirte,
il Multedo perde il
contatto col resto del convoglio e scompare senza lasciare traccia, perduto per
cause ignote.
4 febbraio 1941
Il convoglio arriva a Tripoli alle 13.
Sempre secondo la cronologia dell’USMM, ma ciò contraddice le notizie
sul viaggio dell’1-4 febbraio, l’Utilitas
parte da Bengasi alle 17, in convoglio con il piroscafo Silvia Tripcovich e la scorta dell’anziana torpediniera Giuseppe La Farina. Mentre esce dal
porto, il convoglio viene avvistato dal sommergibile britannico Truant (capitano di corvetta Hugh
Alfred Vernon Haggard), che osserva le navi giungere a 4600 metri di distanza e
poi virare per imboccare la rotta costiera. Alle 17.30 il Truant inizia la manovra per d’attacco,
ed alle 17.52 la distanza dal bersaglio è ridotta a 2300 metri. Alle 18,
infine, al largo di Bengasi, il Truant lancia
tre siluri contro il Silvia Tripcovich,
ma 15 secondi dopo il lancio una delle armi esplode prematuramente, investendo
il sommergibile, mettendone l’ASDIC fuori uso, rompendo una cinquantina di luci
e bloccando i timoni di profondità prodieri del battello a 30 gradi a salire,
tanto che il Truant rischia
seriamente di affiorare i superficie prima che l’equipaggio riesca a
riguadagnare il controllo dei timoni di profondità mediante l’uso del
telemotore. Il bersaglio viene mancato (gli altri due siluri vengono
sentiti scoppiare contro il fondo 11-12 minuti dopo il lancio) e le navi
italiane non si accorgono neanche dell’attacco; il convoglio raggiunge Tripoli
alle 15.30 dell’8 febbraio.
11 febbraio 1941
L’Utilitas parte da Tripoli
alle 23.30 in convoglio con i piroscafi Bainsizza, Sabaudia e Motia e la scorta dell’incrociatore
ausiliario Attilio Deffenu (capitano
di fregata Angelo Coliolo) e dell’anziana torpediniera Giuseppe Missori per rientrare a
Palermo e Napoli.
Deffenu, Bainsizza e Sabaudia erano partiti già alle
8.30, ma sono tornati a Tripoli a seguito di due (infruttuosi) attacchi da
parte del sommergibile britannico Truant.
15 febbraio 1941
Utilitas e Missori arrivano a Palermo alle 19,
mentre il resto del convoglio prosegue per Napoli.
20 maggio 1941
L’Utilitas, insieme alla
cisterna militare Urano ed al
piroscafo Dielpi, salpa da Messina
per Taranto, scortata dall’incrociatore ausiliario Attilio Deffenu.
Alle 18.35 il convoglio viene avvistato dal sommergibile britannico Upholder in posizione 37°57’ N e 15°40’
E, al largo di Capo dell’Armi, mentre procede a 9 nodi su rotta 140°.
Alle 18.44 l’Upholder lancia
tre siluri da 6400 metri contro la cisterna di testa; le armi mancano di poco
il Dielpi, che sta dirigendo verso
Crotone (a seguito di ordine di dirottamento) scortato dal Deffenu. Poco dopo il Deffenu
torna ad assumere la scorta delle due cisterne, che proseguono per Taranto
(dalle 18.55 alle 19.15 vengono lanciate sei bombe di profondità, che però
esplodono a circa un miglio dall’Upholder).
6 giugno 1941
L’Utilitas, insieme al piroscafo
Urano ed alla pirocisterna Alberto Fassio, compie un viaggio da
Taranto a Patrasso con la scorta dell’incrociatore ausiliario Olbia e della torpediniera Aretusa.
7 giugno 1941
L’Utilitas attraversa il
Canale di Corinto diretta a Costanza (Romania, Mar Nero), dove dovrà caricare
nafta rumena da portare in Italia.
Successivamente la nave prosegue per il Mar Nero in convoglio con altre
cinque navi cisterna, scortate da due torpediniere italiane.
10 giugno 1941
Alle 9.40, a 4,8 miglia per 259° da Capo Hellas, il convoglio viene
avvistato a 5 miglia per 280° dal sommergibile britannico Torbay (capitano di corvetta Anthony Cecil Capel Miers) mentre
procede su rotta 080°. Quest’ultimo ha difficoltà a portarsi in posizione
adatta al lancio, a causa delle manovre del convoglio; ma alle 10.43 (a 6,1
miglia per 251° da Capo Hellas) riesce infine a lanciare tre siluri contro l’Utilitas od il piroscafo romeno Alba Julia.
L’Utilitas viene colpita da
un siluro, che tuttavia non esplode; la nave scampa così indenne all’attacco,
eccetto che per una lieve ingobbatura dello scafo. La scorta contrattacca col
lancio di numerose bombe di profondità dalle 10.49 alle 11.25.
11 settembre 1941
L’Utilitas ed un’altra nave
cisterna, la Dora C., compiono un
viaggio da Taranto a Patrasso con la scorta del cacciatorpediniere Quintino Sella.
29 settembre 1941
L’Utilitas lascia Patrasso e
raggiunge Brindisi, scortata dalla torpediniera Angelo Bassini.
23 novembre 1941
L’Utilitas compie un viaggio,
isolata e senza scorta, da Bari a Valona.
29 novembre 1941
L’Utilitas lascia Valona e
raggiunge Brindisi, scortata dall’incrociatore ausiliario Arborea.
8 dicembre 1941
L’Utilitas ed un’altra
pirocisterna, la Lucania, viaggiano
da Valona a Bari con la scorta della torpediniera Rosolino Pilo.
13 dicembre 1941
L’Utilitas lascia Bari e
raggiunge Valona, sola e senza scorta.
18 dicembre 1941
Viaggio da Valona a Bari, con la scorta dell’anziano cacciatorpediniere
Augusto Riboty.
16 gennaio 1942
L’Utilitas salpa da Durazzo e
raggiunge Bari dopo uno scalo a Valona, scortata dalla torpediniera Aretusa.
31 gennaio 1942
L’Utilitas lascia Bari e
raggiunge Valona con la scorta della Pilo.
11 febbraio 1942
L’Utilitas salpa da Valona e
raggiunge Bari, scortata dalla torpediniera Insidioso.
20 febbraio 1942
L’Utilitas ed il piroscafo Tripoli viaggiano da Brindisi a Valona,
senza scorta.
25 febbraio 1942
L’Utilitas viaggia da Valona
a Bari con la scorta della torpediniera Solferino.
L’Utilitas (g.c. Mauro Millefiorini via www.naviearmatori.net) |
L’affondamento
Nella notte tra il 4 ed il 5 febbraio 1943 l’Utilitas salpò da Taranto alla volta di Palermo, con un carico di 5000
tonnellate di nafta destinate alle forze navali di base in Sicilia (secondo
alcune fonti, “l’intera riserva della squadra navale italiana in Sicilia”, od
addirittura metà delle riserve totali di carburante della Regia Marina); la
scortavano il cacciatorpediniere Augusto Riboty
e le torpediniere Sagittario e Giuseppe Dezza.
Alle 4.45 del mattino del 5 febbraio, la pirocisterna e la sua scorta
(la Sagittario a proravia dell’Utilitas, la Dezza a poppavia ed il Riboty
al traverso a dritta) vennero avvistate dal sommergibile britannico Turbulent (capitano di fregata John
Wallace Linton), in pattugliamento al largo di Capo Cefalù. Linton decise di
immergersi ed avvicinarsi per attaccare; immersosi alle 6.14, valutò la stazza
del bersaglio in 6000 tsl, sbagliando di poco, e identificò le unità della
scorta come tre torpediniere delle classi Spica, Cosenz e Confienza (sbagliava
solo in quest’ultima, che invece era il Riboty).
Alle 6.49 il Turbulent lanciò quattro
siluri da 4115 metri di distanza, in posizione 38°10’ N e 13°43’ E.
Intorno alle sette, a sette miglia da Capo Zafferano (all’estremità
orientale del Golfo di Palermo), l’Utilitas
venne colpita da due dei siluri, e colò a picco una quindicina di miglia ad est
di Palermo.
La Sagittario, cui poi si unì
la torpediniera di scorta Animoso,
contrattaccò infruttuosamente tra le 7.29 e le 7.39, con il lancio di una
trentina di bombe di profondità (il Turbulent
scese prudenzialmente a 24 metri di profondità, ma nessuna delle bombe esplose
particolarmente vicino).
Dei 26 uomini dell’equipaggio dell’Utilitas,
due risultarono dispersi, mentre gli altri 24 poterono mettersi in salvo.
L’affondamento dell’Utilitas
nel giornale di bordo del Truant (da Uboat.net):
“0445 hours - While on patrol off Cape Cefalu sighted a tanker
approaching. It was escorted by at least two destroyers / torpedo boats. Cdr.
Linton decided to get ahead and attack dived.
0614 hours - Dived. The tanker was thought to be of 6000 tons. Three
torpedo boats were now seen, a Spica-class ahead, a Cosenz-class astern and a
Confienza-class on the starboard beam.
0649 hours - In position 38°10'N, 13°43'E fired four torpedoes from
4500 yards. Two explosions were heard thought to be hits. HE of the target
ceased and later breaking up noises were heard.
0727 hours - Started to return to periscope depth from 80 feet as the
escort appeared to be well clear.
0729 hours - A pattern of 10 depth charges was dropped. Turbulent was not at periscope depth yet
but retired to 80 feet again. In the next 10 minutes two more patterns were
dropped, one of 7 and one of 12 depth charges. None were very close but they
appeared to be heavier than usual.
0830 hours - Returned to periscope depth. Two of the escorts could
still be seen but only just, they were going towards Palermo. Also some
aircraft were patrolling in that direction.”
Un’altra immagine della nave sotto il nome di Ansaldo III (da www.naviearmatori.net, utente Commis) |
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