La
nave in un dipinto come Lackawanna
(g.c. Brian Daley via www.sailorshome.org)
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Piroscafo cisterna da 3867 tsl, 2198 tsn e 5550 tpl, lunga 105,2-108,2
metri, larga 13,4-13,5 e pescante 7-9,1 metri, con velocità 9,5 nodi. Appartenente
alla Cisterne Italiane Soliani-Saltamerenda con sede a Genova, matricola 1411
al Compartimento Marittimo di Genova.
Breve e parziale
cronologia.
26 ottobre 1893
Impostata nei cantieri David J. Dunlop & Co. di Port Glasgow (Inch
Yard) (numero di cantiere 220).
Febbraio 1894
Completata come Lackawanna
per la Lackawanna Steam Ship Company Ltd, con sede a Londra (gestore F. E.
Bliss, Anglo-American Oil Company). Stazza originaria 3855 tsl e 2468 tsn.
1901
Trasferita alla Anglo-American Oil Company Ltd. di Londra (l’odierna
Esso).
22 dicembre 1909
Ceduta alla Deutsch-Amerikanisch Petroleum Gesellschaft di Amburgo in
cambio di una nave della stessa età ma di maggiori dimensioni (l’August Korff, che verrà appunto a sua
volta ribattezzata Lackawanna) e
ribattezzata Sirius.
1914-1918
Durante la prima guerra mondiale viene requisita dalla Marina
imperiale tedesca e dislocata a Cuxhaven come nave cisterna statica (deposito
galleggiante di carburante) “C”.
10 dicembre 1919
Presa in carico dal Governo degli Stati Uniti e successivamente da
quello del Belgio (Régie de la Marine, Anversa).
16 giugno 1920
Restituita alla Commissione per le riparazioni dei danni di guerra
causati dalla Germania, poi in gestione al governo statunitense.
1921
Acquistata dalla Società Anonima Andora, con sede a Genova, e
ribattezzata Fiamma.
1924
Acquistata dagli armatori genovesi Samengo & Mussinelli e
ribattezzata Maya. Nominativo di
chiamata internazionale NYMJ.
1925
Rivenduta a Gerolamo Massabo, sempre di Genova.
1927
Acquistata dalla Società Anonima Petroliere, con sede a Genova.
1928
La Società Anonima Petroliere diviene Cisterne Italiane Società
Anonima di Navigazione.
1938
La compagnia proprietaria muta ragione sociale in Cisterne Italiane
Soliani & Saltamerenda, mantenendo la sede a Genova.
10 giugno 1940
L’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale sorprende la Maya a Varna, nella neutrale Bulgaria,
dalla quale potrà comunque rientrare in Italia.
La nave non sarà mai requisita dalla Regia Marina, né iscritta nel
ruolo del naviglio ausiliario dello Stato. Durante la guerra navigherà
principalmente in Adriatico, Egeo e Mar Nero.
21 dicembre 1940
Arriva a Varna (Bulgaria) proveniente da Batum (Romania) con 5000
tonnellate di gasolio.
L’affondamento
Il mattino del 4 settembre 1941 la Maya
lasciò in zavorra il Pireo insieme alla motonave mista romena Balcic, con la scorta della torpediniera
Sirio. I due mercantili avrebbero
dovuto raggiungere il Mar Nero e la Romania per imbarcare nafta romena e quindi
tornare in Mediterraneo; la Sirio li
avrebbe scortati sino all’imbocco dello stretto dei Dardanelli, non potendo
proseguire oltre.
Alle 6.55 del del 5 settembre, però, Maya e Balcic, mentre navigavano
con rotta 032° nell’Egeo settentrionale, vennero avvistate, ad una distanza di
sette miglia, dal sommergibile britannico Perseus
(capitano di corvetta Edward Christian Frederick Nicolay), in agguato più a
nord del convoglio. Avvicinatosi per attaccare, alle 7.16 il Perseus identificò la Balcic (per altra fonte, la scambiò
invece per la motonave Balero) e notò
la presenza della Sirio, ma questo
non arrestò l’attacco: alle 7.33 il battello britannico, in posizione 39°45’ N
e 25°51’ E, lanciò quattro siluri contro la Maya,
che era la nave più vicina, da una distanza di 4660 metri.
Alle 7.40 (o 7.45) la pirocisterna italiana venne colpita da un siluro
a centro nave: il Perseus vide la Maya
sbandare ed accostare a sinistra, poi scese in profondità per sottrarsi al
contrattacco. La Sirio, infatti,
passò immediatamente al contrattacco gettando quattro bombe di profondità, ma
queste scoppiarono lontane dal sommergibile, senza fare danni. Poi, la
torpediniera trasse in salvo l’equipaggio della nave cisterna, che frattanto
aveva abbandonato la nave: tutti gli uomini della Maya poterono essere salvati, tranne uno.
Alle 8.36 il Perseus tornò a
quota periscopica; vedendo la Maya ferma
e sbandata di 50 gradi a sinistra – col trincarino già sott’acqua – ma ancora a
galla, le lanciò un altro siluro per darle il colpo di grazia, da una distanza
di 3200 metri. La Sirio evitò l’arma,
che mancò anche il bersaglio prescelto (Nicolay ipotizzò che il siluro avesse
mancato a causa di mulinelli d’acqua prodottisi tra il sommergibile e la nave
cisterna), e tornò al contrattacco con 13 bombe di profondità (l’ultima delle
quali lanciata alle 8.55), nessuna delle quali, tuttavia, esplose vicino al
sommergibile.
Nonostante il pauroso sbandamento a sinistra, la Maya stentava ad affondare: non essendo però possibile prenderla a
rimorchio, la Sirio dovette
accelerarne l’affondamento a cannonate. (Per altra versione, la nave rimase
inizialmente a galla e la Sirio
riuscì a prenderla a rimorchio ed a tentare di trainarla; essendo però evidente
che la Maya non era salvabile, il
comandante della torpediniera dovette rassegnarsi ed ordinare di finirla a
cannonate). La petroliera s’inabissò infine alle dieci del mattino nel punto
39°43’ N e 25°57’ E, sei miglia a sudovest dell’isola di Tenedos e 22 miglia a
nordovest di Lesbo.
Il relitto della Maya è
stato ritrovato ed identificato il 19 settembre 2017 da una squadra
internazionale di subacquei e storici (i turchi Selçuk Kolay, Savas Karakas,
Erol Öztunali, Hasan Tan, Odak Bingöl e Rabia Türk, il greco Dimitri Galon ed i
tedeschi Derk Remmers, Jarek Grüber e Markus Kerwath) nell’ambito del
"Tenedos Dive Project", volto all’identificazione dei relitti situati
nelle acque attorno all’isola di Tenedos, oggi turca Bozcaada. Il relitto della
petroliera giace a sudovest di Bozcaada/Tenedos; la nave si presenta spezzata
in due, adagiata su un fondale sabbioso a 68 metri di profondità. Il troncone
prodiero, orientato per rotta 225°, giace sulla chiglia in assetto di
navigazione, mentre quello poppiero è adagiato sul lato sinistro; i due
tronconi sono distanziati tra loro di circa 25 metri.
L’affondamento della Maya
nel giornale di bordo del Perseus
(fonte, Tenedos Dive Project):
“5 September 1941, 07.56 hours, sighted convoy consisting of one
tanker [la Maya] and M/V BALERO [in realtà la Balcic] escorted by one Spica
class destroyer [la Sirio] bearing south seven miles and commenced
attack.
08.33 hours, position 39° 45´N/25° 51´E fired four torpedoes at range 5.100 yards from nearest ship; explosion heard. BALERO appeared to be making a lot of smoke amidships and tanker turned to port with a list. Went deep to avoid counter attack. Four depth charges dropped but none very close.
09.36 hours, came to periscope depth. Sighted Heinkel type floatplane distant two miles, possibly Turkish. Fired one torpedo at tanker which was stopped range about 3.500 yards. Tanker had list of approximately 50° to port, gunwale under. Ship had been abandoned, torpedo missed. This may have been due to eddies between submarine and the target. Counter attacked with thirteen depth charges, nearest about half a mile away, being a pattern of four presumably dropped at the end of track.
09.55 hours, last charge dropped, shortly afterwards a small explosion heard bearing 030°.
10.37 hours, came to periscope depth, dense cloud of smoke bearing 060°, presumably destroyer making off at high speed. No sign of Tanker or BALERO could be seen. Proceeded out of patrol area course 200°.”
08.33 hours, position 39° 45´N/25° 51´E fired four torpedoes at range 5.100 yards from nearest ship; explosion heard. BALERO appeared to be making a lot of smoke amidships and tanker turned to port with a list. Went deep to avoid counter attack. Four depth charges dropped but none very close.
09.36 hours, came to periscope depth. Sighted Heinkel type floatplane distant two miles, possibly Turkish. Fired one torpedo at tanker which was stopped range about 3.500 yards. Tanker had list of approximately 50° to port, gunwale under. Ship had been abandoned, torpedo missed. This may have been due to eddies between submarine and the target. Counter attacked with thirteen depth charges, nearest about half a mile away, being a pattern of four presumably dropped at the end of track.
09.55 hours, last charge dropped, shortly afterwards a small explosion heard bearing 030°.
10.37 hours, came to periscope depth, dense cloud of smoke bearing 060°, presumably destroyer making off at high speed. No sign of Tanker or BALERO could be seen. Proceeded out of patrol area course 200°.”
Versione leggermente differente, presente su Uboat.net:
“0755 hours - Sighted a merchant ships [la Balcic] and a tanker [la Maya]
to the Southward. Range was about 7 nautical miles. Estimated the enemy's
course at 032°. Closed to attack.
0816 hours - The merchant vessel was identified as the Romanian Balcic. One destroyer/torpedo boat [la Sirio] was seen to be the escort.
0833 hours - Fired four torpedoes at the tanker from 5100 yards. Two
explosions were heard thought to be torpedo hits. A counter attack of 4 depth
charges followed but none were close.
0936 hours - Returned to periscope depth. Sighted the damaged tanker
with a 50 degree list to Port. One torpedo was fired to finish her off but it
missed. Now 13 depth charges followed but again none were close.
1037 hours - Returned to periscope depth. No sign of the tanker or of Balcic. The destroyer/torpedo boat was
seen making off at high speed.”
Una foto della nave sotto l’originario nome di Lackawanna (da www.greekshippingmiracle.org) |
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