Il Baradello in navigazione mattutina nell’alto Lago di Como nei primi anni di servizio (da “I battelli del Lario” di Massimo Gozzi, via sito “Lariana”) |
Breve e parziale cronologia.
1908
Costruito dai cantieri Escher & Wyss di Zurigo (il principale cantiere costruttore di piroscafi per i grandi laghi prealpini italiani) per la Società Lariana di Navigazione a Vapore ("Lariana" Società Anonima in Como per la Navigazione a Vapore nel Lago di Como). Ha un gemello, il Bisbino; i due gemelli fanno parte di una serie di piroscafi ad elica di medie dimensioni costruiti dalla Società Lariana nel primo decennio del XX secolo, per coprire le tratte secondarie ed i servizi invernali sul lago di Como.
Il Baradello trasporta i membri della Società Archeologica Comense in gita sociale sul lago. Partito da Como, il piroscafo raggiunge l’Isola Comacina, dove i soci vengono accolti dal cavalier Augusto Giuseppe Caprani, proprietario dell’isola, che dopo aver offerto loro della frutta coltivata in loco li guida nella visita delle rovine medievali. Caprani fa assistere i soci allo sterro dell’abside di una basilica del XII secolo e dona loro un cippo romano del IV secolo dopo Cristo da esporre al Museo archeologico di Como.
La nave ad Abbadia Lariana (da www.navicomo.blogspot.com) |
Tra Pescaù e l’Isola Comacina il Baradello entra in collisione con un barcone di ferro della società Lariana, con conseguente rottura del tagliamare e squarcio di una lamiera.
Subito dopo il termine di un periodo di alaggio per controllo e rinnovo del fasciame, sul Baradello, ormeggiato alla diga di Como, si verifica un’infiltrazione d’acqua in sentina provocata dall’accidentale spostamento di una valvola di sicurezza; notata l’infiltrazione il mattino del 13 febbraio, la sentina viene prosciugata mediante le pompe.
…a Cadenabbia (da www.navicomo.blogspot.com)... |
…ed in partenza da Domaso (da www.navicomo.blogspot.com) |
Si arena nella secca del Breggia a causa della nebbia, ma può essere disincagliato.
(g.c. Giorgio Parodi, via www.naviearmatori.net) |
Anche il Baradello fu tra le vittime dei cacciabombardieri angloamericani che nel periodo 1944-1945 imperversavano nei cieli dell’Italia settentrionale alla ricerca di “targets of opportunity”, ossia in caccia libera contro qualsiasi mezzo di trasporto che potesse potenzialmente essere utilizzato dalle truppe tedesche e della RSI, fosse esso un treno, un autocarro, un autobus od un battello lacuale. Il primo attacco il Baradello lo subì il 12 gennaio 1945, mentre si trovava ormeggiato al pontile di Lecco: nel corso di un’incursione su quella città alcuni cacciabombardieri si abbassarono a mitragliarlo, ma in questa occasione i danni furono leggeri, e non si ebbero a lamentare perdite umane perché a bordo della nave, fortunatamente, non c’era nessuno.
Peggio andò qualche settimana dopo, nella tarda mattinata del 25 gennaio, quando il Baradello venne sorpreso dai cacciabombardieri mentre si trovava ormeggiato al pontile di Abbadia Lariana: pesantemente mitragliato, il piroscafo affondò verso le 23 dopo ore di sforzi da parte dei Vigili del Fuoco del Distaccamento di Lecco del 25° Corpo VV. FF., al comando del tenente Pizzi, che impiegarono ben tre motopompe nel vano tentativo di salvare la nave. Anche in questa occasione non si ebbero fortunatamente a lamentare vittime, perché il battello era vuoto al momento dell’attacco.
Il Baradello passa Punta Geno a Como dopo la ricostruzione (da www.navicomo.blogspot.com) |
Trasferito con il resto della flotta della Lariana alla Gestione Governativa, in seguito alla decisione del Ministero dei Trasporti di non rinnovare la concessione per la navigazione sul lago alla società Lariana, scaduta nel 1950, e di assumere direttamente la gestione del servizio di navigazione sul lago di Como mediante l’appositamente costituita Gestione Navigazione Laghi, come fatto sui laghi Maggiore e di Garda già nel 1948.
La nave al pontile 3 di Como negli anni Cinquanta (da “La navigazione sui laghi italiani – Lago di Como” di Francesco Ogliari, via sito Lariana) |
Il Baradello rimorchia la nuova motonave Alessandro Volta, appena varata, dal cantiere di Dervio a quello di Tavernola, dove avrà luogo l’allestimento; tra Tremezzo e Bellagio, tuttavia, scoppia una violenta bufera, che rischia di spingere lo scafo ancora inerte della Volta, e con essa anche il Baradello, contro la scogliera della Camoggia (o dei Grosgalli), davanti a Colonno. Il disastro è evitato dal pronto intervento del piroscafo Patria (capitano Romeo Galli), che con la sua nave mette sottovento Volta e Baradello, che raggiungono le più riparate acque di Campo Garibaldi, ove la Volta viene ormeggiata provvisoriamente in attesa che il lago si calmi.
Sottoposto nel cantiere di Tavernola a radicali lavori di trasformazione in motonave. La macchina a vapore a duplice espansione Escher & Wyss da 250 CV viene sostituita con due motori diesel Alfa Romeo 1627 da 240 CV, congiunti sull’asse dell’elica, con conseguente incremento della velocità a 22,30 km/h; le sovrastrutture vengono completamente ricostruite, al pari degli interni. La capienza massima passa da 260 passeggeri a 400. Della nave originaria rimane solo lo scafo, anch’esso modificato nella parte prodiera, con un aumento della lunghezza da 32 metri a 34,72.
Al termine dei lavori, la Baradello rientra in servizio il 21 giugno 1959; particolarmente adatta per le sue dimensioni al servizio turistico, viene adibita prevalentemente al servizio estivo nel medio ed alto Lario, per oltre trent’anni. Una delle sue linee è la Como-Colico-Como estiva con ristorante a bordo, sulla quale a fine anni ’80 verrà sostituita dalla motonave Innominato.
La Baradello dopo la trasformazione in motonave (foto Gabriele Gagliardo, da sito Lariana) |
A Bellagio (da www.simplonpc.co.uk) |
Posta in disarmo alla diga di Como durante un periodo di crisi economica della Navigazione Lago di Como.
16 ottobre 1996
Quando già da qualche mese circola notizia della sua possibile vendita ad un privato che ne farebbe un bar-ristorante galleggiante, la Baradello affonda nel porto di Como, ad una profondità di quindici metri, in seguito all’apertura delle valvole del sistema di raffreddamento ad opera di ignoti.
La Baradello in partenza da Cadenabbia, probabilmente negli anni Sessanta (da www.simplonpc.co.uk) |
La Baradello, in secondo piano, ormeggiata al pontile della funicolare di Como insieme alla Bisbino, anch’essa trasformata in motonave ma con linee differenti (da www.navicomo.blogspot.com) |
Gennaio 1997
Recuperata con l’impiego di due pontoni attrezzati con gru e pompe, sollevandola ed al contempo svuotandola dell’acqua imbarcata. Il primo tentativo, il 20 gennaio, fallisce in seguito alla rottura di un cavo, che fa riadagiare sul fondale la nave già sollevatasi di alcuni metri; il secondo tentativo, due giorni più tardi, è invece coronato da successo, e la nave torna a galla nella tarda mattinata del 22 gennaio, per poi essere rimorchiata l’indomani al cantiere di Tavernola dalla motonave Innominato. Da Tavernola viene poi rimorchiata al cantiere di Dervio, dove languisce qualche anno in attesa che si decida della sua sorte.
Gennaio 2000
Demolita a Dervio.
Pagina sul Baradello post ricostruzione sul sito Lariana
Il Baradello sulla “Pagina non ufficiale della Navigazione Lago di Como”
L'eredità di Monneret de Villard a Milano. Atti del convegno
Filmato girato sul lago di Como nel 1968, visibile la Baradello
Simplon Postcards – Lago di Como
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