Piroscafo da carico di 1370,78 tsl e 792,74 tsn, lungo 68,52-72,8 metri, largo 10,51 e pescante 3,64-3,81, con velocità di 9,53 nodi. Di proprietà della Società Anonima di Navigazione Tripcovich & C. di Trieste, iscritto con matricola 257 al Compartimento Marittimo di Trieste, nominativo di chiamata IJLG.
Breve e parziale cronologia.
11 ottobre 1920
Varato presso i cantieri Vulcan-Werke A.G. di Amburgo (numero di costruzione 680) come Cairo.
16 febbraio 1921
Completato come Cairo per la Hamburg Amerikanische Packetfahrt Aktien Gesellschaft (HAPAG) di Amburgo, nota anche come Hamburg-Amerika Linie. Porto di registrazione Amburgo, stazza lorda originaria 978 o 987 tsl (in seguito portata a 1414 tsl), netta 530 o 446 tsn, portata lorda 1350 tpl, dislocamento 2475 tonnellate.
In gestione alla Deutsche Levante Linie di Amburgo, una controllata della HAPAG; ha una nave gemella, l'Aleppo, che andrà perduta per collisione dopo soli tre anni di servizio.
1924
Il porto di registrazione viene cambiato da Amburgo a Brema.
28 o 30 maggio 1925
Acquistato dalla Bugsier Reederei und Bergungs A. G. di Amburgo e ribattezzato Holstenau.
4 giugno 1926
Acquistato dall'armatore Danilo Tripcovich di Trieste (o Società Anonima di Navigazione, Rimorchi e Salvataggi D. Tripcovich) e ribattezzato Algerino.
Stazza lorda e netta sono 978 tsl e 446 tsn.
1928
Stazza lorda e netta risultano essere 987 tsl e 530 tsn; l'armatore ha mutato ragione sociale in Compagnia Generale di Navigazione D. Tripcovich. Nominativo di chiamata NCPI.
1932
Altro cambio di ragione sociale dell'armatore, che diviene D. Tripcovich & C. Società Anonima di Navigazione, Rimorchi e Salvataggi.
1935
Il nominativo di chiamata diviene IJLG.
1936
Nuovo cambio di ragione sociale dell’armatore: "Tripcovich" Servizi Marittimi del Mediterraneo.
1938
L'armatore ritorna ad essere D. Tripcovich & C. Società Anonima di Navigazione, Rimorchi e Salvataggi.
22 settembre 1940
L'Algerino ed i piroscafi Silvano e Doris Ursino salpano da Tripoli per Palermo alle 14.30. Li scorta fino al tramonto la torpediniera Orsa, poi rilevata dalla torpediniera Aldebaran.
24 settembre 1940
In seguito ad allarme per sommergibili, alle dieci la scorta viene rinforzata dalle torpediniere Altair e Sagittario.
26 settembre 1940
Il convoglio raggiunge Palermo alle 7.30.
27 luglio 1942
Requisito a Cagliari dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
8 agosto 1942
Verso mezzogiorno l'Algerino viene avvistato dal sommergibile britannico P 42 (poi Unbroken; tenente di vascello Alastair Campbell Gillespie Mars) mentre è in navigazione senza scorta lungo la costa, a sud di Capo Bonifati ed al largo di Capri (secondo una fonte stava rientrando dall'Africa in zavorra). Mars identifica l'Algerino come una nave da carico costiera (“coastal tramp”) di circa 2000 tsl, in navigazione di conserva con un peschereccio d’altura di moderna costruzione.
Alle 12.23, in posizione 39°23' N e 15°56' E, il P 42 lancia un siluro contro l'Algerino da 915 metri di distanza (gli ordini sono di lanciare una salva di siluri soltanto contro bersagli di medio-grande tonnellaggio), per poi allontanarsi in previsione di un contrattacco che però non si verifica. Il siluro non va a segno.
26 agosto 1942
L'Algerino salpa da Palermo alle 00.00 diretto a Tripoli, da solo e senza scorta. I decrittatori britannici di “ULTRA” intercettano un messaggio in codice da cui apprendono che la nave è attesa a Tripoli, ma la sua navigazione non sarà comunque molestata.
29 agosto 1942
Arriva a Tripoli alle otto, dopo aver percorso le rotte costiere della Tunisia.
4 settembre 1942
Salpa da Tripoli per Suda alle 21, da solo e senza scorta.
7 settembre 1942
Arriva a Suda alle otto.
4 ottobre 1942
L'Algerino lascia Tripoli alle 21 diretto a Napoli via Susa, con la scorta della torpediniera Generale Antonino Cascino. Questa lo accompagna però soltanto fino a Lampedusa.
7 ottobre 1942
Arriva a Susa alle otto del mattino, sostandovi per due giorni.
9 ottobre 1942
Lascia Susa alle tre di notte.
11 ottobre 1942
Arriva a Napoli alle 12.15.
22 ottobre 1942
L'Algerino lascia Trapani per Tripoli alle 15.20, scortato dalle torpediniere Centauro (caposcorta) e Cigno (di pattugliamento).
26 ottobre 1942
Arriva a Tripoli alle tre di notte.
2 novembre 1942
Iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato nella categoria delle navi onerarie, a partire dalle 00.00.
L'affondamento
Alle otto di sera del 24 novembre 1942 l'Algerino, al comando del sottotenente di vascello militarizzato Ettore Natale, salpò da Tripoli diretto a Buerat el Hsun con un carico di munizioni, scortato dalla cannoniera-cacciasommergibili Eso (tenente di vascello Gian Battista Garrone). In seguito alla sconfitta di El Alamein, il porticciolo di Buerat era il più vicino alla nuova, effimera linea del fronte stabilita dall’armata italo-tedesca in ritirata attraverso la Libia; cadute Tobruk e Bengasi il 13 ed il 20 novembre, il traffico di cabotaggio che per anni, partendo da Tripoli, aveva alimentato le truppe dell'Asse attraverso i porti più avanzati era ormai in via di esaurimento.
Secondo una fonte britannica (il libro "The Armed Rovers" di Roy Conyers Nesbit) avrebbero fatto parte del piccolo convoglio anche due motozattere tipo MZ/MFP, ma di esse non si fa menzione nella storia ufficiale dell'USMM.
Intorno alle dieci del mattino del 25 novembre il convoglio, che seguiva la rotta costiera, venne attaccato al largo di Zliten, tra Homs e Misurata, da quelli che da bordo delle navi vennero identificati come sei bombardieri; in realtà gli attaccanti erano otto, cacciabombardieri Bristol Beaufighter del 227th Squadron della Royal Air Force, decollati dalla base maltese di Ta’ Qali e guidati dal tenente colonnello Cedric Masterman. Quattro Beaufighters erano armati con due bombe da 500 libbre (227 kg) ciascuno, gli altri quattro non portavano bombe ed erano incaricati di sopprimere il fuoco contraereo delle navi.
Gli attaccanti abbatterono il solitario aereo di scorta antisommergibili alle navi ed attaccarono queste ultime con lancio di bombe; l'Eso aprì il fuoco sia con l’armamento contraereo che con quello principale, ma il suo fuoco sembrò in parte essere “soppresso” dagli attacchi dei quattro Beaufighter senza bombe, a giudizio dei piloti. Il sergente Casimir Marmaduke “Cas” de Bounevialle si avvicinò con il suo Beaufighter fino a sessanta metri senza notare alcun tiro contraereo, ma dovette invece notarlo il tenente canadese John Archibald Rae, il cui Beaufighter, colpito da schegge di proiettili contraerei, fu costretto ad effettuare un atterraggio d’emergenza a Ta’ Qali.
Nessuno degli ordigni colpì direttamente l'Algerino, ma una salva di bombe, esplose in mare a ridottissima distanza, danneggiarono lo scafo causando infiltrazioni che le pompe non furono in grado di contenere, tanto che in poco tempo l’acqua raggiunse i forni delle caldaie, spegnendoli. (Le bombe erano probabilmente quelle sganciate dal capitano canadese Dallas Wilbur Schmidt, che ritenne erroneamente di aver colpito l'Algerino con una bomba sulla prua; Schmidt era uno dei migliori piloti di Beaufighter di Malta, e nei mesi precedenti aveva già affondato il piroscafo Carbonia e la nave cisterna Sanandrea).
In via di lento affondamento, l'Algerino venne preso a rimorchio dall'Eso, che tentò di riportarlo a Tripoli, ma alle 18.30 dovette essere portato all’incaglio su un bassofondale, a 150 metri dalla riva, nel tentativo di scongiurarne l’affondamento. Tutto inutile; la nave affondò nella notte, entro le undici del 26 novembre giaceva completamente sul fondale con il castello a fior d’acqua, in posizione 32°26' N e 14°48' E (a 14 miglia per 104° da Zliten ed una dozzina di miglia ad ovest di Misurata).
Non vi furono vittime, anche se parecchi membri dell’equipaggio rimasero feriti, fortunatamente nessuno in modo grave.
Nel diario del Comando Supremo italiano, dopo la notizia della perdita dell'Algerino, è annotata la seguente precisazione: “Bastico aveva espresso al Comando tedesco parere contrario che detto piroscafo fosse impiegato nel cabotaggio libico lungo la Sirtica data esperienza scorso anno in cui erasi dovuto sospendere tale cabotaggio per gravissime perdite subite”.
Alberto Santoni, nel suo libro "Il vero traditore", riferisce che il 22 novembre i decrittatori di “ULTRA” intercettarono messaggi dell'Asse da cui appresero che l'Algerino, al pari di altri piroscafi di simile tonnellaggio (l'Emilio Morandi, il Torquato Gennari ed il tedesco Salona), aveva ricevuto il 18 novembre l’ordine di caricare munizioni e carburante a Tripoli per portarle a Buerat, e che il 25 novembre “ULTRA” aveva decrittato altre comunicazioni sulla base delle quali aveva potuto informare i Comandi britannici che “l'Algerino e due mezzi da sbarco scortati da un cacciasommergibili sono partiti da Tripoli alle 20.00 del 24”. Tuttavia, in considerazione del fatto che quest’ultima decrittazione, l’unica da cui si potessero trarre informazioni utili per pianificare un attacco, venne compiuta soltanto il 25 novembre, e che l'Algerino fu attaccato il mattino di quel giorno, Santoni ritiene improbabile che l’intercettazione del piroscafo sia riconducibile all’operato di “ULTRA”.
Il volume USMM "Navi mercantili perdute" attribuisce erroneamente la perdita dell'Algerino al sommergibile britannico Umbra, mentre "La difesa del traffico con l'Africa Settentrionale dal 1° ottobre 1942 alla caduta della Tunisia", anch’esso dell'USMM, descrive correttamente la sua perdita per attacco aereo.
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