Il Montecristo (Coll. Guido Alfano, via g.c. Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net) |
Rimorchiatore
militare d’alto mare di 324 o 342 tonnellate standard e 415 o 440 a pieno
carico, lungo 33,8 metri, largo 7 e pescante 2,5-3,2. Propulso da una macchina
a vapore da 500 CV, raggiungeva una velocità di dieci nodi ed era armato con uno
o due cannoni contraerei da 76/40 mm.
Breve e parziale cronologia.
1914
Ordinato dalla Marina
portoghese ai cantieri Schichau di Danzica (all'epoca parte dell'Impero
tedesco) come Atlas (numero di
costruzione 933).
In seguito allo scoppio
della prima guerra mondiale, la nave ancora in costruzione viene confiscata
dalla Germania.
1916
Completato come Weichsel per la Kaiserliche Marine.
14-15 gennaio 1916
Il Weichsel rileva la torpediniera V 189 nel rimorchio dell’incrociatore
leggero Lübeck, gravemente danneggiato
da una mina russa in Mar Baltico (al largo di Capo Rixhöft) il 13 gennaio. Con
la scorta di un'unità di pattuglia, il Weichsel
rimorchia l'incrociatore danneggiato, che ha imbarcato circa 250 tonnellate
d’acqua, a Neufahrwasser, vicino a Danzica, dove giunge il 15 gennaio.
21 gennaio 1921
Assegnato all’Italia
in conto riparazione danni di guerra dal trattato di pace di Versailles.
6 maggio 1921
Entra in servizio
nella Regia Marina con il nuovo nome di Montecristo.
17 ottobre 1922
Rimorchia a Messina
la torpediniera costiera 53 AS.
10 giugno 1940
All'entrata dell'Italia
nella seconda guerra mondiale, il Montecristo
fa parte del gruppo di navi ausiliarie alle dirette dipendenze dello Stato
Maggiore della Marina.
16 aprile 1941
Il Montecristo, insieme ai
cacciatorpediniere Ugolino Vivaldi (capitano
di vascello Giovanni Galati, che assume la direzione dei soccorsi), Antonio Da Noli, Lanzerotto Malocello e Dardo, alle torpediniere Partenope, Centauro, Cigno, Clio, Giuseppe Missori, Generale
Achille Papa e Perseo,
alla nave ospedale Arno, alla
nave soccorso Giuseppe Orlando,
ai piroscafi Capacitas ed Antonietta Lauro ed ai rimorchiatori Pronta,
Trieste, Ciclope e Salvatore Primo,
partecipa alle operazioni di soccorso ai naufraghi delle navi del convoglio
«Tarigo», distrutto nella notte precedente dai cacciatorpediniere
britannici Jervis, Janus, Nubian e Mohwak (quest'ultimo
affondato a sua volta dal Tarigo)
nelle acque della Kerkennah. Nel violento combattimento notturno sono stati affondati
i cacciatorpediniere Luca Tarigo e Baleno ed i piroscafi Adana, Aegina, Iserlohn e Sabaudia, mentre il
cacciatorpediniere Lampo ed
il piroscafo Arta sono
stati portati all’incaglio con danni gravissimi.
L'operazione di
ricerca e soccorso, organizzata da Marilibia non appena tale Comando ha
ricevuto notizia dell’accaduto, si protrae per tre giorni, in cooperazione con
idrovolanti ed aerei da trasporto che perlustrano la zona. Complessivamente
vengono tratti in salvo 1271 naufraghi, mentre le vittime sono circa 700 (altre
fonti parlano di 1800 vittime, ma sembrano basate su stime errate sul totale
del personale imbarcato sulle navi affondate).
12 giugno 1941
Il marinaio
cannoniere Salvatore Belardo, 31 anni, da Moio Alcantara, imbarcato sul Montecristo, viene dichiarato disperso
nel Mediterraneo centrale.
27 agosto 1941
Il Montecristo ed il rimorchiatore Marsigli vengono fatti uscire da Trapani
per assistere il piroscafo Aquitania,
silurato alle 6.50 dal sommergibile britannico Urge al largo di Punta Mugnone (Trapani) durante la navigazione in
convoglio da Napoli a Tripoli. Montecristo
e Marsigli rilevano la torpediniera Orsa (capitano di corvetta Cesare
Biffignandi, distaccata dalla scorta del convoglio) nel rimorchio del piroscafo
danneggiato, che portano a Trapani (dove giungono alle 20.45), sotto la scorta
della torpediniera Clio.
Per altra versione Montecristo, Marsigli ed un terzo rimorchiatore, il Liguria, avrebbero sostituito nel traino un altro rimorchiatore, il
Trieste, anch’esso uscito da Trapani
e cui l'Orsa aveva ceduto il
rimorchio nelle acque di Trapani.
7-8 settembre 1941
Montecristo, Marsigli ed un terzo
rimorchiatore, il Costante, vengono fatti
uscire da Trapani ed inviati in soccorso del piroscafo Ernesto, colpito a prua da un aerosilurante intorno a mezzanotte
venti miglia a nord di Pantelleria, durante la navigazione in convoglio da
Tripoli a Napoli.
Il cacciatorpediniere
Strale (capitano di corvetta Giuseppe
Angelotti), distaccato dalla scorta del convoglio per assistere la nave colpita,
ha in precedenza tentato di prendere l'Ernesto
a rimorchio, ma i suoi ripetuti tentativi sono falliti a causa del forte
sbandamento del piroscafo e delle avverse condizioni meteomarine; con l'arrivo
dei tre rimorchiatori, lo Strale
passa il rimorchio ad essi, che lo sostengono a turno, ed insieme alla
torpediniera Circe poi sopraggiunta
li accompagna per scorta ed assistenza fino all’arrivo a Trapani, che avviene
all'1.30 dell’8 settembre.
18-19 settembre 1941
Il Montecristo, insieme al rimorchiatore Liguria, viene inviato ad assistere la
motonave Col di Lana, colpita da un
aerosilurante a tre miglia da Marsala alle 4.35 del 18, durante la navigazione
in convoglio da Napoli a Tripoli. Le due unità, scortate dal cacciatorpediniere
Dardo (distaccato dalla scorta del
convoglio), rimorchiano la Col di Lana a
Trapani, dove giungono alle 20 del 19.
8-9 ottobre 1941
Il Montecristo, insieme ad un dragamine,
viene fatto uscire da Marina Trapani per dare assistenza ad un convoglietto di
piccole navi (rimorchiatore Adige,
motoveliero Illiria, motopeschereccio
Sant'Antonio) partite da Trapani per
Pantelleria e Tripoli, sbandatosi in seguito ad un attacco di aerosiluranti
alle 22.45 dell'8 ottobre, quindici miglia a sudovest di Favignana, nel quale è
stato affondato il piroscafetto Paola Z.
Podestà. Il Montecristo raggiunge
e prende a rimorchio l'Adige, che
riporta a Trapani il 9 ottobre.
1° dicembre 1941
Scorta il
sommergibile Delfino (capitano di
corvetta Alberto Avogradro di Cerrione) in un’uscita addestrativa da Trapani
dalle 9.05 alle 11.50.
15 agosto 1942
Il Montecristo disincaglia la motosilurante
MS 16, arenatasi sulla spiaggia
tunisina di Ras el Mir durante la battaglia di Mezzo Agosto.
18 agosto 1942
Il Montecristo salpa da Pantelleria in
mattinata per prendere a rimorchio la motonave Rosolino Pilo,
immobilizzata il pomeriggio precedente a circa 50 miglia per 190° dall’isola da
un attacco di aerosiluranti durante la navigazione da Trapani a Tripoli, e
rimasta alla deriva dopo che uno dei due cacciatorpediniere di scorta, il Gioberti, ha dovuto lasciare la scorta
in seguito ai danni ed alle perdite subite nell’attacco aereo e l’altro, il Maestrale, si è allontanato andando in
cerca di una (inesistente) nave da guerra nemica che ha creduto di aver
avvistato in lontananza.
Il rimorchiatore,
però, non trova più nessuna nave da rimorchiare: durante la notte la Pilo è stata infatti affondata dal
sommergibile britannico United, a 29
miglia per 302° da Lampione. Insieme ai cacciatorpediniere Maestrale e Lanzerotto
Malocello, usciti da Trapani, il Montecristo
provvede alla ricerca ed al salvataggio dei naufraghi (tutto il personale
imbarcato sulla Pilo, ad eccezione di
un marittimo civile morto nell'attacco, viene tratto in salvo).
Il Montecristo nel 1936 (da www.graptolite.net) |
Collisione
L’oscura ma laboriosa
vita del piccolo Montecristo finì
improvvisamente per un banale incidente. La sera del 2 dicembre 1942, data
funesta nella storia della Marina italiana, il rimorchiatore salpò da Messina
di scorta alla cisterna militare Cocito,
ma all’altezza di Capo Peloro la rotta delle due navi s'incrociò con quella di
un piccolo convoglio in navigazione da Taranto verso la Tunisia: lo formavano
la motonave tedesca Ankara ed il
cacciatorpediniere Alpino. Nell'oscurità,
l'Alpino non vide in tempo il Montecristo ed alle 19.52 lo speronò
all’altezza di Villa San Giovanni, provocandone il rapido affondamento nello
stretto di Messina, intorno alle otto di sera.
A recuperare i
naufraghi del rimorchiatore fu lo stesso Alpino,
che diresse poi per Messina, dove entrò alle tre di notte del 3 dicembre. L'Alpino rimase poi ai lavori a Taranto
fino a fine gennaio 1943.
Morirono nell'affondamento:
Gaetano Capostagno, marinaio fuochista, 21
anni, da Riesi
Pietro Amodio, marinaio fuochista, 21 anni, da
Monopoli
Pantaleo Marchese, marinaio, 21 anni, da
Bisceglie
Giuseppe Mauri, marinaio fuochista, 22 anni,
da San Dorligo della Valle
Alfredo Moracci, sottocapo fuochista, 24 anni,
da Savona
Matteo Zanghi, capo nocchiere di prima classe,
43 anni, da Messina
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