lunedì 20 marzo 2023

RD 33

L'RD 33 (Coll. Guido Alfano, via Coll. Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net)

Dragamine della classe RD 31. Dislocamento di 156 o 182 o 196 tonnellate standard e 207 a pieno carico; lunghezza 33,15 metri, larghezza 5,8, pescaggio 2,22. Era armato con un cannone da 76/40 mm e due mitragliatrici da 6,5 mm (altra fonte parla di due mitragliere da 13,2 mm), e raggiungeva una velocità massima di 14 nodi, con un’autonomia di 660 miglia a 10,5 nodi.
Per buona parte del conflitto fece parte della XVIII Flottiglia Dragaggio, attiva nel Canale di Sicilia e nelle acque delle Isole Pelagie.
 
Breve e parziale cronologia.
 
Giugno 1918
Impostazione nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia (numero di costruzione 135).
20 marzo 1919
Varo nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia.
Aprile 1919
Entrata in servizio.
Estate 1941
L'RD 33 viene munito di telemetro, installato dall’officina di Lampedusa, al fine di poter determinare la posizione delle unità impegnate in operazioni di dragaggio in alto mare, quando la costa non è visibile, mediante rilevamenti e distanze telemetriche (durante tali operazioni, nelle quali è indispensabile conoscere sempre con esattezza la posizione, viene posata una prima boa in un punto fatto con rilievi dalla costa, e ad essa rimane ormeggiato un dragamine; viene poi posata una seconda boa dopo aver ricavato rilevamento e distanza dalla prima, quindi una terza con analogo metodo – a questo punto si salpa la prima boa, in precedenza necessaria per avere un rilevamento esatto –, e così via, usando le boe come punti di riferimento per determinare la posizione).
19 dicembre 1941
L'RD 33 salpa da Tripoli alle 18, per scortare a Pantelleria il dragamine ausiliario R 144 Agata Madre ed il piroscafo Pertusola.
21 dicembre 1941
Il piccolo convoglio raggiunge Pantelleria alle dieci.
26 agosto 1942
L'RD 33 (avente a bordo il comandante della XVIII Flottiglia Dragaggio, capitano di corvetta Dario Buscaglia) ed un dragamine ausiliario si trasferiscono da Trapani a Pantelleria in serata, per condurre un’operazione di dragaggio esplorativo volta ad accertare l’avvenuta disattivazione di uno "sbarramento temporaneo" di 110 mine (denominato «S.t. 1», ossia «Sbarramento temporaneo 1», e costituito da mine a galleggiamento temporaneo, regolate per affondare 48 ore dopo la posa) posato due settimane prima al largo di Capo Bon dal cacciatorpediniere Lanzerotto Malocello, allo scopo di ostacolare il passaggio del convoglio britannico «Pedestal» diretto a Malta. L'RD 33 e due dragamine ausiliari (entrambi motopescherecci requisiti, dei quali uno è già in attesa a Pantelleria: uno è munito di apparato per il dragaggio a sciabica, l’altro di un’attrezzatura a divergenti) devono assicurarsi che tutte le mine siano affondate, accertando così che la zona non è più pericolosa per la navigazione e che i congegni di autoaffondamento delle mine funzionano regolarmente, e localizzare eventuali relitti di navi nemiche saltate sulle mine. L’operazione sarà diretta personalmente dal comandante Buscaglia.
27 agosto 1942
In mattinata, dopo aver ancorato tre gavitelli per indicare le posizioni dei campi minati, l'RD 33 ed i due dragamine ausiliari iniziano il dragaggio esplorativo. La zona da dragare ha forma quasi rettangolare, con ampio margine rispetto alle estremità degli sbarramenti.
Nei giorni seguenti le tre unità dragano per due volte la zona assegnata, senza trovare né mine, né relitti. Passano le notti all’ancora a ridosso di Capo Bon o di Ras Mustafà, a seconda delle condizioni meteomarine. In settembre la zona può così essere dichiarata libera alla navigazione.
 
L'RD 33 e l'RD 20 a Portovenere negli anni Trenta (Coll. Guido Alfano, via Coll. Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net)

Naufragio
 
Le circostanze della perdita dell'RD 33 ricordano che anche in tempo di guerra, oltre che da mine, navi, aerei e sommergibili nemici, i marinai dovevano guardarsi da un altro eterno, mortale, spietato nemico: il mare.
Dopo l’occupazione della Tunisia da parte delle forze italo-tedesche, sul finire del 1942, l'RD 33, con altre unità similari, era stato dislocato in quell’ultimo lembo d’Africa rimasto nelle mani dell’Asse, con l’incarico di effettuare dragaggio sul tratto finale di quella che sarebbe divenuta presto nota come “rotta della morte”.
Alle 5.30 del 22 gennaio 1943 l'RD 33, al comando del capo nocchiere di terza classe Giuseppe Amodeo, salpò da La Goletta alla volta di Biserta, rimorchiando un motoveliero e navigando insieme al similare RD 43, armato dalla Guardia di Finanza. Le tre piccole unità incontrarono forte vento da maestrale, ma finché navigarono verso nord, avendo il mare in prora, poterono procedere senza troppi problemi; fu a mezzogiorno, quando accostarono verso ovest per dirigere su Biserta – offrendo così il fianco al mare –, che accadde il disastro.
Investito al traverso dal mare grosso durante l’accostata, l'RD 33 s’ingavonò, si capovolse ed affondò rapidamente, appena cinque minuti dopo mezzogiorno, due miglia a nord dell’Isola Plana (Golfo di Tunisi). L'RD 43, nel tentativo di soccorrerne i naufraghi, fece la stessa fine, capovolgendosi ed affondando alle 12.44. Mentre l’equipaggio di quest’ultimo fu salvato quasi al completo da un grosso peschereccio in transito nella zona (si lamentarono tre vittime), più di metà dell'equipaggio dell'RD 33 venne inghiottito dal mare: 18 uomini su 34, compreso il comandante Amodeo.
I superstiti vennero sbarcati a Biserta.
 
Scomparsi nell’affondamento dell'RD 33:
 
Giuseppe Amodeo, capo nocchiere di terza classe, da Trapani
Riccardo Arecco, marinaio torpediniere, da Savona
Antonio Barone, marinaio radiotelegrafista, da Portopalo di Capo Passero
Matteo Basta, marinaio fuochista, da Manfredonia
Basilio Carbonaro, marinaio, da San Marco d’Aluzio
Gioacchino Cipri, marinaio, da Palermo
Francesco Criscuolo, sergente fuochista, da Aversa
Domenico Di Maira, marinaio fuochista, da Termini Imerese
Salvatore Di Salvo, marinaio cannoniere, da Giarre
Lorenzo Finotti, marinaio, da Rosolina
Vito Fici, marinaio cannoniere, da Marsala
Luigi La Vecchia, marinaio silurista, da Barletta
Paolo Lorenzi, sergente cannoniere puntatore scelto, da Ventimiglia
Alfredo Murolo, sottocapo elettricista, da Napoli
Isidoro Mollica, marinaio cannoniere puntatore mitragliere, da Gioiosa Marea
Angelo Scarpi, capo meccanico di seconda classe, da Borgo San Lorenzo
Sergio Schiavon, marinaio fuochista, da Venezia
Mariano Scroce, marinaio fuochista, da Zara
 


Elenco del personale imbarcato sull'RD 33 quando affondò (Ufficio Storico della Marina Militare, via Armando Straulino)

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