L'RD 33 (Coll. Guido Alfano, via Coll. Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net) |
Dragamine della
classe RD 31. Dislocamento di 156 o 182 o 196 tonnellate standard e 207 a pieno
carico; lunghezza 33,15 metri, larghezza 5,8, pescaggio 2,22. Era armato con un
cannone da 76/40 mm e due mitragliatrici da 6,5 mm (altra fonte parla di due
mitragliere da 13,2 mm), e raggiungeva una velocità massima di 14 nodi, con
un’autonomia di 660 miglia a 10,5 nodi.
Per buona parte del
conflitto fece parte della XVIII Flottiglia Dragaggio, attiva nel Canale di
Sicilia e nelle acque delle Isole Pelagie.
Breve e parziale cronologia.
Giugno 1918
Impostazione nel
Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia (numero di costruzione 135).
20 marzo 1919
Varo nel Regio
Cantiere Navale di Castellammare di Stabia.
Aprile 1919
Entrata in servizio.
Estate 1941
L'RD 33 viene munito di telemetro,
installato dall’officina di Lampedusa, al fine di poter determinare la
posizione delle unità impegnate in operazioni di dragaggio in alto mare, quando
la costa non è visibile, mediante rilevamenti e distanze telemetriche (durante
tali operazioni, nelle quali è indispensabile conoscere sempre con esattezza la
posizione, viene posata una prima boa in un punto fatto con rilievi dalla
costa, e ad essa rimane ormeggiato un dragamine; viene poi posata una seconda
boa dopo aver ricavato rilevamento e distanza dalla prima, quindi una terza con
analogo metodo – a questo punto si salpa la prima boa, in precedenza necessaria
per avere un rilevamento esatto –, e così via, usando le boe come punti di
riferimento per determinare la posizione).
19 dicembre 1941
L'RD 33 salpa da Tripoli alle 18, per
scortare a Pantelleria il dragamine ausiliario R 144 Agata Madre ed il piroscafo Pertusola.
21 dicembre 1941
Il piccolo convoglio
raggiunge Pantelleria alle dieci.
26 agosto 1942
L'RD 33 (avente a bordo il comandante
della XVIII Flottiglia Dragaggio, capitano di corvetta Dario Buscaglia) ed un
dragamine ausiliario si trasferiscono da Trapani a Pantelleria in serata, per
condurre un’operazione di dragaggio esplorativo volta ad accertare l’avvenuta
disattivazione di uno "sbarramento temporaneo" di 110 mine
(denominato «S.t. 1», ossia «Sbarramento temporaneo 1», e costituito da mine a
galleggiamento temporaneo, regolate per affondare 48 ore dopo la
posa) posato due settimane prima al largo di Capo Bon dal
cacciatorpediniere Lanzerotto Malocello,
allo scopo di ostacolare il passaggio del convoglio britannico «Pedestal»
diretto a Malta. L'RD 33 e due
dragamine ausiliari (entrambi motopescherecci requisiti, dei quali uno è già in
attesa a Pantelleria: uno è munito di apparato per il dragaggio a sciabica,
l’altro di un’attrezzatura a divergenti) devono assicurarsi che tutte le mine
siano affondate, accertando così che la zona non è più pericolosa per la
navigazione e che i congegni di autoaffondamento delle mine funzionano
regolarmente, e localizzare eventuali relitti di navi nemiche saltate sulle
mine. L’operazione sarà diretta personalmente dal comandante Buscaglia.
27 agosto 1942
In mattinata, dopo
aver ancorato tre gavitelli per indicare le posizioni dei campi minati, l'RD 33 ed i due dragamine ausiliari
iniziano il dragaggio esplorativo. La zona da dragare ha forma quasi
rettangolare, con ampio margine rispetto alle estremità degli sbarramenti.
Nei giorni seguenti
le tre unità dragano per due volte la zona assegnata, senza trovare né mine, né
relitti. Passano le notti all’ancora a ridosso di Capo Bon o di Ras Mustafà, a
seconda delle condizioni meteomarine. In settembre la zona può così essere
dichiarata libera alla navigazione.
L'RD 33 e l'RD 20 a Portovenere negli anni Trenta (Coll. Guido Alfano, via Coll. Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net) |
Naufragio
Le circostanze della
perdita dell'RD 33 ricordano che
anche in tempo di guerra, oltre che da mine, navi, aerei e sommergibili nemici,
i marinai dovevano guardarsi da un altro eterno, mortale, spietato nemico: il
mare.
Dopo l’occupazione
della Tunisia da parte delle forze italo-tedesche, sul finire del 1942, l'RD 33, con altre unità similari, era
stato dislocato in quell’ultimo lembo d’Africa rimasto nelle mani dell’Asse,
con l’incarico di effettuare dragaggio sul tratto finale di quella che sarebbe
divenuta presto nota come “rotta della morte”.
Alle 5.30 del 22
gennaio 1943 l'RD 33, al comando del capo
nocchiere di terza classe Giuseppe Amodeo, salpò da La Goletta alla volta di
Biserta, rimorchiando un motoveliero e navigando insieme al similare RD 43, armato dalla Guardia di Finanza.
Le tre piccole unità incontrarono forte vento da maestrale, ma finché
navigarono verso nord, avendo il mare in prora, poterono procedere senza troppi
problemi; fu a mezzogiorno, quando accostarono verso ovest per dirigere su
Biserta – offrendo così il fianco al mare –, che accadde il disastro.
Investito al traverso
dal mare grosso durante l’accostata, l'RD
33 s’ingavonò, si capovolse ed affondò rapidamente, appena cinque minuti
dopo mezzogiorno, due miglia a nord dell’Isola Plana (Golfo di Tunisi). L'RD 43, nel tentativo di soccorrerne i
naufraghi, fece la stessa fine, capovolgendosi ed affondando alle 12.44. Mentre
l’equipaggio di quest’ultimo fu salvato quasi al completo da un grosso
peschereccio in transito nella zona (si lamentarono tre vittime), più di metà
dell'equipaggio dell'RD 33 venne
inghiottito dal mare: 18 uomini su 34, compreso il comandante Amodeo.
I superstiti vennero
sbarcati a Biserta.
Scomparsi nell’affondamento dell'RD 33:
Giuseppe Amodeo, capo nocchiere di terza
classe, da Trapani
Riccardo Arecco, marinaio torpediniere, da
Savona
Antonio Barone, marinaio radiotelegrafista, da
Portopalo di Capo Passero
Matteo Basta, marinaio fuochista, da
Manfredonia
Basilio Carbonaro, marinaio, da San Marco
d’Aluzio
Gioacchino Cipri, marinaio, da Palermo
Francesco Criscuolo, sergente fuochista, da
Aversa
Domenico Di Maira, marinaio fuochista, da
Termini Imerese
Salvatore Di Salvo, marinaio cannoniere, da
Giarre
Lorenzo Finotti, marinaio, da Rosolina
Vito Fici, marinaio cannoniere, da Marsala
Luigi La Vecchia, marinaio silurista, da
Barletta
Paolo Lorenzi, sergente cannoniere puntatore
scelto, da Ventimiglia
Alfredo Murolo, sottocapo elettricista, da
Napoli
Isidoro Mollica, marinaio cannoniere puntatore
mitragliere, da Gioiosa Marea
Angelo Scarpi, capo meccanico di seconda classe,
da Borgo San Lorenzo
Sergio Schiavon, marinaio fuochista, da
Venezia
Mariano Scroce, marinaio fuochista, da Zara
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