lunedì 8 giugno 2015

Balena


Il Sardina, futuro Balena (da "Pesci, costellazioni e altro: la storia di 26 trawlers tedeschi in Italia" di Francesco De Domenico e Giorgio Spazzapan, Bollettino AIDMEN n. 26, 2012, via Francesco De Domenico)


Piropeschereccio da 319 tsl e 121 tsn, lungo 45,14 metri, largo 7,44 metri, pescaggio 4,14 metri. Appartenente alla Società Anonima Industria Pesca (SAIP) con sede a Roma, iscritto con matricola 472 al Compartimento Marittimo di Napoli.

Breve e parziale cronologia.

1924
Varato e completato nei cantieri J. Frerichs & Co. A. G. (Frerichswerft) di Einswarden (Amburgo) come piropeschereccio oceanico Sardina, destinato all’Italia (numero di costruzione 385), in base alle clausole del trattato di pace, quale riparazione dei danni di guerra del primo conflitto mondiale (al pari di altri 23 piropescherecci d’altura, dei quali solo il Balena ed un altro, lo Scorfano, vengono costruiti nei cantieri Frerichs di Einswarden). Consegnato alla Società Anonima Industria della Pesca e Sottoprodotti, con sede a Roma, e registrato a Roma. Stazza lorda e netta originaria 305 tsl e 111 tsn.
1933
Acquistato dalla Società Motopesca Lagalla, registrato ad Ancona e ribattezzato Giovita.
1935
Acquistato dall’armatore romano Pasquale Melchiorri (successivamente Pasquale Melchiorri & Figli), registrato a Roma, ingrandito (319 tsl e 121 tsn) e ribattezzato Pasquale.
1937
Acquistato dall’armatore napoletano Vito Di Bella, registrato a Napoli e ribattezzato Balena.
1940
Acquistato dalla Società Anonima Industria Pesca.

Pesce fresco per Betasom

L’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, sorprese il Balena mentre era intento alla pesca del merluzzo sui banchi di Terranova, insieme ad altri due piropescherecci gemelli, il Sardella ed il Pesce Spada.
Le tre piccole navi, onde evitare di essere raggiunte in alto mare da navi da guerra francesi o britanniche, fecero rotta su Horta, nelle Azzorre, dove trovarono rifugio per i tre mesi a venire. Corse voce di tentativi di vendita dei piropescherecci ad una compagnia portoghese di Lisbona, ma nella notte tra il 19 ed il 20 settembre 1940 Balena, Sardella e Pesce Spada lasciarono Horta diretti a Bordeaux, porto atlantico della Francia occupata dai tedeschi che, oltre che base atlantica di sommergibili italiani (Betasom), era diventato meta di molti violatori di blocco italiani provenienti da tutto il mondo.
Qui i tre piropescherecci, divenuti a loro volta i più piccoli violatori di blocco dell’Atlantico, giunsero il 7 ottobre 1940, e qui le loro sorti si divisero: Sardella e Pesce Spada vennero noleggiati alla Kriegsmarine, che ne fece dei dragamine ausiliari (M 4031 e M 4032); il Balena, invece, tornò all’attività per la quale era stato costruito e cui era stato sempre adibito: la pesca. Non più, ora, per vendere il pesce pescato, bensì per procurare pesce fresco per il personale della base di Betasom.

L’attività di pesca del Balena per conto di Betasom si protrasse per un anno e mezzo, ma doveva incontrare una brusca fine.
Il 16 febbraio 1942 il piropeschereccio, al comando del padrone marittimo Gino Vassalle, viareggino, venne attaccato nel golfo di Biscaglia da aerei britannici: colpito da bombe alle 3.37, il Balena affondò rapidamente nel punto 45°03' N e 01°50' O, al largo di Bordeaux. L’equipaggio riuscì a mettersi in salvo su una minuscola lancia, ma non tutti resistettero alle rigide temperature dell’Atlantico di febbraio: i fuochisti Giuseppe Neri e Vincenzo Di Maio ed i marinai Vincenzo La Greca, Francesco Giannino e Francesco Bacich spirarono durante la notte successiva.
Alla loro memoria fu conferita la Croce di Guerra al Valor Militare; la stessa decorazione, a vivente, fu decretata per il primo ufficiale Alberto Patalano, il capo macchinista Giuseppe Spinozzi ed il radiotelegrafista Fortunato Olivari, in riconoscimento del ruolo che ebbero nel portare in salvo l’equipaggio. Il comandante Vassalle ricevette, per aver condotto in salvo i suoi uomini, la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

Morti con il Balena:

Francesco Bacich, marinaio, da Scratona (Sebenico)

Vincenzo Di Maio, fuochista, da Torre del Greco

Francesco Giannino, marinaio, da Porto Empedocle

Vincenzo La Greca, marinaio, da Porto Empedocle

Giuseppe Neri, fuochista, da Porto Empedocle


La motivazione della Medaglia di Bronzo al Valor Militare conferita al padrone marittimo Gino Vassalle (nato a Viareggio il 29 gennaio 1905):

“Comandante di piropeschereccio, attaccato e colpito da aereo nemico, fronteggiava, con presenza di spirito e sereno coraggio, la grave situazione, e, mentre l'unità rapidamente affondava, effettuava con perizia le operazioni di salvataggio dei suoi uomini. Con essi prendeva posto sull'imbarcazione e nella notte eccezionalmente rigida, durante la quale perivano alcuni marittimi, sapeva infondere, nei suoi dipendenti, abnegazione e fiducia nella salvezza, verso cui audacemente li conduceva.
Oceano Atlantico, 16 febbraio 1942”

La motivazione della Croce di Guerra al Valor Militare conferita al primo ufficiale Alberto Patalano (nato a Viareggio il 30 gennaio 1908), al capo macchinista Giuseppe Spinozzi (nato a Grottammare il 10 maggio 1892) ed al radiotelegrafista Fortunato Olivari (nato a Camogli il 23 settembre 1916):

“Imbarcato su piropeschereccio, attaccato e colpito da aereo nemico, coadiuvava, con sereno coraggio, il Comandante nelle operazioni di salvataggio dell'equipaggio e, nonostante il rigore del clima che provocava perdite fra i dipendenti, cooperava instancabilmente a condurre in salvo l'imbarcazione.
Oceano Atlantico, 16 febbraio 1942”

La motivazione della Croce di Guerra al Valor Militare conferita alla memoria di Francesco Bacich, Vincenzo di Maio, Francesco Giannino, Vincenzo La Greca e Giuseppe Neri:

“Imbarcato su piropeschereccio che rapidamente affondava, colpito da aereo nemico, manteneva un contegno sereno e deciso; preso posto nell’imbarcazione di salvataggio, mentre cooperava alla salvezza comune, soccombeva nella gelida notte, vittima degli elementi avversi.
Oceano Atlantico, 16 febbraio 1942”



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