martedì 1 giugno 2021

Ravenna

Il Ravenna (da www.italianliners.com)

Piroscafo da carico di 1148 tsl e 695 tsn, lungo 75,9-78,20 metri, largo 10,06 e pescante 4,77-5,1, con velocità di 8-9 nodi. Di proprietà dell’armatore Ignazio Messina di Genova, iscritto con matricola 1246 al Compartimento Marittimo di Genova.
 
Aveva due ponti, prua verticale e quattro alberi, tutti utilizzati come bighi; era propulso da una macchina a vapore a triplice espansione a tre cilindri. Pur avendo cambiato più volte armatore, non mutò mai nome nell’arco della sua quasi sessantennale carriera.
 
Breve e parziale cronologia.
 
9 agosto 1888
Varato come piroscafo misto Ravenna nel Victoria Shipyard della ditta Ramage & Ferguson Ltd. di Leith (numero di costruzione 86).
1888
Completato per la Leith, Hull & Hamburg Steam Packet Company Ltd. di Leith, in gestione a James Currie (J. Currie & Co). Stazza lorda e netta risultano essere 1203 tsl e 767 o 795 tsn; registrato a Leith dal 3 settembre 1888.
1895
Stazza lorda e netta risultano essere 1243 tsl e 778 tsn.
1909
Stazza lorda e netta diventano 1169 tsl e 713 tsn.
1911
Venduto alla London & Edinburgh Shipping Company Ltd. di Edimburgo (o Leith); in gestione a Frederick C. Kennedy di Leith.
3 febbraio 1916
Il Ravenna, al comando del capitano James Rosie, entra nel Firth of Forth pur non essendo troppo tardi per raggiungere Inchkeith prima di notte. Ciò costituisce una violazione delle disposizioni vigenti per il tempo di guerra, ragion per cui il capitano Rosie – che si giustificherà spiegando di aver avuto problemi di macchina che gli hanno impedito di raggiungere in tempo l’unità di vigilanza – sarà multato per 40 sterline.
1917
In gestione a George C. Duff di Leith.
7 agosto 1924
Acquistato dalla Atlantide Società per Imprese Marittima, avente sede a Genova e di proprietà dei fratelli genovesi Federico, Eugenio ed Enrico Costa. Questi ultimi sono anche i proprietari della ditta Giacomo Costa fu Andrea S.N.C. di Genova, attiva nella produzione (con impianti di raffinazione a Genova e nel Sud Italia) e nel commercio, verso l’Australia e le Americhe, dell’olio d’oliva (marchi "Dante" e "Bau", quest’ultimo destinato al mercato sudamericano); il Ravenna viene impiegato nell’approvvigionamento di materia prima dal Mediterraneo orientale, dove viene acquistato l’olio d’oliva grezzo che viene poi trasportato e raffinato negli stabilimenti italiani ed esportato oltreoceano (per altra versione, l’acquisto del Ravenna sarebbe stato invece deciso in seguito all’espansione delle esportazioni della società verso le Americhe e l’Oceania, e la nave sarebbe stata impiegata proprio nelle esportazioni verso queste lontane terre, il che sembra alquanto improbabile date le sue modeste dimensioni).
Si tratta della prima nave acquistata dalla società Costa, fondata nel 1854 per il commercio di olio d’oliva e tessuti tra la Liguria e la Sardegna e poi concentratasi sull’olio espandendo il proprio mercato oltreoceano, ma che fino a quel momento si è servita di altri armatori per i propri commerci: l’acquisto del Ravenna è stato deciso per non dover più pagare le alte tariffe di nolo per il trasporto della materia prima (salite anche per via dell’ampliamento della sfera dei commerci della società, con conseguente allungamento delle rotte), e per accelerare il giro d’affari.
Registrato al compartimento marittimo di Genova, il Ravenna diviene così la prima nave della flotta di quella che diventerà, molti anni dopo, la Costa Crociere; la prima a portare sul fumaiolo la livrea destinata a diventare celebre nei decenni a venire: “giallo olio di oliva” con una C color “blu manto di madonna”. Il suo nominativo di chiamata è PEBK.
L’inizio non è dei più promettenti: la consegna del primo carico di olio grezzo subisce un ritardo di circa un mese, durante il quale si verifica un crollo del prezzo dell’olio d’oliva, con conseguente deprezzamento del carico che supera il valore stesso di acquisto del Ravenna. Nondimeno, l’attività continua e negli anni successivi la nave fa la spola tra Turchia, Grecia, Spagna e Tunisia, dove carica l’olio grezzo in fusti, acquistato a prezzi convenienti grazie all’abbondanza dei raccolti in quei territori, e Sampierdarena, dove l’olio viene raffinato nello stabilimento della società Costa. Grazie alle ridotte dimensioni, può accedere anche a sorgitori privi di vere e proprie strutture portuali.
(Per altra fonte, nel 1924 il Ravenna sarebbe stato acquistato dalla Società Imprese Marittime Fratelli Frassinetti di Genova. Secondo un’altra, prima di essere acquistato dai Costa il Ravenna “trasportava carbone da Rotterdam per conto delle Ferrovie dello Stato con sbarchi nei depositi ferroviari lungo la costa italiana sino a Reggio Calabria, dove caricava frutta e verdura per i porti del Mare del Nord”).

Dipinto del Ravenna con i colori della flotta Costa (da www.marinaiditalia.com)

1927
Formalmente trasferito alla Giacomo Costa fu Andrea di Genova.
Nel 1928 i Costa affiancheranno al Ravenna un secondo piroscafo, il Langano, cui seguirà nel 1931 l’acquisto del Federico e poi quello di altri cinque piroscafi nel 1934-1935. Oltre all’olio d’oliva della società Costa, le navi trasportano anche merci di altro genere per altre compagnie, specialmente tessuti tra Genova e la Sardegna.
1933
Dopo nove anni passati a trasportare olio d’oliva per i Costa tra i porti del Mediterraneo, il Ravenna viene venduto alla Ignazio Messina & C. di Genova, avendo la Giacomo Costa fu Andrea ampliato la propria flotta con l’acquisto di altri piroscafi più grandi e meno datati.
Viene posto in servizio sulla linea Genova-Tripoli, con scalo intermedio a Messina, insieme ai piroscafi Polinnia, Penelope e Polinice, di analoghe dimensioni ed età. Le partenze avvengono con cadenza bi o trisettimanale; le navi della società Messina effettuano anche il servizio di trasporto postale non sovvenzionato dallo Stato.
1934
Il nominativo di chiamata cambia in ISLT.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella seconda guerra mondiale. Il Ravenna non verrà mai requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato. Sarà impiegato principalmente nel traffico di cabotaggio lungo le coste italiane.
10 agosto 1940
Il Ravenna ed il piroscafo Bainsizza partono da Tripoli diretti a Bengasi alle 10.30, scortati dalle torpediniere Centauro e Generale Achille Papa (caposcorta).
12 agosto 1940
Il convoglio giunge a Bengasi alle 18.30.
22 agosto 1940
Il Ravenna e la motonave Città di Messina lasciano Bengasi alle sei del mattino diretti a Derna, con la scorta della torpediniera Procione.
23 agosto 1940
Il convoglietto raggiunge Derna alle sei.
4 settembre 1940
Il Ravenna, i piroscafi Prospero e San Giovanni Battista e la nave cisterna Utilitas lasciano Bengasi per Tripoli alle 17.30, scortati dalla vecchia torpediniera Giuseppe Sirtori.
7 settembre 1940
Il convoglio giunge a Tripoli alle 18.
20 ottobre 1940
Alle quattro del mattino il Ravenna ed un altro piroscafo, l’Avionia, lasciano Tripoli alla volta di Palermo, scortati dalla torpediniera Centauro. Al tramonto quest’ultima è rilevata dalla gemella Calipso.
23 ottobre 1940
Il convoglio raggiunge Palermo alle 21.
7 maggio 1942
Il Ravenna compie un viaggio dal Pireo a Kumi, scortato da due motovedette tedesche.
La fine
 
Nella notte tra il 28 ed il 29 settembre 1942 il Ravenna, in navigazione da Taranto verso sud in convoglio con altri due piroscafi, venne attaccato da bombardieri Vickers Wellington della Royal Air Force cinque miglia a nordest di Capo Spartivento; nessuna nave fu colpita, ma il Ravenna, per errore di manovra, s’incagliò presso Locri, poche miglia a sud di Punta Stilo, senza riportare danni ma restando arenato a poche centinaia di metri dalla spiaggia. Come se non bastasse, scoppiò a bordo anche un incendio (fonti britanniche affermano invece che il Ravenna sarebbe stato danneggiato dai Wellington).
Vennero inviati sul posto vari mezzi per provvedere al disincaglio e si diede inizio alle operazioni di allibo del carico al fine di alleggerire il Ravenna per consentire di disincagliarlo, ma alle sette del mattino del 1° ottobre, prima che fosse possibile liberare la nave dalla morsa del fondale, il Ravenna venne avvistato dal sommergibile britannico P 44 (poi ribattezzato United, tenente di vascello Thomas Erasmus Barlow), partito tre giorni prima da Malta. Non si trattava di un incontro casuale: il giorno precedente, il 30 settembre, Barlow aveva ricevuto un messaggio del comandante della 10a Flottiglia Sommergibili di Malta che lo informava della presenza di una nave incagliata al largo di Locri. Direttosi verso la posizione indicata nel messaggio, il P 44 vi aveva puntualmente trovato il Ravenna; osservando al periscopio, Barlow notò che oltre al piroscafo incagliato erano visibili anche un motoveliero, ormeggiato sottobordo al Ravenna (era infatti in corso il trasbordo del carico per alleggerire la nave), ed un MAS in pattugliamento verso il mare aperto, nonché due aerei in pattugliamento nel cielo.
Il P 44 impiegò quasi due ore per portarsi in una posizione favorevole per lanciare i propri siluri; alle 8.55, infine, lanciò un singolo siluro da 1800 metri di distanza, in posizione 38°15’ N e 16°17’ E. L’arma centrò inevitabilmente la preda ferma ed inerme, esplosione sentita a bordo del P 44, che alle 8.58 lanciò un secondo siluro contro un’altra unità, ritenuta un rimorchiatore od una nave per recuperi, frattanto avvistata circa mezzo miglio più a sud. Questa volta l’arma non andò a segno; quando alle 9.40 il P 44 tornò ad osservare il Ravenna, Barlow vide che appariva più basso sull’acqua, con il rimorchiatore accanto, mentre il motoveliero era scomparso; il comandante britannico ritenne che fosse affondato, ma non risulta che nessun motoveliero italiano sia andato perduto in questa circostanza. Più probabilmente, dopo il siluramento del Ravenna si spostò sull’altro lato della nave o lasciò la zona. Barlow non ritenne che valesse la pena di sprecare un altro siluro per distruggere completamente il piroscafo, pertanto decise di ripiegare verso il mare aperto.
 
Il Ravenna incagliato davanti a Locri, in una foto scattata verso le 9.45 del 29 settembre 1942…

Il siluro sventrò lo scafo del Ravenna all’altezza della stiva numero 2, ma il piroscafo non affondò, essendo già poggiato sul bassofondale prima del siluramento; i danni causati dell’esplosione del siluro furono comunque tali da farlo considerare in un primo momento perduto. Non si lamentarono vittime tra l’equipaggio.
Tre giorni dopo l’attacco, il P 44 tornò sul posto, ed osservò che la nave aveva entrambe le stive di prua squarciate e la stiva numero 1 squarciata su entrambi i lati all’altezza della linea di galleggiamento.
 
…e dopo il siluramento, in un’immagine scattata alle 14.30 del 1° ottobre 1942 (g.c. STORIA militare)

Il relitto del Ravenna venne successivamente rattoppato, disincagliato e rimorchiato a Messina, da dove fu poi rimorchiato a Genova con un lungo viaggio in più tappe, protrattosi dal 12 ottobre 1942 al 9 febbraio 1943 (secondo il volume "Navi mercantili perdute" dell’USMM; secondo "Navi e marinai italiani nella seconda guerra mondiale" di Erminio Bagnasco, invece, la nave venne recuperata il 9 febbraio 1943 e poi rimorchiata a Genova, il che sembra più logico data l’entità dei danni causati dal siluramento, difficilmente riparabili in soli dodici giorni). Qui, a dispetto delle valutazioni iniziali che avevano dato il Ravenna come irrimediabilmente perduto, ebbero inizio le riparazioni; ma la vecchia nave non sarebbe mai più tornata a navigare, in quanto in seguito all’armistizio fu catturata a Genova dai tedeschi, che nel 1944 l’affondarono per ostruire l’imboccatura del porto (altra fonte la dà invece come venduta per demolizione nel 1944, un’altra ancora come affondata nel porto di Genova da un bombardamento).
Finita la guerra, nel 1946, il relitto del Ravenna venne recuperato ed avviato alla demolizione.
 
 
Il siluramento del Ravenna nel giornale di bordo del P 44 (da Uboat.net):
 
0700 hours - Sighted a merchant vessel aground in the position stated in yesterdays signal from Capt. S.10. A MAS boat was patrolling to seaward and a schooner was alongside. Also two aircraft were patrolling overhead. Tried to obtain a suitable firing position for nearly 2 hours.
0855 hours - In position 38°15'N, 16°17'E fired one torpedo from 2000 yards. Heard it hit.
0858 hours - Fired another torpedo at a second vessel that had meanwhile been sighted half a mile to the south. This vessel was believed to be a tug or salvage vessel. This torpedo missed.
0940 hours - The merchant vessel was seen to be deeper in the water with the tug standing by. The schooner that had been sunk could no longer be seen”.
 
 

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