Il varo della Ghibli (da “300 scafi affondati nel golfo di La Spezia e le operazioni per il loro recupero” di Silvano Benedetti e Stefano Danese, via Marco Ghiglino e www.naviearmatori.net) |
La Ghibli (in secondo piano) in allestimento a Castellammare di Stabia nel maggio 1943, insieme all’incrociatore leggero Giulio Germanico ed alle corvette Ape, Vespa e Grillo (da un saggio di Francesco Mattesini su www.academia.edu) |
Non potendo prendere il mare insieme al resto della flotta, la Ghibli venne pertanto autoaffondata dal suo equipaggio il 9 settembre 1943, per non farla cadere in mano tedesca.
Non fu la sola a subire questa sorte: quello che ebbe luogo a La Spezia il 9 settembre 1943 fu il più grande autoaffondamento in massa di navi militari italiane mai verificatosi, allo scopo di evitare che cadessero intatte in mano tedesca. Oltre alla Ghibli si autoaffondarono nel porto il vecchio incrociatore Taranto, i cacciatorpediniere Nicolò Zeno, FR 21 e FR 22, le torpediniere Generale Antonino Cascino, Generale Carlo Montanari, Procione e Lira, i sommergibili Antonio Bajamonti, Ambra, Sirena, Sparide, Volframio e Murena, le corvette Euterpe, Persefone e FR 51, il posamine Buccari, il trasporto munizioni Vallelunga, le cisterne militari Scrivia e Pagano, l’incrociatore ausiliario Ipparco Baccich, le motozattere MZ 736 e MZ 748, i rimorchiatori militari Mesco, Capri, Capodistria, Robusto e Porto Sdobba, il MAS 525, la motosilurante MS 36.
Furono invece catturati gli incrociatori pesanti Bolzano e Gorizia, entrambi inservibili per i gravi danni mai riparati (e difatti non entrarono mai in servizio sotto bandiera tedesca), il posamine Crotone, il trasporto munizioni Panigaglia, la nave bersaglio San Marco, la nave idrografica Ammiraglio Magnaghi, la nave salvataggio sommergibili Anteo, la cannoniera Rimini, le cisterne militari Bormida, Dalmazia, Leno, Sprugola, Volturno, Stura e Timavo, il piccolo trasporto Monte Cengio, il dragamine RD 49, il MAS 556, le Bette N. 5 e N. 16, i rimorchiatori Atlante, Brava, Carbonara, Linaro, Santo Stefano, Senigallia, Taormina, Torre Annunziata, N 9, N 10, N 37, N 53 e N 55. Gran parte di tali unità furono sabotate dagli equipaggi; il Gorizia aveva anche iniziato ad autoaffondarsi, ma tale provvedimento era stato poi sospeso.
Un’altra immagine della Ghibli pronta al varo (da “300 scafi affondati nel golfo di La Spezia e le operazioni per il loro recupero” di Silvano Benedetti e Stefano Danese, via Marco Ghiglino e www.naviearmatori.net) |
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