giovedì 8 ottobre 2020

X 3

L’X 3 (da “L’Italia marinara” del marzo 1931, via Pietro Berti e www.naviearmatori.net)

Sommergibile posamine della classe X (dislocamento di 403 o 410 tonnellate in superficie, 468 in immersione).
Derivato dall’X 1, ex sommergibile tedesco UC 12 affondato nel Golfo di Taranto, recuperato e ricostruito, l’X 3 fu il terzo sommergibile posamine della Regia Marina ed il secondo ad essere interamente costruito in Italia.
Ordinato dalla Regia Marina ai cantieri Ansaldo di Genova con contratto del 14 luglio 1916 (unitamente al gemello X 2), fu progettato dal colonnello del Genio Navale Curio Bernardis, già fautore della ricostruzione dell’X 1 e destinato a diventare, nel periodo interbellico, uno dei principali progettisti di sommergibili della Regia Marina.
Nel complesso, X 2 e X 3 non furono sommergibili molto riusciti, rivelandosi lenti e poco manovrieri; ebbero però lungo ed utile impiego come unità addestrative, durante il periodo interbellico. Insieme ai più riusciti sommergibili costieri della classe H, i due "X" furono gli unici sommergibili della Regia Marina a partecipare ad entrambe le guerre mondiali, anche se nella seconda, ormai troppo vecchi e superati per essere di qualche utilità, furono posti in disarmo dopo pochi mesi.
 
Breve e parziale cronologia.
 
22 agosto 1916
Impostazione nei cantieri Ansaldo-Sestri di Genova (numero di costruzione 238).
29 dicembre 1917
Varo nei cantieri Ansaldo-Sestri di Genova.

L’X 3 presso i cantieri Ansaldo di Sestri Levante, nel 1917 (Coll. Giuseppe Celeste, via www.associazione-venus.it)

L’X 3 nel 1917 (?) (g.c. Stefano Cioglia, via www.naviearmatori.net)

27 agosto 1918
Entrata in servizio.
Suo primo comandante è il tenente di vascello Guglielmo Bernucci; assegnato alla I Squadriglia Sommergibili di La Spezia, l’X 3 vi passa gli ultimi mesi della prima guerra mondiale, senza partecipare a missioni di guerra (per altra fonte, di incerta attendibilità, sarebbe stato invece inviato in Adriatico, dove avrebbe posato alcuni campi minati).
Al comandante Bernucci succede poi il tenente di vascello Antonio Parroni. Nato a Mosciano Sant’Angelo nel 1894, Parroni ha combattuto per due anni nell’Esercito col grado di tenente dei bersaglieri; gravemente ferito in combattimento sul Carso (la sua seconda ferita in due anni), durante la convalescenza in ospedale ha letto per caso un articolo sulla carenza di ufficiali sommergibilisti, il che lo ha spinto a chiedere ed ottenere il trasferimento nei ruoli della Marina, venendo destinato al comando dell’X 3 dopo sei mesi di addestramento.

L’X 3 nel 1918 (da Navypedia)

4 novembre 1918
All’annuncio dell’armistizio di Villa Giusti, che segna la conclusione della prima guerra mondiale sul fronte italiano e la vittoria dell’Italia, l’X 3 (tenente di vascello Antonio Parroni) si trova in porto a La Spezia. Anni dopo l’ormai ex comandante Parroni, frattanto trasferitosi negli Stati Uniti e divenuto pastore metodista, ricorderà in un’intervista tenuta in occasione del tredicesimo anniversario della fine del conflitto: “Scendemmo a terra quando ricevemmo per radio la notizia [della fine della guerra], e per tre giorni ci furono festeggiamenti come non ne avevo mai visti prima e come non ne ho più visti da allora. Sembrava che il popolo ed i soldati non riuscissero a contenere la gioia”.
Nel primo dopoguerra l’X 3 viene temporaneamente posto in riserva, per poi essere rimesso in servizio.
Nel medesimo periodo, viene sottoposto a lavori di modifica, con l’installazione di due lanciasiluri esterni a gabbia da 450 mm, divergenti dall’asse longitudinale di cinque gradi per parte (angolati verso l’esterno), collocati nell’intercapedine a proravia della falsatorre. Al contempo vengono modificate le forme della prua, che viene rialzata e dotata di tagliamare dritto.

L’X 3 (od il gemello X 2) all’ormeggio nell’Arsenale di La Spezia nel primo dopoguerra, insieme a quattro sommergibili classe N (g.c. Nedo B. Gonzales, via www.naviearmatori.net)

1922-1924
È comandante dell’X 3 il tenente di vascello Odoardo Somigli (futuro sottocapo di Stato Maggiore della Marina durante la seconda guerra mondiale).
1926-1927
L’X 3 (tenente di vascello Massimo Girosi) partecipa alle grandi manovre navali e compie numerose esercitazioni a beneficio degli allievi dell’Accademia Navale.
1935
Presta servizio sull’X 3, dislocato a La Spezia, il secondo capo meccanico Tullio Tedeschi, futura Medaglia d’Oro al Valor Militare (che sbarca nell’agosto 1935).

L’X 3 nel dopoguerra, dopo l'installazione di due lanciasiluri a gabbia subito davanti all'intercapedine della torretta, angolati verso l'esterno (da "Sommergibili italiani" di Alessandro Turrini, Ottorino Ottone Miozzi e Manuel Moreno Minuto, USMM, 2010, via www.betasom.it)

1935
Trasferito di base da La Spezia a Taranto.
1936
Trasferito a Pola, dove viene posto a disposizione della locale Scuola Sommergibili ed impiegato nell’addestramento.
1938
Assegnato alla neocostituita XLV Squadriglia Sommergibili, formata da tutti i battelli posamine della Regia Marina (l’X 3, il gemello X 2, il grande Pietro Micca, i due Marcantonio Bragadin e Filippo Corridoni della classe Bragadin ed i tre FocaAtropo e Zoea della classe Foca).

Nel 1937 (da www.graptolite.net)

10 giugno 1940
All’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, l’X 3 fa parte della XXXVII Squadriglia Sommergibili, di base ad Augusta (3° Gruppo Sommergibili di Messina, composto dalle Squadriglie XXXI, XXXIV, XXXV e XXXVII), che forma insieme all’X 2 ed al Bragadin.
(Per altra fonte, la XXXVII Squadriglia sarebbe stata composta solo da X 2 e X 3, i quali avrebbero avuto base a Trieste; per un’altra ancora, avrebbero avuto base a Messina).

(da www.fiammeblu.it)

Ottobre 1940
Compie la sua unica missione di guerra, una missione di trasporto materiali.
16 ottobre 1940
Posto in disarmo, essendo ormai in ridotte condizioni di efficienza (per altra fonte, sarebbe stato posto in disarmo il 16 settembre). Passerà tutta la guerra in questo stato.
18 ottobre 1946
Radiato dai quadri del naviglio militare, e successivamente avviato alla demolizione.

Un’altra immagine dell’X 3 (g.c. Marcello Risolo, via www.naviearmatori.net)

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