mercoledì 4 dicembre 2019

RD 22

L’RD 22 (Coll. Guido Alfano, via Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net)

Dragamine della classe RD 21. Dislocamento standard 196 tonnellate e 201 a pieno carico, 38,1 metri di lunghezza per 5,82-6 di larghezza e 1,54-2,14 di pescaggio; velocità 12-13 nodi, autonomia 650 miglia. Armato con un cannone da 76/40 mm e due mitragliatrici da 13,2 mm (per altra fonte, da 6,5 mm).

Breve e parziale cronologia.

6 agosto 1917
Impostazione nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia (numero di costruzione 117).
31 dicembre 1917
Varo nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia.
1° febbraio 1918
Entrata in servizio.
12 febbraio 1942
L’RD 22, insieme alla torpediniera Insidioso ed a due motovedette, viene inviato alla ricerca dei superstiti del piroscafo Duino, affondato quattro giorni prima per urto contro mina al largo di Bari. Il Duino, partito da Cattaro per Bari il mattino dell’8 febbraio, non è mai arrivato a destinazione e sono trascorsi alcuni giorni prima che iniziassero le ricerche: soltanto al tramonto dell’11 febbraio il piroscafo Anna Martini ha trovato due zattere cariche di naufraghi della nave scomparsa, a 17 miglia per 63° da Bari. I superstiti salvati dall’Anna Martini hanno raccontato che ci sono almeno altre due zattere, che hanno visto allontanarsi dopo l’affondamento; per questo all’alba del 12 febbraio, vengono inviati a cercarle l’RD 22 e le altre tre unità, che conducono le ricerche in cooperazione con un aereo. Le quattro unità si dirigono verso il punto in cui l’Anna Martini ha trovato dei naufraghi, ed è proprio l’RD 22 ad avvistare e soccorrere le due zattere di cui avevano parlato i naufraghi: a bordo ci sono 23 superstiti ancora in vita ed un cadavere. Dopo questi, non verrà trovato più alcun altro naufrago del Duino: su 217 tra civili e militari a bordo del piroscafo, in 173 sono affondati con la nave o scomparsi in mare nei quattro giorni trascorsi alla deriva.
 
Profilo dei dragamine classe RD 21 (Associazione Navimodellisti Bolognesi)

L’affondamento

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’RD 22 rimase in territorio controllato dal “Regno del Sud”.
All’1.20 del 25 ottobre 1943, nel corso di un normale spostamento legato all’attività di dragaggio, l’RD 22 saltò in aria a 100 metri per 60° dal semaforo di Brindisi. Probabilmente l’esplosione era stata causata da una mina magnetica (secondo altra versione, l’RD 22 venne affondato dall’esplosione della mina mentre si apprestava ad iniziare il dragaggio davanti al porto di Brindisi).

Non vi furono superstiti. Alcune salme furono recuperate nei giorni successivi, come quella del marinaio ventitreenne Domenico Ranieri, di Mola di Bari: rinvenuta tre giorni dopo il disastro, venne portata nella locale infermeria, dove ne venne constatato il decesso. Il riconoscimento avvenne per mezzo della piastrina e di un dente rotto, riconosciuto da un cognato. Ranieri venne inizialmente sepolto nel cimitero di Brindisi, da dove venne poi riesumato otto giorni più tardi e trasportato nel paese natio, ove vennero celebrati i funerali nella Chiesa della Purificazione, alla presenza di una nutrita folla.

Le vittime:

Antonino Alioto, marinaio nocchiere, disperso
Armando Assogna, marinaio fuochista, disperso
Vito Barnabà, sottocapo fuochista, disperso
Salvatore Bazzano, sottocapo nocchiere, deceduto
Giovanni Cattaneo, marinaio fuochista, deceduto
Silverio Colonna, sottocapo segnalatore, disperso
Leonardo Comitini, capo nocchiere di seconda classe, deceduto
Bruno Cum, sottocapo torpediniere, deceduto
Domenico Di Camillo, marinaio fuochista, deceduto
Stefano Fricano, marinaio fuochista, disperso
Alfonso Gennari, marinaio fuochista, deceduto
Salvatore Grasso, sottocapo nocchiere, deceduto
Raffaele Guadalupi, marinaio, deceduto
Giovanni Lepore, sottocapo nocchiere, disperso
Giordano Loredan, secondo capo cannoniere, disperso
Giuseppe Monese, marinaio nocchiere, deceduto
Giuseppe Presti, sottocapo torpediniere, disperso
Primo Rabach, marinaio, disperso
Domenico Ranieri, marinaio, deceduto
Salvatore Russo, marinaio fuochista, disperso
Guido Tanganelli, capo meccanico di prima classe, deceduto
Antonio Tommasi, sergente fuochista, deceduto
Pietro Vampa, marinaio nocchiere, disperso
Alberto Vergati, sottocapo cannoniere, disperso


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