La Foscolo nell’ottobre 1942 (da “Navi mercantili perdute” di Rolando
Notarangelo e Gian Paolo Pagano, USMM, Roma 1997)
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Motonave da carico da
4500 tsl e 4200 tpl, lunga 117 metri e larga 15,2. Appartenente alla Società
Anonima di Navigazione Tirrenia, con sede a Napoli; iscritta con matricola 107
al Compartimento Marittimo di Fiume.
Fu la prima motonave
della classe «Poeti» (detta per questo anche classe «Foscolo»: Foscolo, Monti, D’Annunzio, Manzoni, Oriani, Tommaseo, Alfieri, Leopardi, Pascoli, Locchi, Borsi), una serie di veloci (15-16 nodi) motonavi da carico di
dimensioni più contenute rispetto alle altre motonavi di costruzione bellica
(che stazzavano invece tra le 6000 e le 8000 tsl), più basse sul mare e con
aspetto meno appariscente, in modo da rendere più difficile la loro individuazione.
Ordinate in origine dalla Tirrenia nel 1939 (su incentivo della Legge Benni per
l’ammodernamento della flotta mercantile), per le linee del Nord Europa e del
periplo italico, furono molto utili in guerra, permettendo di portare in Libia
importanti carichi in circostanze che lo avrebbero reso quasi impossibile a
mercantili più “tradizionali”; quattro di esse affondarono sulle rotte per
l’Africa settentrionale, e la Foscolo,
prima a entrare in servizio, fu anche la prima ad andarsene.
Breve e parziale cronologia.
10 agosto 1939
Impostata nei
Cantieri Navali del Quarnaro di Fiume (numero di costruzione 217).
Giugno 1942
Completata per la
società Tirrenia.
14 luglio 1942
Requisita a Fiume
dalla Regia Marina, senza essere iscritta nel ruolo del naviglio ausiliario
dello Stato.
14 agosto 1942
Giunta al Pireo da
Brindisi, lascia il porto ellenico alle tre di notte con la scorta delle
torpediniere Sirio e Orione e del cacciatorpediniere Saetta (caposcorta). Alle 8.30 del 14 il
Saetta lascia la scorta, e alle 15 la
Sirio fa lo stesso. Il carico della Foscolo consiste in 1009 tonnellate di
munizioni e materiali e 94 automezzi, oltre a 137 uomini.
15 agosto 1942
Arriva a Bengasi alle
9.30.
28 agosto 1942
Riparte da Bengasi
alle 19 insieme alla motonave Ravello,
con la scorta dei cacciatorpediniere Folgore,
Saetta e Nicoloso Da Recco (caposcorta) e della torpediniera Climene.
30 agosto 1942
Il convoglio giunge
al Pireo alle 6.30. La Foscolo
prosegue poi per Taranto.
18 settembre 1942
Parte dal Pireo alle
16 diretta a Tobruk, scortata dai cacciatorpediniere Antonio Pigafetta (capitano di vascello Enrico Mirti della Valle,
caposcorta) e Giovanni Da Verrazzano
(capitano di fregata Carlo Rossi).
19 settembre 1942
Dopo aver superato
indenne alcuni attacchi aerei – soprattutto notturni – la Foscolo giunge a Tobruk alle 10.40 con il suo carico di 43 veicoli
(215 tonnellate complessive), 601 tonnellate di munizioni e 953 tonnellate di
materiali.
25 settembre 1942
Rientra da Tobruk al
Pireo scortata dal cacciatorpediniere tedesco Hermes.
12 ottobre 1942
Salpa da Corfù alle
23.50 diretta a Bengasi, con la scorta del cacciatorpediniere Lampo (capitano di corvetta Antonio
Cuzzaniti) e della torpediniera Partenope
(capitano di corvetta Pasquale Senese).
13 ottobre 1942
Alle 7 il convoglio
si unisce ad un altro formato dalla motonave D’Annunzio scortata dai cacciatorpediniere Folgore (capitano di corvetta Renato D’Elia) e Nicoloso Da Recco (capitano di vascello Aldo Cocchia, caposcorta) e
dalle torpediniere Ardito (tenente di
vascello Emanuele Corsanego) e Clio
(tenente di vascello Ugo Tonani), formando così un unico convoglio. La scorta
aerea, nonostante un temporale, giunge sul cielo del convoglio in perfetto
orario.
Alle 21.58, mentre il
convoglio procede a 15 nodi, si accende un bengala, lontano, e si sente rumore
di aerei; su ordine del caposcorta Cocchia, tutte le navi iniziano ad emettere
nebbia. Alle 22 un aereo sgancia bombe che cadono tra le motonavi (che
procedono in linea di fronte) ed il Folgore
(a loro poppavia), senza causare danni; alle 23.07 si sente ancora rumore di
aerei e alle 23.30 si accendono nuovi bengala, tre, molto lontani sulla dritta.
Alle 23.56 un aereo sgancia bombe contro il Folgore,
mancandolo ma causandogli alcuni modesti danni da schegge.
14 ottobre 1942
Alle 00.30, cessato
ogni rumore di aerei (il convoglio è ora a 100 miglia da Bengasi), termina
l’allarme e si smette di emettere cortine nebbiogene.
La Foscolo, col resto del convoglio, giunge
a Bengasi alle 13.30.
19 ottobre 1942
Lascia Bengasi alle 10,
insieme alla gemella D’Annunzio, con
la scorta dei cacciatorpediniere Aviere
(caposcorta), Geniere e Camicia Nera.
21 ottobre 1942
Sosta notturna a
Corfù. Quando le navi ripartono, si unisce alla scorta la torpediniera Ardito; il convoglio arriva a Brindisi
alle tre di notte.
4 novembre 1942
Lascia Brindisi per
Bengasi a mezzogiorno, scortata da Geniere
(caposcorta) e Camicia Nera e dalla
torpediniera Aretusa.
5 novembre 1942
Il convoglio giunge
al Pireo alle 17.20 e vi sosta per qualche giorno.
9 novembre 1942
Il convoglio riparte
dal Pireo alle 10 e giunge a Suda alle 22; nuova sosta.
10 novembre 1942
Le navi ripartono da
Suda alle 18.
12 novembre 1942
Il convoglio giunge a
Bengasi alle 21.45.
15 novembre 1942
Lascia Bengasi alle
15.30 diretta a Tripoli, scortata dall’Aretusa.
16 novembre 1942
Foscolo e Aretusa arrivano a
Tripoli alle 22.30.
27 novembre 1942
Parte da Tripoli alle
17, con la scorta della torpediniera Fortunale.
La motonave trasporta alcune centinaia di prigionieri britannici evacuati dalla
Libia.
29 novembre 1942
Foscolo e Fortunale arrivano a
Napoli alle cinque.
4 dicembre 1942
La Foscolo si trova ormeggiata nel porto di
Napoli quando la città viene pesantemente bombardata, per la prima volta,
dall’aviazione statunitense: dalle 16.43 alle 17.25 venti bombardieri
Consolidated B-24 “Liberator” del 98th e 376th Squadron
USAAF sganciano bombe da 227 e 454 kg da 6200 metri di altezza, affondando
l’incrociatore leggero Muzio Attendolo,
danneggiando gravemente il Raimondo
Montecuccoli e causando danni meno estesi all’incrociatore leggero Eugenio di Savoia ed alla torpediniera Fortunale; sono danneggiate anche sei
piccole unità ausiliarie (V 10 Eugenio,
V 55 Maria S. S. Ausiliatrice, V 101 San Francesco di Paola, V 303 Ildebrando da Soana, Costanza e Salvatore M.) ed anche l’abitato circostante il porto subisce
immani distruzioni; le vittime militari sono oltre 250 (188 sul solo Attendolo, 44 sul Montecuccoli e 17 sull’Eugenio
di Savoia) e quelle civili almeno 159. La Foscolo è l’unica nave mercantile colpita durante l’incursione,
riportando un modesto incendio a bordo, che può essere rapidamente domato.
L'affondamento
La Foscolo fu una delle tante vittime del
difficile mese di dicembre 1942, che vide gli ultimi tentativi di rifornire la
Libia di carburante mediante navi da carico, finiti male nella maggior parte
dei casi.
La motonave
(comandante civile capitano di lungo corso Achille Cheracci, comandante
militare tenente di vascello Luigi Simonetti), dopo aver imbarcato benzina in
fusti, munizioni ed altri materiali, salpò da Napoli per Tripoli alle 21 (19
per altre fonti) del 12 dicembre 1942; la scortava il cacciatorpediniere Freccia (capitano di fregata Giuseppe
Andriani).
Questa volta “ULTRA”
non fece un buon lavoro; poté soltanto informare che, da messaggi decrittati,
la Foscolo sarebbe dovuta giungere a
Tripoli il 14 dicembre, ma non seppe fornire particolari su rotta, scorta,
velocità, porto di partenza od orari di partenza ed arrivo. Ma anche senza
l’aiuto di “ULTRA”, il dispositivo offensivo angloamericano aveva ormai
raggiunto un notevole livello di efficienza, e fu in grado di scoprire il
convoglio.
Le due navi
procedettero a 15 nodi – la velocità massima della Foscolo – fino a Trapani, dove giunsero a mezzogiorno del 13, e da
lì ripartirono per Tripoli alle 18.30 del giorno stesso con il rinforzo di
quattro motosiluranti tedesche (S 33,
S 57, S 58 e S 60) per la
scorta. Tale scorta per una sola nave era giustificata dall’importanza del
carico; la Foscolo stessa era dotata
di un forte armamento contraereo con cui difendersi (5-7 mitragliere Oerlikon
da 20 mm, oltre ad un cannone da 120/45 mm). Quale ulteriore precauzione, era
stata disposta l’uscita in mare dei sommergibili Uarsciek e Topazio con
duplice compito esplorativo ed offensivo, a protezione del convoglio.
Ma non sarebbe
bastato.
Appena un quarto
d’ora dopo la partenza da Trapani, alle 18.45 (mentre le navi stavano superando
le ostruzioni), l’apparato «Metox» del Freccia
(un apparecchio in grado di rilevare le emissioni dei radar nemici) captò
appunto delle trasmissioni provenienti da radar di aerei. Tali trasmissioni
cessarono, per poi riprendere alle 19.35, andando poi intensificandosi
progressivamente fino alle 20.45, divenendo pressoché continue.
Alle 20.54 il Freccia ordinò alla Foscolo di tornare in porto alla massima velocità, informandone
Supermarina un minuto dopo; ma alle 21.30 quest’ultimo comando ordinò al
convoglio di proseguire, ribadendo alle 21.51 «Per decidere rientro, aspettate
con sicurezza di essere scoperto e identificato». Tale era la disperazione di
far giungere in Libia un po’ di benzina, che si era disposti a correre ogni
rischio piuttosto che rinunciare.
Il fato del convoglio
si svolse inesorabile. Alle 21.36 le navi tornarono sulla rotta originaria; alle
21.55, i primi bengala si accesero a dritta del convoglio (in realtà un primo
bengala era già stato visto alle 21.45, ma lontanissimo, verso ovest); tre
minuti dopo il Freccia ordinò alla Foscolo di rientrare subito, mentre il
cacciatorpediniere proseguì per la sua rotta emettendo cortine fumogene e
sparando raffiche con le mitragliere. Mentre il Freccia lanciava una bomba fumogena, la motonave accostò a sinistra
e diede la poppa ai bengala, che diventavano sempre di più; anche le
motosiluranti tedesche, disposte attorno alla Foscolo in posizione di scorta ravvicinata, emettevano cortine
fumogene per nasconderla.
Alle 22.04 si
accesero dei nuovi bengala, stavolta con direttrice perpendicolare a quella di
quelli lanciati nove minuti prima.
Poi, giunsero gli
aerosiluranti: dei Fairey Albacore dell’828th Squadron della Fleet
Air Arm, decollati da Malta. Alle 22.12, la Foscolo
fu colpita da uno dei numerosi siluri lanciati a poppa dritta, nella stiva
numero 5; il carico di benzina prese subito fuoco, e presto anche il mare
circostante fu in fiamme, ricoperto dalla benzina incendiata.
Nel giro di poco
tempo, la motonave affondò in fiamme nel punto 37°33' N e 12°02' E (rapporto
del Freccia; la posizione indicata
dagli aerei attaccanti è invece 37°42' N e 11°55' E), 25 miglia a sudovest di
Capo Lilibeo. Dei 108 uomini che si trovavano a bordo, 27 persero la vita; il
comandante civile Cheracci abbandonò la nave per ultimo, mentre il comandante
militare Simonetti non la volle abbandonare e fu tra i 27 scomparsi.
Le vittime tra l'equipaggio civile:
Teobaldo Becagli, mozzo, da Potenza
Andrea Bradicich, carbonaio, da Draga di Moschiena
Giorgio Chenul, garzone di cucina, da Gismona
Giuseppe Draicchio, marinaio, da Lesina
Italo Evangelisti, marinaio, da La Spezia
Giuseppe Farosich, garzone di camera, da Draga di Moschiena
Gualtiero Gulich, cameriere, da Trieste
Giovanni Hreglia, marinaio, da Draga di Moschiena
Emilio Ivancich, cuoco, da Draga di Moschiena
Paolo Izzo, marinaio, da Torre del Greco
Teodoro Merlo, panettiere, da Parodi Ligure
Antonio Mestek, cuoco, da Fianona
Ettore Monticchio, fuochista, da Gallipoli (*)
Isidoro Superina, ufficiale di coperta, da Fiume
(*) La data di morte di Ettore Monticchio, per bombardamento aereo, è indicata come il 21 novembre 1942. Non è chiaro se ciò significhi che Monticchio morì sulla Foscolo per attacco aereo in tale data, o se semplicemente la data sia sbagliata.
La motivazione della Medaglia d'Argento al Valor Militare conferita alla memoria del tenente di vascello Luigi Simonetti, nato a Camogli il 12 dicembre 1895:
"Comandante militare di motonave veloce dimostrava in difficili missioni per l'A.S. elevate virtù militari e marinaresche superando vittoriosamente numerosi attacchi di aerosiluranti e bombardieri nemici e riuscendo a condurre in salvo l'unità. In una missione particolarmente delicata, fatta segno la sua nave ad improvviso e violento attacco notturno di aerosiluranti nemici, adottava con prontezza e perizia le misure intese a contrastare l'azione avversaria infondendo sereno coraggio e spirito combattivo ai dipendenti. Rimasta colpita la nave da siluro, che ne provocava l'incendio ed il rapido affondamento, si prodigava, incurante di qualsiasi pericolo, per la salvezza dell'equipaggio e dell'unità con la quale eroicamente scompariva nell'adempimento del dovere.
"Comandante militare di motonave veloce dimostrava in difficili missioni per l'A.S. elevate virtù militari e marinaresche superando vittoriosamente numerosi attacchi di aerosiluranti e bombardieri nemici e riuscendo a condurre in salvo l'unità. In una missione particolarmente delicata, fatta segno la sua nave ad improvviso e violento attacco notturno di aerosiluranti nemici, adottava con prontezza e perizia le misure intese a contrastare l'azione avversaria infondendo sereno coraggio e spirito combattivo ai dipendenti. Rimasta colpita la nave da siluro, che ne provocava l'incendio ed il rapido affondamento, si prodigava, incurante di qualsiasi pericolo, per la salvezza dell'equipaggio e dell'unità con la quale eroicamente scompariva nell'adempimento del dovere.
(Canale di Sicilia, 13 dicembre 1942)".
Le motosiluranti
tedesche recuperarono prontamente tutti i sopravvissuti, 50 italiani e 31
tedeschi. Quando il Freccia,
terminati gli attacchi aerei (che lo avevano costretto a manovrare per non
essere illuminato dai bengala ed assalito), tornò sul posto alle 22.44, trovò
sul mare solo la benzina – parte ancora nei fusti, parte galleggiante
sull’acqua – che continuava a bruciare. Alle 23.36, quando le fiamme furono
diminuite d’intensità, il cacciatorpediniere calò il proprio battello e cercò
eventuali ulteriori superstiti, in coordinazione con le motosiluranti, ma non
fu trovato nessun altro; le ricerche si conclusero alle 00.45 del 14. Più tardi
fu inviata sul posto, da Trapani, la piccola nave soccorso Laurana, che compì un’ulteriore ricerca, sempre con esito negativo.
Le motosiluranti
tedesche, ricevuto ordine di trasferirsi altrove, trasbordarono gli 81
naufraghi sul Freccia e se ne
andarono. Il cacciatorpediniere giunse a Trapani alle 4.40 del 14 dicembre, e
qui sbarcò i sopravvissuti della Foscolo.
Fin dalla sera prima,
con un messaggio inviato alle 23.55, Roma aveva provveduto ad avvisare Tripoli
che la Foscolo non sarebbe arrivata.
La Foscolo fotografata al Pireo il 6 settembre 1942 (foto Aldo Fraccaroli, da “Mussolini’s Navy: a Reference Guide to the Regia Marina 1930-1945” di Maurizio Brescia, Naval Institute Press, 2012)
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Monticchio Ettore Baldassarre, fratello di mio nonno, era imbarcato, e morì, sulla M/N. Ugo Foscolo, affondata il 13.12.1942.
RispondiEliminaQualcuno è in grado di ricordarlo?
La mia E Mail è emanuele.coltura@libero.it
Grazie.