Rimorchiatore-dragamine
della classe RD 39, armato dalla Regia Guardia di Finanza.
Dislocamento di 155 tonnellate standard e 203 o 207 tonnellate a
pieno carico, lungo 33-36,5 metri, largo 5,8 e pescante 2,2, con
velocità di 13-13,6 nodi; armato con un cannone da 76/40 mm e due
mitragliatrici da 6,5 mm.
Svolse intensa attività di dragaggio, completata da alcune missioni di trasporto e di ricerca di mine alla deriva; effettuò complessivamente 354 missioni, percorrendo 19.916 miglia nautiche e trascorrendo 2934 miglia in mare.
Svolse intensa attività di dragaggio, completata da alcune missioni di trasporto e di ricerca di mine alla deriva; effettuò complessivamente 354 missioni, percorrendo 19.916 miglia nautiche e trascorrendo 2934 miglia in mare.
Breve e parziale cronologia.
2 giugno 1919
Impostazione presso i cantieri Franco Tosi di Taranto.
12 aprile 1920
Varo presso i cantieri Franco Tosi di Taranto.
24 luglio 1920
Entrata in servizio. Tra i suoi primi comandanti c'è il guardiamarina Sabato Bottiglieri.
1927 (per altra fonte 1930 o 1933)
L'RD 43, insieme ad altri dieci rimorchiatori-dragamine (RD 4, RD 11, RD 12, RD 18, RD 21, RD 25, RD 28, RD 36, RD 37 e RD 42), viene temporaneamente concesso alla Regia Guardia di Finanza, venendo così armato da un equipaggio appartenente a tale corpo.
L'RD 43 e gli altri RD della Finanza vengono adibiti alla vigilanza in alto mare, ma al contempo seguiteranno a prendere parte ad esercitazioni e manovre militari, anche con la Squadra Navale (come nel 1932, quando due gruppi di dragamine partecipano alle manovre della Squadra Navale nel Mediterraneo centrale, fino a Tripoli, prendendo anche parte ad esercitazioni di cooperazione con le forze aeree). Questa collaborazione con la Marina – prevista dall'accordo per il passaggio dei dragamine alla Finanza – ha un impatto positivo sugli equipaggi, che sono così meglio addestrati.
L'RD 43 continuerà ad operare per la Guardia di Finanza, con equipaggio del suo “ramo mare”, sino alla perdita nel gennaio 1943.
20 agosto 1939
L'RD 43 viene mobilitato, insieme ad altre unità della Guardia di Finanza, nel quadro dei preparativi per la guerra ormai imminente. (Secondo Navyworld l'RD 43 sarebbe stato nuovamente trasferito alla Regia Marina il 19 agosto 1939, ma sembra probabile un errore).
10 giugno 1940
All'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale, l'RD 43 è dislocato in Sicilia occidentale, dove rimarrà per un anno (sua base principale in questo periodo sarà Trapani, ma sarà dislocato a Mazara del Vallo per due periodi dal 5 al 16 novembre 1940 e dal 7 gennaio al 1o marzo 1941).
18 marzo-12 aprile 1941
Effettua dragaggi sulla rotta Trapani-Palermo-Termini Imerese-Milazzo-Messina-Milazzo-Palermo-Trapani.
14 aprile-20 giugno 1941
L'RD 43, insieme al gemello RD 39 ed al dragamine ausiliario G 31 Nettuno, viene dislocato a Pantelleria per svolgere il dragaggio dei campi minati 4 AN e 5 AN bis, posati nei primi mesi della guerra per ostacolare il passaggio di navi britanniche tra Pantelleria e la Tunisia. L'esperienza bellica ha mostrato che questi due campi, per via della loro posizione, sono poco efficaci, e che al contempo sono d'intralcio per il traffico italiano tra Marettimo e Ras el Mustafà, pertanto Supermarina ne ha deciso la rimozione.
26 giugno 1941
Pochi giorni dopo il rientro a Trapani da Pantelleria, viene trasferito a Messina, dove viene sottoposto a lavori dalla fine di giugno alla prima decade di agosto.
13 agosto 1941
Lascia Messina diretto a Bengasi, sua nuova sede di dislocazione.
28 agosto 1941
Arriva a Bengasi dopo un viaggio di trasferimento in sette tappe. Vi rimarrà per due mesi.
Estate 1941
Mentre si trova ai lavori a Trapani, l'RD 43 viene scelto dal comandante della XVIII Flottiglia Dragaggio, capitano di corvetta Dario Buscaglia, per essere munito di telemetro, installato dall'officina di Lampedusa, al fine di poter determinare la posizione delle unità impegnate in operazioni di dragaggio in alto mare, quando la costa non è visibile, mediante rilevamenti e distanze telemetriche (durante tali operazioni, nelle quali è indispensabile conoscere sempre con esattezza la posizione, viene posata una prima boa in un punto fatto con rilievi dalla costa, e ad essa rimane ormeggiato un dragamine; viene poi posata una seconda boa dopo aver ricavato rilevamento e distanza dalla prima, quindi una terza con analogo metodo – a questo punto si salpa la prima boa, in precedenza necessaria per avere un rilevamento esatto –, e così via, usando le boe come punti di riferimento per determinare la posizione).
28 ottobre 1941
Lascia Bengasi diretto a Pantelleria.
5 novembre 1941
Arriva a Pantelleria, dopo una navigazione di trasferimento in due tappe. Vi sosta per oltre un mese.
8 dicembre 1941
Lascia Pantelleria diretto in Sicilia.
24 dicembre 1941
Dopo una sosta di 15 giorni a Trapani, arriva a Palermo, dove rimane ai lavori fino all'inizio di febbraio 1942.
6 febbraio 1942
Terminati i lavori, si trasferisce a Trapani, dove imbarca e collauda un nuovo apparato per il dragaggio di fabbricazione tedesca.
Viene quindi trasferito a Marsala, che sarà sua sede operativa fino alla fine del giugno 1942.
30 giugno 1942
Lascia Marsala diretto ad Augusta.
1o luglio 1942
Arriva ad Augusta; rimarrà dislocato in Sicilia orientale fino a metà novembre, svolgendo attività di dragaggio tra Augusta, Catania, Messina e Milazzo, salvo che per un breve periodo a Trapani dal 22 settembre al 4 ottobre 1942.
17 novembre 1942
L'RD 43, insieme al similare RD 12, parte da Messina per trasferirsi in Tunisia.
3 dicembre 1942
Arriva a La Goletta (Tunisi) dopo aver fatto scalo a Milazzo, Palermo e Trapani, dove ha sostato per dieci giorni effettuandovi tre missioni di dragaggio.
Inquadrato nella XLIII Flottiglia Dragamine, verrà poi impiegato per il dragaggio sulle rotte di sicurezza del Golfo di Tunisi, rimanendo di base a La Goletta fino alla perdita.
15 dicembre 1942
Partecipa ad una ricerca di naufraghi di navi affondate.
29 dicembre 1942
Rimorchia tra Capo Cartagine e La Goletta il similare RD 23, colto da avaria.
Burrasca
Alle 5.30 del 22 gennaio 1943 l'RD 43, al comando del maresciallo capo della Guardia di Finanza Raul Ricci e con a bordo un equipaggio misto della Marina e della Guardia di Finanza, salpò da La Goletta diretto a Biserta insieme al similare RD 33, armato dalla Marina, che aveva un motoveliero a rimorchio. Le tre navicelle incontrarono forte vento da maestrale, ma fino a mezzogiorno riuscirono a procedere senza particolari difficoltà perché avendo rotta verso nord avevano il mare in prora; quando però dovettero accostare verso ovest per dirigere su Biserta, l'RD 33 fu investito dal mare grosso al traverso e s'ingavonò, per poi capovolgersi ed affondare alle 12.05.
L'RD 43 manovrò per soccorrere i naufraghi del sezionario, ma nel farlo venne a sua volta investito da un'ondata, che lo fece capovolgere ed affondare alle 12.44, due miglia a nord dell'Isola Plana, nel Golfo di Tunisi (costa orientale della Tunisia).
Mentre oltre metà dell'equipaggio dell'RD 33 morì nel disastro, 28 dei 31 uomini che componevano l'equipaggio dell'RD 43 (il comandante Ricci, altri quattro sottufficiali e dieci militi della Guardia di Finanza e cinque sottocapi ed otto marinai della Marina) vennero tratti in salvo, grazie all'intervento di un grosso peschereccio che si trovava in zona e che recuperò i naufraghi, sbarcandoli a Biserta.
Dell'equipaggio dell'RD 43 risultarono dispersi il marinaio Pietro Mercadante, di 22 anni, da Palermo, ed il marinaio fuochista Mario Pavesio, di 23 anni, da Arignano, ambedue appartenenti alla Regia Marina. Il finanziere Vezio Lubrano della Guardia di Finanza Mare, di 23 anni, da Orbetello, venne recuperato ancora in vita dalla torpediniera Orsa ma morì poco dopo a bordo della nave soccorritrice, divenendo la terza vittima del naufragio; venne sepolto a Biserta.
Elenchi
del personale imbarcato sull'RD 43 e documenti relativi alle
vittime dell'affondamento (Ufficio Storico della Marina Militare)
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