Il Ravenna (da www.italianliners.com) |
Piroscafo da carico
di 1148 tsl e 695 tsn, lungo 75,9-78,20 metri, largo 10,06 e pescante 4,77-5,1,
con velocità di 8-9 nodi. Di proprietà dell’armatore Ignazio Messina di Genova,
iscritto con matricola 1246 al Compartimento Marittimo di Genova.
Aveva due ponti, prua
verticale e quattro alberi, tutti utilizzati come bighi; era propulso da una
macchina a vapore a triplice espansione a tre cilindri. Pur avendo cambiato più
volte armatore, non mutò mai nome nell’arco della sua quasi sessantennale
carriera.
Breve e parziale cronologia.
9 agosto 1888
Varato come piroscafo
misto Ravenna nel Victoria Shipyard
della ditta Ramage & Ferguson Ltd. di Leith (numero di costruzione 86).
1888
Completato per la
Leith, Hull & Hamburg Steam Packet Company Ltd. di Leith, in gestione a
James Currie (J. Currie & Co). Stazza lorda e netta risultano essere 1203
tsl e 767 o 795 tsn; registrato a Leith dal 3 settembre 1888.
1895
Stazza lorda e netta
risultano essere 1243 tsl e 778 tsn.
1909
Stazza lorda e netta
diventano 1169 tsl e 713 tsn.
1911
Venduto alla London
& Edinburgh Shipping Company Ltd. di Edimburgo (o Leith); in gestione a
Frederick C. Kennedy di Leith.
3 febbraio 1916
Il Ravenna, al comando del capitano James
Rosie, entra nel Firth of Forth pur non essendo troppo tardi per raggiungere
Inchkeith prima di notte. Ciò costituisce una violazione delle disposizioni
vigenti per il tempo di guerra, ragion per cui il capitano Rosie – che si
giustificherà spiegando di aver avuto problemi di macchina che gli hanno
impedito di raggiungere in tempo l’unità di vigilanza – sarà multato per 40
sterline.
1917
In gestione a George
C. Duff di Leith.
7 agosto 1924
Acquistato dalla
Atlantide Società per Imprese Marittima, avente sede a Genova e di proprietà
dei fratelli genovesi Federico, Eugenio ed Enrico Costa. Questi ultimi sono anche
i proprietari della ditta Giacomo Costa fu Andrea S.N.C. di Genova, attiva nella
produzione (con impianti di raffinazione a Genova e nel Sud Italia) e nel
commercio, verso l’Australia e le Americhe, dell’olio d’oliva (marchi "Dante"
e "Bau", quest’ultimo destinato al mercato sudamericano); il Ravenna viene impiegato nell’approvvigionamento
di materia prima dal Mediterraneo orientale, dove viene acquistato l’olio
d’oliva grezzo che viene poi trasportato e raffinato negli stabilimenti
italiani ed esportato oltreoceano (per altra versione, l’acquisto del Ravenna sarebbe stato invece deciso in
seguito all’espansione delle esportazioni della società verso le Americhe e
l’Oceania, e la nave sarebbe stata impiegata proprio nelle esportazioni verso
queste lontane terre, il che sembra alquanto improbabile date le sue modeste
dimensioni).
Si tratta della prima
nave acquistata dalla società Costa, fondata nel 1854 per il commercio di olio
d’oliva e tessuti tra la Liguria e la Sardegna e poi concentratasi sull’olio
espandendo il proprio mercato oltreoceano, ma che fino a quel momento si è
servita di altri armatori per i propri commerci: l’acquisto del Ravenna è stato deciso per non dover più
pagare le alte tariffe di nolo per il trasporto della materia prima (salite
anche per via dell’ampliamento della sfera dei commerci della società, con
conseguente allungamento delle rotte), e per accelerare il giro d’affari.
Registrato al
compartimento marittimo di Genova, il Ravenna
diviene così la prima nave della flotta di quella che diventerà, molti anni
dopo, la Costa Crociere; la prima a portare sul fumaiolo la livrea destinata a
diventare celebre nei decenni a venire: “giallo olio di oliva” con una C color
“blu manto di madonna”. Il suo nominativo di chiamata è PEBK.
L’inizio non è dei
più promettenti: la consegna del primo carico di olio grezzo subisce un ritardo
di circa un mese, durante il quale si verifica un crollo del prezzo dell’olio
d’oliva, con conseguente deprezzamento del carico che supera il valore stesso
di acquisto del Ravenna. Nondimeno,
l’attività continua e negli anni successivi la nave fa la spola tra Turchia,
Grecia, Spagna e Tunisia, dove carica l’olio grezzo in fusti, acquistato a prezzi
convenienti grazie all’abbondanza dei raccolti in quei territori, e
Sampierdarena, dove l’olio viene raffinato nello stabilimento della società
Costa. Grazie alle ridotte dimensioni, può accedere anche a sorgitori privi di
vere e proprie strutture portuali.
(Per altra fonte, nel
1924 il Ravenna sarebbe stato
acquistato dalla Società Imprese Marittime Fratelli Frassinetti di Genova.
Secondo un’altra, prima di essere acquistato dai Costa il Ravenna “trasportava carbone da Rotterdam per conto delle Ferrovie
dello Stato con sbarchi nei depositi ferroviari lungo la costa italiana sino a
Reggio Calabria, dove caricava frutta e verdura per i porti del Mare del Nord”).
Dipinto del Ravenna con i colori della flotta Costa (da www.marinaiditalia.com) |
1927
Formalmente
trasferito alla Giacomo Costa fu Andrea di Genova.
Nel 1928 i Costa
affiancheranno al Ravenna un secondo
piroscafo, il Langano, cui seguirà nel
1931 l’acquisto del Federico e poi
quello di altri cinque piroscafi nel 1934-1935. Oltre all’olio d’oliva della
società Costa, le navi trasportano anche merci di altro genere per altre compagnie,
specialmente tessuti tra Genova e la Sardegna.
1933
Dopo nove anni
passati a trasportare olio d’oliva per i Costa tra i porti del Mediterraneo, il
Ravenna viene venduto alla Ignazio
Messina & C. di Genova, avendo la Giacomo Costa fu Andrea ampliato la
propria flotta con l’acquisto di altri piroscafi più grandi e meno datati.
Viene posto in
servizio sulla linea Genova-Tripoli, con scalo intermedio a Messina, insieme ai
piroscafi Polinnia, Penelope e Polinice, di analoghe dimensioni ed età. Le partenze avvengono con
cadenza bi o trisettimanale; le navi della società Messina effettuano anche il
servizio di trasporto postale non sovvenzionato dallo Stato.
1934
Il nominativo di
chiamata cambia in ISLT.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella
seconda guerra mondiale. Il Ravenna
non verrà mai requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio
ausiliario dello Stato. Sarà impiegato principalmente nel traffico di
cabotaggio lungo le coste italiane.
10 agosto 1940
Il Ravenna ed il piroscafo Bainsizza partono da Tripoli diretti a
Bengasi alle 10.30, scortati dalle torpediniere Centauro e Generale Achille
Papa (caposcorta).
12 agosto 1940
Il convoglio giunge a
Bengasi alle 18.30.
22 agosto 1940
Il Ravenna e la motonave Città di Messina lasciano Bengasi alle
sei del mattino diretti a Derna, con la scorta della torpediniera Procione.
23 agosto 1940
Il convoglietto
raggiunge Derna alle sei.
4 settembre 1940
Il Ravenna, i piroscafi Prospero e San Giovanni Battista e la nave cisterna Utilitas lasciano Bengasi per Tripoli alle 17.30, scortati dalla
vecchia torpediniera Giuseppe Sirtori.
7 settembre 1940
Il convoglio giunge a
Tripoli alle 18.
20 ottobre 1940
Alle quattro del
mattino il Ravenna ed un altro
piroscafo, l’Avionia, lasciano
Tripoli alla volta di Palermo, scortati dalla torpediniera Centauro. Al tramonto quest’ultima è rilevata dalla gemella Calipso.
23 ottobre 1940
Il convoglio
raggiunge Palermo alle 21.
7 maggio 1942
Il Ravenna compie un viaggio dal Pireo a
Kumi, scortato da due motovedette tedesche.
La fine
Nella notte tra il 28
ed il 29 settembre 1942 il Ravenna,
in navigazione da Taranto verso sud in convoglio con altri due piroscafi, venne
attaccato da bombardieri Vickers Wellington della Royal Air Force cinque miglia
a nordest di Capo Spartivento; nessuna nave fu colpita, ma il Ravenna, per errore di manovra,
s’incagliò presso Locri, poche miglia a sud di Punta Stilo, senza riportare
danni ma restando arenato a poche centinaia di metri dalla spiaggia. Come se
non bastasse, scoppiò a bordo anche un incendio (fonti britanniche affermano
invece che il Ravenna sarebbe stato
danneggiato dai Wellington).
Vennero inviati sul
posto vari mezzi per provvedere al disincaglio e si diede inizio alle
operazioni di allibo del carico al fine di alleggerire il Ravenna per consentire di disincagliarlo, ma alle sette del mattino
del 1° ottobre, prima che fosse possibile liberare la nave dalla morsa del
fondale, il Ravenna venne avvistato
dal sommergibile britannico P 44 (poi
ribattezzato United, tenente di
vascello Thomas Erasmus Barlow), partito tre giorni prima da Malta. Non si
trattava di un incontro casuale: il giorno precedente, il 30 settembre, Barlow
aveva ricevuto un messaggio del comandante della 10a Flottiglia
Sommergibili di Malta che lo informava della presenza di una nave incagliata al
largo di Locri. Direttosi verso la posizione indicata nel messaggio, il P 44 vi aveva puntualmente trovato il Ravenna; osservando al periscopio,
Barlow notò che oltre al piroscafo incagliato erano visibili anche un motoveliero,
ormeggiato sottobordo al Ravenna (era
infatti in corso il trasbordo del carico per alleggerire la nave), ed un MAS in
pattugliamento verso il mare aperto, nonché due aerei in pattugliamento nel
cielo.
Il P 44 impiegò quasi due ore per portarsi
in una posizione favorevole per lanciare i propri siluri; alle 8.55, infine,
lanciò un singolo siluro da 1800 metri di distanza, in posizione 38°15’ N e
16°17’ E. L’arma centrò inevitabilmente la preda ferma ed inerme, esplosione
sentita a bordo del P 44, che alle
8.58 lanciò un secondo siluro contro un’altra unità, ritenuta un rimorchiatore
od una nave per recuperi, frattanto avvistata circa mezzo miglio più a sud.
Questa volta l’arma non andò a segno; quando alle 9.40 il P 44 tornò ad osservare il Ravenna,
Barlow vide che appariva più basso sull’acqua, con il rimorchiatore accanto,
mentre il motoveliero era scomparso; il comandante britannico ritenne che fosse
affondato, ma non risulta che nessun motoveliero italiano sia andato perduto in
questa circostanza. Più probabilmente, dopo il siluramento del Ravenna si spostò sull’altro lato della
nave o lasciò la zona. Barlow non ritenne che valesse la pena di sprecare un
altro siluro per distruggere completamente il piroscafo, pertanto decise di
ripiegare verso il mare aperto.
Il siluro sventrò lo
scafo del Ravenna all’altezza della
stiva numero 2, ma il piroscafo non affondò, essendo già poggiato sul
bassofondale prima del siluramento; i danni causati dell’esplosione del siluro furono
comunque tali da farlo considerare in un primo momento perduto. Non si
lamentarono vittime tra l’equipaggio.
Tre giorni dopo
l’attacco, il P 44 tornò sul posto,
ed osservò che la nave aveva entrambe le stive di prua squarciate e la stiva
numero 1 squarciata su entrambi i lati all’altezza della linea di
galleggiamento.
Il relitto del Ravenna venne successivamente
rattoppato, disincagliato e rimorchiato a Messina, da dove fu poi rimorchiato a
Genova con un lungo viaggio in più tappe, protrattosi dal 12 ottobre 1942 al 9
febbraio 1943 (secondo il volume "Navi mercantili perdute" dell’USMM;
secondo "Navi e marinai italiani nella seconda guerra mondiale" di
Erminio Bagnasco, invece, la nave venne recuperata il 9 febbraio 1943 e poi
rimorchiata a Genova, il che sembra più logico data l’entità dei danni causati
dal siluramento, difficilmente riparabili in soli dodici giorni). Qui, a
dispetto delle valutazioni iniziali che avevano dato il Ravenna come irrimediabilmente perduto, ebbero inizio le
riparazioni; ma la vecchia nave non sarebbe mai più tornata a navigare, in
quanto in seguito all’armistizio fu catturata a Genova dai tedeschi, che nel
1944 l’affondarono per ostruire l’imboccatura del porto (altra fonte la dà
invece come venduta per demolizione nel 1944, un’altra ancora come affondata
nel porto di Genova da un bombardamento).
Finita la guerra, nel
1946, il relitto del Ravenna venne
recuperato ed avviato alla demolizione.
Il siluramento del Ravenna nel giornale di bordo del P 44 (da Uboat.net):
“0700 hours - Sighted a merchant vessel aground in the position stated
in yesterdays signal from Capt. S.10. A MAS boat was patrolling to seaward and
a schooner was alongside. Also two aircraft were patrolling overhead. Tried to
obtain a suitable firing position for nearly 2 hours.
0855 hours - In position 38°15'N, 16°17'E
fired one torpedo from 2000 yards. Heard it hit.
0858 hours - Fired another torpedo at a second
vessel that had meanwhile been sighted half a mile to the south. This vessel
was believed to be a tug or salvage vessel. This torpedo missed.
0940 hours - The merchant vessel was seen to
be deeper in the water with the tug standing by. The schooner that had been
sunk could no longer be seen”.
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