venerdì 12 febbraio 2016

Narvalo

Il Narvalo (da www.wrecksite.eu

Sommergibile di media crociera della classe Squalo (dislocamento di 937 tonnellate in superficie e 1146 in immersione).
In guerra effettuò 23 missioni offensive/esplorative, 8 missioni di trasporto (durante le quali trasportò in tutto 510,3 tonnellate di rifornimenti, di cui 404,7 di munizioni, 70,7 di carburante e lubrificante in latte, 25 di provviste e 9,9 di altri materiali) e 5 di trasferimento, percorrendo in tutto 20.760 miglia in superficie e 3020 in immersione.

Breve e parziale cronologia.

17 ottobre 1928
Impostazione nel Cantiere Navale Triestino di Monfalcone (numero di costruzione 208).
15 marzo 1930
Varo nel Cantiere Navale Triestino di Monfalcone.
6 dicembre 1930
Entrata in servizio. Assegnato alla II Squadriglia Sommergibili di Media Crociera, con base a La Spezia, insieme ai gemelli Squalo, Tricheco e Delfino ed a sommergibili di altre classi.
1930
Compie una lunga crociera con scali in numerosi porti italiani.
1932
Effettua una crociera d’addestramento in Mediterraneo orientale.
Marzo 1932
Viene visitato da una delegazione sovietica, in visita in Italia per valutare l’acquisto di unità di costruzione italiana.
1934
Trasferito a Napoli ed assegnato alla IV Squadriglia Sommergibili, insieme a Squalo, Tricheco e Delfino.
1935
Trasferito a Tobruk per un breve periodo.
1935-1937
Dislocato a Massaua insieme al Tricheco, per valutare le prestazioni della classe in mari caldi. Durante questo periodo dimostra buone qualità operative in climi tropicali, tanto che al rientro riceverà un particolare elogio ministeriale per l’ottimo servizio svolto.
In questo periodo è comandante del Narvalo il capitano di corvetta Ugo Botti, futura MOVM; presta servizio a bordo anche un’altra futura MOVM, il guardiamarina Licio Visintini.
1938
Trasferito a Fiume e poi a Messina, in seno alla XXXIII Squadriglia Sommergibili (sempre insieme a Squalo, Delfino e Tricheco).
5 maggio 1938
Partecipa alla rivista navale «H» tenuta nel Golfo di Napoli per la visita in Italia di Adolf Hitler.

Il Narvalo (in secondo piano) e lo Squalo (in primo piano) alla rivista navale “H” (da “I sommergibili italiani” di Paolo Mario Pollina, USMM, 1963, via www.betasom.it

1939
Assegnato alla Scuola Sommergibili di Pola, per la quale svolge intensa attività addestrativa.
10 giugno 1940
All’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il Narvalo fa parte della LI Squadriglia Sommergibili (V Gruppo Sommergibili di Lero) insieme ai gemelli Squalo, Delfino e Tricheco.
Effettua missioni di agguato offensivo nel Mediterraneo orientale.
26 luglio 1940
Inviato in missione tra Alessandria e Creta.
17 settembre 1940
Inviato a pattugliare le acque a nord di Creta, insieme ai sommergibili Beilul, Squalo e Delfino.
28 ottobre 1940
Il Narvalo, insieme ai sommergibili Zaffiro e Filippo Corridoni, salpa da Taranto per una missione di trasporto, con un carico di rifornimenti destinati a Lero e Rodi. Dopo aver consegnato i rifornimenti, pattuglia la zona all’infruttuosa ricerca di navi greche o britanniche.
20 novembre 1940
Inviato in agguato nel Canale di Caso.
13-25 dicembre 1940
Pattuglia le rotte dei convogli al largo della Libia.
12 gennaio 1941
Inviato in missione in Mar Egeo.
27-28 settembre 1941
Il Narvalo (tenente di vascello Giuseppe Caito), inviato con altri sommergibili nel Mediterraneo occidentale per contrastare l’operazione britannica «Halberd» (invio a Malta di un convoglio di 9 mercantili scortati dalla Forza X – 5 incrociatori e 9 cacciatorpediniere – e con l’appoggio della Forza H con le corazzate Rodney, Nelson e Prince of Wales, la portaerei Ark Royal, 9 cacciatorpediniere, un’unità rifornitrice ed una corvetta; al contempo anche rientro da Malta a Gibilterra di tre mercantili scortati da una corvetta ed azione diversiva della Mediterranean Fleet di Alessandria; ma i comandi italiani ritengono erroneamente, in un primo momento, che si prepari invece un attacco alle coste italiane), avvista durante la notte tra il 27 ed il 28 una formazione britannica al largo di Capo Bon e lancia due siluri contro un mercantile, ma le armi non vanno a segno.
17 ottobre 1941
Viene nuovamente inviato in missione nelle acque di Capo Bon, unitamente allo Squalo.
10 novembre 1941
Viene inviato a pattugliare le acque ad est di Gibilterra, insieme ai sommergibili Aradam, Squalo, Turchese, Onice e Fratelli Bandiera.
13 dicembre 1941
Viene inviato a pattugliare le acque a sud di Malta, insieme ai sommergibili Squalo, Topazio, Veniero e Santorre Santarosa, per contrastare un’eventuale uscita in mare della Forza K, a protezione dell’operazione «M. 41» per il rifornimento della Libia (poi abortita a seguito degli intensi attacchi britannici e dei relativi danni e perdite subiti).
14 dicembre 1941
Viene sottoposto a pesante caccia antisommergibile, con lancio di numerose bombe di profondità, da unità leggere britanniche, al largo di Capo Passero; a causa dei gravi danni subiti, deve tornare alla base.
Giugno 1942
A seguito di insistenti richieste da parte dei Comandi tedeschi, che premono per l’impiego dei sommergibili in missioni di trasporto per far giungere rifornimenti in prossimità delle prime linee, durante l’avanzata delle forze di Rommel – benché il normale traffico di navi mercantili si stia svolgendo senza problemi, con perdite limitatissime (e dunque non vi sia alcun bisogno di impiegare i sommergibili), e nonostante un sommergibile non possa trasportare nemmeno un decimo di ciò che può caricare una piccola nave mercantile –, il Grupsom Taranto riceve ordine di adibire alcune delle proprie unità al trasporto di benzina avio per la Luftwaffe. Altri enti e comandi tedeschi fanno analoga richiesta, ma l’ordine rimane tassativamente limitato alla sola benzina per aerei.
Il Narvalo, essendo ormai un battello anziano e poco adatto a compiti offensivi, è tra i sommergibili scelti per questo servizio, insieme agli ancor più vecchi Antonio Sciesa, Enrico Toti e Santorre Santarosa ed ai posamine Atropo, Micca, Marcantonio Bragadin, Filippo Corridoni e Zoea.
7 luglio 1942
Parte da Taranto a mezzogiorno per trasportare 23 tonnellate di benzina e 46 tonnellate di munizioni a Derna e Tobruk.
10 luglio 1942
Giunge a Derna alle 20.45.
12 luglio 1942
Sosta a Ras Hilal dalle 8.30 alle 22.
13 luglio 1942
Giunge a Tobruk alle 8.20. Sbarcato il carico, lascia Tobruk alle 18 insieme al sommergibile posamine Atropo, anch’esso di ritorno da una missione di trasporto.
17 luglio 1942
Giunge a Taranto alle 13.
27 luglio 1942
Parte da Taranto per Tobruk alle 15.20, con 31,2 tonnellate di munizioni e 20,5 di viveri.
30 luglio 1942
Giunge a Tobruk alle 7.40. Sbarcato il carico, riparte alle 16.
2 agosto 1942
Arriva a Taranto alle 11.20.
10 agosto 1942
Parte da Taranto per Tobruk alle 12.30, trasportando 70,5 tonnellate di munizioni.
13 agosto 1942
Arriva a Tobruk alle 7.15.
15 agosto 1942
Riparte da Tobruk alle 16.30, rientrando a Taranto.
26 agosto 1942
Parte da Taranto per Bengasi alle 12.50, con un carico di 60,5 tonnellate di munizioni.
29 agosto 1942
Arriva a Bengasi alle 6.15. Successivamente si trasferisce a Tobruk.
21 settembre 1942
Lascia Tobruk alle 15.30 e ritorna a Taranto.
6 ottobre 1942
Salpa da Taranto alle 12.20 trasportando 71,6 tonnellate di munizioni e 1,5 tonnellate di provviste, diretto a Bengasi.
9 ottobre 1942
Arriva a Bengasi alle 9, sbarca il carico e riparte alle 16.
11 ottobre 1942
Arriva a Taranto alle 14.15.
26 novembre 1942
Salpa a Taranto per Tripoli alle 14.20, trasportando 40 tonnellate di munizioni, 23 tonnellate di benzina in latte e 1,2 tonnellate di lubrificanti.
29 novembre 1942
Arriva a Tripoli alle 11.45, scarica il carico e riparte alle 20.30.
2 dicembre 1942
Arriva a Taranto alle 14.10.
 

Il varo del Narvalo (da “I sommergibili di Monfalcone” di Alessandro Turrini, supplemento alla Rivista Marittima n. 11 del novembre 1998, via www.betasom.it
La fine

Alle 12.30 del 9 gennaio 1943 il Narvalo lasciò Taranto per una nuova missione di trasporto, con un carico di 24 tonnellate di benzina in latte e 31 tonnellate di munizioni. La destinazione era Tripoli: la stretta britannica sugli ultimi convogli per la Libia si era fatta sempre più forte sul finire del 1942, tanto che nel mese di dicembre, su nove navi mercantili partite per la Libia, solo quattro erano arrivate; quattro motovelieri, partiti anch’essi per Tripoli, erano stati tutti affondati.
La fine del 1942 segnò anche la fine delle partenze di navi mercantili per la Libia: le ultime ad arrivare a Tripoli furono l’italiana Zenobia Martini e la tedesca KT 2, entrambe giunte nel porto libico il 31 dicembre.
Poi, non vi furono più partenze; gli ultimi modestissimi quantitativi di rifornimenti inviati a Tripoli vennero imbarcati su sommergibili e motozattere. Nel mese di gennaio 1943, tre sommergibili italiani presero il mare trasportando rifornimenti diretti a Tripoli: arrivarono tutti a destinazione, ma solo uno fece ritorno in Italia.
Il Narvalo fu appunto uno di questi tre sommergibili. Inviare rifornimenti a Tripoli il 9 gennaio 1943 aveva dell’assurdo, dato che ormai la capitale libica aveva i giorni contati (sarebbe caduta il 23 gennaio); aveva più senso sgomberare la città salvando il salvabile e facendo rientrare in Italia o Tunisia le navi che ancora vi si trovavano (come fu fatto solo pochi giorni dopo), che non inviarvi qualche infimo carico di materiali che certo non avrebbe mutato la situazione, e che assai probabilmente sarebbe andato invece perduto insieme con l’unità incaricata di trasportarlo. Ma questi erano gli ordini, ed il Narvalo partì.
Il viaggio di andata si svolse senza particolari problemi; il sommergibile raggiunse Tripoli alle 14.30 del 13 gennaio, e mise a terra il proprio carico come previsto.
Subito dopo, il Narvalo imbarcò un gruppetto di prigionieri britannici e statunitensi, dopo di che lasciò Tripoli in serata per affrontare la navigazione di ritorno a Taranto.
A bordo, in tutto, si trovavano ben 83 uomini: 61 membri dell’equipaggio al comando del tenente di vascello Ludovico Grion, undici ufficiali angloamericani prigionieri (tra di essi i tenenti Philip W. Bailey e Bernard A. Gillespie del 17th Bomb Group dell’USAAF, catturati il 31 dicembre dopo che il loro bombardiere era stato abbattuto presso Gabes, il tenente Harrison Lentz del 1st Fighter Group USAAF ed il tenente britannico John Benham Turner dell’11th Hussars), cinque giovani bersaglieri italiani al comando di un ufficiale, di scorta ai prigionieri, e sei ufficiali del Genio militare (Regio Esercito), incaricati di scortare alcune casse di documenti del Comando Superiore Genio Africa Settentrionale (uno di loro era il sottotenente Giuseppe Mantellini).

La rotta del Narvalo, però, s’incrociò con quella del convoglio britannico «ME. 15», in navigazione da Malta ad Alessandria, sulla cui rotta il battello di Grion si trovava inconsapevolmente. Uno degli aerei di scorta al convoglio, un bombardiere Bristol Beaufort pilotato dal tenente (Flying Officer) John N. Cartwright del 39th Squadron della Royal Air Force, stava volando a sud di Luqa (Malta) e precisamente 140 miglia a sudest dell’isola quando, alle 13 (altre fonti parlano delle 13.45) del 14 gennaio, avvistò il sommergibile italiano che procedeva in superficie. Il Beaufort, non sapendo che a bordo vi fossero anche prigionieri Alleati, attaccò e lanciò quattro bombe di profondità, che colpirono il Narvalo; poi lo mitragliò.
Sul Narvalo il guardiamarina Giulio Porcelli, di guardia in plancia, impugnò personalmente una mitragliera contraerea e rispose al fuoco; quando questa fu colpita e messa fuori uso, si mise a ripararla insieme al comandante in seconda ed al secondo capo cannoniere Pellegrino Mastrantonio, nonostante l’aereo stesse continuando a mitragliarli.
I danni non provocarono l’affondamento del battello, ma furono sufficienti a mettere fuori uso degli apparati vitali, immobilizzarlo ed impedendogli di immergersi; il comandante Grion dovette disporre l’autoaffondamento. Quando Cartwright si allontanò, registrò che una parte dell’equipaggio del sommergibile era in coperta e stava agitando una bandiera bianca, ma al contempo le sue mitragliere continuavano a sparare contro l’aereo britannico. Mentre si allontanava, lanciò il segnale di scoperta del Narvalo e richiese assistenza alla scorta del convoglio.
Le procedure di autoaffondamento erano già iniziate quando, alle 13.30, sopraggiunsero i cacciatorpediniere britannici Hursley (capitano di corvetta William John Patrick Church) e Pakenham (capitano di fregata Edward Arthur Gibbs), distaccati dalla scorta del convoglio «ME. 15» ed indirizzati sul posto dal Beaufort.
Le due unità nemiche aprirono il fuoco contro il sommergibile già agonizzante; dopo un breve, impari scontro, il Narvalo fu affondato a cannonate dalle navi britanniche, colando a picco alle 14 (o 14.30) del 14 gennaio 1943, in posizione 34°08’ N e 16°04’ E.
Lo seguirono in fondo al mare 29 membri del suo equipaggio (4 ufficiali, 6 sottufficiali e 19 sottocapi e marinai), otto dei prigionieri e tutti gli undici militari italiani imbarcati a Tripoli. Hursley e Pakenham recuperarono i sopravvissuti, 32 uomini dell’equipaggio (tra cui il comandante Grion) e tre prigionieri (Lentz, Gillespie ed un ufficiale britannico), che sbarcarono a Malta.
Il guardiamarina Porcelli ed il secondo capo Mastrantonio, scomparsi in mare dopo aver abbandonato il sommergibile su ordine del comandante, vennero decorati con la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria.

I caduti tra l’equipaggio del Narvalo:

Cesare Battisti, marinaio
Orazio Cagnoni, sottocapo
Giuseppe Callegaro, sergente
Sergio Casagrande, sottocapo
Josto Contini, capo di terza classe
Pierino De Martino, sottocapo
Giulio Faiman, marinaio
Nicolò Ferrante, sottocapo
Werter Forlani, marinaio
Tommaso Ignominello, marinaio
Realdo Lappi, sottocapo
Erminio Masaia, sottocapo
Pellegrino Mastrantonio (o Mastantuoni), secondo capo
Onofrio Montella, sottotenente del Genio Navale
Federico Mutti, sottocapo
Guido Napolitano, marinaio
Giovanni Papandrea, sergente
Everino Perucca, marinaio
Umberto Piersanti, marinaio
Giulio Porcelli, guardiamarina
Matteo Riva, tenente del Genio Navale
Remo Rizzetto, marinaio
Teodoro Rossi, guardiamarina
Gaetano Runello, marinaio
Domenico Ruta, capo di terza classe
Giacomo Serra, sottocapo
Onofrio Zannuto, marinaio
Giuseppe Zenardi, sottocapo
Vincenzo Zulli, capo di terza classe


La motivazione della Medaglia d’argento al Valor Militare conferita alla memoria del guardiamarina Giulio Porcelli:

“Ufficiale di guardia in plancia di sommergibile, attaccato con bombe e mitragliato da aereo, impugnava una delle mitragliatrici di bordo per controbattere il fuoco nemico. Successivamente, incurante del continuo mitragliamento nemico, coadiuvava l'ufficiale in seconda nel tentativo di rimettere in efficienza l'arma inutilizzata dall'offesa nemica, dimostrando ardimento e freddo coraggio. Abbandonava il sommergibile solo all'ordine del comandante, scomparendo poi in mare vittima del suo attaccamento al dovere.
Mediterraneo Centrale, 14 gennaio 1943”


La motivazione della Medaglia d’argento al Valor Militare conferita alla memoria del secondo capo cannoniere puntatore scelto Pellegrino Mastrantonio:

“Capo cannoniere di sommergibile attaccato da soverchianti forze avversarie e gravemente danneggiato, si prodigava con sereno sprezzo del pericolo al riattivamento della mitragliera di bordo inceppata, incurante del continuo mitragliamento del nemico. Abbandonava il suo posto solo all'ordine del comandante, quando già l'unità stava affondando, scomparendo in mare, vittima del suo attaccamento al dovere.
Mediterraneo Centrale, 14 gennaio 1943.”

 

Un’altra immagine del Narvalo (da www.xmasgrupsom.com

9 commenti:

  1. Scusate ma tra i caduti si menziona il marinaio Umberto Piersanti il quale invece è sopravvissuto essendo mio nonno

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    1. Buongiorno, è sicuro che non si tratti di un caso di omonimia? Il marinaio Umberto Piersanti nominato in questa pagina era nato ad Albano Laziale il 28 ottobre 1921. Questi dati corrispondono a quelli di suo nonno?

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  2. Forse i dati che avete in possesso sono errati, mio nonno era nato il 2 giugno del 1922 a Roma, ha sempre detto che il 14 gennaio era il suo "secondo" compleanno. Riusci' ad uscire dal sommergibile e fece due anni di prigionia(tra Egitto e Libia) dopo essere stato fatto prigioniero da navi inglesi. Essendo riuscito ad uscire dal sommergibile mentre questi affondava ha subito dei danni a livello cardiaco, per questo ha sempre ricevuto pensione come grande invalido. Sicuramente la data della nascita che Voi avete è errata, cosi come il fatto che mio nonno peri' quel giorno.

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    1. Buongiorno, il fatto che anche data e luogo di nascita siano diversi mi sembra confermino che si tratti di due diverse persone con lo stesso nome.

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  3. non metto in dubbio, anche perchè sia io che Lei possiamo solo attingere a dei documenti di allora, mi resta il dubbio sul fatto che ci sia stato un caso di omonimia sullo stesso sommergibile.
    Poco importa comunque, grazie ancora e complimenti.

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    1. È in effetti circostanza piuttosto rara, ma non del tutto impossibile: un paio di volte in passato ho incontrato casi di omonimia sulla stessa unità.

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  4. Mio padre, Giovanni Di Biase, è stato imbarcato sul Narvalo dal 24.10.1932 al 22.06.1934 (forse anche periodicamente dal 1934 al 1935. Purtroppo nel suo foglio matricolare si notano date disordinate con imbarchi su altre unità, quali R. N. Niobe e R.N. Quarnaro). Abbiamo una bellissima foto con la descrizione del mio genitore riportante: "Napoli - Manovre navali 05 luglio 193(?). Nel porto sono allineati molti sommergibili e tra questi il Narvalo.

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  5. mio padre Ugo Mazza era radiotelegrafista su quel sommergibile.Si salvò dopo una permanenza in acqua di molte ore che ebbero conseguenze sul suo fisico.

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  6. Il fratello di mio nonno,il sergente Giuseppe Callegaro, perì affondando assieme al Narvalo quel 14 gennaio.

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