venerdì 31 luglio 2015

RD 30

L’RD 30 a Taranto (Coll. Guido Alfano via Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net

L’RD 30 era uno dei numerosi piccoli rimorchiatori-dragamine della serie RD, costruiti in 57 unità con diverse varianti, tra il 1916 ed il 1926, da numerosi cantieri italiani.
L’RD 30 apparteneva alla classe RD 27, di quattro unità, e venne impostato il 16 marzo 1918 nei cantieri navali Franco Tosi di Taranto; varato il 22 ottobre dello stesso anno, fu completato il 21 febbraio 1919, quando la prima guerra mondiale era già finita da diversi mesi.
Lungo 36,5 metri, largo 5,8 e pescante 2, aveva un dislocamento di 200 tonnellate ed una velocità di 13-14 nodi, ed era armato con un cannoncino da 76/40 mm e due mitragliatrici da 13,2 mm. L’equipaggio era composto da 21 uomini.
Poco si sa sulla storia di questa nave, pressoché trascurata, come tante altre piccole unità, da opere maggiormente incentrate su operazioni cui essa non prese parte, o su navi di maggiore importanza.
Era presente nella base di Taranto, l’11-12 novembre 1940 (ormeggiata in Mar Piccolo), quando quella base venne attaccata da aerosiluranti britannici che affondarono la corazzata Conte di Cavour e posero fuori uso le corazzate Littorio e Duilio (la “notte di Taranto”); non fu però coinvolta nell’attacco.
Sul finire del 1942 l’RD 30, verosimilmente, venne dislocato in Tunisia durante la riorganizzazione delle forze dell’Asse in Africa Settentrionale, con la ritirata dalla Libia in procinto di cadere in mano britannica.
Non durò a lungo nelle tormentate acque della Tunisia: il 26 dicembre 1942, infatti, l’RD 30 venne colpito da schegge di una bomba durante un bombardamento aereo angloamericano sul porto di Biserta. Le schegge forarono lo scafo e resero la caldaia inutilizzabile; si tentò di portare la nave su bassi fondali, ma alle 13.30 – mentre era in corso il tentativo – l’RD 30 si capovolse ed affondò nelle acque del porto.
Non vi furono perdite tra il suo equipaggio.

Un’altra immagine della nave a Taranto (g.c. Mauro Millefiorini via www.naviearmatori.net)


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