Alle 6.40 del 27
settembre 1941 il cacciasommergibili Albatros
(un’unità costruita tra il 1931 ed il 1934, del dislocamento standard di 334 t
e 490 t a pieno carico; nel 1939 era stata riclassificata torpediniera per
motivi amministrativi, pur non potendo essere definita tale), al comando del
capitano di corvetta Alessandro Mazzetti, partì da Messina per andare incontro
al sommergibile tedesco U 371, appena
entrato nel Mediterraneo, e scortarlo attraverso lo stretto di Messina. A bordo
dell’Albatros, oltre ai 79 uomini
dell’equipaggio, vi erano anche quattro ‘passeggeri’: il tenente di vascello
Bruno Martelli e due ufficiali dell’esercito tedesco, il maggiore Walter von
Rucketschell (che in tempo di pace era stato un celebrato illustratore, pittore
e scultore) ed il suo aiutante tenente Albert Koch, presenti a bordo come
ufficiali di collegamento e per dare istruzioni all’U 371 quando fosse arrivato; ed il giornalista Mario La Rosa, imbarcato
come corrispondente di guerra.
Alle 8.20 dello
stesso 27 settembre il sommergibile britannico Upright, al comando del tenente di vascello J. S. Wraith, avvistò l’Albatros al largo di Milazzo. Wraith
ritenne che la nave (che, secondo quanto raccontò Jack Michell, l’ufficiale
addetto ai siluri, venne erroneamente identificata come una vecchia
torpediniera della classe Generali) stesse conducendo un rastrello
antisommergibile a nordovest di Capo Rasocolmo, e decise di attaccare. Secondo
quanto raccontò Jack Michell, la nave italiana, la cui apparizione era stata
preceduta da vari rumori premonitori, iniziò a descrivere cerchi attorno all’Upright, cercando di localizzarlo;
quando l’Albatros oltrepassò la prua
del sommergibile inglese in immersione per la prima volta, Wraith fece
preparare i tubi lanciasiluri uno e due, mentre il sommergibile procedeva a
bassa velocità, senza modificare la rotta. Alle 8.55, quando l’unità italiana
sopraggiunse per la seconda volta, l’Upright
lanciò due siluri da circa 2750 metri di distanza: uno andò a segno, mentre il
sommergibile britannico s’immergeva rapidamente a profondità maggiore. Gli
uomini dell’Upright sentirono il
rumore dell’ecogoniometro della nave italiana cessare improvvisamente.
Colpito, l’Albatros affondò in posizione 38°24’ N e 15°22’ E, otto miglia a nordovest di Capo Rasocolmo (Milazzo), portando con sé 32 membri dell’equipaggio oltre al maggiore von Rucketschell ed al tenente Koch (i due ufficiali tedeschi rimasero probabilmente uccisi dall’esplosione perché, al momento dell’impatto del siluro, erano scesi nei locali dell’equipaggio).
Mezz’ora dopo
l’affondamento, secondo quanto riferito dal comandante dell’Upright, due cacciatorpediniere ed un
aereo giunsero nella zona e cercarono il sommergibile attaccante, e gettarono
in tutto sei bombe di profondità, tre alle 10.20 ed altre tre tra le 10.43 e le
11.05. Tutte e sei le cariche scoppiarono lontane, e l’Upright si allontanò senza danni.
L’U 371, giunto sul luogo
dell’affondamento dell’Albatros,
recuperò una quarantina di superstiti (42, secondo il rapporto del suo comandante), mentre il MAS 557 (tenente di vascello Roberto Baffigo), salpato da Messina subito dopo aver ricevuto notizia dell'affondamento (a bordo si era imbarcato anche il corrispondente di guerra Vero Roberti), ne
trasse in salvo altri sette, uno dei quali ferito molto gravemente. All'arrivo sul posto del MAS, il sommergibile lasciò la zona dell'affondamento, dirigendo verso Messina; frattanto giunse sul posto anche la torpediniera San Martino, che mise a mare la sua motolancia per cercare ulteriori naufraghi, recuperandone altri due.
(La cifra complessiva risulta così di 51 uomini tratti in salvo, ma probabilmente l’U 371, come accaduto in altri casi simili, non fornì una stima esatta dei naufraghi recuperati, magari contando erroneamente due volte qualche superstite. Gli uomini complessivamente recuperati dal mare, infatti, compresi due che non sopravvissero, furono 49 e non 51).
(La cifra complessiva risulta così di 51 uomini tratti in salvo, ma probabilmente l’U 371, come accaduto in altri casi simili, non fornì una stima esatta dei naufraghi recuperati, magari contando erroneamente due volte qualche superstite. Gli uomini complessivamente recuperati dal mare, infatti, compresi due che non sopravvissero, furono 49 e non 51).
Due dei 49 naufraghi
recuperati, due morirono per le ferite, portando il bilancio a 36 vittime (due
morti e 34 dispersi) e 47 sopravvissuti. Tra i superstiti vi furono il
comandante Mazzetti, ferito ad un ginocchio, il tenente di vascello Martelli ed
il giornalista La Rosa.
Morti nell’affondamento:
Guerriero Berluti, sottocapo meccanico,
disperso
Artidoro Caverzaghi, marinaio segnalatore,
disperso
Gino Cepelli, sottocapo cannoniere, disperso
Concetto Corallo, marinaio fuochista, disperso
Umberto Corrayn, marinaio radiotelegrafista,
disperso
Aldo De Marchi, capo nocchiere di terza
classe, disperso
Ignazio De Santis, marinaio cannoniere,
disperso
Luigi Dell’Orso, secondo capo cannoniere,
disperso
Vittorio Di Brigida, marinaio fuochista,
disperso
Bruno Faccio, marinaio radiotelegrafista,
disperso
Ivo Gasperini, marinaio fuochista, deceduto
Ferdinando Guastalli, secondo capo meccanico,
disperso
Alberto Imbaglione, secondo capo
radiotelegrafista, disperso
Emiddio Iovine, marinaio cannoniere, disperso
Albert Koch, tenente dell’Esercito tedesco,
disperso
Salvatore Maiorana, marinaio fuochista,
disperso
Luigi Mangiocca, marinaio fuochista, disperso
Angelo Marrucchi, capo elettricista di terza
classe, deceduto
Aldo Martorana, sottocapo segnalatore,
disperso
Sante Mezzoli, marinaio fuochista, disperso
Alfredo Morelli, sottocapo motorista, disperso
Pasquale Morgera, marinaio, deceduto
Michele Mormile, marinaio fuochista, disperso
Guglielmo Musella, capitano del Genio Navale,
disperso
Pietro Palmiotti, sottocapo fuochista,
disperso
Eugenio Perini, marinaio radiotelegrafista,
disperso
Domenico Pittameglio, marinaio S. D. T.,
disperso
Fiorenzo Pochettino, marinaio fuochista,
disperso
Mariano Ponticorvo, marinaio fuochista,
disperso
Pietro Sanna, marinaio cannoniere, disperso
Giuseppe Scalia, sottocapo infermiere,
disperso
Celestino Stradi, sottocapo meccanico,
disperso
Nicola Varlese, sottocapo radiotelegrafista,
disperso
Felice Vassena, marinaio fuochista, disperso
Walter von Rucketschell, maggiore
dell’Esercito tedesco, disperso
Cesarino Zaffanella, marinaio fuochista,
disperso
Giovanni Zenzerovich, marinaio cannoniere,
disperso
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Scheda dell’Albatros sul Jane’s Fighting Ships del 1940 (tratta da detta rivista, via g.c. Giuseppe Garufi)
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La nave in una foto del Jane’s Fighting Ships del 1938 (tratta da detta rivista, via g.c. Giuseppe Garufi)
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La nave vista da poppa (foto Franco Bargoni, via Giuseppe Garufi)
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L’Albatros in navigazione (g.c. sito www.naviecapitani.it)
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(Si
ringrazia Flaminia Baffigo).
Naval Events, September 1941
L’affondamento dell’Albatros nel libro The Fighting Tenth
Patrol info for U 371, date lookup for 27 September 1941
Scheda dell’Albatros sul sito Naviecapitani
Pagina di Wikipedia sull’Albatros
Pagina di Wikipedia su Walter von Ruckteschell
molto interessante. Complimenti
RispondiEliminaComplimenti, bellissima la storia dell'Albatros che mi tocca da vicino. vorrei chiedervi s'è possibile risalire alla lista dei sopravvissuti. Tra quelli stava mio padre. Grazie.
RispondiEliminaBuonasera, la lista dei sopravvissuti probabilmente è conservata presso l'archivio dell'Ufficio Storico della Marina Militare, a Roma; può provare a scrivere a questo indirizzo: ufficiostorico@marina.difesa.it
EliminaSalve!Anche mio padre era tra i superstiti:Leonardo Pennucci e il giornalista La Rosa lo conobbe bene in quei frangenti...
EliminaSalve!anche mio padre era tra i superstiti: Leonardo Pennucci ed il giornalista La Rosa lo conobbe bene in quei frangenti....
EliminaSalve,anche mio nonno era tra i sopravvissuti, anche se poi è stato prigioniero..non so dove ne per quanto tempo però!come faccio a risalire a queste informazioni?devo chiedere ugualmente all'ufficio storico della marina militare?grazie!
RispondiEliminaBuongiorno,
Eliminala cosa migliore sarebbe chiedere il foglio matricolare all'Archivio di Stato della provincia di nascita.
Credo però che la cattura debba essere avvenuta in un'altra circostanza, in quanto tutti i superstiti dell'Albatros furono recuperati da unità italiane e tedesche.