giovedì 20 giugno 2024

VAS 202

La VAS 202 poco dopo l’entrata in servizio (Coll. Franco Bargoni, tratta da “Unità veloci costiere italiane” dell’USMM)


Cacciasommergibili (Vedetta Anti Sommergibili, VAS) classe Baglietto 68 t, prima serie. Lungo 28 metri e largo 4,30, con un pescaggio di 1,35-1,80 m, dislocava 69,1 tonnellate e raggiungeva una velocità di 20,5 nodi ed un'autonomia di 300 miglia a 19 nodi e 1100 miglia a 12 nodi. L'armamento constava di due mitragliere da 20/65 mm, due mitragliatrici da 6,5 mm, due tubi lanciasiluri da 450 mm, due scaricabombe antisommergibili ed una torpedine da rimorchio; l'equipaggio era composto da 26 uomini.

Breve e parziale cronologia.

1942
Impostata presso i Cantieri Baglietto di Varazze.
2 aprile 1942
Varata presso i Cantieri Baglietto di Varazze.
25 aprile 1942
Completata presso i Cantieri Baglietto di Varazze.
1942
Dislocata a Napoli.
24 gennaio 1943
La VAS 202 e la gemella VAS 203 salpano da Pantelleria alle due di notte per scortare a Susa il piroscafo Volta, arrivato da Trapani tre giorni prima.
Volta e VAS arrivano a Susa alle 13.20 dello stesso giorno.
28 gennaio 1943
VAS 202 e VAS 203 ripartono da Susa alle 18.15 per scortare il Volta nel viaggio di ritorno.
29 gennaio 1943
Le due VAS lasciano il Volta a Pantelleria, dopo di che il piroscafo prosegue da solo, arrivando a Trapani alle 15.15.

La VAS 202, in primo piano, ormeggiata a Napoli con altre VAS nel 1942. Si notano alcune differenze tra le unità: la VAS 202, al pari della terza, quarta e quinta VAS della fila, ha plancia tondeggiante, mentre la seconda e le ultime due hanno plancia a spigoli vivi (da “Unità veloci costiere italiane” dell’Ufficio Storico della Marina Militare)


Bombe su Trapani

La vita della VAS 202 durò quasi esattamente un anno.
Il 6 aprile 1943 la piccola unità si trovava a Trapani, quando quella città venne sottoposta ad un bombardamento da parte di 18 o 20 quadrimotori Boeing B-17 "Flying Fortress" del 414th Bombardment Squadron, 97th Bomb Group della 12th USAAF, aventi come obiettivo la zona portuale. L'incursione ebbe inizio alle 15.13 e le "Fortezze Volanti" sganciarono in tutto 54 tonnellate di bombe, colpendo il porto, dove affondarono o danneggiarono numerose unità minori, ma anche il centro abitato, provocando ingenti danni (30.000 vani distrutti o danneggiati, pari a metà del totale, secondo fonti locali) e 207 vittime tra la popolazione civile, soprattutto nel rione popolare di San Pietro (detto del Casalicchio), abitato soprattutto da pescatori, marinai ed operai, che trovandosi tra il porto e la stazione ferroviaria risultò il più colpito, venendo quasi completamente distrutto. Oltre ad innumerevoli abitazioni furono gravemente danneggiati il Teatro Garibaldi, in Piazza Scarlatti (poi demolito nel dopoguerra), l'ex convento di San Rocco (sede del locale Archivio di Stato, che subì così una notevole perdita di documentazione) e la chiesa e l'oratorio di San Michele, quest'ultimo completamente distrutto. All'alto bilancio di vittime contribuì il ritardo con cui fu dato l'allarme aereo – le sirene suonarono mentre già iniziavano a cadere le bombe – ed il crollo del palazzo dell'Istituto Provinciale degli Artigianelli, che distrusse il sottostante rifugio antiaereo lasciando un solo sopravvissuto tra gli occupanti.

La
VAS 202 fu tra le vittime di questa incursione, venendo colpita da bombe ed affondata all'ormeggio verso le 15.15. Oltre ad essa vennero affondati i MAS 533 e 576, la motozattera MZ 779, la nave idrografica Cariddi, il rimorchiatore militare San Bartolomeo, le vedette foranee V 54 Giuseppe SurdoV 331 S. Vincenzo e V 332 Maria Rosa (tutti motovelieri requisiti), i dragamine ausiliari B 26 Santa Lucia B 556 Nuova Italia (entrambi motopescherecci requisiti), l'affondamine ausiliario M 11 Francesca (un altro motopeschereccio requisito), il motoveliero Madonna di Montenero e la piccola motobarca MB 11 della Guardia di Finanza. Furono danneggiati, tra gli altri, il piccolo piroscafo passeggeri Pantelleria, il dragamine ausiliario B 185 Il Nuovo Guerriero ed il motoveliero Maria del Carmine. Scampò fortunosamente alla strage il piccolo battello S. Francesco di Paola, in partenza per Favignana con una sessantina di passeggeri quando era iniziato il bombardamento: mentre tutt'attorno altre navi esplodevano e affondavano, riuscì a guadagnare l'uscita del porto ed a raggiungere la sua destinazione.

Pesanti furono anche le perdite tra il personale militare. Tra il personale della Regia Marina, a terra e sulle navi, si registrarono 18 morti e 32 dispersi; un imprecisato numero di soldati dell'Esercito trovò la morte nella Caserma Fardella, colpita in pieno dalle bombe, mentre due finanzieri rimasero uccisi e cinque feriti nella Caserma Sant'Anna, sede del Comando di Circolo della XIII Legione della Guardia di Finanza.
Anche due membri dell'equipaggio della VAS 202 furono tra le decine di vittime di quella funesta giornata: il sergente torpediniere Egidio Barale, di 21 anni, da Novara, ed il guardiamarina Annio Tardioli, di 23 anni, da Asti.

Il relitto della VAS 202, radiata ufficialmente dai quadri del naviglio militare il 21 gennaio 1947, venne recuperato e demolito nel corso del 1947.



Unità veloci costiere della Regia Marina su Navyworld
Motosiluranti, motovedette e MAS
Le VAS prima serie su Navypedia

sabato 1 giugno 2024

H 4

Un sommergibile classe H, molto probabilmente l’H 4 (g.c. Giorgio Parodi, via www.naviearmatori.net)

Sommergibile costiero della classe H (dislocamento di 360 tonnellate in superficie e 474 in immersione). Combatté in entrambe le guerre mondiali: nella prima effettuò 17 missioni offensivo/esplorative nel Basso Adriatico, mentre nella seconda operò in Mar Ligure effettuando 36 missioni esplorative e undici di trasferimento, per un totale di 6411 miglia di navigazione in superficie e 1355 in immersione, e tredici uscite per gli allievi della Scuola Idrofonisti di La Spezia, per un totale di 529 miglia di navigazione; trascorse 111 giorni ai lavori. Nel periodo interbellico partecipò a manovre e crociere addestrative.


Breve e parziale cronologia.


16 maggio o 12 agosto 1916
Impostazione nei cantieri Canadian Vickers di Montreal, succursale canadese della compagnia statunitense Electric Boat Company creata per aggirare il divieto per i cantieri di Paesi neutrali – come gli Stati Uniti – di costruire sommergibili per nazioni belligeranti.

L’affare dei “subterfuge submarines”, la costruzione dei sommergibili classe H per le potenze belligeranti dell’Intesa da parte degli ancora neutrali Stati Uniti, ha avuto inizio nell’ottobre 1914, quando Charles Michael Schwab, presidente del consiglio d’amministrazione della Bethlehem Steel Corporation (avente sede nell’omonima città della Pennsylvania), si è recato nel Regno Unito per proporre al governo britannico forniture di armi e munizioni prodotte dalla sua società. Incontrato a Londra, il 3 novembre 1914, l’ammiraglio John Fisher, primo lord del mare (cioè capo di Stato Maggiore della Royal Navy), Schwab ha stretto un accordo per la fornitura alla Marina britannica di venti sommergibili tipo Holland 602 costruiti dalla Bethlehem Steel ad un prezzo doppio rispetto a quello di mercato (500.000 dollari cadauno) in cambio di rapidi tempi di consegna (cinque mesi e mezzo per i primi quattro battelli, otto per i successivi sei, e dieci per gli ultimi dieci). Per aggirare i divieti sulla costruzione di navi da guerra per un Paese belligerante da parte di un Paese neutrale, l’accordo prevedeva che i sommergibili venissero inviati smontati attraverso l’Atlantico, per poi essere assemblati in cantieri britannici (ma sotto la supervisione di personale della Bethlehem Steel).

Sebbene Schwab abbia ottenuto l’assenso preliminare del Dipartimento di Stato per l’operazione, quando il presidente statunitense Woodrow Wilson ed il suo segretario di Stato William Jennings Bryan sono venuti a sapere dei dettagli dell’accordo vi si sono fermamente opposti, vietando alla Bethlehem Steel di produrre sommergibili per la Gran Bretagna (più precisamente, il Dipartimento di Stato ha stabilito che gli scafi non devono essere costruiti negli Stati Uniti, che i lavori non devono andare oltre le fasi preliminari, e che il materiale esportato debba richiedere ulteriori lavorazioni). Schwab, però, non intendeva rinunciare al lucroso affare, ed ha presto escogitato un modo per aggirare il divieto: far costruire i sommergibili nel confinante (e belligerante) Canada, nei cantieri Canadian Vickers di Montreal. Tornato nel Regno Unito nel dicembre 1914, ha rinegoziato i termini dell’accordo per la costruzione dei sommergibili, dimezzando il loro numero ed aumentando il prezzo unitario (600.000 dollari) in ragione delle maggiori spese derivanti dal trasferimento della costruzione in Canada; ha inoltre ottenuto che il governo britannico si faccia carico delle spese di affitto dei cantieri Canadian Vickes e delle tasse pagate per l’esportazione dagli Stati Uniti in Canada delle parti utilizzate per costruire i sommergibili. Nel gennaio 1915, passati i cantieri Canadian Vickers sotto il controllo dell’Ammiragliato britannico e giunti sul posto gli specialisti della Bethlehem Steel, ha avuto inizio la costruzione del primo sommergibile.

Questa operazione ha alimentato proteste, negli Stati Uniti, per il palese aggiramento delle regole sulla neutralità, e destato malumori anche in Canada, le cui autorità non sono state messe al corrente del piano (ed hanno ricevuto il rifiuto dell’Ammiragliato britannico alla loro richiesta di assegnare due dei dieci sommergibili alla Marina canadese per la difesa delle proprie coste); ma ciò non ha impedito la sua realizzazione, né la ripetizione di questo sistema per i sommergibili ordinati dall’Italia e dalla Russia.

In tutto, saranno ben 71 i sommergibili tipo Holland 602 costruiti durante il conflitto per ben sei Marine diverse: 35 per quella britannica, undici per quella russa, nove per quella statunitense, otto per quella italiana, sei per quella cilena, due per quella canadese.

Un sommergibile classe H appena varato a Montreal (da “Gli squali dell’Adriatico. Monfalcone ed i suoi sommergibili nella storia navale italiana” di Alessandro Turrini, Vittorelli Edizioni, 1999, via www.betasom.it)

17 o 24 aprile 1917

Varo nei cantieri Canadian Vickers di Montreal.

15 maggio 1917

Entrata in servizio. (Altra fonte fa invece coincidere l’entrata in servizio con la data del varo, il 24 aprile 1917, il che sembra però piuttosto strano).

Il trasferimento degli "H", suddivisi in tre gruppi (l’H 4 farà parte del secondo, con H 2 e H 5), avverrà con l’accompagnamento di navi mercantili fino a Gibilterra, dove navi militari italiane assumeranno la loro scorta fino all’arrivo in Italia. È previsto uno scalo tecnico alle Bermuda per fare rifornimento.

L’H 4 (secondo da sinistra) con H 6, H 5 e H 3 (da sinistra a destra) nei cantieri Canadian Vickers di Montreal, 30 maggio 1917 (sopra: Warship International; sotto: da “L’arma subacquea italiana dalle origini alla prima guerra mondiale” di Alessandro Turrini, via www.betasom.it)


Agosto 1917
Completati i collaudi a Montreal e l’addestramento iniziale ad Halifax, l’H 4 lascia Halifax al comando del tenente di vascello Pietro Tacchini per raggiungere l’Italia, insieme a H 3 e H 5. I tre sommergibili attraversano l’Atlantico scortati da navi mercantili, per poi proseguire dopo Gibilterra con la scorta di unità militari, arrivando a Cagliari a fine agosto (per altra fonte, il 1° agosto).

Ottobre 1917
Trasferito a Brindisi, dove entra a far parte della I Squadriglia Sommergibili H (facente parte della Flottiglia sommergibili della Squadra Navale), avente base in tale porto alle dipendenze del comando in capo delle forze navali riunite, che compone insieme ai gemelli H 1H 2 e H 3.

A partire dal novembre 1917 inizia a svolgere missioni offensive/esplorative nel Basso Adriatico; ne compirà in tutto 17, senza cogliere successi.

H 4H 1H 2, il sommergibile Galileo Ferraris, un sommergibile classe Glauco ed un sommergibile classe F ormeggiati nella darsena principale dell’Arsenale di Venezia, estate 1917 (g.c. STORIA militare)

15 aprile 1918

L’H 4 salpa in serata da Brindisi insieme al gemello H 5 ed al sommergibile britannico HB 1, anch’esso appartenente al tipo "H", per un agguato al largo di Cattaro. Due giorni dopo, l’HB 1 silurerà ed affonderà l’H 5 con la perdita della maggior parte dell’equipaggio, avendolo scambiato per un sommergibile nemico.

20 luglio 1918

Il sottocapo torpediniere Alessandro Caramelli, 25 anni, da Granaglione, ed il torpediniere Stefano Sorlini, 21 anni, da Brescia, perdono la vita in un grave incidente a bordo dell’H 4, ormeggiato a Brindisi. Entrambi saranno decorati, alla memoria, con la Medaglia d’Argento al Valor Militare; Caramelli con motivazione "Da tre anni su sommergibili, compiva numerose missioni di guerra dimostrando coraggio, perizia, tenacia ed elevato sentimento del dovere. Ferito a morte per grave incidente avvenuto a bordo durante una missione di guerra, sopportava con forte animo le gravi sofferenze e spirava dando mirabile esempio di serenità e fermezza", Sorlini con motivazione "Dopo lungo servizio di guerra disimpegnato con slancio ed abilità, ferito a morte per grave incidente avvenuto a bordo, sopportava con forte animo gravi sofferenze e spirava dando mirabile esempio di serenità e fermezza".

1918/1919

Finita la guerra, passa alle dipendenze dell’Ispettorato Siluranti, con sede a Taranto.

1920
Imbarca un cannone da 76/30 mm Armstrong 1914.

Settembre 1923

L’H 4 partecipa all’occupazione di Corfù in seguito ad una crisi tra Italia e Grecia innescata dall’assassinio – avvenuto ad opera di ignoti il 27 agosto, sulla strada tra Giannina e Santi Quaranta – del generale Enrico Tellini e di altri membri di una delegazione italiana (maggiore Luigi Corti, tenente Mario Bonacini, autista Remigio Farnetti, interprete albanese Thanas Gheziri) che avrebbe dovuto definire i confini tra Grecia ed Albania per conto della Società delle Nazioni, così risolvendo la disputa confinaria in atto tra i due Paesi balcanici. I giornali italiani ed il governo albanese hanno attribuito le responsabilità dell’eccidio alla Grecia, considerate le pessime relazioni esistenti tra la delegazione italiana e le autorità greche, che tramite un delegato avevano apertamente accusato il generale Tellini di parzialità in favore dell’Albania; il governo greco e l’ambasciatore romeno a Giannina hanno invece imputato la strage a banditi albanesi, ma nessun oggetto è stato rubato dalle vittime o dall’automobile su cui viaggiavano (secondo lo storico greco Aristotle Kallis, vi sarebbero indizi sufficienti da far ritenere che la strage sia stata compiuta da provocatori albanesi che avrebbero attraversato il confine allo scopo di far incolpare la Grecia). L’opinione pubblica italiana è schierata contro la Grecia, tanto che scoppiano manifestazioni antigreche; i giornali ellenici condannano l’eccidio di Giannina e si esprimono amichevolmente nei confronti dell’Italia, auspicando che il governo greco soddisfi quello italiano senza travalicare i confini dettati dall’orgoglio nazionale greco.
A capo del governo italiano è Benito Mussolini, in carica da pochi mesi e desideroso di “mostrare i muscoli” in campo internazionale: l’occasione è per lui perfetta sia per dare una dimostrazione di forza che aumenti il suo prestigio presso i nazionalisti italiani (presentandosi come il vendicatore della “vittoria mutilata”) e che rafforzi la posizione dell’Italia come potenza militare in campo internazionale, in grado di ottenere ciò che vuole con la forza, sia, se possibile, per impadronirsi stabilmente di Corfù, il cui possesso faciliterebbe il controllo da parte italiana del Basso Adriatico e del Mar Ionio (e che Mussolini vede come “
più italiana che greca” per via della plurisecolare dominazione veneziana). Mussolini, pertanto, accusa la Grecia di responsabilità dell’eccidio ed il 29 agosto impone un durissimo ultimatum al governo greco: questi ha ventiquattr’ore per porgere scuse solenni all’Italia (tramite la sua legazione di Atene) ed avviare un’inchiesta, con la collaborazione dell’addetto militare italiano in Grecia (colonnello Perone), che porti entro cinque giorni all’arresto e condanna a morte dei responsabili della strage; inoltre tutti i componenti del governo ellenico dovranno presenziare ai funerali delle vittime, che si dovranno tenere in forma solenne nella cattedrale cattolica di Atene, dovranno essere tributati gli onori militari agli uccisi, la flotta greca dovrà tributare gli onori alla bandiera di una squadra navale italiana che sarà appositamente inviata al Pireo, e la Grecia dovrà pagare all’Italia cinquanta milioni di lire a titolo di risarcimento entro cinque giorni. In caso contrario, l’Italia invaderà ed occuperà per ritorsione Corfù.
Il corpo di spedizione destinato a conquistare l’isola è composto dal 48° Reggimento Fanteria "Ferrara", da una batteria di 8 cannoni da 75 mm, da una brigata di fanteria di 5000 uomini, da reparti del reggimento di fanteria di Marina "San Marco" e dalle compagnie da sbarco delle navi, il tutto al comando dell’ammiraglio Emilio Solari. Le truppe saranno sbarcate sulla costa settentrionale e su quella meridionale dell’isola.
Il 30 agosto il governo greco risponde all’ultimatum, accettando soltanto in parte le richieste italiane, che vengono fortemente ridimensionate: il comandante militare del Pireo esprimerà il cordoglio del governo greco per l’accaduto al locale ministro italiano, sarà tenuto un servizio religioso di commemorazione delle vittime alla presenza di membri del governo greco, un distaccamento della Guardia di Palazzo greca renderà gli onori alla bandiera italiana presso la sede della legazione d’Italia, e reparti militare greci renderanno onori ai feretri delle vittime quando questi saranno trasbordati su una nave da guerra italiana per essere riportati in patria. Viene inoltre offerta disponibilità a pagare un giusto indennizzo ai familiari delle vittime, mentre viene opposto un rifiuto alla conduzione di un’inchiesta in presenza dell’addetto militare italiano, dal quale però verrebbe accettata qualsiasi informazione che potesse agevolare l’individuazione degli assassini. Le altre richieste vengono respinte in quanto lederebbero l’onore e la sovranità della Grecia.
Mussolini ed il governo italiano dichiarano insoddisfacente ed inaccettabile la controproposta greca, con l’appoggio della stampa, che insiste affinché la Grecia ceda pienamente alle richieste italiane. Non avendo il governo greco ottemperato alle condizioni, l’operazione contro Corfù prende il via.
La flotta italiana si presenta davanti a Corfù il 31 agosto: alle due del pomeriggio l’isola viene sorvolata da aerei italiani, e poco dopo entra in porto il cacciatorpediniere 
Premuda, seguito poco più tardi dal resto della squadra. La corazzata Conte di Cavour manda a terra, con la propria motolancia, il capitano di vascello Antonio Foschini, capo di Stato Maggiore dell’ammiraglio Solari, con un ultimatum al governatore greco di Corfù: in esso si impone l’ammaino della bandiera greca da sostituire con quella italiana, la cessazione di tutte le comunicazioni, la resa e disarmo di truppe e gendarmeria ed il controllo di tutte le attività da parte dell’Italia. Il governatore telefona ad Atene per avere istruzioni, e gli viene risposto “Niente resa, in nessun caso”; comunica tale risposta al comandante Foschini, che gli consegna allora un documento in cui si impone, irrealisticamente, di evacuare entro trenta minuti i civili stranieri, radunandoli in una località aperta e lontana da installazioni militari.
Alle 16 del 31 agosto le unità italiane iniziano il tiro con i pezzi di piccolo calibro, protraendolo sino alle 16.15, sulle caserme e sulle due fortezze di Corfù (Vecchia e Nuova) che tuttavia non sono in mano a truppe greche, bensì occupate da profughi provenienti dall’Anatolia, sedici dei quali rimangono uccisi, ed altri 32 feriti, in gran parte a causa di un colpo da 152 mm (forse sparato dal 
Premuda) che va al di là del forte e colpisce un edificio non visibile dal mare, nel quale sono radunati dei profughi. Anche la locale scuola di polizia viene cannoneggiata.
Dopo, a seconda delle fonti, sette minuti od un quarto d’ora di fuoco, il bombardamento viene interrotto quando un infermiere issa sul forte un lenzuolo bianco sull’asta di una bandiera. Viene dato inizio allo sbarco del corpo di spedizione italiano (trasportato dai piroscafi 
Duca d’Aosta e Città di Messina e composto da alcune migliaia di uomini); il prefetto Petros Evripaios ed altri ufficiali e funzionari ellenici vengono arrestati ed imprigionati a bordo delle navi italiane. Nel giro di pochi giorni le truppe italiane occupano Corfù e la maggior parte delle navi fa ritorno a Taranto, lasciando a Corfù un incrociatore corazzato, cinque cacciatorpediniere e qualche sommergibile e MAS sotto il comando del contrammiraglio Aurelio Belleni, mentre il 2 settembre 1923 l’ammiraglio Diego Simonetti viene nominato governatore di Corfù.

Dopo l’occupazione di Corfù, l’H 4 rimane per dieci giorni nell’isola, a disposizione del governatore.
Il bombardamento dell’isola, e specialmente le vittime civili da esso causate, provocheranno rimostranze in campo internazionale da parte del presidente del Save the Children Fund (in quanto tra le vittime vi sono anche diversi bambini), del Near East Relief e della Società delle Nazioni, che definiranno il bombardamento di Corfù come un atto disumano, inutile ed ingiustificabile, “
un assassinio ufficiale da parte di una nazione civilizzata”.
In Grecia, il governo decreta la legge marziale e ritira la flotta nel golfo di Volo, onde evitare contatti con la flotta italiana. Nella cattedrale di Atene viene tenuta una messa solenne in ricordo delle vittime del bombardamento di Corfù, e le campane di tutte le chiese suonano a lutto; sempre in segno di lutto, vengono chiusi tutti i luoghi di divertimento, mentre nelle piazze scoppiano proteste antiitaliane, tanto che un distaccamento di trenta militari greci dev’essere inviato a proteggere la sede della Legazione d’Italia ad Atene. I giornali greci condannano l’attacco italiano a Corfù, ed il quotidiano “Eleftheros Typos” si esprime pesantemente nei confronti degli italiani, tanto che a seguito delle proteste del Ministro d’Italia il governo ellenico ne sospende per un giorno la pubblicazione e destituisce il censore che ha permesso la pubblicazione dell’articolo incriminato.
Anche in Italia scoppiano nuove dimostrazioni antigreche, mentre il governo italiano chiude il Canale d’Otranto alle navi greche, chiude i porti alle navi greche (mentre i porti greci rimangono aperti alle navi italiane), ordina alle compagnie di navigazione italiane di evitare la Grecia e persino sequestra tutte le navi greche che si trovano in porti italiani (una viene addirittura fermata e catturata nel Canale d’Otranto da un sommergibile italiano); il 2 settembre, tuttavia, le navi greche verranno rilasciate per decisione del Ministero della Marina. Vengono espulsi dall’Italia i giornalisti greci, viene richiamato in patria l’addetto militare inviato ad indagare sull’eccidio di Giannina, ed i riservisti ricevono l’ordine di tenersi pronti ad un’eventuale mobilitazione; Vittorio Emanuele III lascia la sua residenza estiva per fare ritorno a Roma.
Anche altri Paesi nella regione prendono le parti dell’uno o dell’altro contendente e si preparano ad un eventuale conflitto: l’Albania rinforza il suo confine con la Grecia e proibisce a chiunque di attraversarlo, mentre la Jugoslavia dichiara che appoggerà la Grecia ed in Turchia la fazione più nazionalista suggerisce a Mustafà Kemal di cogliere l’occasione per riconquistare la Tracia occidentale ai danni della Grecia. La Cecoslovacchia esprime solidarietà alla Grecia e condanna l’iniziativa italiana.
Tra le poche voci contrarie, in Italia, all’occupazione di Corfù vi sono i diplomatici di professione, che ritengono che la spregiudicatezza di Mussolini possa mettere a repentaglio le trattative in corso per la cessione all’Italia, da parte del Regno Unito, dell’Oltregiuba e dell’oasi di Giarabub. Il segretario generale del Ministero degli Affari Esteri Salvatore Contarini, l’ambasciatore italiano in Francia Romano Avezzana ed il delegato italiano presso la Lega delle Nazioni Antonio Salandra (già primo ministro italiano nel 1915) cercano di persuadere Mussolini ad abbandonare le richieste più estreme ed accetti un compromesso.
George Curzon, segretario agli Affari Esteri del Regno Unito, definisce le richieste di Mussolini come eccessive e “
molto peggiori dell’ultimatum [imposto alla Serbia dall’Impero Austroungarico] dopo Sarajevo”, e scrive al primo ministro britannico Stanley Baldwin che l’azione di Mussolini è stata “violenta ed ingiustificabile” e che se il Regno Unito non appoggerà l’appello della Grecia presso la Società delle Nazioni, tanto varrebbe per tale istituzione chiudere baracca. Howard William Kennard, temporaneamente a capo dell’ambasciata britannica a Roma, scrive in un dispaccio a Curzon che Mussolini potrebbe essere pazzo, “un miscuglio di megalomania ed estremo patriottismo”, e che potrebbe volutamente esasperare la situazione fino a scatenare una guerra tra Italia e Grecia. In generale, il Foreign Office si mostra orientato a proteggere la Grecia dall’Italia servendosi come tramite della Società delle Nazioni; Curzon propone di affidare la risoluzione della disputa alla Società delle Nazioni, ma Mussolini per tutta risposta minaccia di lasciarla. Inoltre, da parte britannica si ritiene probabile che la Francia porrebbe il veto su qualsiasi tentativo di imporre sanzioni contro l’Italia; per di più, gli Stati Uniti non sono un Paese membro della Società delle Nazioni e non sarebbero vincolati a rispettare eventuali sanzioni contro l’Italia, vanificandole ulteriormente, mentre l’Ammiragliato britannico asserisce che per imporre un blocco navale contro l’Italia dovrebbe prima esserci una dichiarazione di guerra. Il Regno Unito rafforza la Mediterranean Fleet in vista di un possibile scontro con l’Italia, mossa che provoca delle spaccature all’interno del “fronte” italiano: il ministro della Marina Paolo Thaon di Revel, insieme ai vertici della Marina, afferma che è necessario mantenere rapporti di amicizia con il Regno Unito, la cui flotta è troppo superiore a quella italiana per poterla affrontare con successo in un eventuale conflitto. In generale, tutti i ministri militari cercano di dissuadere Mussolini dal tirare troppo la corda, minacciando le dimissioni e paventando un conflitto che vedrebbe l’Italia contrapposta a Grecia, Jugoslavia, Regno Unito e probabilmente anche la Francia (che mentre è stata finora favorevole all’Italia, non lo sarebbe più se al partito antiitaliano dovesse unirsi anche la Jugoslavia, sua protetta).
Il 1° settembre la Grecia si appella alla Società delle Nazioni, ma il rappresentante dell’Italia, Antonio Salandra, spiega al Consiglio della Società delle Nazioni di non essere autorizzato a discutere la questione; Mussolini si rifiuta di collaborare con la Società delle Nazioni ed asserisce invece che la risoluzione della crisi dovrebbe essere affidata alla Conferenza degli Ambasciatori (organo istituito nel 1920 e formato dai rappresentanti di Italia, Francia, Regno Unito e Giappone, con l’incarico di far rispettare i trattati di pace e mediare le contese territoriali tra i Paesi europei), ripetendo che l’Italia lascerebbe la Società delle Nazioni piuttosto che accettarne l’interferenza. Francia e Regno Unito sono divisi: quest’ultimo sarebbe favorevole all’intervento della Società delle Nazioni, mentre la Francia è contraria, temendo che ciò possa costituire un precedente per una successiva interferenza della Società delle Nazioni nell’occupazione francese della Ruhr. Il risultato è che, come vuole Mussolini, la risoluzione della crisi viene affidata alla Conferenza degli Ambasciatori, che l’8 settembre 1923 annuncia le condizioni che le due parti dovranno adempiere per la risoluzione della disputa. Come previsto da Mussolini, la decisione della Conferenza degli Ambasciatori è in massima parte favorevole alle richieste italiane: la flotta greca dovrà salutare con 21 salve la flotta italiana, che allo scopo si recherà al Pireo insieme a navi da guerra francesi e britanniche (che saranno comprese nel saluto); il governo greco presenzierà ad una cerimonia funebre; i greci dovranno rendere gli onori militari alle vittime dell’eccidio di Giannina quando queste verranno imbarcate a Prevesa per il ritorno in Italia; la Grecia dovrà depositare in una banca svizzera 50 milioni di lire a titolo di garanzia; la massima autorità militare greca dovrà porgere le sue scuse ai rappresentanti italiano, francese e britannico ad Atene; la Grecia dovrà condurre un’inchiesta sull’eccidio di Giannina, da condurre sotto la supervisione di un’apposita commissione internazionale (presieduta dal tenente colonnello Shibuya, addetto militare presso l’ambasciata giapponese) e da completare entro il 27 settembre; la Grecia dovrà garantire la sicurezza della commissione d’inchiesta ed assumersene le spese. L’unica richiesta rivolta al governo albanese è di facilitare l’operato della commissione nel proprio territorio. La decisione è accolta favorevolmente dalla stampa italiana e dallo stesso Mussolini, la cui immagine esce rafforzata da questo episodio, mentre viceversa la Società delle Nazioni ha dato in questa occasione i primi segni della cronica debolezza che caratterizzerà tutta la sua travagliata esistenza: non è stata capace di proteggere una potenza minore da una più grande, la sua autorità è stata sminuita da uno dei suoi membri fondatori, nonché membro permanente del suo consiglio. Il regime fascista ha concluso con un successo la sua prima disputa internazionale; la prova di forza da parte dell’Italia dissuaderà inoltre la Grecia dall’insistere ulteriormente per la cessione delle isole del Dodecaneso e, secondo alcuni autori, avrebbe anche indotto la Jugoslavia a riconoscere la sovranità italiana su Fiume con il trattato di Roma, firmato nel 1924.
La Grecia accetta lo stesso 8 settembre le condizioni della Conferenza degli Ambasciatori, mentre l’Italia fa lo stesso due giorni dopo, e non prima di aver precisato che ritirerà le proprie truppe da Corfù soltanto una volta che la Grecia avrà interamente adempiuto alle propri obbligazioni.
L’11 settembre il delegato greco presso la Società delle Nazioni, Nikolaos Politis, informa il consiglio della Conferenza degli Ambasciatori che la Grecia ha depositato i 50 milioni di lire, e quattro giorni dopo la Conferenza informa Mussolini che l’Italia dovrà evacuare Corfù entro il 27 settembre.

In questo periodo è comandante dell’H 4 il tenente di vascello Isidoro Wiel, al suo primo comando.

Il tenente di vascello Isidoro Wiel (da www.divinghelmetitaly.com)

Novembre 1923-Ottobre 1925

Opera alle dipendenze del Comando in Capo dell’Armata Navale.

1924-1925

Partecipa alle manovre della flotta.

Un sommergibile classe H entra in Mar Piccolo a Taranto, 1925 circa (g.c. Marcello Risolo, via www.naviearmatori.net

Ottobre 1925

Posto alle dipendenze del Comando Divisione Sommergibili.

1932

Frequenta la Scuola Comando a bordo dell’H 4 (per una fonte, assumendone il comando) il tenente di vascello Primo Longobardo.

Il tenente di vascello Primo Longobardo (da www.movm.it)

1935

Assegnato al Gruppo Sommergibili di La Spezia, effettuando crociere ed uscite addestrative per gli allievi dell’Accademia Navale.

29 agosto 1937
Inquadrato nel IV Grupsom di Taranto, l’H 4 (tenente di vascello Salvatore Todaro) salpa da Trapani (per altra fonte, Taranto) per una agguato nel Canale di Sicilia, missione clandestina a contrasto del traffico di rifornimenti verso i porti della Spagna repubblicana, durante la guerra civile spagnola.
Nell’agosto 1937 Mussolini ha deciso di lanciare una seconda campagna subacquea a sostegno delle forze spagnole nazionaliste (una prima, di portata molto minore, si è svolta alcuni mesi prima) su richiesta di Francisco Franco, in risposta all’incremento del flusso di rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana, lungo la rotta Sebastopoli-Cartagena. I comandi spagnoli nazionalisti sostengono, esagerando di molto, che l’Unione Sovietica stia per rifornire le forze repubblicane spagnole con oltre 2500 carri armati, 3000 “mitragliatrici motorizzate” e 300 aerei. Il 3 agosto Francisco Franco ha chiesto urgentemente a Mussolini di usare la sua flotta per fermare un grosso “convoglio” sovietico appena partito da Odessa e diretto nei porti repubblicani; sulle prime era previsto il solo impiego di sommergibili, ma Franco è riuscito a convincere Mussolini ad impiegare anche le navi di superficie. Nel suo telegramma Franco affermava: «
Tutte le informazioni degli ultimi giorni concordano nell’annunciare un aiuto possente della Russia ai rossi, consistente in carri armati, dei quali 10 pesanti, 500 medi e 2 000 leggeri (sic), 3 000 mitragliatrici motorizzate, 300 aerei e alcune decine di mitragliatrici leggere, il tutto accompagnato da personale e organi del comando rosso. L’informazione sembra esagerata, poiché le cifre devono superare la possibilità di aiuto di una sola nazione. Ma se l’informazione trovasse conferma, bisognerebbe agire d’urgenza e arrestare i trasporti al loro passaggio nello stretto a sud dell’Italia e sbarrare la rotta verso la Spagna. Per far ciò, bisogna, o che la Spagna sia provvista del numero necessario di navi o che la flotta italiana intervenga ella stessa. Un certo numero di cacciatorpediniere operanti davanti ai porti e alle coste dell’Italia potrebbe sbarrare la rotta del Mediterraneo ai rinforzi rossi: la cattura potrebbe essere effettuata da navi battenti apertamente bandiera italiana, aventi a bordo un ufficiale e qualche soldato spagnolo, che isserebbero la bandiera nazionalista spagnola al momento stesso della cattura. Invierò d’urgenza un rappresentante a Roma per negoziare questo importante affare. Nell’intervallo, e per impedire l’invio delle navi che saranno già in rotta per la Spagna, prego il governo italiano di sorvegliare e segnalare la posizione e la rotta delle navi russe e spagnole che lasciano Odessa. Queste navi devono essere sorvegliate e perquisite da cacciatorpediniere italiani che segnaleranno la loro posizione alla nostra flotta. Vogliate trasmettere in tutta urgenza al Duce e a Ciano l’informazione di cui sopra e la nostra richiesta, unita all’assicurazione dell’indefettibile amicizia e della riconoscenza del generalissimo alla nazione italiana».
Questa seconda campagna vede l’impiego di ben dieci sommergibili in Egeo, 17 nel Canale di Sicilia e 24 nel Mediterraneo occidentale, ed è accompagnata da un servizio di sorveglianza con aerei ed unità di superficie nel Canale di Sicilia. Il blocco navale, ordinato da Roma il 7 agosto, ha avuto inizio due giorni più tardi; il dispositivo di blocco è articolato in più fasi: informatori ad Istanbul segnalano all’Alto Comando Navale le navi sovietiche, o di altre nazionalità ma sospettate di operare al servizio dei repubblicani, che passano per il Bosforo; ad attenderle in agguato per primi vi sono i sommergibili appostati all’uscita dei Dardanelli. Se le navi superano indenni questo primo ostacolo, vengono segnalate alle navi di superficie ed ai sommergibili in crociera nel Canale di Sicilia e nello Stretto di Messina; qualora dovessero riuscire ad evitare anche questo nuovo pericolo (possibile soltanto appoggiandosi a porti neutrali) troverebbero ad aspettarle altre navi da guerra in crociera nelle acque della Tunisia e dell’Algeria. Infine, come ultima barriera per i bastimenti che riuscissero ad eludere anche tale minaccia, altri sommergibili sono in agguato lungo le coste della Spagna.
Il blocco si protrae dal 7 agosto al 12 settembre con intensità variabile; ordini tassativi sono emanati per evitare interferenze o incidenti con bastimenti neutrali (il che talvolta obbliga a seguire un mercantile “sospetto” per tutto il giorno al fine di identificarlo, dato che talvolta quelli diretti nei porti repubblicani usano bandiere false), e questo rende piuttosto complessa e delicata la missione delle unità che partecipano al blocco.
Il blocco navale così organizzato (del tutto illegale, dato che l’Italia non è formalmente in guerra con la Repubblica spagnola) si rivela un pieno successo: sebbene le navi effettivamente affondate o catturate siano numericamente poche, l’elevato rischio comportato dalla traversata a causa del blocco italiano porta in breve tempo alla totale interruzione del flusso di rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana. Soltanto qualche mercantile battente bandiera britannica o francese riesce a raggiungere i porti repubblicani, oltre a poche navi che salpano dalla costa francese del Mediterraneo e raggiungono Barcellona col favore della notte. Entro settembre, l’invio di mercantili con rifornimenti per i repubblicani dall’Unione Sovietica attraverso il Bosforo è praticamente cessato, tanto che i comandi italiani si possono ormai permettere di ridurre di molto il numero di navi in mare per la vigilanza, essendo quest’ultima sempre meno necessaria.
Oltre alla grave crisi nei rifornimenti di materiale militare, che si verifica proprio nel momento cruciale della conquista nazionalista dei Paesi Baschi (principale centro di produzione di armi tra le regioni in mano repubblicana), il blocco ha un impatto notevole anche sul morale dei repubblicani, tanto nella popolazione civile (il cui morale va deteriorandosi per la difficoltà di procurarsi beni di prima necessità) quanto nei vertici politico-militari, che si rendono conto di come, mentre i nazionalisti ricevono dall’Italia supporto incondizionato, persino sfacciato, con largo dispiegamento di mezzi, Francia e Regno Unito non sembrano disposte ad appoggiare la causa repubblicana se non a parole (in alcuni centri repubblicani si svolgono anche aperte manifestazioni contro queste due nazioni, da cui i repubblicani si sentono abbandonati).
Il blocco italiano impartisce dunque un durissimo colpo ai repubblicani, ma scatena anche gravi tensioni internazionali (specie col Regno Unito) e feroci proteste sulla stampa spagnola repubblicana ed internazionale, con accuse di pirateria – essendo, come detto, un’operazione in totale violazione di ogni legge internazionale – nei confronti della Marina italiana, ripetute anche da Winston Churchill. Il governo britannico, invece, evita di accusare apertamente l’Italia, dato che il primo ministro Neville Chamberlain intende condurre una politica di “riavvicinamento” verso l’Italia per allontanarla dalla Germania; anche questo fa infuriare i repubblicani, che hanno fornito ai britannici prove del coinvolgimento italiano (prove che i britannici peraltro possiedono già, dato che l’Operational Intelligence Center dell’Ammiragliato intercetta e decifra svariate comunicazioni italiane relative alle missioni “spagnole”), solo per vedere questi ultimi fingere di attribuire gli attacchi ai soli nazionalisti spagnoli.
Nel periodo 5 agosto-12 settembre, i sommergibili italiani effettuano complessivamente 59 missioni ed iniziano ben 444 attacchi, portandone però a termine soltanto 24 (a causa delle citate regole restrittive sulla necessità di identificare con assoluta certezza i bersagli prima di lanciare), con il lancio di 43 siluri ed il conseguente affondamento di quattro mercantili e danneggiamento di un cacciatorpediniere.

Il tenente di vascello Salvatore Todaro (da www.movm.it)


3 settembre 1937
L’H 4 rientra a Trapani senza aver avvistato navi sospette, dopo aver percorso 171 miglia in superficie (23,35 ore di moto) e 67 in immersione (20,30 ore di moto). Durante la missione ha incontrato mare cattivo.

5 maggio 1938
Al comando del tenente di vascello Giuseppe Aicardi, l’H 4 prende parte alla rivista navale "H" organizzata nel Golfo di Napoli per la visita in Italia di Adolf Hitler. Partecipa alla rivista la maggior parte della flotta italiana: le corazzate Giulio Cesare e Conte di Cavour, i sette incrociatori pesanti della I e III Divisione, gli undici incrociatori leggeri della II, IV, VII e VIII Divisione, sette "esploratori leggeri" classe Navigatori, diciotto cacciatorpediniere (le Squadriglie VII, VIII, IX e X, più il Borea e lo Zeffiro), trenta torpediniere (le Squadriglie IX, X, XI e XII, più le vecchie AudaceCastelfidardoCurtatoneFrancesco StoccoNicola Fabrizi e Giuseppe La Masa ed i quattro "avvisi scorta" della classe Orsa), ben 85 sommergibili della Squadra Sommergibili al comando dell’ammiraglio Antonio Legnani, e 24 MAS (Squadriglie IV, V, VIII, IX, X e XI), nonché le navi scuola Cristoforo Colombo ed Amerigo Vespucci, il panfilo di Benito Mussolini, l’Aurora, la nave reale Savoia e la nave bersaglio San Marco.
La Squadra Sommergibili è protagonista di uno dei momenti più spettacolari della parata, nella quale gli 85 battelli effettuano una serie di manovre sincronizzate: dapprima, disposti su due colonne, alle 13.15 passano contromarcia tra le due squadre  navali che procedono su rotte parallele; poi, terminato il defilamento, alle 13.25 tutti i sommergibili effettuano un’immersione simultanea di massa, procedono per un breve tratto in immersione e poi emergono simultaneamente ed eseguono una salva di undici colpi con i rispettivi cannoni.

1938

È comandante dell’H 4 il tenente di vascello Mario Milano. L’anno successivo il comando passa al capitano di corvetta Lorenzo Bezzi.


Sopra, il tenente di vascello Mario Milano, e sotto, il tenente di vascello Lorenzo Bezzi. Entrambi sarebbero caduti nel conflitto e decorati alla memoria con la Medaglia d’Oro al Valor Militare (da www.movm.it)


24 maggio 1940

Assume il comando dell’H 4 il tenente di vascello Loris Albanese, 32 anni, da Giuncarico.

Giugno 1940

Alla vigilia dell’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, l’H 4 (tenente di vascello Loris Albanese), insieme alle residue unità della classe H (H 1H 2H 6 e H 8), forma la XVII Squadriglia Sommergibili del I Grupsom di La Spezia.

9 giugno 1940

Al comando del tenente di vascello Loris Albanese, l’H 4 salpa da La Spezia alle 23 – prima ancora dell’inizio delle ostilità – per la sua prima missione di guerra, un pattugliamento al largo di Imperia. Escono in agguato nel Golfo di Genova anche i gemelli H 1, H 6 e H 8.

14 giugno 1940

Rientra a La Spezia alle 7.30, dopo aver percorso 382 miglia.

20 giugno 1940

Al comando del tenente di vascello Loris Albanese, lascia La Spezia alle 23.55 per trasferirsi a Savona, insieme al ben più moderno sommergibile Gondar.

21 giugno 1940

Arriva a Savona alle otto, dopo aver percorso 70 miglia.

22 giugno 1940

Salpa da Savona alle 17.27, al comando del tenente di vascello Loris Albanese, per un pattugliamento a sud e ad ovest del Golfo di Genova; deve formare uno sbarramento insieme al ben più moderno sommergibile Gondar, inviato in agguato a sud di Hyères.

25 giugno 1940

Deve abbandonare la missione per problemi ai motori elettrici, raggiungendo Savona alle 19.35, dopo aver percorso 361 miglia.

26 giugno 1940

Al comando del tenente di vascello Loris Albanese, lascia Savona alle 12.36 per trasferirsi a La Spezia, dove giunge alle 20.30, dopo aver percorso 71 miglia.

5 luglio 1940

Salpa da La Spezia alle 22, al comando del tenente di vascello Loris Albanese, per un pattugliamento al largo di Capo Noli, a nord del parallelo 44°00’ N e tra i meridiani 09°00’ E e 09°30’ E (nel Golfo di Genova).

10 luglio 1940

Rientra a La Spezia alle 8.30, dopo aver percorso 449,5 miglia.

27 luglio 1940

Uscita da La Spezia dalle 9.30 alle 15.45, al comando del tenente di vascello Loris Albanese, per un’esercitazione insieme al ben più grande sommergibile Enrico Tazzoli (capitano di corvetta Vittore Raccanelli), tre miglia e mezzo a sud di Moneglia. Percorse 43 miglia.

29 luglio 1940

Il tenente di vascello Albanese cede il comando dell’H 4 al trentaduenne parigrado Leone Monteleoni.

5 agosto 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 17.10, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 55 miglia. (Per altra fonte, l’H 4 sarebbe uscito in pattugliamento difensivo in seguito alla notizia dell’uscita in mare della Forza H britannica).

14 agosto 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9 alle 16.45, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 48 miglia.

16 agosto 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 11.10, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 26 miglia.

24 agosto 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 13.05 alle 17.50, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 30 miglia.

27 agosto 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.50 alle 11.45, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 23 miglia.

28 agosto 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8 alle 16.30, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 53 miglia.

3 settembre 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 14.20 alle 17.15, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 25 miglia.

17 settembre 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.05 alle 16.55, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 50 miglia.

20 settembre 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 12.20 del 20 all’1.15 del 21, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni ed insieme ai sommergibili H 1, Neghelli e Comandante Cappellini; percorse 99,5 miglia.

14 ottobre 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 12.50 alle 18.10, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 49 miglia.

24 ottobre 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 12.50 alle 17.40, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 48 miglia.

26 ottobre 1940

Il tenente di vascello Monteleoni lascia il comando dell’H 4, che il 2 novembre verrà assunto dal parigrado Teucle Meneghini, 34 anni, da Pitelli.

6 novembre 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.05 alle 12.57, al comando del tenente di vascello Teucle Meneghini; percorse 11,8 miglia.

21 novembre 1940

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9.25 alle 17.05, al comando del tenente di vascello Teucle Meneghini; percorse 30 miglia.

10 dicembre 1940

Il tenente di vascello Meneghini lascia il comando dell’H 4.

9 gennaio 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 11.25; percorse 30 miglia.

15 gennaio 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9 alle 18.30; percorse 30 miglia.

25 gennaio 1941

Leone Monteleoni, intanto promosso a capitano di corvetta, torna al comando dell’H 4. Lo stesso giorno, il sommergibile compie un’uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9.20 alle 11; percorse 15 miglia.

31 gennaio 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.45 alle 10.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni; percorse 22 miglia.

2 febbraio 1941

Salpa da La Spezia alle 19.50, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, per un agguato difensivo al largo di Livorno a contrasto di un possibile bombardamento navale britannico delle coste liguri, in seguito all’uscita da Gibilterra della Forza H diretta verso est. Allo stesso scopo, anche l’H 1 viene inviato in agguato tra La Spezia e Livorno, mentre i più moderni sommergibili Ascianghi e Scirè sono inviati a sudest di Capo Mele.

La Forza H, partita da Gibilterra il 31 gennaio con la corazzata Barham, l’incrociatore da battaglia Renown, la portaerei Ark Royal, l’incrociatore leggero Sheffield e dieci cacciatorpediniere, intende effettivamente bombardare Genova il mattino del 3 febbraio, oltre a minare le acque di accesso a La Spezia con aerei dell’Ark Royal e lanciare un attacco aereo (sempre con i velivoli della portaerei) contro la diga del Tirso il mattino del 2; grazie al maltempo, tuttavia, la formazione nemica si limita a lanciare un infruttuoso attacco aereo contro la diga del Tirso e rientra alla base nel pomeriggio del 4, senza attaccare Genova (il tentativo sarà ripetuto, e portato a termine con successo, il successivo 9 febbraio). I sommergibili vengono pertanto richiamati alla base.

3 febbraio 1941

L’H 4 rientra a La Spezia alle 15.45, dopo aver percorso cento miglia senza avvistare niente.

13 marzo 1941

Salpa da La Spezia alle 17.55, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, per effettuare vigilanza idrofonica nel punto 44°03.5’ N e 09°09’ E.

14 marzo 1941

Rientra a La Spezia alle 11.15, dopo aver percorso 113 miglia senza rilevare niente di anomalo.

25 marzo 1941

Parte da La Spezia alle 18.20, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, per svolgere sorveglianza idrofonica nel punto 44°00’ N e 09°15’ E, in pattugliamento difensivo in cooperazione con l’H 1.

26 marzo 1941

Rientra a La Spezia alle 10.40, dopo aver percorso 99 miglia senza rilevare niente.

5 aprile 1941

Salpa da La Spezia alle 21.30, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, per un pattugliamento difensivo in 43°45’ N e 09°30’ E, in seguito alla segnalazione di una forza navale nemica in avvicinamento a ovest.

6 aprile 1941

Rientra a La Spezia alle 9.55, senza aver avvistato niente, dopo aver percorso 65,5 miglia.

10 aprile 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 15.20 alle 17.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 25 miglia.

11 aprile 1941

Il capitano di corvetta Monteleoni cede il comando dell’H 4 al tenente di vascello Giovanni Celeste, 36 anni, da Messina.

Il tenente di vascello Giovanni Celeste (da www.granmirci.it)

14 aprile 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 11.50, al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse 30 miglia.

21 aprile 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.20 alle 12.45, al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse 30 miglia.

24 aprile 1941

Uscita da La Spezia per prove della girobussola dalle 8.05 alle 11.15, al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse quattro miglia.

26 aprile 1941

Salpa da La Spezia alle 18.25, al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste, per vigilanza idrofonica al largo dell’Isola del Tino, in seguito all’uscita di un’imponente forza navale britannica da Gibilterra, che si teme possa essere diretta in Mar Ligure.

La Forza H è infatti uscita da Gibilterra il giorno precedente con l’incrociatore da battaglia Renown, la portaerei Ark Royal, gli incrociatori leggeri Dido e Sheffield, l’incrociatore posamine Abdiel ed i cacciatorpediniere Kelly, Kelvin, Kipling, Kashmir, Jersey, Jackal, Fortune, Faulknor, Fearless, Fury e Foresight per le operazioni "Salient" e "Dunlop": la prima consiste nel trasferimento da Gibilterra ad Alessandria di un’aliquota di naviglio destinata a rinforzare la Mediterranean Fleet (Dido, Abdiel, JackalJerseyKashmirKellyKelvin e Kipling, raggruppati per l’occasione nella Forza S), che al contempo trasporteranno anche rifornimenti a Malta prima di raggiungere la loro destinazione; la seconda, nel lancio da parte dell’Ark Royal di un gruppo di aerei destinati a rimpolpare le squadriglie di Malta.

Conseguentemente, le navi britanniche non si avvicineranno minimamente al Mar Ligure.

29 aprile 1941

Termina la missione raggiungendo Livorno alle 10.05, dopo aver percorso 346,5 miglia.

Lo stesso giorno compie un’uscita per esercitazione da Livorno dalle 10.25 alle 16.05, sempre al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste.

1° maggio 1941

Salpa da La Spezia alle 20.15, al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste, per vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure.

2 maggio 1941

Rientra a La Spezia alle 10.30, dopo aver percorso 90 miglia senza avvistamenti.

Ne salpa nuovamente alle 19, per un nuovo pattugliamento idrofonico nel Golfo Ligure.

3 maggio 1941

Fa ritorno a La Spezia alle 10.45, dopo aver percorso 91 miglia senza rilevare niente.

9 maggio 1941

Parte da La Spezia alle 18.15, al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste, per vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure, nel quadro di un pattugliamento difensivo in cooperazione con l’H 1.

10 maggio 1941

Rientra a La Spezia alle 10.12 dopo aver percorso 87 miglia.

14 maggio 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.20 alle 16.45, al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse 38,3 miglia.

16 maggio 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.10 alle 12.45, al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse 24,4 miglia.

27 maggio 1941

Il tenente di vascello Celeste viene avvicendato al comando dell’H 4 dal parigrado Gaetano Iaccarino, 32 anni, da Sorrento: questi rimarrà sull’H 4 esattamente per un anno, il periodo di comando più lungo tra i diversi comandanti di questo battello in tempo di guerra.

Il tenente di vascello Gaetano Iaccarino (da www.marinaisorrentini.it)

30 maggio 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.12 alle 16.56, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 30 miglia.

2 giugno 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 15.27, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 37 miglia.

12 giugno 1941

Salpa da La Spezia alle 17.57, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per un altro pattugliamento idrofonico nel Golfo Ligure.

13 giugno 1941

Rientra a La Spezia alle 10.40, dopo aver percorso 97,5 miglia senza avvistare niente.

14 giugno 1941

Salpa da La Spezia alle 20.14, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per effettuare vigilanza idrofonica 24 miglia ad est di Colonna, in corrispondenza del parallelo 43°40’ N. Deve formare uno sbarramento insieme ai sommergibili H 6, Giovanni Da Procida e Marcantonio Colonna.

16 giugno 1941

Torna a La Spezia alle otto, dopo aver percorso 197,3 miglia.

17 giugno 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 10.06, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse dodici miglia.

24 giugno 1941

Salpa da La Spezia alle 18 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo Ligure al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme al gemello H 6.

28 giugno 1941

Ritorna a La Spezia alle 8.35, dopo aver percorso 335 miglia. Ha avvistato solo navi italiane.

6 luglio 1941

Lascia La Spezia alle 16.30 per l’ennesimo pattugliamento idrofonico nel Golfo Ligure, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino.

7 luglio 1941

Rientra a La Spezia alle 12.40, dopo aver percorso 166 miglia senza eventi di rilievo.

11 luglio 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9.50 alle 13.14, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 11,2 miglia.

15 luglio 1941

Salpa da La Spezia alle 18 per un’altra missione di vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino.

16 luglio 1941

Rientra a La Spezia alle otto, dopo aver percorso 108,5 miglia senza riscontrare niente di strano.

18-19 luglio 1941

Altra missione di vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure, dalle 18 del 18 alle 8.20 del 19, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 106 miglia, senza avvistare niente di anomalo.

26-27 luglio 1941

Altra missione di vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure, dalle 18 del 26 alle 8.43 del 27, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 106 miglia, senza avvistare niente di strano.

28-29 luglio 1941

Altra missione di vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure, dalle 18 del 28 alle 8.30 del 29, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 100,5 miglia, senza rilevare niente di anomalo.

31 luglio 1941

Parte da La Spezia alle 00.35, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per un agguato difensivo nel Golfo di Genova insieme al gemello H 1, a dieci miglia per 300° dal punto 43°57.5’ N e 08°42’ E.

L’uscita in mare dei due sommergibili è stata decisa in seguito alla notizia della partenza da Gibilterra di una forza navale britannica diretta verso ovest: si tratta delle navi impegnate nell’operazione «Style», consistente nell’invio a Malta dell’incrociatore posamine Manxman e degli incrociatori leggeri Hermione ed Arethusa (Forza X, al comando del contrammiraglio Edward Neville Syfret), in missione di trasporto veloce di 1746 uomini (70 ufficiali e 1676 sottufficiali e soldati, in parte rimasti a Gibilterra quando il piroscafo Leinster, facente parte del precedente convoglio «Substance» diretto a Malta, si era incagliato, ed in parte imbarcati su navi dello stesso convoglio che erano dovute rientrare a Gibilterra perché danneggiate) e 130 tonnellate di rifornimenti, con la scorta diretta dei cacciatorpediniere Lightning e Sikh ed indiretta di parte della Forza H dell’ammiraglio James Somerville (corazzata Nelson, incrociatore da battaglia Renown, portaerei Ark Royal, due incrociatori ed otto cacciatorpediniere). Quale azione diversiva, i britannici effettuano anche un bombardamento di Porto Conte ed Alghero da parte dei cacciatorpediniere Maori e Cossack e di nove bombardieri Fairey Swordfish della portaerei Ark Royal (attacchi compiuti tra le 2.15 e le 4.45 del 1° agosto, con danni trascurabili).
Le navi dirette a Malta hanno lasciato Gibilterra alle sei del mattino del 30 luglio, ed alle 17.30 la notizia che la Forza H è partita da Gibilterra alle 7 diretta verso est è giunta a Supermarina, che ha disposto subito una serie di contromisure, tra cui l’invio di
H 4, H 1 e del più grande sommergibile Marcantonio Colonna in agguato nel Golfo di Genova, per l’eventualità di un nuovo tentativo di bombardamento navale di Genova. Al contempo, altri sommergibili vengono inviati in agguato tra Malta e Pantelleria (TembienZaffiroFratelli Bandiera e Luciano Manara) ed a sudovest della Sardegna (AlagiAradamDiaspro e Serpente) per contrastare il transito di un eventuale convoglio diretto a Malta, le sei torpediniere disponibili a Trapani (CastoreCignoCalliopeCentauroCirce e Pallade) vengono approntate per un eventuale attacco contro tale convoglio, tredici MAS vengono concentrati a Trapani e Pantelleria per effettuare rastrelli notturni nel Canale di Sicilia, viene sospeso il traffico nel Mediterraneo centrale, messe in allarme le difese costiere di Liguria, Sicilia, Sardegna e costa tirrenica italiana ed ordinate ricognizioni aeree su vaste zone di entrambi i bacini del Mediterraneo. Successivamente anche le forze navali di stanza a Taranto, Napoli e Messina ricevono ordine di tenersi pronte ad un’uscita in mare.

L’H 4 non incontrerà le navi britanniche, dal momento che la forza avversaria non si avvicinerà neanche al Mar Ligure. L’operazione britannica verrà portata a termine senza perdite, essendosi la ricognizione aerea dell’Asse concentrata interamente sulla Forza H, mentre la Forza X riesce a passare inosservata e sbarcare truppe e rifornimenti a Malta per poi fare immediatamente ritorno a Gibilterra, affondando strada facendo il sommergibile Tembien.

5 agosto 1941

L’H 4 rientra a La Spezia alle 8.15, dopo aver percorso 379,6 miglia senza avvistare niente.

7 agosto 1941

Salpa da La Spezia alle 23.20, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per un pattugliamento difensivo in posizione 43°57.5’ N e 08°42’ E, in cooperazione con l’H 1.

9 agosto 1941

Rientra a La Spezia alle 8.15, dopo aver percorso 167,5 miglia.

12 agosto 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.35 alle 14, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 28,6 miglia.

13 agosto 1941

Salpa da La Spezia alle 17.35, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per effettuare vigilanza idrofonica in 44°00’ N e 09°27’ E, nel quadro di un pattugliamento difensivo in cooperazione con l’H 1.

14 agosto 1941

Rientra a La Spezia alle 9.54, dopo aver percorso 74,8 miglia.

16 agosto 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 17.22, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 32 miglia.

19 agosto 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.40 alle 18.10, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 34 miglia.

23 agosto 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 5.25 alle 13.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 47,3 miglia.

Alle 20.55 l’H 4 lascia nuovamente La Spezia, sempre al comando del T.V. Iaccarino, per un pattugliamento difensivo a 8 miglia per 268° dal punto 44°13’ N e 09°07.5’ E, in seguito alla notizia dell’uscita da Gibilterra di una consistente forza navale britannica.

Dalla base britannica sullo stretto è infatti uscita il 21 agosto la Forza H con la corazzata Nelson, la portaerei Ark Royal, l’incrociatore leggero Hermione, i cacciatorpediniere EncounterFuryForesterForesight e Nestor, per l’operazione "Mincemeat", consistente nell’invio del posamine veloce Manxman (partito da solo il 22 agosto per non dare nell’occhio) al largo di Livorno, per posare un campo di 70 mine in quelle acque, ed in attacchi aerei lanciati dall’Ark Royal contro obiettivi in Sardegna (stabilimenti industriali e boschi di sughero nella parte settentrionale dell’isola), allo scopo di dissuadere la Spagna di Francisco Franco dall’entrare in guerra a fianco dell’Asse, mostrando le capacità della Royal Navy di colpire il nemico anche in casa propria.

Le forze britanniche porteranno a termine la propria missione senza interferenza da parte di quelle italiane, che hanno concentrato la loro attenzione sul Canale di Sicilia nell’erronea convinzione che la Forza H fosse uscita in mare per dare appoggio alla navigazione di un (inesistente) convoglio da Gibilterra a Malta.

27 agosto 1941

Rientra a La Spezia alle 8.15, dopo aver percorso 260 miglia.

29 agosto 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.35 alle 18, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 30,8 miglia.

31 agosto 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 14.25, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 30 miglia.

3 settembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 17.30, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 34 miglia.

5 settembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.35 alle 13.47, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme ai gemelli H 1 e H 6 e con la scorta dei rimorchiatori Capodistria e Torre Annunziata. Percorse 27,5 miglia.

9 settembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.35 alle 17.35, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H 1 e con la scorta dei rimorchiatori militari Capodistria e Sant’Antioco. Percorse 29 miglia.

10 settembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 17.25, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 36,8 miglia.

15 settembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 14.35, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 21 miglia.

17 settembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.37 alle 17.50, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 33,5 miglia.

20 settembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 17.30, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 50,5 miglia.

22 settembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 18, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 40 miglia.

26 settembre 1941

Salpa da La Spezia alle 18.30, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per un pattugliamento nel Golfo di Genova insieme ai sommergibili H 1, H 6, Beilul e Giovanni Da Procida, in previsione dell’arrivo da Gibilterra di una forza navale britannica. L’H 4, in particolare, deve pattugliare nel punto 44°11’ N e 09°10’ E.

La forza navale di cui è segnalato il possibile avvicinamento è la Forza H, salpata da Gibilterra tra le 18.15 e le 23.30 del 24 settembre per l’operazione "Halberd": la compongono le corazzate Prince of WalesRodney e Nelson, la portaerei Ark Royal ed i cacciatorpediniere DuncanFuryLanceLegionLivelyGurkhaZuluIsaac Sweers (olandese), Garland (polacco) e Piorun (polacco). La formazione, denominata per l’operazione “Forza A”, è stata suddivisa dai britannici in vari sottogruppi, partiti in momenti diversi tra il 24 ed il 25 settembre: suo scopo è proteggere la navigazione verso Malta di un convoglio con rifornimenti (WS. 11X, formato dalla cisterna militare Breconshire e dalle navi da carico AjaxCity of LincolnCity of CalcuttaClan MacDonaldClan FergusonRowallan CastleImperial Star e Dunedin Star con un carico complessivo di 81.000 tonnellate di rifornimenti e la scorta diretta degli incrociatori leggeri EdinburghSheffieldEuryalusKenya ed Hermione e dei cacciatorpediniere CossackFarndaleForesightForesterHeythropLaforeyLightning ed Oribi della Forza X), che si svolgerà in contemporanea con la navigazione di un altro convoglio (MG. 2, formato dai mercantili scarichi Port ChalmersCity of Pretoria e Melbourne Star, scortati dalla corvetta Gloxinia nel primo tratto della navigazione) da Malta a Gibilterra e con un’azione diversiva della Mediterranean Fleet nel Mediterraneo orientale. A completamento del dispositivo britannico, i sommergibili UrgeUtmostUpholderUnbeatenUrsulaUprightTrustySokol (polacco) e O 21 (olandese) della 8th e 10th Flotilla sono schierati in agguato agli imbocchi dello stretto di Messina, nel golfo di Cagliari, al largo di Capo Carbonara e lungo la costa nordorientale della Sicilia, pronti ad intercettare eventuali forze navali di superficie che dovessero tentare di attaccare il convoglio.
Come nel caso di "Style" qualche mese prima, non conoscendo gli scopi dell’operazione britannica, dopo aver appreso dell’uscita da Gibilterra della Forza H Supermarina ha deciso di predisporre agguati di sommergibili per far fronte alla possibilità di un nuovo bombardamento navale britannico delle coste liguri. La partenza della Forza H in più gruppi, e le rotte seguite da questi fino alla riunione (che avviene il mattino del 27 settembre, cento miglia a sud di Cagliari), traggono in inganno i comandi italiani, i quali, ricevute nella tarda mattinata del 25 settembre le prime notizie sulla partenza della Forza H da Gibilterra, ritengono erroneamente che lo scopo dell’operazione sia un bombardamento navale contro obiettivi sulle coste della Penisola, come attestato dal "Notiziario 73" di Maristat Informazioni, delle 11.10 del 25 settembre, secondo cui "
N.B. NELSON partita ieri ore 18.30 per ponente con 4 CC.TT. alt RODNEY alzata insegna ammiraglio alt Nella notte tutte forze navali Gibilterra partite con scorta numerosi CC.TT. presumesi per Mediterraneo alt Al RODNEY risulterebbe aggregatosi gruppo NELSON con tipo BELFAST alt Scopo missione sarebbe rappresaglia contro coste italiane" (e poi dalla relazione inviata da Supermarina al Comando Supremo ed a Mussolini il successivo 8 ottobre, in cui si afferma che le misure intraprese si prefiggevano di "intervenire sia nel caso che le forze nemiche avessero agito all’alba contro Genova, sia nel caso che avessero agito contro la Sardegna o comunque si trovassero verso sud"). Oltre ai cinque sommergibili schierati in Mar Ligure (i tre "H", Beilul e Da Procida), altri tre sono inviati a sudovest della Sardegna (Squalo, Delfino, Fratelli Bandiera), tre a sud-sudovest di Ibiza (Adua, Turchese, Dandolo) e quattro a levante delle Baleari (Diaspro, Serpente, Axum ed Aradam), lungo la probabile rotta di una forza navale britannica che da Gibilterra intendesse avvicinarsi alle coste italiane per eseguire un bombardamento navale.

Anche stavolta, come con "Style", i sommergibili schierati in Mar Ligure non incontreranno le navi britanniche, che si sono dirette da tutt’altra parte, e quelli nel Mediterraneo centrale – i cui ordino sono stati modificati da Maricosom dopo che il mattino del 27 è giunta notizia della presenza di un convoglio diretto a Malta, in seguito alla quale i comandi italiani hanno compreso il vero scopo dell’operazione britannica – non saranno in grado di infliggere danni alle forze britanniche (che invece ne subiranno qualcuno ad opera della Regia Aeronautica: il grave danneggiamento della corazzata Nelson e l’affondamento del mercantile Imperial Star, entrambi colpiti da aerosiluranti).

29 settembre 1941

Conclude la missione entrando a Santa Margherita Ligure alle otto, dopo aver percorso 306 miglia senza avvistare niente.

30 settembre 1941

Esce nuovamente da La Spezia alle 7.30, sempre al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per un pattugliamento in posizione 44°11’ N e 08°43’ E, allo scopo di intercettare una forza navale britannica segnalata in avvicinamento da Gibilterra. Torna in porto già alle 13, dopo aver percorso 39 miglia.

3 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9.17 alle 16.50, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 27,5 miglia.

4 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 16.50, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, con la scorta del Torre Annunziata e del posamine Crotone. Percorse 30,5 miglia.

7 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 16.45, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H 6 e con la scorta del Crotone, del rimorchiatore militare Favignana e della cannoniera Rimini. Percorse 25 miglia.

8-9 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 18.15 dell’8 alle 00.30 del 9, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme ad H 1 e H 6 e con la scorta del rimorchiatore militare Taormina. Percorse 25 miglia.

10 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 16, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 26 miglia.

18 ottobre 1941

Salpa da La Spezia alle 12.30, al comando del tenente di vascello Iaccarino, ma torna alla base già alle 14.10, dopo aver percorso solo quattordici miglia.

21 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 17.20, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H 1 e con la scorta del rimorchiatore militare Capodistria. Percorse 28 miglia.

22 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 16.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, con la scorta del Capodistria. Percorse 33 miglia.

24 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.50 alle 11.27, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 18,6 miglia.

28 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9 alle 16.42, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H 6 e con la scorta del Sant’Antioco durante l’esercitazione e di Crotone e Capodistria durante la navigazione di ritorno. Percorse 38,5 miglia.

31 ottobre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9.05 alle 10.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H 1 e con la scorta di Crotone e Capodistria. Percorse 12 miglia.

4 novembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.55 alle 16.36, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 27 miglia.

7 novembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.45 alle 16.15, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 25 miglia.

17 novembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.05 alle 12.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 32,1 miglia.

20 novembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 15.20, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 36 miglia.

21 novembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.45 alle 10.15, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 25 miglia.

25 novembre-1° dicembre 1941

In bacino a La Spezia per lavori.

3 dicembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.10 alle 16.42, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H 1 e con la scorta di Crotone e Capodistria e dei MAS 510 e 525. Percorse 27,5 miglia.

5 dicembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9.10 alle 16.54, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, con la scorta di Crotone, Favignana e dei MAS 510 e 525. Percorse 24,5 miglia.

10 dicembre 1941

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.20 alle 10.10, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 13 miglia.

27 dicembre 1941

Lascia La Spezia alle 10.06, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per trasferirsi a Genova, dove dovrà sottoporsi ad un periodo di lavori. Giunge a destinazione alle 16.49, dopo aver percorso 47 miglia.

Due sommergibili classe H a La Spezia; dietro di essi, sommergibili delle classi Squalo e Bandiera (Coll. Guido Alfano, via g.c. Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net)

4 febbraio 1942

Uscita da Genova per prove in mare dalle 8.30 alle 17, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta della nave scorta ausiliaria F 130 Luigi Rizzo. Percorse 58 miglia.

6 febbraio 1942

Uscita da Genova per prove in mare dalle 00.50 alle 14, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 47 miglia.

9 febbraio 1942

Lascia Genova alle 9.15, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per fare ritorno a La Spezia, dove arriva alle 15, dopo aver percorso 47 miglia.

10 febbraio 1942

Salpa da La Spezia alle 19.45, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino ed insieme ai sommergibili H 6 e Marcantonio Colonna, per un pattugliamento idrofonico in posizione 44°11’ N e 09°10’ E.

15 febbraio 1942

Rientra a La Spezia alle 8.30, dopo aver percorso 88,7 miglia senza avvistare niente.

17 febbraio 1942

Uscita da La Spezia dalle 9.05 alle 11.40, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per prove della girobussola. Percorse due miglia.

18 febbraio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.15 alle 12.35, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 25 miglia.

19 febbraio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 14.45 alle 16.45, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 1,8 miglia.

20 febbraio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 15.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 25,5 miglia.

24 febbraio 1942

Uscita da La Spezia per prove in mare dalle 12.56 alle 15.22, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 23 miglia.

26 febbraio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.15 alle 17.30, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme al sommergibile tascabile CB 1 e con la scorta dei MAS 505 e 525. Percorse 32 miglia.

28 febbraio 1942

Salpa da La Spezia alle 20.50, al comando del tenente di vascello Iaccarino, per un pattugliamento difensivo in 44°11’ N e 08°43’ E (nel Golfo di Genova) insieme ai sommergibili H 6 e Francesco Rismondo, ma deve abbandonare la missione a causa di avarie al motore diesel di dritta.

1° marzo 1942

Arriva a Savona alle 11.15, dopo aver percorso 42,5 miglia. Riparte alle 11.30 diretto a La Spezia.

2 marzo 1942

Arriva a La Spezia alle 17.30, dopo aver percorso 68 miglia.

4 marzo 1942

Uscita da La Spezia per prove in mare dalle 9.05 alle 14.15, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 47 miglia.

5 marzo 1942

Uscita da La Spezia per prove in mare dalle 13.50 alle 16.30, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 23 miglia.

6 marzo 1942

Lascia La Spezia alle 11.50, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per trasferirsi a Livorno, dove giunge alle 17.15, dopo aver percorso 49,5 miglia.

7 marzo 1942

Salpa alle 22 da Livorno, al comando del tenente di vascello Iaccarino, per un pattugliamento idrofonico, ma rientra già alle 23.30, dopo aver percorso solo tre miglia.

10 marzo 1942

Uscita da Livorno per esercitazione dalle 9.20 alle 17.45, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 35 miglia.

11 marzo 1942

Lascia Livorno alle 7.05, al comando del tenente di vascello Iaccarino, per trasferirsi a La Spezia, dove giunge a mezzogiorno, dopo aver percorso 49 miglia.

13 marzo 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.05 alle 15.38, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del Crotone e della torpediniera Giacinto Carini. Percorse 26 miglia.

17 marzo 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.25 alle 16.35, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta di Capodistria e Sant’Antioco. Percorse 22 miglia.

20 marzo 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.39 alle 16.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del MAS 509. Percorse 19 miglia.

25 marzo 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 18.53, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta di Crotone e Capodistria. Percorse 21,5 miglia.

27 marzo 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 14.30, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme al sommergibile Antonio Bajamonti e con la scorta del Crotone. Percorse 21,8 miglia.

31 marzo 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 17.05, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del Crotone. Percorse 39,5 miglia.

8 aprile 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 18.32, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H 1 e con la scorta del Crotone. Percorse 57 miglia.

13 aprile 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9.03 alle 13.25, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta della Carini. Percorse 19,8 miglia.

16 aprile 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 15.40, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del Crotone. Percorse 29,6 miglia.

21 aprile 1942

Salpa da La Spezia alle 23.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, per un pattugliamento difensivo nel Golfo di Genova, in posizione 44°11’ N e 08°43’ E, insieme ai sommergibili H 1 e Rismondo.

23 aprile 1942

Rientra a La Spezia alle 9.15, dopo aver percorso 185,9 miglia.

29 aprile 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 11.45 alle 17.25, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 31 miglia.

30 aprile 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 13.10 alle 16.50, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme a H 1 e H 6 e con la scorta del MAS 501. Percorse 23 miglia.

3 maggio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 10.05 alle 16.10, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 30,8 miglia.

5 maggio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 5.25 alle 13.30, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 36,3 miglia.

8 maggio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle dieci alle 15.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del cacciatorpediniere Nicoloso Da Recco. Percorse 29,7 miglia.

20 maggio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16.20, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino ed insieme ai sommergibili Cobalto e Rismondo. Percorse 37 miglia.

21 maggio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.40 alle 12.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino ed insieme ad H 1 e H 6, con la scorta del MAS 509. Percorse 18 miglia.

22 maggio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.45 alle 11.45, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 26,5 miglia.

25 maggio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 12.45, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta della torpediniera Giuseppe La Masa, del rimorchiatore Mesco e della cannoniera Rimini. Percorse 24,8 miglia.

26 maggio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.28 alle 16.24, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 31,2 miglia.

28 maggio 1942

Il tenente di vascello Iaccarino cede il comando dell’H 4 al parigrado Giuseppe Simonetti, 34 anni, da Marciana Marina.

30 maggio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 13.45 alle 18.06, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 18,4 miglia.

4 giugno 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.35 alle 17.28, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 38,5 miglia.

7 giugno 1942

Uscita da La Spezia dalle 13.50 alle 19.03, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti, per prove dell’ecogoniometro con il cacciatorpediniere Vincenzo Gioberti. Percorse 21,1 miglia.

12 giugno 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 13.30, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 27,2 miglia.

19 giugno 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.40 alle 12.28, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 20 miglia.

22 giugno 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 12.05 alle 18.03, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 26,9 miglia.

24-25 giugno 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 20 del 24 alle 00.33 del 25, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29 miglia.

26 giugno 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 13.40, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 26,5 miglia.

29-30 giugno 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 22.40 del 29 alle 5.35 del 30, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 24 miglia.

30 giugno 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 13.30 alle 18.10, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 15,7 miglia.

2 luglio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.40 alle 15.43, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 24 miglia.

11 luglio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 10.50 alle 12.12, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 4,3 miglia.

13 luglio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle sette alle 12.37, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti, insieme alla torpediniera Procione. Percorse 22,9 miglia.

16 luglio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 13.01, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29,7 miglia.

21 luglio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 13.10 alle 17.45, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 23,5 miglia.

L’H 2 in Tirreno nel 1942 (Coll. Maurizio Brescia, via www.betasom.it)

23-29 luglio 1942

Ai lavori in bacino a La Spezia.

31 luglio 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.43 alle 11.55, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 23,2 miglia.

5 agosto 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.05 alle 16.55, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 30 miglia.

10 agosto 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.30 alle 12.43, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 31,8 miglia.

11 agosto 1942

Salpa da La Spezia alle 23.55 per un pattugliamento difensivo, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti; deve formare uno sbarramento contro una forza navale britannica proveniente da ovest, insieme a H 1, H 6, Bajamonti e Rismondo.

Come nel caso di "Halberd" e "Style" l’anno precedente, lo schieramento dei sommergibili in Mar Ligure ha scopo meramente precauzionale; in realtà, la forza navale britannica proveniente da Gibilterra è diretta a Malta, di scorta al grosso convoglio "Pedestal" carico di rifornimenti essenziali per la sopravvivenza dell’isola. (E questa volta, a differenza che con "Halberd" e "Style", i sommergibili schierati nel Mediterraneo centrale riusciranno a cogliere notevoli successi contro il convoglio britannico).

14 agosto 1942

Rientra a La Spezia alle 19.10, dopo aver percorso 309,2 miglia, al termine di una missione priva di eventi di rilievo.

18 agosto 1942

Salpa da La Spezia all’1.30, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti, per formare uno sbarramento difensivo in 44°11’ N e 08°56’ E insieme a H 1, H 6 e Bajamonti.

Alle 17 dello stesso giorno viene però richiamato alla base, dove giunge alle 22, dopo aver percorso 117,4 miglia.

21 agosto 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.07 alle 12.20, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 21,6 miglia.

24 agosto 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.58 alle 11.05, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 20,2 miglia.

28 agosto 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle sette alle 12.45, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 27,9 miglia.

1° settembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle sette alle 12.55, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 22,5 miglia.

7 settembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 12.05 alle 17.15, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 21 miglia.

11 settembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.40 alle 12.22, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 21,7 miglia.

19 settembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 17.37, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti e con la scorta dei cacciasommergibili VAS 218, VAS 221 e VAS 226. Percorse 35,3 miglia.

21 settembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.15 alle 17.44, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 54 miglia.

3 ottobre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.45 alle 15.10, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 32,8 miglia.

6 ottobre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.02 alle 12.52, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 30,5 miglia.

8 ottobre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7 alle 16.30, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 48,5 miglia.

13 ottobre 1942

Uscita per esercitazione da La Spezia, insieme all’H 6 ed al ben più moderno sommergibile Ambra, con la scorta del MAS 556.

14 ottobre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.22 alle 16.45, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 56 miglia.

16 ottobre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 13.39 alle 19.35, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 35 miglia.

21 ottobre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.22 alle 19.10, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 62 miglia.

23 ottobre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 10.55 alle 18.40, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 40 miglia.

26 ottobre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 12.35, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29 miglia.

4 novembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 17.22, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 47 miglia.

8 novembre 1942

Salpa da La Spezia all’una di notte, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti, per un pattugliamento difensivo nel Golfo di Genova, insieme a H 1, H 6 e Bajamonti.

11 novembre 1942
Rientra a La Spezia alle 11.50, dopo aver percorso 392,6 miglia senza avvistare niente.

13 novembre 1942

Lascia La Spezia alle 7.55, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti, per trasferirsi a La Maddalena insieme all’H 1.

14 novembre 1942

Arriva a La Maddalena alle 10.55, dopo aver percorso 201 miglia.

22 novembre 1942

Lascia La Maddalena alle 17, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti, per tornare a La Spezia.

23 novembre 1942

Arriva a La Spezia alle 17, dopo aver percorso 201 miglia.

27 novembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 17.30, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 49 miglia.

5 dicembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 12.55, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 24,5 miglia.

10 dicembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 17.05, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29,2 miglia.

17 dicembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.05 alle 15.15, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 35,7 miglia.

19 dicembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.03 alle 16.43, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 40,5 miglia.

23 dicembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16.10, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 37,5 miglia.

26 dicembre 1942

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.27 alle 13.07, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29 miglia.

2 gennaio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 12.45, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 19 miglia.

Un sommergibile classe H in navigazione (g.c. Anton Shitarev, via www.naviearmatori.net

3 gennaio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.45 alle 12.15, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse otto miglia.

5 gennaio 1943

Il tenente di vascello Simonetti viene sostituito al comando dell’H 4 dal parigrado Augusto Marraccini, 29 anni, da Rocca San Casciano.

8 gennaio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.35 alle 17.15, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 34 miglia.

13 gennaio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16.45, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 32 miglia.

15 gennaio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 10.15 alle 14.10, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 24 miglia.

19 gennaio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 18.10, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 37 miglia.

22 gennaio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16.49, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 31,5 miglia.

27 gennaio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 16.35, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 31 miglia.

29 gennaio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 15.20, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 29 miglia.

1° febbraio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.22 alle 15.10, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 35,7 miglia.

4 febbraio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 12.15, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 12 miglia.

10 febbraio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.35 alle 13.30, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 22,8 miglia.

15 febbraio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 17.25, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 24,7 miglia.

20 febbraio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 13.20, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 16,8 miglia.

24 febbraio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9.45 alle 16, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 19,9 miglia.

3 marzo 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 17, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 23,5 miglia.

8 marzo 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 14 alle 17.30, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 17 miglia.

10 marzo 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 15 miglia.

15 marzo 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 12.45 alle 18.27, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 17 miglia.

17 marzo 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 17.27, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 17 miglia.

19 marzo 1943

Lascia La Spezia alle 7.30, al comando del tenente di vascello Augusto Marraccini, per trasferirsi a Genova, dove dovrà sottoporsi ad un periodo di lavori. Arriva a Genova alle 15, dopo aver percorso 55,25 miglia.

27 marzo 1943

Il tenente di vascello Marraccini cede il comando dell’H 4 al ventottenne sottotenente di vascello Luigi Ginocchio.

Il tenente di vascello Luigi Ginocchio, qui a bordo del Luigi Settembrini negli anni Trenta (g.c. Giovanni Pinna)

27 aprile 1943

Uscita da Genova per prove in mare dalle 9.55 alle 16.45, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 35 miglia.

1° maggio 1943

Lascia Genova alle 9.45, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio, per trasferirsi a La Spezia, dove arriva alle 15, dopo aver percorso 46 miglia.

10 maggio 1943

Salpa da La Spezia alle 18.30 per un pattugliamento idrofonico, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio.

11 maggio 1943

Rientra a La Spezia alle 7.50, dopo aver percorso 73 miglia.

13 maggio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 17.20, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 48 miglia.

14 maggio 1943

Salpa da La Spezia alle 18 per un pattugliamento idrofonico, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio.

15 maggio 1943

Rientra a La Spezia alle 8.07, dopo aver percorso 74 miglia.

18 maggio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.10 alle 18.18, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 51 miglia.

20 maggio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 9.30 alle 15.12, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 29 miglia.

22 maggio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 14.45, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 25 miglia.

27 maggio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.17 alle 20.57, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 63 miglia.

29 maggio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.02 alle 13.17, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 32 miglia.

31 maggio-1° giugno 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 16.30 del 31 maggio alle 9.27 del 1° giugno, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 108 miglia.

2 giugno 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.35 alle 21.22, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 62 miglia.

4 giugno 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.39 alle 21.35, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 89 miglia.

11 giugno 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 10.02 alle 12.50, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 12 miglia.

12 giugno 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 8.43 alle 16.50, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 35 miglia.

14 giugno 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 14.45, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 47 miglia.

19 giugno 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.30 a mezzogiorno, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 31,5 miglia.

21 giugno 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 12.05, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 32,5 miglia.

23 giugno 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.09 alle 14.04, al comando del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 30 miglia.

26 giugno 1943

Il sottotenente di vascello Ginocchio viene rilevato al comando dell’H 4 dal tenente di vascello Giuseppe Simonetti, 35 anni, da Marciana Marina.

4 luglio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 10.35 alle 15.05, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 18,5 miglia.

5 luglio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.05 alle 17.05, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 30 miglia.

8 luglio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 9.23, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 13,5 miglia.

9 luglio 1943

Salpa da La Spezia alle 18.30 per un pattugliamento idrofonico, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.

10 luglio 1943

Rientra a La Spezia alle 6.55, dopo aver percorso 64 miglia.

13 luglio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 15, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 84 miglia.

14 luglio 1943

Salpa da La Spezia alle 18.52 per un pattugliamento idrofonico, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.

15 luglio 1943

Rientra a La Spezia alle 8.36, dopo aver percorso 79 miglia.

16 luglio 1943

Uscita da La Spezia per prove della girobussola dalle 13.40 alle 17.31, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 3,5 miglia.

19 luglio 1943

Salpa da La Spezia alle 18.15 per un pattugliamento idrofonico, al largo del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.

20 luglio 1943

Rientra a La Spezia alle 2.31, dopo aver percorso 54 miglia.

22 luglio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.10 alle 14.50, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 31 miglia.

29-30 luglio 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 14.50 del 29 alle 7.45 del 30, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti, insieme al Rismondo ed alla cannoniera Zagabria. Percorse 52 miglia.

25 agosto 1943

Salpa da La Spezia alle 15.10 per un pattugliamento idrofonico, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.

26 agosto 1943

Rientra a La Spezia alle 6.50.

28 agosto 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 6.35 alle 12.50, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.

30 agosto 1943

Uscita da La Spezia per esercitazione dalle 7.45 alle 16.50, al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.

31 agosto 1943

Assume il comando dell’H 4 il capitano di corvetta Francesco Pedrotti, 32 anni, da Genova.

Il tenente di vascello Francesco Pedrotti (g.c. Giovanni Pinna)

7 settembre 1943

Salpa da La Spezia alle 17.15, al comando del capitano di corvetta Francesco Pedrotti, per trasferirsi ad Ajaccio.

Insieme ad esso partono per la Corsica anche i gemelli H 1 (tenente di vascello Antonio Marracini), H 2 (tenente di vascello Antonio Canezza) e H 6 (tenente di vascello Paolo Scrobogna) ed il sommergibile ex jugoslavo Francesco Rismondo (tenente di vascello Mario Priggione): l’ordine è stato impartito da Supermarina nel pomeriggio, a seguito dell’avvistamento della forza navale statunitense diretta a Salerno per effettuarvi lo sbarco (Operazione «Avalanche»); dalle basi corse i sommergibili dovranno poi proseguire verso la zona di Salerno, per contrastarvi l’imminente sbarco Alleato.
Per altra fonte tale trasferimento è disposto da Supermarina in vista dell’imminente annuncio dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, per spostare questi sommergibili da La Spezia e sottrarli così alla cattura da parte dei tedeschi che certamente occuperanno la base ligure.

8 settembre 1943

Arriva ad Ajaccio alle 13.30, dopo aver percorso 160 miglia. Contestualmente giungono ad Ajaccio anche H 1 e H 2, mentre H 6 e Rismondo raggiungono Bonifacio.

Poche ore dopo, la radio dà l’annuncio della firma a Cassibile dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati. Dopo il proclama di Badoglio il comandante Pedrotti, che è anche il caposquadriglia, raduna gli equipaggi dei tre "H", mantenendo la calma e la disciplina, in attesa di ordini sul da farsi.

11 settembre 1943
Alle 00.30, arrivati gli ordini, il comandante Pedrotti fa imbarcare il personale della «MariSezSom Ajaccio» sull’H 4 e sui due gemelli, poi ordina che i tre sommergibili lascino Ajaccio diretti a Portoferraio. Così avviene: mezz’ora dopo mezzanotte i tre battelli partono per l’Isola d’Elba.
Alle dieci del mattino 
H 4 ed H 2, in navigazione in immersione a venti metri di profondità, si urtano al largo di Capo Corso, ma nessuno dei due battelli subisce danni di rilievo.


12 settembre 1943
Alle 8.10 l’H 4 giunge a Portoferraio dopo aver percorso 170 miglia; nelle ore successive arrivano in porto anche i due gemelli. Qui i tre sommergibili sbarcano il personale della MariSezSom Ajaccio e si aggregano alla flottiglia di unità sottili confluita all’Elba agli ordini degli ammiragli Amedeo Nomis di Pollone ed Aimone di Savoia-Aosta: ne fanno parte un totale di undici torpediniere (Impavido, Indomito, Aliseo, Ardito, Animoso, Ardimentoso, Fortunale, Calliope, Antonio Mosto, Nicola Fabrizi, Giacinto Carini), cinque corvette (Ape, Folaga, Danaide, Minerva, Cormorano), cinque sommergibili (Axum, Filippo Corridoni ed i tre “H”) ed una quindicina di unità minori (la motosilurante MS 55, i MAS 544 e 551, il rimorchiatore militare Porto Palo, due cannoniere ed una decina di vedette antisommergibili VAS), affluite dai porti di La Spezia, Genova, Lerici, Bastia, La Maddalena, Ajaccio, Gaeta e Pozzuoli.

Insieme a questa flottiglia, alle 21.05 l’H 4 riparte diretto a Palermo, in mano agli Alleati, come da ordini ricevuti.

14 settembre 1943

Alle 3.15, sessanta miglia a sudovest di Punta Guardia e ad un’ottantina di miglia da Palermo, l’H 4 avvista un aereo che viene identificato come un bombardiere tedesco Dornier 215, in volo a 100-200 metri di quota ad un migliaio di metri di distanza; l’aereo attacca l’H 4 mitragliandolo e sganciando quattro bombe, che per fortuna lo mancano.

In realtà l’attaccante non è tedesco, ma statunitense: il B-24 “Liberator” 'Q' del 1st USAAF Anti-Submarine Squadron (480th Anti-Submarine Group), decollato da Protville (Tunisia) e pilotato dal tenente H. S. Cantrell, che ha sganciato sei (e non quattro) bombe di profondità per poi abbandonare l’attacco avendo identificato il suo bersaglio come italiano.

Alle 19.30 l’H 4 giunge a Palermo dopo aver percorso 330 miglia. Contestualmente arrivano in porto anche i due gemelli ed il resto della flottiglia di Nomis di Pollone.

Qui le navi italiane sostano per alcuni giorni, risultando un incomodo non da poco per i locali comandi statunitensi; il comandante della locale base della US Navy, capitano di vascello Leonard Doughty, annuncerà ai suoi superiori l’arrivo della flottiglia di Nomis di Pollone parafrasando sarcasticamente il messaggio inviato in precedenza dall’ammiraglio Andrew Browne Cunningham (capo di Stato Maggiore della Royal Navy e comandante in capo della Mediterranean Fleet britannica) relativamente all’arrivo a Malta della flotta da battaglia italiana in seguito all’armistizio (“Mi compiaccio di informare le loro signorie che la flotta italiana è all’ancora sotto i cannoni della fortezza di Malta”): “Mi compiaccio di informare le loro signorie che Palermo è sotto i cannoni di una flotta italiana”.
L’ammiraglio Cunningham ha già deciso di utilizzare le siluranti italiane per la scorta ai convogli Alleati nel Mediterraneo, in modo da liberare un eguale numero di siluranti angloamericane per altri impieghi; non avendo però ancora concordato tale collaborazione con l’ammiraglio Raffaele De Courten (capo di Stato Maggiore della Marina italiana) e non essendo del tutto certo della realizzabilità di un accordo del genere con l’ex nemico, decide per il momento di trasferire le navi di Nomis di Pollone a Malta (dove già è confluito, in base alle disposizioni armistiziali, il grosso della flotta italiana), dove potrà, nel peggiore dei casi, impossessarsene con la forza qualora non risultasse possibile raggiungere un accordo per il loro utilizzo.
Incontrati i due ammiragli italiani a bordo dell’
Aliseo (nave ammiraglia di Nomis di Pollone), il capitano di vascello Doughty e due suoi sottoposti organizzano il rifornimento delle navi italiane con provviste e medicinali, in modo da consentirne la prosecuzione verso Malta.

Sommergibili italiani a Sliema (Marsa Muscetto, Malta) nella terza decade del settembre 1943: l’H 4 è il primo da sinistra della seconda fila (g.c. STORIA militare)

15 settembre 1943

Durante la sosta a Palermo, il capitano di corvetta Pedrotti cede il comando dell’H 4 al tenente di vascello Enrico Beverini, 42 anni, da La Spezia.

19 settembre 1943

La flottiglia di Nomis di Pollone inizia a lasciare Palermo all’alba del 19. Al comando del tenente di vascello Enrico Beverini, l’H 4 lascia Palermo alle 21.40 per trasferirsi a Malta, come stabilito dalle condizioni d’armistizio. Insieme ad esso partono per Malta altri cinque sommergibili (H 1 e H 2Filippo CorridoniNichelio ed Axum) e diverse navi di superficie (le torpediniere AliseoAnimosoArdimentosoArieteCalliopeFortunaleIndomito ed Antonio Mosto, le corvette ApeCormoranoDanaideGabbianoMinerva e Pellicano, il cacciasommergibili ausiliario AS 121 Regina Elena, le motosiluranti MS 35MS 55 e MS 64, i cacciasommergibili VAS 201VAS 204VAS 224VAS 233VAS 237VAS 240VAS 241VAS 246 VAS 248). L’H 4 naviga di conserva con l’Axum e la scorta delle torpediniere Nicola Fabrizi e Giacinto Carini e del rimorchiatore Liscanera.
21 settembre 1943
Arriva a Malta alle 11.30, dopo 240 miglia di navigazione, andandosi ad ormeggiare nella baia di San Paolo.

2 ottobre 1943
Lascia St. Paul’s Bay e si trasferisce nella baia di Sliema, dove entra tre ore più tardi, dopo aver percorso 25 miglia, passando con altri dieci sommergibili (AlagiBrinGalateaH 1H 2JaleaMenottiOniceSqualoZoea) alle "dipendenze" della nave appoggio idrovolanti Giuseppe Miraglia. Vi rimarrà per i successivi dieci mesi (secondo una fonte, durante la permanenza a Malta l’H 4 avrebbe svolto attività addestrativa a beneficio dei mezzi aeronavali antisommergibili britannici).

(Altre fonti affermano che l’H 4 sarebbe rientrato in Italia già il 13 ottobre, con un gruppo di altri sommergibili – tra cui H 1 e H 2 – ed unità sottili, ma si tratta evidentemente di un errore; parimenti erronea è la notizia dell’impiego in quattro missioni di trasporto, riportata dal sito U-Historia).

5 ottobre 1943

Il tenente di vascello Beverini cede il comando dell’H 4 al sottotenente di vascello Luciano Barca (22 anni, da La Spezia), già comandante in seconda dell’H 2.

Il tenente di vascello Luciano Barca (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondo Luciano Barca)

1° novembre 1943

Il sottotenente di vascello Barca viene avvicendato al comando dell’H 4 dal tenente di vascello Antonio Canezza (36 anni, da Bogliasco), già suo superiore come comandante dell’H 2.

22 maggio 1944

Il tenente di vascello Canezza lascia il comando dell’H 4, che viene nuovamente assunto dal tenente di vascello Enrico Beverini.

16 luglio 1944

Altro cambio di comando, sempre mentre il battello si trova a Malta: il comando passa al tenente di vascello Giovanni Febbraro, 31 anni, da Roma.

Il tenente di vascello Giovanni Febbraro (g.c. Giovanni Pinna)

6 agosto 1944

Il tenente di vascello Febbraro lascia il comando dell’H 4 al parigrado Antonio Canezza, che già lo aveva tenuto mesi prima.

9 agosto 1944

Al comando del tenente di vascello Antonio Canezza, alle 19.10 l’H 4 lascia finalmente Malta per fare ritorno in Italia, a rimorchio della torpediniera Giuseppe Cesare Abba ed insieme al sommergibile Otaria (che però se ne separa successivamente per dirigere su Augusta).

11 agosto 1944

Arriva a Taranto alle 11.35, dopo aver percorso 360 miglia.

Vi rimane poi in riserva fino alla fine della guerra, il che non gli impedisce di cambiare di nuovo comandante a più riprese: dapprima, per la terza volta, il tenente di vascello Beverini (dal 16 agosto al 10 ottobre 1944), poi il capitano di corvetta Leone Monteleoni (altra vecchia conoscenza dell’H 4, anche lui al suo terzo periodo di comando di questo battello: dall’11 ottobre al 30 novembre 1944), infine il tenente di vascello Luigi De Ferrante (dal 30 novembre 1944 all’agosto 1945).

(Altra fonte afferma che dopo un turno di lavori a Taranto nell’agosto 1944, l’H 4 avrebbe effettuato missioni difensive e di ascolto idrofonico nel Golfo di Taranto fino alla fine delle ostilità, per poi essere posto in disarmo).

23 marzo 1947 o 1° febbraio 1948

Radiato dai quadri del naviglio militare, come da disposizioni del trattato di pace, ed avviato alla demolizione.


Un’altra immagine dell’H 4 (da “L’arma subacquea italiana dalle origini alla prima guerra mondiale” di Alessandro Turrini, via www.betasom.it)


L'H 4 su Uboat.net

I sommergibili classe H su Betasom

I sommergibili classe H su Grupsom

The Subterfuge Submarines

L'H 4 su U-Historia

I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre 1945

I sommergibili in Mediterraneo, volume II

Lastra ai caduti sui sommergibili, Maribase Brindisi

L’impegno navale italiano durante la guerra civile spagnola