lunedì 1 gennaio 2024

Antonietta Lauro

L'Antonietta Lauro (da www.marina-mercantile-italiana.net)

Piroscafo da carico di 5427,98 tsl, 3327,98 tsn e 9179 tpl, lungo 132,72 metri, largo 16,81 e pescante 8,08, con velocità di 11-12 nodi. Di proprietà dell’armatore napoletano Achille Lauro, iscritto con matricola 422 al Compartimento Marittimo di Napoli, nominativo di chiamata IBGC.
Aveva cinque stive, della capacità complessiva di 12.072 metri cubi, nei quali poteva caricare 14.300 metri cubi di grano o 13.422 metri cubi di balle.

Breve e parziale cronologia.

Marzo 1928
Completato nei cantieri Machinefabriek en Scheepswerf van P. Smit Jr. N. V. di Rotterdam come Parklaan (numero di costruzione 417) per la Wester Scheepvaart Maatschappij N.V. "Wesma" di Rotterdam; in gestione a F. Uittenbogaart di Rotterdam.
Stazza lorda e netta 5424 o 5425 tsl e 3322 tsn, nominativo di chiamata PNSL, porto di registrazione Rotterdam.

La nave sotto l'originario nome di Parklaan (da www.marhisdata.nl)

1932
Posto in disarmo a Rotterdam.
Agosto 1933
Acquistato dall'armatore Achille Lauro di Napoli.
Novembre 1933
Ribattezzato Antonietta Lauro.
7-8 maggio 1936
In navigazione di notte nella fitta nebbia nello stretto di Dover, l'Antonietta Lauro entra in collisione con il transatlantico tedesco Columbus, del Norddeutscher Lloyd, in navigazione da New York a Bremerhaven. Mentre il Columbus non riporta danni gravi e può proseguire per la sua rotta, l'Antonietta Lauro rimane seriamente danneggiato – specialmente nella zona del castello di prua, che rimane semidistrutto – e deve raggiungere la vicina Dover, dove comunque arriva senza bisogno di assistenza.

La nave in una foto scattata probabilmente durante il periodo di "non belligeranza" dell'Italia, come si evince dai contrassegni nazionali di neutralità dipinti sulla murata (da www.marhisdata.nl)

10 giugno 1940
L'Italia entra nella seconda guerra mondiale. L'Antonietta Lauro non verrà mai requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
10 aprile 1941
Alle 14.15 l'Antonietta Lauro ed il piroscafo Capacitas, in navigazione verso Sfax (dove dovranno caricare fosfati), vengono avvistati in posizione 37°10' N e 11°12' E (al largo di Capo Bon) dal sommergibile britannico Upholder (capitano di corvetta Malcolm David Wanklyn). Le due navi hanno rotta 230° e velocità 10,5 nodi; Wanklyn identifica l'Antonietta Lauro come “un mercantile di circa 6000 tsl, carico a metà”, ed il Capacitas come una nave cisterna di 4000 tsl. Avvicinatosi ad alta velocità per attaccare, alle 14.48 – in posizione 37°09' N e 11°10' E – l'Upholder lancia tre siluri contro l'Antonietta Lauro, che segue il Capacitas, da 1700 metri di distanza; alle 14.49 il piroscafo li avvista e li evita accostando parallelamente alle scie.
11 aprile 1941
Antonietta Lauro e Capacitas arrivano indenni a Sfax.
16-18 aprile 1941
L'Antonietta Lauro, insieme ai cacciatorpediniere Ugolino Vivaldi (al comando del capitano di vascello Giovanni Galati, che assume la direzione dei soccorsi), Antonio Da NoliLanzerotto Malocello Dardo, alle torpediniere PartenopeCentauroCigno, Clio, Giuseppe MissoriPerseo e Generale Achille Papa, alla nave ospedale Arno, alla nave soccorso Giuseppe Orlando, al piroscafo Capacitas ed ai rimorchiatori Pronta, Trieste, Ciclope, Montecristo e Salvatore Primo, partecipa alle operazioni di soccorso ai naufraghi delle navi del convoglio «Tarigo», distrutto nella notte precedente dai cacciatorpediniere britannici JervisJanusNubian e Mohwak (quest’ultimo affondato a sua volta dal Tarigo) nelle acque delle Kerkennah. Nel violento combattimento notturno sono stati affondati i cacciatorpediniere Luca Tarigo e Baleno ed i piroscafi AdanaAeginaIserlohn e Sabaudia sono stati affondati, il cacciatorpediniere Lampo ed il piroscafo Arta sono stati portati all’incaglio con danni gravissimi.
L'operazione di ricerca e soccorso, organizzata da Marilibia non appena tale Comando ha ricevuto notizia dell’accaduto, si protrae per tre giorni; vi partecipano siluranti ed unità minori ed ausiliarie inviate da Tripoli e mercantili di passaggio, in cooperazione con idrovolanti ed aerei da trasporto che perlustrano la zona. Complessivamente vengono tratti in salvo tra i 1248 ed i 1271 naufraghi, mentre le vittime sono circa 700 (altre fonti parlano di 1800 vittime, ma sembrano basate su stime errate sul numero degli equipaggi e delle truppe imbarcate sulle navi affondate). La Giuseppe Orlando recupera 326 naufraghi, il Vivaldi 258, il Capacitas 148, le altre unità aliquote minori di superstiti, che vengono sbarcati a Tripoli (la maggioranza), Palermo e Susa. L'Antonietta Lauro trae in salvo complessivamente 240 naufraghi, nella quasi totalità soldati tedeschi. La sera del 16 aprile recupera da una zattera undici superstiti del Tarigo, stremati dopo le ore trascorse alla deriva, durante le quali molti loro compagni sono morti per le ferite o per ipotermia; tra di essi vi è anche il sottotenente di vascello Ettore Bisagno, autore del lancio dei siluri che hanno affondato il Mohawk nonché uno dei tre soli ufficiali superstiti del Tarigo, su un totale di dodici imbarcati (dei 238 uomini che componevano l’equipaggio del Tarigo solo in 36 sono sopravvissuti, undici salvati dall'Antonietta Lauro e venticinque dal Capacitas). Informata Marilibia del gran numero di naufraghi recuperati, riceve ordine di trasbordarli sulla nave ospedale Arno, cosa che fa il 18 aprile, presso la boa numero 4 delle secche di Kerkennah.

(g.c. Danilo Pellegrini, via www.betasom.it)

La prima vittima

Alle sette del mattino del 25 aprile 1941 l'
Antonietta Lauro salpò da Sfax diretta a Palermo con un carico di fosfati, in navigazione isolata e priva di scorta.
Alle 14.55 di quello stesso giorno il sommergibile britannico Upholder, al comando del capitano di corvetta Malcolm David Wanklyn, si trovava in agguato nel Canale di Lampedusa, al largo delle secche di Kerkennah ed a nordest delle omonime isole, quando avvistò verso sud-sud-ovest un grosso mercantile, con rotta 070°. Era l'Antonietta Lauro: questo era il suo secondo incontro con il sommergibile di Wanklyn nell’arco di poco più di due settimane, ma stavolta non avrebbe avuto altrettanta fortuna.
L'Upholder era partito da Malta quattro giorni prima, la sera del 21 aprile, per un pattugliamento al largo della costa orientale della Tunisia, nelle acque delle Kerkennah; ventiquattr’ore dopo la partenza aveva ricevuto ordine di trattenersi nelle acque di Lampedusa, dove secondo informazioni giunte al Comando della 10a Flottiglia Sommergibili di Malta sarebbero dovuti transitare due incrociatori ed altrettanti cacciatorpediniere partiti dalla Sicilia per andare incontro ad un convoglio a sud delle Kerkennah ed assumerne la scorta sulla rotta verso nord, ma non avendo trovato traccia degli incrociatori annunciati, il sommergibile aveva proseguito verso le Kerkennah, zona intensamente battuta dai convogli dell’Asse in navigazione da e per la Libia.
All’epoca il nome dell'Upholder, e quello del suo comandante, erano sconosciuti ai più. Non era altro che uno dei tanti battelli della numerosa classe “U”, e neanche tra i più fortunati: alla sua nona missione di guerra (la settima in Mediterraneo), non aveva ancora colto alcun successo, pur avendo sprecato una ventina di siluri – di cui all’epoca vi era scarsità a Malta, tanto che si stavano adattando all’impiego sui sommergibili i vecchi e inaffidabili siluri tipo Mark IV, progettati per l’impiego sui cacciatorpediniere – in una serie di attacchi privi di successo, tanto che il comandante della 10a Flottiglia Sommergibili, capitano di vascello George Walter Willow Simpson, stava iniziando a dubitare delle capacità di Wanklyn. Ma le cose stavano per cambiare.

Alle 15.05 l'
Antonietta Lauro accostò per 320°, mentre l'Upholder si avvicinava in immersione a tutta forza. Wanklyn giudicò che la sua preda fosse a pieno carico, e la identificò, sovrastimandone un po’ le dimensioni, come il piroscafo Bainsizza, di 7933 tsl. Pur non vedendo bandiere o contrassegni di sorta, intuì che si trattava di una nave dell’Asse per via della presenza di un peschereccio armato, avvistato poco prima. Giunto a soli 640 metri di distanza, alle 15.33 – sempre restando immerso – lanciò due siluri dai tubi di prua, e si apprestava a lanciarne un terzo ed un quarto quando, mezzo minuto dopo il lancio, il primo siluro colpì il bersaglio a centro nave, con un'esplosione tanto violenta da rompere la maggior parte delle lampadine dei compartimenti prodieri del sommergibile. Wanklyn decise che altri due siluri non sarebbero stati necessari.
Alle 15.34 l'Upholder, che aveva invertito la rotta all’ultimo momento, iniziò a ritirarsi verso nordest, mentre il piroscafo colpito si abbassava visibilmente sull’acqua; trascorse però più di un’ora senza che la nave sembrasse decidersi a scivolare sotto la superficie una volta per tutte, il che indusse Wanklyn, alle 17, a tornare nuovamente sul posto per finire la sua vittima con un terzo siluro, se necessario. Non fu necessario: ormai il ponte di poppa dell'Antonietta Lauro era semisommerso, e la nave stava affondando, anche se lentamente ed in assetto di navigazione. Di lì a poco, il piroscafo della flotta Lauro s'inabissò di poppa nel punto 34°57' N e 11°44' E, a due miglia e mezzo (o tre) per 125° (cioè a sudest) dalla boa numero 3 delle Kerkennah (e 39 miglia a nordest delle omonime isole). (Secondo "History of the British U-class Submarine" di Derek Walters e "Hero of the Upholder" di Jim Allaway, la nave avrebbe impiegato sei ore per affondare). Alle 17.15 l'Upholder tornò ad allontanarsi verso nordest, in cerca di nuove vittime.

Tra l’equipaggio dell'
Antonietta Lauro si dovettero lamentare quattro dispersi.

A questa nave, che fu l'unica affondata dai sommergibili di Malta nell’aprile 1941, spettò di aprire la lunga lista delle vittime dell'
Upholder, che nel giro di un anno sarebbe divenuto il sommergibile più celebre e di maggior successo della Royal Navy: prima della fine del pattugliamento iniziato il 21 aprile 1941, Wanklyn avrebbe aggiunto al suo carniere i piroscafi tedeschi Arcturus e Leverkusen, oltre alla definitiva distruzione dell'Arta, incagliata sulle secche di Kekennah e distrutta da Wanklyn dopo essere stata abbordata ed “alleggerita” di documenti e vari trofei. Nei dodici mesi successivi Wanklyn e l'Upholder sarebbero passati di successo in successo, affondando i transatlantici Conte Rosso, Neptunia ed Oceania (adibiti a trasporto truppe), il cacciatorpediniere Libeccio, i sommergibili Tricheco ed Ammiraglio Saint Bon ed otto navi mercantili (compresi Antonietta Lauro, Arcturus e Leverkusen), per un totale di 93.031 tonnellate, il massimo tonnellaggio mai affondato da qualsiasi sommergibile britannico; Wanklyn sarebbe stato il primo sommergibilista a ricevere la Victoria Cross, massima onorificenza militare britannica. La sfolgorante carriera dell'Upholder si sarebbe conclusa bruscamente nell’aprile del 1942, quando scomparve con tutto l'equipaggio in circostanze mai del tutto accertate (esistono varie ipotesi, delle quali quella più probabile è la perdita su un campo di mine).

Nei primi anni Cinquanta il relitto dell'
Antonietta Lauro, che giaceva a trenta metri di profondità 45 miglia a nordest del porto di El Attaya (nell'isola di Chergui, la più grande delle Kerkennah), venne in gran parte demolito dalla società di recuperi italiana "MICOPERI", che lavorò lungamente sui relitti delle Kerkennah per recuperarne e rivenderne il metallo.


L'affondamento dell'Antonietta Lauro nel giornale di bordo dell'Upholder (da Uboat.net):

"1455 hours - Sighted a large merchant vessel to the South-South-West stearing 070°. Closed to attack.
1505 hours - The merchant vessel altered course to 320°. Closed at full submerged speed.
1533 hours - Fired two torpedoes from 700 yards. Half a minute later a heavy explosion occured which broke most of the lamp bulbs forward. It was intended to fire a third torpedo but this was was witheld.
1534 hours - Retired to the North-East. Observed the target settling.
1700 hours - Returned to the target to finish her off with a third torpedo if needed. Her after deck was well awash and she was sinking.
1715 hours - Retired to the North-East again".

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