L’Audace (da “Le carrette degli armatori genovesi” di Prospero Schiaffino, Nuova Editrice Genovese, 1996, via Mauro Millefiorini) |
Piroscafo da carico
di 1459 tsl e 889 tsn, lungo 73,3 metri, largo 11 e pescante 6,03, con velocità
di 8 nodi. Appartenente all’armatore Ignazio Messina & C. di Genova,
iscritto con matricola 1720 al Compartimento Marittimo di Genova.
Breve e parziale cronologia.
1892
Costruito dal
cantiere Neptun Werft A. G. (Aktien Gesellschaft "Neptun") di Rostock
(numero di costruzione 132) come tedesco Royal,
per gli armatori Paulsen & Ivers di Kiel (le cui navi hanno nomi che
finiscono in "al": Royal, Naval, Rival, Neutral, Sensal, Signal e così via).
1931 o 1932
Acquistato
dall’armatore Ignazio Messina & C. di Genova e ribattezzato Audace. La stazza lorda e netta
risultano essere in questa data rispettivamente 1446 tsl e 911 tsn.
L’Audace è una delle tante vecchie navi di
costruzione tedesca acquistate in questi anni dall’armatore Messina, che
predilige le navi di questo tipo ed origine: tozze ma funzionali, nonostante la
loro anzianissima età sono ancora adeguate alle rotte di cabotaggio coperte
dalla società Messina.
11 febbraio 1941
Alle 10 l’Audace ed altri due piroscafi, il Pegli ed il Florida II, partono da Palermo diretti a
Tripoli, scortati dalla torpediniera Alcione
fino a Trapani e poi dalla torpediniera Calliope.
Alle 23.40, in
posizione 34°43’ N e 11°50’ E (ad est delle Kerkennah), il sommergibile
britannico Unique (tenente
di vascello Anthony Foster Collett) avvista su rilevamento 110° il convoglio di
cui l’Audace fa parte. Immersosi
alle 23.46, l’Unique si avvicina
e, alle 00.21, lancia due siluri da 3200 metri, mancando però il bersaglio.
14 febbraio 1941
L’Audace e le altre navi raggiungono
Tripoli alle 13.
4 marzo 1941
Audace, Pegli e Florida II, scortati dall’anziana
torpediniera Generale Carlo Montanari,
salpano da Tripoli alle 14 diretti a Sfax e Susa, in Tunisia, per caricarvi
fosfati da portare in Italia.
5 marzo 1941
I piroscafi
raggiungono le rispettive destinazioni durante la mattinata.
20 maggio 1941
L’Audace, senza scorta, parte da Palermo
per Tripoli alle 18.30.
25 maggio 1941
Arriva a Tripoli alle
14.30.
22 giugno 1941
L’Audace lascia Tripoli alle 21.
25 giugno 1941
Scortato lungo la
rotta da varie unità, l’Audace giunge
a Trapani alle 13.
14 dicembre 1941
L’Audace, in convoglio con i
piroscafi Loreto, Carlo Zeno e Capo Pino, trasporta truppe e materiali dal Pireo a Kavaliani, con
la scorta della torpediniera Castelfidardo e
di due motovedette tedesche.
29 dicembre 1941
Audace, Loreto e Carlo Zeno lasciano Kavaliani e
ritornano al Pireo con la scorta del dragamine RD 17 e di un MAS.
24 febbraio 1942
L’Audace compie un viaggio da Corfù a
Patrasso, scortato dalla torpediniera Generale
Carlo Montanari.
10 marzo 1942
I piroscafi italiani Audace e Neghelli ed il tedesco Santa
Fe compiono un viaggio dal Pireo a Kavaliani, scortati da un MAS e due
motovedette tedesche.
29 marzo 1942
L’Audace salpa da Kalkis e rientra al
Pireo, scortato dalla torpediniera Monzambano.
1° aprile 1942
L’Audace ed il piroscafo Salvatore, scortati dalla torpediniera Montanari, salpano da Patrasso e
raggiungono Corfù.
20 aprile 1942
L’Audace lascia Patrasso e raggiunge
Brindisi con la scorta della torpediniera Francesco
Stocco.
6 settembre 1942
Requisito a Palermo
dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario
dello Stato.
L’affondamento
Negli ultimi giorni
del novembre 1942 l’Audace, al
comando del capitano di lungo corso Salvatore Ligresti, partì da Messina
diretto a Tunisi, con a bordo un carico di carburante in fusti.
Dopo la partenza l’Audace si aggregò ad un piccolo
convoglio formato dal piroscafo Minerva,
partito anch’esso da Messina per Tunisi con un carico di benzina, e dalla torpediniera Orione (capitano di corvetta Luigi
Colavolpe) che lo scortava. Alle dieci del mattino del 28 novembre le tre navi
giunsero a Trapani, tappa intermedia del viaggio (oppure, vi furono dirottate
per ordine di Supermarina).
Prima che il
convoglio ripartisse, tuttavia, un altro convoglio diretto a Tripoli venne
attaccato da aerosiluranti, i quali immobilizzarono il piroscafo Veloce, carico di carburante, che venne poi
affondato, unitamente alla torpediniera Lupo rimasta ad assisterlo, da navi britanniche uscite da Malta. Dopo
questa perdita, Supermarina ordinò ad Audace e
Minerva di dirigere per Tripoli,
invece che per Tunisi.
La partenza dei due
piroscafi per Tripoli avvenne tuttavia separatamente: il Minerva rimase inizialmente in porto, mentre l’Audace lasciò per primo Trapani alla volta di Tripoli, alle 11.30
del 30 novembre 1942, da solo e senza scorta: non erano c’erano navi da guerra disponibili
per scortarlo, in quel difficile momento della guerra dei convogli, così che la
vecchia nave, col suo prezioso quanto pericoloso carico, si dovette affidare
alla sorte.
Questa non fu
benigna. Il giorno dopo la partenza, l’organizzazione britannica “ULTRA”
apprese da comunicazioni italiane intercettate e decifrate che «L’Audace è salpato da Tripoli alle 12.20
del giorno 30, velocità 6 nodi. Deve giungere a Tripoli alle 18.30 del giorno
3», e di conseguenza venne predisposta l’intercettazione.
La navigazione dell’Audace proseguì tranquilla fino alle
19.10 del 3 dicembre, quando il lento ed indifeso piroscafo venne attaccato da
tre aerosiluranti della Fleet Air Arm britannica nel Golfo di Hammamet. Uno dei
siluri sganciati dagli aerei lo colpì a centro nave, e l’Audace affondò avvolto dalle fiamme.
Dei circa 40 uomini
che componevano l’equipaggio dell’Audace
(tra cui un ufficiale del Genio Navale ed altri otto militari della Regia
Marina addetti all’armamento del cannone ed alle comunicazioni), soltanto
dodici, tra cui il comandante Ligresti, riuscirono a salvarsi, raggiungendo con
mezzi di fortuna la vicina costa della Tunisia.
Le vittime tra l'equipaggio civile:
(nominativi tratti dall'Albo d'Oro della Marina Mercantile, si ringrazia Carlo Di Nitto)
Vito Camporeale, fuochista, da Molfetta
Filippo Costanzo, marinaio, da Ortona a Mare
Luigi Dalla Pasqua, marinaio, da Venezia
Matteo Durante, marinaio, da Messina
Antonino Lipari, ufficiale di coperta, da Trapani
Giovanni Marinari, fuochista, da Marciana Marina
Antonio Pignotti, ingrassatore, da Grottammare
Nunzio Riolo, ufficiale di macchina, da Catania
Cosimo Stoia, mairnaio, da Molfetta
Vittorio Todaro, direttore di macchina, da Palermo
Catino Visalli, capo fuochista, da Formia
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