Il Dandolo in allestimento a Monfalcone (Museo della Cantieristica di Monfalcone) |
Sommergibile oceanico della classe Marcello (dislocamento di 1060 tonnellate in superficie e 1313 in immersione).
Durante la guerra contro gli Alleati (10 giugno 1940-8 settembre 1943) effettuò 6 missioni in Atlantico (quattro offensive e due di trasferimento) e 33 in Mediterraneo (18 offensive, 14 di trasferimento, una di trasporto), percorrendo 44.486 miglia in superficie (26.198 in Mediterraneo e 18.288 in Atlantico) e 5290 in immersione (4034 in Mediterraneo e 1256 in Atlantico) e trascorrendo 322 giorni in mare, affondando tre navi mercantili per complessive 13.214 tsl e danneggiandone altre due per 7988 tsl.
Durante la cobelligeranza (8 settembre 1943-settembre 1945) svolse intensa attività addestrativa antisommergibili a beneficio del naviglio Alleato nell’Atlantico occidentale, con base alle Bermuda (83 esercitazioni tra l’aprile e l’ottobre 1944), a New London (due esercitazioni nel febbraio-marzo 1945) ed a Guantanamo (59 missioni dall’aprile 1945 alla fine del conflitto), percorrendo altre 22.550 miglia.
Fu l’unico sommergibile della sua classe a sopravvivere al conflitto, e fu in assoluto tra i sommergibili italiani più attivi. Privo di un motto ufficiale, ne aveva uno ufficioso, coniato dall’equipaggio: “Sempre Dandolo, mai prendendolo”.
Breve e parziale cronologia.
14 giugno 1937
Impostazione nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
20 novembre 1937
Varo nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
Lo stesso giorno vengono varati nei CRDA anche i gemelli Marcello e Mocenigo; i tre sommergibili vengono varati uno dopo l’altro, l’operazione viene portata a termine in nove minuti e dodici secondi. Presenzia al varo il duca di Spoleto, ammiraglio Aimone di Savoia-Aosta, comandante della Piazza Militare Marittima di Pola.
Due immagini del varo (sopra: da “I sommergibili di Monfalcone” di Alessandro Turrini, supplemento alla “Rivista Marittima” numero 11 del novembre 1998, via www.betasom.it; sotto: Museo della Cantieristica di Monfalcone)
25 marzo 1938
Entrata in servizio; suo primo comandante è il capitano di fregata Emilio Francardi, 37 anni, da Capoliveri, che ne manterrà il comando fino al 27 giugno 1939.
Assegnato alla XXI Squadriglia Sommergibili (insieme ai gemelli Marcello e Provana) del II Gruppo Sommergibili di Napoli, dove svolge attività addestrativa fino al 1940; con il precipitare della situazione mondiale e poi, nel settembre 1939, lo scoppio della guerra in Europa, il Dandolo ed i gemelli non svolgono crociere addestrative, ma solo intenso addestramento individuale con continue esercitazioni.
5 maggio 1938
Al
comando del capitano di fregata Emilio Francardi, il Dandolo prende
parte alla rivista navale "H" organizzata nel Golfo di
Napoli per la visita in Italia di Adolf Hitler. Partecipa alla
rivista la maggior parte della flotta italiana: le corazzate Giulio
Cesare e Conte
di
Cavour,
i sette incrociatori pesanti della I e III Divisione, gli undici
incrociatori leggeri della II, IV, VII e VIII Divisione, 7
"esploratori leggeri" classe Navigatori, 18
cacciatorpediniere (le Squadriglie VII, VIII, IX e X, più il Borea e
lo Zeffiro),
30 torpediniere (le Squadriglie IX, X, XI e XII, più le
vecchie Audace, Castelfidardo, Curtatone, Francesco Stocco, Nicola
Fabrizi e Giuseppe
La
Masa ed
i quattro "avvisi scorta" della classe Orsa), ben 85
sommergibili della Squadra Sommergibili al comando dell’ammiraglio
Antonio Legnani, e 24 MAS (Squadriglie IV, V, VIII, IX, X e XI),
nonché le navi scuola Cristoforo
Colombo ed Amerigo
Vespucci,
il panfilo di Benito Mussolini, l’Aurora,
la nave reale Savoia e
la nave bersaglio San
Marco.
La
Squadra Sommergibili è protagonista di uno dei momenti più
spettacolari della parata, nella quale gli 85 battelli effettuano una
serie di manovre sincronizzate: dapprima, disposti su due colonne,
alle 13.15 passano contromarcia tra le due squadre navali che
procedono su rotte parallele; poi, terminato il defilamento, alle
13.25 tutti i sommergibili effettuano un’immersione simultanea di
massa, procedono per un breve tratto in immersione e poi emergono
simultaneamente ed eseguono una salva di undici colpi con i
rispettivi cannoni.
16 dicembre 1939
Assume il comando del Dandolo il capitano di corvetta Riccardo Boris, 33 anni, da Borgo San Martino.
Giugno 1940
Nell’imminenza dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il Dandolo (capitano di corvetta Riccardo Boris) fa sempre parte della XXI Squadriglia Sommergibili (II Grupsom di Napoli) insieme ai gemelli Marcello, Provana e Nani.
5 giugno 1940
Cinque giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia, il Dandolo (capitano di corvetta Riccardo Boris) parte da Napoli alle 20 per un pattugliamento 13 miglia a sudest di Capo Palos (per altra fonte, 25 miglia a sudest di tale Capo) ed al largo di Orano, dove deve formare uno sbarramento insieme ai sommergibili Morosini, Provana, Faà di Bruno e Marcello (quest’ultimo, che dovrebbe occupare la zona più vicina a quella del Dandolo, è costretto al rientro anticipato da una perdita di cloruro di metile).
13 giugno 1940
Alle 6.44 gli idrofoni del Dandolo rilevano una formazione nemica in posizione 37°00' N e 00°17' O, a 46 miglia per 120° da Capo Palos (cioè a sudest; per altra fonte, 25 miglia a sudest del Capo) ed al largo di Cartagena. Alle 7.13, le navi avversarie vengono riconosciute come tre incrociatori con uno schermo di cacciatorpediniere: si tratta infatti degli incrociatori leggeri francesi La Galissonière, Jean de Vienne e Marseillaise della 3ème Division de Croiseurs (contrammiraglio André Marquis) scortati dai cacciatorpediniere Brestois e Boulonnais della 5ème Division de Contre-Torpilleurs. Le navi fanno parte della Force de Raid francese, e sono uscite da Mers-el-Kébir il giorno precedente in seguito alla notizia, falsa, secondo cui le corazzate tedesche Scharnhorst e Gneisenau si appresterebbero ad entrare in Mediterraneo per congiungersi alla flotta italiana: stanno adesso facendo ritorno ad Orano.
Avvicinatosi a quota periscopica e penetrato all’interno della formazione, alle 7.25 (o 7.24) il Dandolo lancia contro il terzo incrociatore della fila, il Jean de Vienne, due siluri da 533 mm dai tubi prodieri, da una distanza di 1600 metri; le armi vengono però avvistate da due idrovolanti francesi Loire 130 della squadriglia HS. 3 (costituita dagli idrovolanti imbarcati sugli incrociatori della 3a Divisione), in perlustrazione a proravia della formazione (l’aereo HS 35 del La Galissonière e l’HS 36 del Jean de Vienne), che avvertono le navi e permettono loro di evitarle con la manovra. Un siluro manca il Jean de Vienne di soli venti metri a proravia, passando tra di esso ed il La Galissonière. (La posizione indicata dalle fonti francesi è 37°10' N e 00°10' E).
L’idrovolante HS 36 ha avvistato il periscopio del Dandolo sul lato sinistro della 3ème Division de Contre-Torpilleurs, ed è sceso in picchiata su di esso senza però sganciare le bombe di cui è dotato (per altra fonte, non ne avrebbe sganciate perché non ne aveva); l’HS 35, avvicinandosi, ha avvistato il lancio dei due siluri ed ha sganciato una bomba (per altra fonte, due) sul punto in cui si trova il sommergibile italiano, che nel frattempo è sceso in profondità subito dopo aver lanciato. La bomba sganciata dall’idrovolante esplode mentre il Dandolo raggiunge la quota di venti metri, scuotendolo violentemente; il La Galissonière lancia a sua volta dodici dodici bombe di profondità da 35 kg (gli incrociatori francesi di questa classe sono stati dotati di tramogge per bombe di profondità, cosa abbastanza insolita per navi di questo tipo), e l’ammiraglio Marquis ordina a Brestois e Boulonnais di dare la caccia al sommergibile (per altra versione, avrebbero partecipato alla caccia tre torpediniere). I due cacciatorpediniere lanciano ciascuno tre bombe di profondità, ma il Dandolo, sceso intanto a 118 metri di profondità, riesce ad eluderli indenne. (Per altra fonte, la caccia da parte di Brestois e Boulonnais si sarebbe protratta per nove ore).
Alle 8.02 il cacciatorpediniere francese Typhon, di scorta alla corazzata Provence, avvista una bolla attribuita al lancio di un siluro e conduce un attacco nel quale lancia sei bombe di profondità, senza risultato. Il Dandolo avvista Typhon e Provence a dritta alle 8.09.
17 giugno 1940
Conclude la sua prima missione di guerra con l’arrivo a Napoli alle 18.20, dopo aver percorso 1926,4 miglia.
27 giugno 1940
Uscita da Napoli per prove in mare dalle 9.30 alle 13.25, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris. Percorse 21 miglia.
Alle 18.35, sempre agli ordini del comandante Boris, il Dandolo lascia Napoli insieme al gemello Barbarigo per un pattugliamento nel punto 36°20’ N e 01°40’ O, tra Capo de Gata e Capo Palos (ad est di Gibilterra).
In tutto Maricosom (il Comando Squadra Sommergibili) ha schierato quattro sommergibili sulle rotte di accesso allo stretto di Gibilterra (zona "B", ad ovest del meridiano di Greenwich), a contrasto dei movimenti della Forza H britannica che a Gibilterra ha la sua base: Dandolo, Emo, Guglielmo Marconi e Barbarigo. Dandolo e Barbarigo sono schierati sulla congiungente Cabo de Gata-Capo Falcon (vicino ad Almeria), il Dandolo una trentina di miglia a sudest di Cabo de Gata ed il Barbarigo una ventina di miglia a nordovest di Capo Falcon, mentre l’Emo pattuglia a zona a sud del parallelo di Alboran, più vicina al Marocco, ed il Marconi quella a nord dello stesso parallelo, più vicina alla Spagna (questi ultimi due, dislocati ad ovest del meridiano di Alboran, sono i sommergibili più ad ovest dello schieramento).
3 luglio 1940
Viene infruttuosamente attaccato con bombe di profondità da una nave scorta avversaria, tra le 19.10 e le 20.40, al largo di Capo Palos.
16 luglio 1940
Rientra a Napoli dopo aver percorso 2990 miglia, senza aver avvistato quasi niente.
6 agosto 1940
Uscita da Napoli per prove in mare dalle 9 alle 17.11, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris. Percorse 29,5 miglia.
8 agosto 1940
Salpa da Napoli alle 22.40, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris, per trasferirsi in Atlantico. Dovrà pattugliare tra i paralleli 36°00' N e 38°00' N, tra le Azzorre, Madera e la Spagna, mentre non vi è ancora la certezza su quale sarà la sua destinazione finale: a Bordeaux, sulla costa atlantica della Francia occupata, è in allestimento la nuova base sommergibilistica italiana di Betasom, ma non si ha ancora la certezza che questa sarà pronta entro la fine della missione; se così non fosse, il Dandolo potrebbe dover raggiungere un altro porto francese, od anche rientrare in Mediterraneo. (Alla fine, Betasom risulterà pienamente operativa di lì a poche settimane, ed il Dandolo potrà entrarvi senza problemi).
Il Dandolo ed i sommergibili Alessandro Malaspina e Barbarigo hanno l’ordine di operare a sud del parallelo di Lisbona (il 40° N), scelto come linea di demarcazione tra la zona di competenza degli U-Boote tedeschi e quella dei sommergibili italiani. Le istruzioni impartite ai sommergibili italiani prevedono di mantenere l’agguato in superficie in zone prestabilite, all’interno delle quali possono spostarsi in base all’osservazione del traffico nemico, e di condurre la guerra subacquea in base alle regole del “diritto di preda”: possono essere quindi attaccate senza preavviso le navi riconosciute come britanniche od Alleate; le navi neutrali possono essere fermate per ispezione, e qualora risultassero dirette in porti del Commonwealth con carichi di natura militare o merci utili all’industria bellica e dunque in violazione della loro neutralità, possono essere affondate dopo averle fatte abbandonare dagli equipaggi. Parimenti possono essere affondate le navi che navigano a luci oscurate, zigzagando e senza bandiera, quelle che ignorano l’intimazione a fermarsi, quelle che trasmettono per radio notizie sulla presenza dei sommergibili (anche lanciando un segnale SOS o SSS quando ricevono l’ordine di fermarsi per l’ispezione), quelle che si fanno scortare da navi nemiche e quelle che compiono atti ostili contro i sommergibili (aprendo il fuoco con il proprio armamento o tentando di speronarli), essendo queste tutte violazioni della neutralità. Il fermo per ispezione avviene sparando dei colpi di cannone d’avvertimento davanti alla prua della nave, dopo di che, fermatosi il bastimento, si procede a verificarne i documenti.
16 agosto 1940
Attraversa lo stretto di Gibilterra con il favore della luna nuova. Come da istruzioni ricevute, s’immerge all’altezza della congiungente Punta Europa-Punta Almina e rimane immerso fin dopo Tangeri; durante la navigazione in immersione, rileva all’idrofono unità sottili in perlustrazione. Il tempo è buono.
17 agosto 1940
Raggiunge l’area d’agguato. Durante le successive tre settimane avvisterà sei navi mercantili isolate, due delle quali spagnole e dunque neutrali; delle quattro nemiche, solo due potranno essere attaccate.
21 agosto 1940
Alle 20.30 il Dandolo avvista in posizione 36°57' N e 13°37' O (per altra fonte, 38°57' N e 13°50' O; 235 miglia ad ovest di Lisbona) una nave cisterna di stazza valutata come pari o superiore alle 10.000 tsl, avente rotta 250°: in realtà il comandante Boris è stato troppo ottimistico nella sua valutazione, si tratta della pirocisterna olandese Hermes di 3768 tsl, in navigazione in zavorra da Lisbona a Curacao.
Il sommergibile tallona la petroliera fino alle 23.45, quando la colpisce con un siluro tipo W da 533 mm lanciato singolarmente. Lo scoppio del siluro apre un grosso squarcio sul lato sinistro dell'Hermes, verso prua; la nave si ferma e sbanda su un fianco ed i 39 uomini dell’equipaggio, che non ha subito perdite, accendono le luci di via ed abbandonano la nave sulle lance, dopo di che il Dandolo si allontana, ritenendola ormai spacciata. Invece, l'Hermes rimane a galla e l’equipaggio, una volta appurato che non vi è pericolo immediato di affondamento, ritorna a bordo, puntella le paratie dei locali colpiti e rimette in moto, riuscendo a raggiungere Lisbona. (Fonti olandesi indicano l’orario del siluramento come le 20.50, evidentemente per differenza di fuso orario, e la posizione come 36°56' N e 13°15' O).
Successivamente il Dandolo si sposta verso le Azzorre.
25 agosto 1940
Un paio di siti sembrano erroneamente attribuire al Dandolo l’affondamento del piroscafo britannico “Firecrest” in questa data, cento miglia ad ovest delle Orkneys. Si tratta di un errore, la cui origine non è chiara: in realtà, il Fircrest (non “Firecrest”) fu affondato con tutto l’equipaggio in questa data dal sommergibile tedesco U 124, durante un attacco contro il convoglio HX-65A nel quale fu affondato anche il piroscafo Harpalyce e danneggiato lo Stakesby.
26 agosto 1940
Alle 18 il Dandolo avvista nell’Atlantico centrale, tra il Portogallo e le Azzorre, un piroscafo che procede a zig zag, e manovra per sopravanzarlo prima di attaccare. Boris valuta la stazza del piroscafo, che appare armato, in 8000 tsl; in realtà è il britannico Ilvington Court di 5187 tsl, in navigazione da Pepel a Glasgow (per altra fonte, da Freetown a Cardiff) con un carico di 7350 tonnellate di minerale di ferro, al comando del capitano John Horne.
Alle 20, in posizione 37°13' N e 21°43' O (secondo il diario di bordo del sommergibile; 37°10' N e 21°50' O secondo il comandante britannico, che indicò l’orario dell’attacco nelle 16.30, mentre altra fonte indica 37°14' N e 21°52' O o 38°57' N e 13°50' O), il Dandolo lancia un siluro tipo W da 533 mm contro il piroscafo britannico, da quota periscopica; l’arma va a segno colpendo l'Ilvington Court nella stiva di poppa, e provocandone l’affondamento nel giro di dieci minuti (secondo le fonti italiane, mentre per quelle britanniche, che aggiungono che lo scoppio del siluro provocò gravi danni in coperta e rese inutilizzabile l’armamento difensivo, la nave affondò in soli quattro minuti), 184 miglia ad est-sud-est di São Miguel.
Tutti i 39 membri dell’equipaggio riescono ad abbandonare la nave su due lance, e tutti raggiungeranno l’isola di São Miguel (per altra fonte, Santa Maria; nell’arcipelago delle Azzorre) due giorni dopo, sfiniti ma vivi: una prima scialuppa con 19 naufraghi approderà a Vila do Porto nel primo pomeriggio del 28 agosto, seguita successivamente dall’altra con 20 naufraghi. Cinque dei naufraghi, feriti, verranno ricoverati nell’ospedale di São Miguel, dove due rimarranno ricoverati per qualche tempo, mentre gli altri saranno trasferiti a Lisbona con il piroscafo Carvalho Araújo, arrivando nella capitale portoghese l’8 settembre e venendo poi rimpatriati a cura delle autorità britanniche.
(Altra fonte afferma che l’equipaggio dell'Ilvington Court sarebbe stato composto da 46 uomini, tutti sopravvissuti. Qualche sito afferma che vi sarebbero state otto vittime, ma sembra probabile un errore, dal momento che né la banca dati della Commonwealth War Graves Commission né i registri del Tower Hill Memorial elencano alcuna perdita tra l’equipaggio dell'Ilvington Court).
10 settembre 1940
Conclude la missione raggiungendo Bordeaux, sede della nuova base atlantica italiana di Betasom, alle 16.20, dopo aver percorso 4267,2 miglia. È uno dei primi sommergibili italiani a raggiungere Betasom, preceduto solo dall'Alessandro Malaspina (4 settembre) e dal Barbarigo (8 settembre). Originariamente il primo gruppo destinato a Bordeaux nelle intenzioni di Maricosom avrebbe dovuto essere composto da Malaspina, Tazzoli, Glauco e Cappellini, da dislocare tra i paralleli 30° N e 40° N, il meridiano 25° O e la costa occidentale di Africa e Penisola iberica con il fine di individuare le principali rotte percorse dal traffico proveniente dal Sudamerica e dall’Africa equatoriale e diretto verso il Regno Unito; ma sopravvenute avarie a Tazzoli, Glauco e Cappellini avevano portato alla decisione di sostituirli con Dandolo e Barbarigo.
Poco dopo l’arrivo a Bordeaux, il Dandolo entra in cantiere per alcuni lavori di modifica, volti a meglio adattarlo alle condizioni operative dell’Atlantico.
Per questa missione il comandante Boris sarà decorato con la Croce di Guerra al Valor Militare, con motivazione “Comandante di sommergibile di grande crociera, in una lunga missione di guerra, durante la quale veniva affondato un piroscafo armato nemico, dimostrava di possedere in grado elevato prontezza di decisione e spirito offensivo”.
11 ottobre 1940
Uscita da Bordeaux per prove in mare, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris, dalle 16.15 alle 19. Percorse 20,5 miglia.
12 ottobre 1940
Salpa da Bordeaux alle 15.40, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris, per un pattugliamento in Atlantico, tra i meridiani 20°00' O e 23°55' O ed i paralleli 55°20' N e 56°50' N (al largo dell’Irlanda). Insieme a Barbarigo, Otaria e Malaspina, dovrà operare in concerto con undici U-Boote tedeschi, la prima operazione congiunta tra le due Marine dell’Asse e la prima missione condotta da sommergibili italiani nell’Atlantico settentrionale. I quattro sommergibili italiani (che formano il gruppo "Malaspina") vengono inviati al largo del Canale del Nord, dove prendono posizione in zone attigue tra i meridiani 21° O e 31° O ed i paralleli 53° N e 58° N, ad ovest dei sommergibili tedeschi U 28, U 38, U 46, U 47, U 48, U 93, U 99, U 100, U 101, U 123 e U 124, schierati nelle acque del banco di Rockall. Dovranno rimanervi fino al raggiungimento dei limiti di autonomia.
20 ottobre 1940
Alle 18.55, in posizione 53°12' N e 25°34' O, viene avvistato un piroscafo in navigazione isolata, distante circa 8 km; il Dandolo cerca di avvicinarsi, ma il mare grosso glielo impedisce e lo costringe da ultimo ad abbandonare l’inseguimento. (Altra fonte, probabilmente erronea, parla di un avvistamento il 22 ottobre).
27 ottobre 1940
Alle 17.50, quando il Dandolo si trova in posizione 55°36' N e 21°46' O, viene ricevuto un segnale di scoperta trasmesso alle 13 dal sommergibile tedesco U 31, relativo all’avvistamento di un convoglio avente rotta verso ovest in posizione 56°15' N e 16°15' O; il Dandolo assume rotta per intercettare il convoglio.
28 ottobre 1940
Alle 6.20, non avendo avvistato niente, il Dandolo abbandona la ricerca.
31 ottobre 1940
Alle 21.30, in posizione 55°46' N e 22°04' O, il Dandolo riceve un segnale di scoperta lanciato dal sommergibile Alessandro Malaspina alle 16.30, relativo ad un convoglio avvistato in posizione 57°15' N e 21°15' O. Il Dandolo cambia rotta in modo da intercettare il convoglio, ma il mare grosso lo costringe a rinunciare alla ricerca.
1° novembre 1940
Alle 9.27, in posizione 55°52' N e 20°54' O, avvista un piroscafo isolato a 5000 metri di distanza, avente rotta 030°. Considerate le condizioni di visibilità, il comandante Boris decide di intercettarlo avvicinandosi in immersione con i motori elettrici a tutta forza, ma non riesce a raggiungerlo.
15 novembre 1940
Conclude la missione rientrando a Bordeaux alle 18.15, dopo aver percorso 4419,3 miglia. Durante tutta la missione ha incontrato maltempo e mare tempestoso, che gli hanno impedito di cogliere risultati.
8 dicembre 1940
Il Dandolo si trova a Bordeaux quando la base subisce un’incursione notturna da parte di 44 bombardieri britannici, 29 Vickers Wellington del 49th, 115th e 149th Squadron (i primi due appartenenti al 5th Group della Royal Air Force, l’ultimo al 3rd Group) e quindici Armstrong Withworth Whitley del 4th Group. L’incursione, che dura cinque ore, è favorita dalle ottime condizioni meteo e dalla buona luce lunare; i Wellington, ciascuno dei quali carico di bombe da 112 kg in numero variabile da 8 a 13 (i Whitlery trasportano invece bombe da 122 e 225 kg), sganciano le bombe da quote comprese tra i 450 ed i 1100 metri. La maggior parte delle bombe cade a 2500-3000 metri dalla base dei sommergibili, colpendo perlopiù la città, dove si lamentano 16 morti e 67 feriti tra la popolazione civile. Le strutture della base ed i sommergibili ne escono quasi indenni; delle navi in porto viene colpito ed affondato all’ormeggio il piroscafo tedesco Usaramo, adibito a nave caserma per il personale di Betasom, mentre viene incendiato il mercantile francese Cap Hadid, e subisce lievi danni il transatlantico francese De Grasse, anch’esso impiegato come nave caserma per gli uomini della base atlantica italiana. Un solo bombardiere britannico va perduto, il Wellington T2520 del 115th Squadron, precipitato vicino a Cardiff con la morte dei cinque uomini dell’equipaggio.
Nonostante i lievi danni, si lamentano alcune vittime tra il personale di Betasom, tra cui due marinai del Dandolo: Antonio Giusti, 22 anni, da Napoli, e Walter Pezzi, 20 anni, da Ravenna. Vengono sepolti nel cimitero militare italo-tedesco di Talence (la salma di Pezzi verrà rimpatriata nell’ottobre 1951).
Dopo questa incursione, gli equipaggi di Betasom verranno trasferiti in nuovi acquartieramenti situati nella cittadina di Gradignan, in posizione più decentrata.
22 gennaio 1941
Uscita da Bordeaux per prove in mare dalle 9.45 alle 17.20, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris. Percorse due miglia.
24 gennaio 1941
Salpa da Bordeaux alle 16.20, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris, per un pattugliamento di tre zone dell’Atlantico, al largo della Scozia: la prima compresa tra i meridiani 17°00' O e 20°00' O ed i paralleli 53°00' N e 54°00' N, la seconda tra i meridiani 20°00' O e 21°00' O ed i paralleli 54°00' N e 55°00' N, e la terza tra i meridiani 21°00' O e 22°00' O ed i paralleli 55°00' N e 56°00' N.
Insieme ai sommergibili Morosini, Otaria e Maggiore Baracca (gruppo "Baracca"), dislocati in zone adiacenti, deve operare a sud e ad ovest dei sommergibili tedeschi U 48, U 52, U 93, U 94, U 96, U 101, U 103, U 106, U 107 e U 123, schierati a ponente dell’Irlanda e del Canale del Nord. Ai sommergibili italiani è assegnata la zona d’agguato più occidentale, e dunque più lontana dal Regno Unito, per via della loro maggiore autonomia (anche stavolta, dovranno rimanere nelle zone assegnate fino al raggiungimento dei limiti di autonomia), mentre U-Boote e navi di superficie tedesche pattugliano le acque più vicine alle Isole Britanniche. Nella zona loro assegnata, i sommergibili di Betasom troveranno però poco traffico avversario e molta sorveglianza.
31 gennaio 1941
Alle 19.18 il Dandolo avvista in posizione 49°23' N e 19°35' O (negli Approcci sud-occidentali) una nave cisterna stimata in 6500 tsl: si tratta in realtà della motonave britannica Pizarro, sensibilmente più piccola rispetto a quanto apprezzato (1367 tsl); sembra una nave cisterna per via dell’ubicazione del fumaiolo a poppa, ma in realtà è una nave da carico. Unità dispersa del convoglio OG. 51 (Oban-Gibilterra), che ha dovuto lasciare per problemi alle macchine, trasporta 1500 tonnellate di merci varie e 400 tonnellate di posta ed è in navigazione da Londra a Siviglia, al comando del capitano John Gillanders.
Il Dandolo insegue a lungo la Pizarro finché alle 21.55, serrate le distanze fino a soli 500 metri, lancia contro di essa due siluri da 450 mm dai tubi prodieri, ma entrambe le armi affiorano in superficie e mancano il bersaglio, che continua a zigzagare (secondo l’equipaggio britannico questo primo attacco avrebbe avuto luogo tra le 20.15 e le 20.20).
Alle 22.28 il Dandolo lancia altri due siluri da 450 mm, stavolta dai tubi di poppa, sempre da 500 metri di distanza: questa volta entrambe le armi vanno a segno, colpendo a centro nave la Pizarro, che affonda in cinque minuti (tre secondo i sopravvissuti) in posizione 49°04' N e 19°31' O (secondo il rapporto del Dandolo; 49°03' N e 19°40' O o 49°30' N e 19°40' O secondo i superstiti del mercantile; 188 miglia a nordovest di Rockall, 350 miglia a sudovest dell’Irlanda, 700 miglia ad ovest di Bishop’s Rock ed a 650 miglia da Capo Finisterre).
I superstiti della Pizarro riferiranno di aver avvertito tre esplosioni, due attutite e la terza “terrificante”; saliti sulle zattere in balia del mare grosso (non c’è stato il tempo di calare le scialuppe), soltanto in sei, su un equipaggio di 29 uomini, verranno tratti in salvo cinque ore dopo dal MacBrae, altro mercantile disperso del convoglio OG. 51, che ha avvertito l’esplosione. Tra i sopravvissuti è il comandante Gillanders; il salvataggio avviene in circostanze drammatiche, il MacBrae, dovendo continuare a manovrare per evitare di essere attaccato a sua volta, cala lungo le murate delle biscagline, ma diversi naufraghi, ormai sfiniti, cadono in mare mentre tentano di arrampicarvisi ed annegano. Un radiotelegrafista del MacBrae si tuffa in mare ed aiuta alcuni dei superstiti ad arrampicarsi a bordo; il piroscafo continuerà le ricerche per altre dodici ore, ma senza riuscire a trovare altri naufraghi. Sbarcherà i sopravvissuti a Lisbona il 5 febbraio.
(Fonti britanniche indicano l’orario dell’affondamento della Pizarro nelle 20.30).
2 febbraio 1941
Raggiunge la zona assegnata per l’agguato, che inizia a pattugliare.
8 febbraio 1941
Alle 14 il Dandolo avvista in posizione 53°37' N e 18°47' O un piroscafo che procede a zig zag con rotta nordest: si tratta dell’olandese Prins Fredrik Hendrik, di 1288 tsl. Si pone al suo inseguimento, che però rischia di portarlo al di fuori dei confini del suo settore d’operazione; alle 19.52, infatti, quando è giunto il momento di serrare le distanze, avvista il sommergibile Morosini – che occupa il settore adiacente – che si prepara a lanciare contro il mercantile, ed il comandante Boris decide di interrompere l’inseguimento per non intralciare la manovra d’attacco dell’altro sommergibile (da lui erroneamente identificato come l’Otaria). Il Morosini lancerà in successione tre siluri contro la nave olandese, ma senza successo, a causa del mare agitato.
18 febbraio 1941
Giunto al limite dell’autonomia, lascia la zona d’agguato ed inizia la navigazione di rientro.
22 febbraio 1941
Tra le 8.55 e le 8.57 il Dandolo, in navigazione verso Bordeaux con la scorta dei dragamine tedeschi M 2, M 6 e M 21 e dello Sperrbrecher 16, avvista tre scie di siluri a 14 miglia per 283° da Pointe La Coubre, al largo dell’estuario della Gironda. La più vicina passa 40 metri a proravia del sommergibile, che le evita con un’immediata manovra; il cacciasommergibili tedesco UJ-E ed i dragamine M 10, M 13 e M 25 vengono inviati a dare la caccia all’attaccante, ma senza riuscire a trovarlo.
Non risulta in realtà che alcun sommergibile britannico si trovasse nella zona e nell’ora di questo presunto attacco, pertanto sembra probabile che l’equipaggio del Dandolo abbia scambiato delle focene per dei siluri, errore abbastanza comune.
Il Dandolo raggiunge Bordeaux alle 16.15 dello stesso giorno, dopo aver percorso 3794 miglia; entra poi in cantiere per un periodo di lavori.
Il Comando di Betasom valuterà favorevolmente l’operato del comandante Boris nel corso di questa missione, apprezzando «l'abilità e l'aggressività dimostrate dal Comandante Boris nell'azione contro una petroliera nemica» e «la prontezza e decisione con le quali ha saputo sottrarre la propria unità all'attacco con siluri da parte di un sommergibile nemico» e proponendolo per una ricompensa al valor militare, proposta che sarà approvata dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Arturo Riccardi. A Boris verrà conferita una Medaglia di Bronzo al Valor Militare, la seconda dall’inizio della guerra (la prima l’ha ricevuta per l’azione contro gli incrociatori francesi nel giugno 1940), con motivazione “Comandante di sommergibile oceanico, nel corso di una lunga missione di guerra condotta con sereno ardimento e spirito aggressivo, affondava col siluro una petroliera nemica. Fatto segno, durante il ritorno dalla missione, al lancio di tre siluri da parte di sommergibile nemico, manovrava con grande prontezza e decisione riuscendo a sventare l’offesa”.
30 marzo 1941
Uscita da Bordeaux per prove in mare, dalle 9.20 alle 15, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris. Percorse quattro miglia.
7 aprile 1941
Uscita da Bordeaux per prove in mare, dalle 12.20 alle 19.36, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris. Percorse 49 miglia.
8 aprile 1941
Uscita da Bordeaux per prove in mare, dalle 9.55 alle 14.40, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris. Percorse 28 miglia.
9 aprile 1941
Salpa da Bordeaux alle 15.40, al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris, per un pattugliamento nella zona compresa tra i paralleli 35°00' N e 36°00' N (ad ovest dello stretto di Gibilterra, a sudovest della Spagna ed al largo del Marocco), in un raggio di trenta miglia dalla costa atlantica del Marocco. Il Baracca, partito il giorno seguente, occuperà un settore adiacente; le due zone sono divise dal 36° parallelo Nord.
14 aprile 1941
Arriva nella zona assegnata per l’agguato. Suo compito è di attaccare i convogli britannici provenienti da Gibilterra, ma durante la missione emergerà che ben poco traffico mercantile passa nel suo settore d’operazioni, mentre la sua posizione risulterà sfavorevole anche per attaccare le pur numerose navi da guerra britanniche che sorvegliano le acque attorno a Gibilterra.
16 aprile 1941
Alle 5.40, in posizione 35°26' N e 07°14' O, viene avvistata a 5000 metri di distanza un’ombra che viene identificata come una corazzata scortata da due cacciatorpediniere, con rotta 240°; a causa dell’elevata velocità delle navi avversarie, pur navigando a tutta forza il Dandolo non riesce ad avvicinarsi per attaccare e rinuncia alle 5.55, ma il comandante Boris decide di non lanciare il segnale di scoperta perché la rotta delle unità avversarie passa al di fuori dei settori pattugliati dai sommergibili italiani.
La corazzata avvistata è con ogni probabilità la britannica Queen Elizabeth, salpata da Gibilterra per Freetown alle 22.05 del 15 aprile con la scorta dei cacciatorpediniere Fury, Velox e Wrestler.
Nei giorni seguenti, tra il 16 ed il 19 aprile, il Dandolo cerca infruttuosamente un convoglio britannico, insieme al Baracca ed al Tazzoli.
22 aprile 1941
Colto da una grave avaria, non riparabile con i mezzi di bordo, il Dandolo deve interrompere la missione e dirigere per il rientro.
27 aprile 1941
Arriva a Bordeaux alle 20.11, dopo aver percorso 3188 miglia.
10 maggio 1941
Il capitano di corvetta Boris lascia il comando del Dandolo, che viene assunto dal tenente di vascello Walter Auconi, 29 anni, da Roma.
13 giugno 1941
Al comando del tenente di vascello Walter Auconi, il Dandolo lascia Bordeaux alle 9.10 per trasferirsi a Le Verdon, dove arriva alle 16.16, dopo aver percorso 54 miglia.
Per inizio giugno ne era originariamente prevista la partenza per una nuova missione ad ovest di Gibilterra, ma questa è stata sospesa in seguito alla decisione del Comando Supremo di far rientrare in Mediterraneo tutti i sommergibili di Betasom, al fine di compensare le perdite ed intensificare la guerra subacquea in quel mare. L’ammiraglio Angelo Parona, chiamato a Roma per discutere nei dettagli il da farsi, ha disposto la sospensione delle partenze dei sommergibili per le programmate nuove missioni fino al suo ritorno. Alla fine si giungerà ad un compromesso: rimpatrierà solo una parte dei battelli di Betasom, mentre altri – quelli di maggiori dimensioni, del tutto inadatti all’impiego in un mare così ristretto – rimarranno a Bordeaux per proseguire la partecipazione italiana alla battaglia dell’Atlantico; il Dandolo è tra i sommergibili per i quali viene deciso il rimpatrio. Sarà anzi, con il Glauco, il primo a partire per l’Italia.
14 giugno 1941
Lascia Le Verdon alle sette del mattino insieme al sommergibile Alpino Bagnolini, per trasferirsi a La Pallice, effettuando esercitazioni strada facendo; li scorta lo Sperrbrecher 16. I due sommergibili arrivano a La Pallice alle 20.50, dopo aver percorso 92 miglia.
19 giugno 1941
Lascia La Pallice alle 20, al comando del tenente di vascello Walter Auconi, per rientrare in Mediterraneo. Al largo di Capo Villano, tuttavia, subisce gravi avarie che lo costringono a tornare indietro.
23 giugno 1941
Rientra a La Pallice alle 7.10, dopo aver percorso 813 miglia.
26 giugno 1941
Riparate le avarie, il Dandolo riparte da La Pallice alle 20.20 per tornare in Italia, al comando del tenente di vascello Walter Auconi.
Per affrontare il difficile attraversamento dello stretto di Gibilterra nelle massime condizioni di efficienza, il Dandolo ha l’ordine di puntare direttamente verso lo stretto, senza effettuare agguati in Atlantico; dovrà tenersi a 50-60 miglia dalla costa iberica ed attaccare soltanto le navi nemiche incontrate lungo la rotta di trasferimento. Piena libertà di scelta sulle modalità di attraversamento dello stretto – in superficie o in immersione, a velocità bassa od elevata – è lasciata al comandante.
29 giugno 1941
Alle 8.20, al largo di Lisbona, viene avvistato un piroscafo in navigazione verso sud, ed il Dandolo assume rotta d’intercettazione. Dapprima il sommergibile si avvicina con l’intenzione di lanciare dai tubi di prua, poi Auconi decide di manovrare invece per attaccare con i tubi di poppa; alle 10.05 vengono però riconosciuti i contrassegni della Croce Rossa, e l’attacco viene abbandonato. Poco più tardi – alle 12.15 – viene intercettato un SOS proveniente dal piroscafo, dal quale risulta che si tratta di una nave spagnola, il cui nome sarebbe “Earg”. Si tratta in realtà, con ogni probabilità, della motonave spagnola Ciudad de Palma di 3959 tsl, costruita nel 1930 e di proprietà della Compañía Trasmediterránea S. A., il cui nominativo di chiamata radio è appunto “EARG” (non esiste invece nessuna nave con questo nome).
Alle 22.08, al largo di Capo San Vincenzo, il Dandolo avvista da 7000 metri di distanza un cacciatorpediniere diretto verso di lui, pertanto s’immerge per non essere avvistato. Il comandante Auconi decide di rinviare di un giorno l’attraversamento dello stretto di Gibilterra.
2 luglio 1941
Alle 00.20 il Dandolo inizia l’attraversamento lo stretto di Gibilterra navigando in superficie a tutta forza, favorito dalla copertura nuvolosa e dalla luna al primo quarto, molto alta; grazie anche alla corrente favorevole, raggiunge una velocità di 16-17 nodi. Alle 2.30, mentre il sommergibile, che ha superato Ceuta, sta procedendo in emersione al largo di Capo Tarifa (Marocco), viene avvistata la sagoma di un cacciatorpediniere o torpediniera che si staglia contro la costa marocchina, a 1500 metri di distanza; Auconi decide comunque di proseguire la navigazione in superficie e non viene avvistato (per altra versione, si sarebbe invece immerso, per poi riemergere una volta superato lo stretto). Alle 3.30, ormai in Mediterraneo, s’immerge e prosegue verso est.
7 luglio 1941
Arriva a Napoli alle 7.10, dopo aver percorso 2186 miglia. Il servizio informazioni della Royal Navy ha scoperto il giorno precedente del suo rientro in Mediterraneo. (Secondo il libro "Il vero traditore" di Alberto Santoni, “ULTRA” avrebbe intercettato e decifrato un messaggio trasmesso il 1° luglio dal sommergibile tedesco U 138, dal quale risultava che il Dandolo avrebbe attraversato lo stretto di Gibilterra diretto verso est nei giorni successivi).
Segue un lungo periodo di lavori di raddobbo, protrattisi per quasi due mesi.
28 agosto 1941
Uscita da Napoli per prove in mare, al comando del tenente di vascello Walter Auconi, dalle 8.50 alle 15.17. Percorse 42 miglia.
1° settembre 1941
Uscita da Napoli per prove in mare, al comando del tenente di vascello Walter Auconi, dalle 9 alle 12.02. Percorse 23 miglia.
3 settembre 1941
Uscita da Napoli per prove in mare, al comando del tenente di vascello Walter Auconi, dalle 14.25 alle 21.02. Percorse 32 miglia.
10 settembre 1941
Uscita da Napoli per prove in mare, al comando del tenente di vascello Walter Auconi, dalle 8 alle 18.20. Percorse 59 miglia.
18 settembre 1941
Uscita da Napoli per prove in mare, al comando del tenente di vascello Walter Auconi, dalle 9 alle 16.30. Percorse 38 miglia.
19 settembre 1941
Uscita da Napoli per prove in mare, al comando del tenente di vascello Walter Auconi, dalle 9 alle 16.30, con la scorta della torpediniera Giuseppe La Masa. Percorse 30 miglia.
20 settembre 1941
Uscita da Napoli per prove in mare, al comando del tenente di vascello Walter Auconi, dalle 13.05 alle 19.33. Percorse 56 miglia.
23 settembre 1941
Al comando del tenente di vascello Walter Auconi, il Dandolo parte da Napoli alle 6.45 per un pattugliamento a sud delle Baleari (sud/sudovest di Ibiza) e ad est di Gibilterra (per altra fonte, al largo di Capo Tenes), insieme ad Adua e Turchese, in un’area delimitata dai meridiani 01°00' E e 01°20' E e dai paralleli 37°10' N e 37°50' N. I tre sommergibili, schierati tra Capo Palos e Capo Caxine, sono posizionati all’incirca al centro della congiungente i due Capi e formano una linea orientata in direzione nordest-sudovest, ad intervalli di venti miglia l’uno dall’altro; il loro compito è di contrastare l’operazione britannica "Halberd".
Nell’ambito
di tale operazione, da Gibilterra esce in mare la Forza H, con le
corazzate Prince
of
Wales, Rodney e Nelson,
la portaerei Ark
Royal ed
i
cacciatorpediniere Duncan, Fury, Lance, Legion, Lively, Gurkha, Zulu, Isaac Sweers (olandese), Garland (polacco)
e Piorun (polacco).
La formazione è stata suddivisa dai britannici in vari sottogruppi,
partiti in momenti diversi tra il 24 ed il 25 settembre: suo scopo è
proteggere la navigazione verso Malta di un convoglio con
rifornimenti (WS. 11X, formato dalla cisterna militare Breconshire e
dalle navi da carico Ajax, City
of Lincoln, City
of
Calcutta, Clan
MacDonald, Clan
Ferguson, Rowallan
Castle, Imperial
Star e Dunedin Star con
un carico complessivo di 81.000 tonnellate di rifornimenti e la
scorta diretta degli incrociatori
leggeri Edinburgh, Sheffield, Euryalus, Kenya ed Hermione e
dei
cacciatorpediniere Cossack, Farndale, Foresight, Forester, Heythrop, Laforey, Lightning ed Oribi della
Forza X), che si svolgerà in contemporanea con la navigazione di un
altro convoglio (tre mercantili scarichi, scortati da una corvetta)
da Malta a Gibilterra e con un’azione diversiva della Mediterranean
Fleet nel Mediterraneo orientale.
La partenza della Forza H in
più gruppi, e le rotte seguite da questi fino alla riunione (che
avviene il mattino del 27 settembre, cento miglia a sud di Cagliari),
traggono in inganno i comandi italiani, che ritengono erroneamente
che lo scopo dell’operazione sia un bombardamento navale contro
obiettivi sulle coste della Penisola (come attestato dal "Notiziario
73" di Maristat Informazioni, del mattino del 25 settembre,
secondo cui “Scopo
missione sarebbe rappresaglia contro coste italiane”).
Per contrastare questo ipotetico bombardamento, Supermarina ha
inviato quattro sommergibili ad est delle Baleari, altri tre a
sudovest della Sardegna, tre a sud/sudovest di Ibiza e cinque in Mar
Ligure. Dandolo,
Adua,
Turchese,
Squalo, Delfino e Fratelli
Bandiera vengono
inviati a nord di Capo Ferrat, Axum,
Serpente,
Diaspro
ed Aradam
a nord di Capo Bougaroni, il Narvalo
a nord di Capo Bon (altra fonte parla di nove sommergibili schierati
lungo le coste di Algeria e Tunisia e due al largo di Capo Bon).
24 settembre 1941
Alle 6.10 il Dandolo avvista in posizione 38°19' N e 08°41' E un sommergibile che sembra appartenere alla sua stessa classe, ma non risulta possibile identificarlo.
25 settembre 1941
Riceve ordine di spostarsi venti miglia più a sud, tra Capo Palos e Capo Caxine.
26 settembre 1941
Raggiunge
la zona assegnata, ma ormai la forza navale britannica vi è già
passata. Così è avvenuto anche per Adua
e Turchese;
conseguentemente, Maricosom ordina a tutti i sommergibili di
spostarsi più a sud, tentando d’intercettare le forze britanniche
(il cui vero obiettivo è stato intanto compreso da Supermarina il
mattino del 27, quando è giunta notizia dell’esistenza di un
convoglio diretto a Malta) durante la fase di rientro, comunicando
alle 20.45 del 27: “Forza
navale nemica già attaccata e danneggiata da ARMERA (alt) Nella
ricerca et nell’attacco agite con massimo impegno et precisione per
infliggere al nemico ulteriori et più gravi danni possibili (alt)
Sono certo che vi mostrerete degni della fiducia che in voi ripone la
Marina (alt)”. Ma neanche
questi nuovi ordini porteranno a risultati.
Parimenti
infruttuosa risulteranno gli agguati di MAS disposti al largo di
Pantelleria, mentre la squadra da battaglia dell’ammiraglio Angelo
Iachino, uscita in mare con due corazzate (Littorio e Vittorio
Veneto),
cinque incrociatori (tre pesanti, Trento, Trieste e Gorizia,
e due leggeri, Muzio
Attendolo e Luigi
di Savoia Duca degli Abruzzi)
e 14 cacciatorpediniere (Granatiere,
Bersagliere,
Fuciliere,
Vincenzo
Gioberti,
Folgore,
Nicoloso
Da
Recco,
Emanuele
Pessagno,
Ascari,
Corazziere,
Carabiniere,
Lanciere,
Maestrale,
Grecale,
Scirocco),
verrà fatta rientrare quando la ricognizione aerea mostrerà che la
Forza H è numericamente più forte. Unici risultati saranno colti
dalla Regia Aeronautica, che silurerà la corazzata Nelson
ed affonderà il piroscafo Imperial
Star.
Sulla base delle notizie sui movimenti delle forze britanniche, il Dandolo si sposta verso sud, nel tentativo di intercettarle durante la navigazione di ritorno a Gibilterra; riuscirà infatti ad avvistarla il mattino del 30 settembre, a nordovest di Capo Ténès, ma non ad attaccarla.
29 settembre 1941
Alle 6.45 viene avvistato a mille metri di distanza, in posizione 37°17' N e 01°07' E, un cacciatorpediniere seguito da due incrociatori; il Dandolo tenta di attaccare con i tubi di prua, ma successivamente Auconi cambia idea e tenta invece di lanciare dai tubi di poppa da 600 metri di distanza. L’attacco viene interrotto dall’arrivo di un secondo cacciatorpediniere, che induce il Dandolo a scendere in profondità.
30 settembre 1941
Alle 3.18 vengono avvistati cinque cacciatorpediniere in posizione 37°14' N e 01°01' E. Il Dandolo manovra per evitarli. (Il volume "Le azioni navali dal 1° aprile 1941 all’8 settembre 1943" dell’USMM parla invece di avvistamento di una forza navale imprecisata alle 3.30, 47 miglia a nord-nord-ovest di Capo Tenès).
Alle 6.48 viene avvistata una nave oscurata in avvicinamento ad alta velocità; il Dandolo effettua immersione rapida, dopo di che viene sottoposto a caccia antisommergibili sistematica da parte di quattro unità, con ripetuti lanci di bombe di profondità (a pacchetti di 6-8 ordigni per volta) dalle 9.25 alle 13.30.
3 ottobre 1941
Avvista alle 6.25, in posizione 38°43' N e 09°35' E, un sommergibile non identificato con rotta 200°. Ritenuto che si tratti di un’unità nemica, il comandante Auconi fa armare il cannone, ma poi cambia idea e decide di allontanarsi.
4 ottobre 1941
Conclude la missione rientrando a Napoli alle 9.10, dopo aver percorso 1919 miglia.
20 ottobre 1941
Uscita da Napoli per prove in mare dalle 13.55 alle 19.20. Percorse 40 miglia.
22 ottobre 1941
Uscita da Napoli per prove in mare dalle 9.50 alle 18.30. Percorse 43 miglia.
24 ottobre 1941
Uscita da Napoli per prove in mare dalle 9.05 alle 13.23. Percorse 32 miglia.
30 ottobre 1941
Alle 17 il Dandolo, al comando del tenente di vascello Walter Auconi, salpa da Napoli per una crociera offensiva lungo le coste di Algeria e Marocco, con puntate più prolungate nelle acque di Algeri, Melilla e Capo Ferrat; deve pattugliare una zona compresa tra i meridiani 02°00' E e 03°00' E, in una fascia tra le dieci e le venti miglia dalla costa algerina.
1° novembre 1941
Alle 13.35 avvista un bombardiere britannico ad 8 km di distanza, in posizione 38°00' N e 07°37' E; s’immerge per sottrarsi ad un eventuale attacco.
Successivamente riceve ordine di spostarsi in un settore delimitato dai meridiani 02°40' O e 03°20' O, dal parallelo 36°00' N e dalla costa marocchina (per altra fonte, dai meridiani 04°20' E e 04°40' E e dai paralleli 37°40' N e 38°20' N), in previsione del passaggio della Forza H britannica.
2 novembre 1941
Giunge nella zona assegnata, venti miglia al largo di Algeri.
4 novembre 1941
Alle 3.45 viene avvistato un grosso mercantile a 8 km di distanza, in posizione 36°44' N e 02°29' E (o 36°42' N e 02°20' E, o 36°49' N e 02°20' E; al largo di Cherchell e di Algeri, quattro miglia e mezzo a nord di Ras El Amouch); avvicinatosi, il Dandolo lo identifica come una petroliera di 10.000 tsl. Si tratta della moderna cisterna militare Tarn (nome talvolta riportato come “Le Tarn”) della Francia di Vichy, di 4220 tonnellate di dislocamento, partita da Orano (per altra fonte, da Casablanca) alle 18.30 del giorno precedente e diretta ad Algeri.
L’equipaggio del Dandolo riconosce sulle murate i contrassegni della Francia di Vichy, ed intercetta delle comunicazioni tra la nave ed Algeri che confermano la sua nazionalità francese; ciononostante, Auconi è convinto che potrebbe trattarsi di una nave britannica camuffata (in precedenza i britannici hanno infatti tentato di rifornire Malta con navi mercantili isolate camuffate da navi francesi), e poco dopo le 4.40 il Dandolo apre il fuoco contro di essa con entrambi i cannoni, mettendo alcuni colpi a segno. La Tarn risponde al fuoco con il suo armamento difensivo (due cannoni da 100 mm), ed il Dandolo le lancia una salva di tre siluri dai tubi di prua, mettendone a segno uno in prossimità del deposito munizioni prodiero (altra fonte, probabilmente erronea, parla del deposito munizioni poppiero).
La storia ufficiale dell’USMM ("I sommergibili in Mediterraneo", Vol. I) afferma che Auconi, pur avendo visto la bandiera francese dipinta sulle murate ed illuminata, avrebbe ritenuto la Tarn nave sospetta perché navigava al di fuori delle acque dov’era autorizzata la navigazione al naviglio di Vichy; avrebbe quindi ordinato alla nave cisterna di fermarsi per un’ispezione, ma questa avrebbe ignorato l’intimazione ed invece aperto il fuoco con il proprio armamento. Solo a questo punto il Dandolo avrebbe aperto il fuoco, dando inizio ad un duello d’artiglieria protrattosi per un’ora. (Secondo fonti francesi, il Dandolo sparò un colpo di avvertimento, e la Tarn rispose al fuoco con il proprio armamento).
Secondo un articolo di Enrico Cernuschi pubblicato nel 2009 sulla rivista dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, il Dandolo sarebbe stato inviato al largo di Algeri proprio sulla base di una segnalazione del Reparto Informazioni dello Stato Maggiore della Marina secondo cui in quel periodo i britannici avrebbero tentato di far passare nelle acque costiere del Nordafrica francese, come già avevano fatto in passato, dei mercantili diretti a Malta sotto falsa bandiera di Vichy; suo specifico compito sarebbe stato di intercettare ed affondare queste navi, evitando altresì di farsi identificare. Avvistata la Tarn, illuminata e con la bandiera francese ben visibile, Auconi avrebbe constatato che in base al calendario dei movimenti concordati con la Commissione Italiana d’Armistizio con la Francia (CIAF) nessuna nave francese avrebbe dovuto trovarsi in quella zona in quella data, pertanto intimò alla Tarn di fermarsi, ma questa – essendo una nave militare e non mercantile, e quindi non soggetta all’obbligo di fermarsi e lasciarsi ispezionare, richiesta che in base alle clausole dell’armistizio firmato nel giugno 1940 tra Italia e Francia avrebbe dovuto essere avanzata all’apposita commissione di controllo – avrebbe risposto aprendo il fuoco. Tutto ciò potrebbe forse spiegare come mai per il siluramento della “neutrale” Tarn il comandante Auconi non solo non incorse in alcun provvedimento punitivo, ma anzi fu decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare (il comandante in seconda, tenente di vascello Gaetano Di Meglio – imbarcatosi volontario per quella missione, in sostituzione del comandante in seconda titolare – ebbe la Croce di Guerra al Valor Militare).
Alle 5.52 il Dandolo tenta di finire la petroliera con un siluro lanciato da poppa, ma la manca; lascia poi la zona e si disimpegna verso il largo nella convinzione che la nave francese, che appare fortemente appruata ed in procinto di affondare, sia ormai spacciata.
In realtà, nonostante i gravi danni, la Tarn riesce a raggiungere Algeri alle undici del mattino (per altra fonte alle 9.30), assistita da due rimorchiatori e con due morti a bordo, uccisi dall’esplosione del siluro. (Fonti francesi collocano l’attacco alle 3.40; una di essa parla di una non meglio precisata presenza “discreta” della Tarn nelle forze navali della Francia libera, ma non è molto chiaro cosa s’intenda con ciò).
Lo scontro con il Dandolo è così descritto nel diario del sottocapo meccanico René Caillet della Tarn: “Novembre 1941 – Triste Ognissanti – Partiamo il 3 novembre verso le 15:00. Sono di turno dalle 6:00 a mezzanotte. A mezzanotte, mi addormento nel sonno dei giusti. Verso le 4:20 veniamo svegliati "Ai posti di combattimento!" veniamo attaccati da un sommergibile presumibilmente inglese. Colpi di avvertimento da parte sua, non osservati da parte nostra, siamo infatti in acque francesi al largo di Tipasa (Algeria). Al suo messaggio: "Venite a bordo" noi rispondiamo con "Avanti tutta e fuoco dappertutto". Risultato: vari colpi di cannone da entrambe le parti, poi ci manda un siluro. Alle 4:35 la nave ha tremato, siamo stati colpiti. Tutti rimangono calmi. Nonostante ciò, la nave si apprua e sbanda un po’ a sinistra. Siamo stati colpiti a prua sinistra, ma essendo buio, non possiamo vedere l'entità del danno. Raddrizziamo [la nave] spostando della nafta. Alle 5 del mattino perdiamo il contatto con il sommergibile. Piano piano arriva il giorno e vediamo a sinistro un getto di nafta che esce dallo squarcio e con esso botti di vino, casse, pezzi di legno rotti, distrutte dall'esplosione. E facciamo l'appello, triste constatazione, mancano due uomini, erano in servizio nel deposito munizioni prodiero. Sono considerati dispersi. Sono il sottocapo cuoco Menguy ed un sottocapo furiere. E torniamo con i nostri mezzi ad Algeri a novembre verso le 10:00”.
Le autorità di Vichy non sospettano minimamente che il sommergibile siluratore sia italiano, pensando invece che si trattasse di un battello britannico o forse di un U-Boot tedesco (si pensa ad una rappresaglia da parte della Marina tedesca per la probabile connivenza delle autorità di Vichy nella cattura da parte della Royal Navy, avvenuta in Atlantico proprio il giorno precedente e senza alcuna resistenza da parte della nave francese di scorta, di cinque mercantili francesi in navigazione dall’Indocina e dal Madagascar al Marocco con a bordo, tra l’altro, 5000 tonnellate di grafite poi utilizzata dagli statunitensi per la realizzazione della prima pila atomica, la Chicago Pile-1). Quelle italiane, per non turbare i già non idilliaci rapporti con i francesi, non faranno niente per correggere tale convinzione, facendo occultare ogni riferimento all’azione del Dandolo (salvo, a quanto sembra, le citazioni delle decorazioni).
Successivamente il Dandolo si sposta al largo di Capo Ferrat, dove rimane in agguato per qualche tempo senza avvistare niente di rilevante, e poi nelle acque del Marocco.
8 novembre 1941
Alle 7.20 il Dandolo avvista nella baia di Melilla un grosso piroscafo all’ancora, poco illuminato ed apparentemente sprovvisto di bandiera e di contrassegni di neutralità, ed alle 7.45 gli lancia un siluro dal tubo numero 1 (l’ultimo siluro rimasto nei tubi di prua). Sulle prime l’arma sembra avere corsa irregolare, ma dopo 80 secondi va a segno colpendo a poppa (per altra fonte, al centro) il bersaglio, che affonda nel giro di tre o quattro minuti (l’orario indicato dalle fonti spagnole sono le sette).
La nave affondata dal Dandolo è il piroscafo spagnolo, e dunque neutrale, Castillo Oropesa di 6600 tsl, in attesa del permesso di entrare nel porto di Melilla (era infatti ormeggiato vicino all’imboccatura del porto, in acque territoriali spagnole), dov’era giunto in zavorra da Barcellona, per caricare del minerale di ferro da portare a Gijon. Fortunatamente non ci sono vittime, ma l’incidente causerà frizioni tra le autorità italiane e quelle spagnole: le prime negheranno che il responsabile dell’attacco sia un sommergibile italiano, ma le seconde recupereranno alcuni frammenti del siluro, che verranno identificati come di fabbricazione italiana. Il governo italiano insisterà comunque nel negare l’evidenza, asserendo che ciò non costituisce prova del coinvolgimento italiano in quanto siluri di produzione italiana sono stati venduti anche ai Paesi Bassi ed alla Jugoslavia.
Il Dandolo prosegue poi la missione nelle acque del Marocco fino alla sera del 9 novembre, quando dirige per il rientro.
12 novembre 1941
Termina la missione rientrando a Napoli alle 11.45, dopo aver percorso 2317,3 miglia.
6 dicembre 1941
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 10.03 alle 16.15, al comando del tenente di vascello Walter Auconi. Percorse 43 miglia.
10 dicembre 1941
Salpa da Napoli alle 11.33 al comando del tenente di vascello Walter Auconi, per una agguato offensivo al largo di Malta. Poche ore dopo la partenza, tuttavia, riceve l’ordine di entrare a Messina.
11 dicembre 1941
Arriva a Messina alle 8.45, dopo aver percorso 226,5 miglia, e qui il comandante Auconi viene informato che il sommergibile dovrà compiere una missione di trasporto in Libia, e precisamente a Bardia. La situazione in Nordafrica in generale, ed a Bardia in particolare, è molto precaria: le forze del Commonwealth, che hanno lanciato l’operazione "Crusader", stanno avanzando in Cirenaica, e la situazione dei rifornimenti per la Libia è giunta al punto più critico dell’intera guerra; nel mese di novembre quasi il 70 % dei rifornimenti inviati via mare è andato perduto (in larga parte per azione della Forza K britannica, che ha distrutto i convogli "Duisburg" e "Maritza" il 9 e 24 novembre), un tasso di perdite mai raggiunto prima di allora e mai più raggiunto in seguito. Dinanzi ad una situazione tanto critica, ed alle pressioni dei comandi tedeschi, Supermarina ha acconsentito ad impiegare per le missioni di trasporto, in aggiunta ai sommergibili posamine (più capienti) ed ai grossi sommergibili della classe Ammiragli già adibiti a questo compito, anche diversi battelli della classe Marcello nonché unità più anziane.
Bardia, a seguito dell’avanzata britannica si è ritrovata accerchiata ed assediata dalle forze del Commonwealth dal 6 dicembre; la sua guarnigione, 7000 uomini tra italiani della 55a Divisione Fanteria "Savona" (i due terzi del totale) e tedeschi, ha l’ordine di resistere il più a lungo possibile. Cibo, acqua e munizioni scarseggiano, e la situazione dei rifornimenti è in continuo peggioramento; è ormai possibile il rifornimento soltanto via mare (o per via aerea, ma gli aerei non possono trasportare che modestissime quantità di rifornimenti), e data la scarsissima capacità ricettiva di tale porto, soltanto sommergibili o navicelle di ridottissime dimensioni vi possono approdare. Sommergibili come il Dandolo non possono trasportare, in un viaggio, che poche decine di tonnellate di rifornimenti (mentre un mercantile anche piccolo ne può trasportare mille e più), ragion per cui Supermarina è critica sull’impiego dei sommergibili in missione di trasporto, ma decide di provvedervi ugualmente per soddisfare le continue richieste tedesche.
Il Dandolo inizia quindi a caricare provviste e benzina da portare a Bardia; stipando i rifornimenti ovunque vi sia un po’ di spazio, imbarca in tutto dieci tonnellate di gallette in cassette, sei tonnellate di carne in scatola in sacchi e due tonnellate di gasolio in 146 lattine. (Per altra fonte il carico sarebbe stato in totale di 17,6 tonnellate. Altra ancora indica la destinazione in Derna, ma si tratta di un errore).
12 dicembre 1941
Completato il carico, lascia Messina alle 16.05 (o 16.30) diretto a Bardia. La navigazione è ostacolata dal tempo particolarmente avverso.
13 dicembre 1941
Alle 8.35 avvista un aereo non identificato in posizione 38°10' N e 19°04' E e s’immerge. Tornato in superficie, s’immerge nuovamente alle 14.30 in seguito all’avvistamento di altri due aerei non identificati a 4000 metri di distanza, in posizione 35°50' N e 19°46' E.
Alle 16.20 avvista una mina alla deriva in posizione 35°44' N e 19°58' E.
15 dicembre 1941
Alle 8.20 avvista un aereo non identificato in volo a bassa quota, in posizione 34°05’ N e 23°30' E, e s’immerge per evitare attacchi. La scena si ripete alle 10.07, quando il Dandolo s’immerge in posizione 34°02' N e 23°26' E dopo aver avvistato un aereo non identificato a 4000 metri di distanza, mentre alle 11.35, quando viene avvistato un altro aereo non identificato a 5000 metri di distanza in posizione 33°58' N e 23°42' E, il sommergibile rimane in superficie, dato che l’aereo sembra in allontanamento. Alle 11.45 viene avvistato ancora un altro aereo non identificato, a tremila metri di distanza, ed il Dandolo s’immerge in posizione 33°58' N e 23°42' E.
18 dicembre 1941
Arriva a Bardia alle 18, andandosi ad ormeggiare alla boa centrale del porticciolo; giunge sottobordo una bettolina armata da militari tedeschi, sulla quale viene trasbordato il carico. Ai soldati tedeschi l’equipaggio del Dandolo regala sigarette e generi di conforto.
Terminato lo scaricamento, il Dandolo riparte alle 21.50 (per altra fonte alle 23), diretto a Suda, dopo aver imbarcato quindici prigionieri britannici (sei ufficiali e nove tra sottufficiali e soldati) ed un soldato italiano di scorta.
I Comandi britannici sono al corrente della sua missione grazie alle intercettazioni di “ULTRA”.
19 dicembre 1941
Alle 10.25 avvista un aereo non identificato in posizione 33°56' N e 24°35' E, a seimila metri di distanza, e s’immerge.
20 dicembre 1941
Arriva a Suda alle 8.50, dopo aver percorso 1384,5 miglia, ed inizia a caricare altre 16 tonnellate di viveri e due di benzina (per altra versione, 20 tonnellate di benzina in latte e 16 di viveri) per un’altra missione di trasporto a Bardia, provvedendo inoltre a riparare alcune avarie. La partenza per Bardia è prevista per il 22 dicembre, ma giunge ordine di aspettare.
24 dicembre 1941
Ricevuta l’autorizzazione a partire, salpa da Suda alle 17 (per altra fonte alle 18), al comando del tenente di vascello Walter Auconi.
25 dicembre 1941
L’equipaggio mangia il pranzo di Natale mentre il sommergibile procede in immersione a 50 metri di profondità.
26 dicembre 1941
Arriva a Bardia alle 18.30 e si ormeggia di poppa alla boa centrale, con la prua rivolta verso l’imboccatura del porticciolo, in modo da poter partire rapidamente qualora il deteriorarsi della situazione a terra – ormai le truppe britanniche sono vicinissime ed anche il porticciolo è a tiro delle loro artiglierie – rendesse impossibile trattenersi oltre.
Ed è proprio questo quel che accade alle 22, quando il Dandolo, già ultimato il trasbordo del carico e presi a bordo dieci militari rimpatrianti del C.R.E.M. e dieci prigionieri indiani da trasportare in Italia, viene inquadrato dal tiro delle artiglierie di medio calibro britanniche, che hanno aperto il fuoco sul porticciolo di Bardia. Tagliato l’ormeggio, il sommergibile raggiunge rapidamente il mare aperto.
Bardia cadrà una settimana più tardi.
27 dicembre 1941
Alle 9.35, in posizione 33°08' N e 24°46' E, viene avvistato a 1500 metri di distanza un bombardiere bimotore che effettua un segnale di riconoscimento. Sulle prime si ritiene sul Dandolo che si tratti di un aereo tedesco, ma quando la distanza cala a soli duecento metri ci si accorge che è un velivolo britannico: subito le mitragliere Breda del Dandolo, già preventivamente armate, aprono il fuoco, ma s’inceppano a più riprese, così che il comandante Auconi decide di immergersi ed allontanarsi dieci minuti più tardi.
L’aereo era un Bristol Beaufort del 39th Squadron della Royal Air Force, che riferirà di aver attaccato un sommergibile alle 9.45, in posizione 33°08' N e 25°13' E.
28 dicembre 1941
Alle 8.20 il Dandolo avvista un aereo non identificato in posizione 34°16' N e 22°43' E; immersosi, avverte un’esplosione in lontananza.
31 dicembre 1941
Alle 3.50 viene avvistata in posizione 39°25' N e 18°04' E un’unità navale non identificata con certezza, ma ritenuta essere probabilmente un sommergibile italiano (con ogni probabilità si tratta del Mocenigo, che alle 2.47 ha avvistato un sommergibile non identificato, ma ritenuto della classe Cagni, in posizione 39°12' N e 18°20' E).
Il Dandolo arriva a Taranto alle 17.50 (per altra fonte, alle 18.30), dopo aver percorso 1276 miglia.
Entra poi in cantiere per un periodo di lavori.
14 gennaio 1942
Il Comando Squadra Sommergibili (Maricosom) ordina al IV Gruppo di Taranto che il Dandolo ed i nuovi sommergibili oceanici Ammiraglio Cagni ed Ammiraglio Millo, non appena avranno ultimato i lavori, si trasferiscano ad Augusta per imbarcarvi materiale da portare in Africa in base a disposizioni che saranno emanate da quel Comando Marina.
26 gennaio 1942
Uscita per prove in mare da Taranto dalle 8.55 alle 17.07, al comando del tenente di vascello Walter Auconi. Percorse 65,5 miglia.
9 febbraio 1942
Al comando del tenente di vascello Walter Auconi, il Dandolo lascia Taranto alle 11.50 per un pattugliamento a nord della Cirenaica, in un raggio di otto miglia per meridiano dal punto 33°50' N e 20°30' E; forma uno sbarramento insieme al Mocenigo, che opera più a sud in un settore adiacente ma che è costretto al rientro anticipato da avarie.
Dandolo e Mocenigo fanno parte di un dispositivo predisposto da Maricosom per contrastare la navigazione da Alessandria a Malta di un convoglio britannico nell’ambito dell’operazione "MF 5".
Denominato "MW. 9" e partito da Alessandria in due gruppi nel pomeriggio del 12 febbraio, il convoglio è formato dai mercantili Clan Campbell (poi dirottato a Tobruk in seguito ai danni subiti in un attacco aereo), Clan Chattan e Rowallan Castle, con la scorta diretta dell’incrociatore antiaerei Carlisle e dei cacciatorpediniere Lance, Heythrop, Avon Vale, Eridge, Hurworth, Southwold, Dulverton e Beaufort e la copertura della Forza B del contrammiraglio Philip L. Vian, salpata da Alessandria nelle prime ore del 13 febbraio e composta da tre incrociatori antiaerei (Naiad, Dido ed Euryalus) ed otto cacciatorpediniere (Arrow, Griffin, Havock, Hasty, Kelvin, Kipling e Jaguar). Contestualmente all’arrivo a Malta del "MW. 9", lascerà l’isola un convoglio di mercantili scarichi (Ajax, Breconshire, City of Calcutta e Clan Ferguson), il "ME. 10", scortato dalla Forza K del commodoro William Gladstone Agnew (incrociatore leggero Penelope, cacciatorpediniere Decoy, Fortune, Legion, Lively, Sikh e Zulu).
Per attaccare il convoglio britannico diretto a Malta, ben undici sommergibili italiani vengono schierati in un’area di poco più di 800 miglia quadrate al largo delle coste della Cirenaica, tra il meridiano di Bengasi e quello di Ras Aamer (dove si ritiene che avverrà il cambio di scorta tra le forze leggere di Alessandria e quelle di Malta, generando così una concentrazione di navi mercantili e militari): oltre a Dandolo e Mocenigo, anche Sirena, Topazio, Tricheco, Malachite, Perla, Platino, Ondina e Ciro Menotti. Quest’ultimo è il primo ad essere inviato in agguato, già il 10 febbraio, seguito da Ondina, Tricheco e Topazio l’11 e dagli altri il 12. Nove dei sommergibili sono concentrati in un quadrato di 90 miglia di lato; hanno l’ordine di effettuare ricerca per meridiano, con pendolamento di 16 miglia di ampiezza attorno al punto assegnato.
10 febbraio 1942
Alle 23 avvista un sommergibile sconosciuto, ma ritenuto essere il Mocenigo, avente rotta opposta, in posizione 38°31' N e 18°50' E.
12 febbraio 1942
Raggiunge il settore assegnato per la missione.
13 febbraio 1942
Siccome il convoglio britannico sta seguendo rotte costiere in modo da godere della protezione aerea della caccia terrestre, i sommergibili ricevono ordine di spostarsi venti miglia più a sud. In serata, tuttavia, il convoglio, giunto quasi all’altezza di Tobruk, accosta verso nordovest per portasi sul 35° parallelo, dove (al largo di Bengasi) avrà luogo il cambio della scorta con le forze provenienti da Malta: in tal modo, le navi britanniche aggirano la zona occupata dai sommergibili italiani, che il giorno seguente ricevono ordine di riportarsi nei punti d’agguato originari.
14 febbraio 1942
Alle 10.34 il Dandolo viene informato dell’avvistamento, alle otto di quel mattino, di un convoglio di 22 navi con rotta 310°, in posizione 34°43' N e 21°45' E. Dirige per intercettarlo, ma alle undici riceve un segnale di scoperta relativo all’avvistamento alle nove di un secondo convoglio, avente rotta 105°, in posizione 35°03' N e 17°55' E. Assume quindi una rotta che gli permetta di avvistare entrambi i convogli, anche uscendo dall’area assegnata, ma rileva soltanto rumore di macchine a grandissima distanza, a 60 miglia sulla dritta ed a 90 miglia sulla sinistra.
Alle 13.10 viene informato dell’avvistamento alle 10.20, in posizione 34°43' N e 18°55' E, di un terzo convoglio accompagnato da una corazzata, tre incrociatori e numerosi cacciatorpediniere, con rotta 120°. Si tratta probabilmente del convoglio britannico "M.E. 10" e della Forza B. Il comandante Auconi ritiene che il convoglio passerà proprio nella zona in cui si trova il Dandolo, ed alle 14.36 viene rilevato rumore di macchine attribuito proprio ad esso, ma non viene avvistato niente. Alle 19 il Dandolo emerge in posizione 33°53' N e 20°26' E, ed un’ora dopo avvista una mina alla deriva in posizione 33°53' N e 20°26' E.
20 febbraio 1942
Alle 4.15 viene informato dell’avvistamento alle 3.30 di una forza navale britannica in posizione 33°03' N e 23°07' E. S’immerge per effettuare vigilanza idrofonica, ma non rileva niente.
21 febbraio 1942
Avvista un’altra mina alla deriva, in posizione 33°23' N e 23°25' E.
23 febbraio 1942
Alle 20 il Dandolo riceve ordine da Maricosom di andare in soccorso del sommergibile Tricheco (capitano di corvetta Giovanni Cunsolo), che ha subito seri danni a causa del maltempo: un’onda l’ha quasi fatto capovolgere ed ha provocato una fuoriuscita di acido dalle batterie; adesso il sommergibile si trova immobilizzato alla cappa in posizione 35°20' N e 19°40' E, con la batteria allagata. Il Tricheco è anche a corto di nafta, e potrebbe essere necessario prenderlo a rimorchio; un cacciatorpediniere ed il rimorchiatore d’altura Teseo, inviati in suo soccorso, sono stati costretti a tornare indietro dal maltempo. Oltre al Dandolo, viene fatto uscire da Taranto il sommergibile Ammiraglio Millo (capitano di corvetta Vincenzo D’Amato), carico di nafta in latte, lattine e fusti da consegnare al Tricheco per rimpinguare le sue esigue riserve (ma sarà richiamato alla base il giorno seguente, non essendo più necessario il suo aiuto).
24 febbraio 1942
Alle 9.12 Maricosom chiede al Dandolo un aggiornamento sulle condizioni meteomarine.
Alle 16.18 (altra fonte parla delle 7.20) il Dandolo raggiunge il Tricheco in posizione 34°51' N e 20°40' E e ne assume la scorta nella navigazione verso Augusta, navigando a undici nodi. Alle 16 viene avvistata un’altra mina alla deriva in posizione 35°34' N e 19°01' E.
25 febbraio 1942
Dandolo e Tricheco arrivano ad Augusta alle 14 (nel corso di questa missione il Dandolo ha percorso 2088 miglia). Al termine di questa missione sbarca il comandante Auconi, sostituito dal tenente di vascello Gaetano Di Meglio, 34 anni, da Genova.
12 marzo 1942
Uscita da Augusta per prove in mare, dalle 9.10 alle 11.41, al comando del tenente di vascello Gaetano Di Meglio; lo scorta la vedetta foranea V 78 Nuovo Avvenire. Percorse 16 miglia.
14 marzo 1942
Lascia Augusta alle 4.30, al comando del tenente di vascello Gaetano Di Meglio, per trasferirsi a Cagliari.
15 marzo 1942
Arriva a Cagliari alle 9.40, dopo aver percorso 440 miglia.
16 marzo 1942
Salpa da Cagliari alle 18.55, al comando del tenente di vascello Gaetano Di Meglio, per un pattugliamento a sud delle Baleari e 60 miglia a nord di Capo Ténès, tra i meridiani 00°00' E e 01°20' E ed i paralleli 37°00' N e 37°20' N.
18 giugno 1942
Raggiunge la zona assegnata per l’agguato. Insieme al Mocenigo, schierato 120 miglia più a sudovest, è dislocato in posizione favorevole per contrastare i movimenti della Forza H di Gibilterra.
20 marzo 1942
Alle 14 il Dandolo viene informato della partenza da Gibilterra di una formazione navale che comprende due portaerei, una corazzata ed un incrociatore: si tratta della Forza H del viceammiraglio Neville Syfret, uscita da Gibilterra nelle prime ore del 20 con le portaerei Eagle ed Argus, la corazzata Malaya, l’incrociatore leggero Hermione ed i cacciatorpediniere Active, Anthony, Blankney, Croome, Duncan, Exmoor, Laforey, Whitehall e Wishart per l’operazione "Picket I", consistente nel lancio di caccia Supermarine Spitfire destinati a Malta. Alle 23.15 il Dandolo riceve un segnale di scoperta relativo alla squadra britannica lanciato dal Mocenigo, che l’ha attaccata senza successo; assume rotta d’intercettazione, ma non riesce a trovare le navi britanniche, che passano troppo a sud rispetto alla sua zona (secondo una fonte le avrebbe rilevate all’idrofono, senza però riuscire ad avvistarle).
21 marzo 1942
Nel pomeriggio viene informato che la squadra britannica ha apparentemente invertito la rotta per rientrare a Gibilterra (dove arriverà il 23 marzo).
22 marzo 1942
Alle 12.26 il Dandolo rileva agli idrofoni una forza navale in navigazione a 16 nodi su rotta 230° in posizione 37°24' N e 00°04' E, ma non riesce ad avvistarla. Lancia il segnale di scoperta.
25 marzo 1942
Alle 14 viene informato della prossima partenza da Valencia per Gibilterra del piroscafo britannico “Empire Kestul” (refuso: si tratta in realtà dell'Empire Kestrel, partito da Valencia il 24 marzo e che raggiungerà Gibilterra il 28) e si porta nelle acque di Capo Palos per intercettarlo.
26 marzo 1942
Alle 6.05 avvista una nave svizzera proveniente dalle Baleari, ritenuta essere l'Eiger.
Alle 11, mentre è ancora in agguato al largo di Capo Palos, viene informato della prossima partenza da Valencia per Gibilterra del mercantile britannico Etrib; rimane dove si trova nella speranza di intercettarlo.
27 marzo 1942
Alle 3.40 avvista la nave francese Providence, ed alle 5.26 un’altra nave francese, ma nessuna traccia dell'Etrib.
Alle 7.05, in posizione 37°30' N e 00°30' O, il Dandolo avvista un sommergibile sconosciuto a 700 metri di distanza; si prepara a fare il segnale di riconoscimento, ma il nuovo arrivato accosta in fuori e s’immerge alle 7.07. Era infatti il sommergibile britannico Upright (tenente di vascello John Somerton Wraith), in navigazione di trasferimento da Malta a Gibilterra, che evita di dare battaglia perché a bordo ha soltanto due siluri. (L’orario indicato dall'Upright, per via della differenza di fuso orario, sono le 6.03, la posizione 37°20' N e 00°44' O).
28 marzo 1942
Alle 8.50 il Dandolo rileva agli idrofoni una formazione navale in posizione 37°07' N e 00°16' E. Il comandante Di Meglio riterrà poi trattarsi di cinque cacciatorpediniere impegnati in ricerca antisommergibili, tre dei quali passano sulla verticale del Dandolo, che scende a 70 metri e si allontana.
29 marzo 1942
Alle 12.35 rileva un’altra forza navale agli idrofoni, in posizione 37°12' N e 01°04' E; in precedenza è stato informato di un segnale di scoperta lanciato dal sommergibile Brin, relativo ad una forza navale di ritorno da Gibilterra, e si è posizionato in modo da intercettarla. Alle 15.35 avvista quello che sembra essere un incrociatore a grande distanza, troppa per poter tentare un attacco.
30 marzo 1942
Alle 14 il Dandolo viene informato dell’avvistamento di un incrociatore nemico avente rotta 260°, al largo dell’isola di La Galite. Riceve ordine di spostarsi 20 miglia più a sud, al largo di Capo Tenes, per intercettarlo, ma non avvista niente.
1° aprile 1942
Lascia la zona d’agguato per rientrare a Cagliari.
3 aprile 1942
Rientra a Cagliari alle 9, dopo aver percorso 2263 miglia.
14 aprile 1942
Uscita da Cagliari per prove in mare dalle 15 alle 17.40, al comando del tenente di vascello Gaetano Di Meglio. Percorse 20 miglia.
15 aprile 1942
Lascia Cagliari alle 9.15 per trasferirsi a Napoli, al comando del tenente di vascello Gaetano Di Meglio.
16 aprile 1942
Arriva a Napoli alle 20.47, dopo aver percorso 282 miglia.
12 maggio 1942-23 giugno 1942
Ai lavori a Napoli, provvisoriamente al comando dell’ufficiale di rotta, sottotenente di vascello Sergio Gamba, 28 anni, da Venezia. Il comandante Di Meglio è sbarcato l’11 maggio; al termine dei lavori, il 24 giugno, assumerà il comando del Dandolo il capitano di corvetta Alberto Campanella, 30 anni, da La Spezia.
30 giugno 1942
Uscita da Napoli per prove in mare dalle 9.55 alle 17.26, al comando del capitano di corvetta Alberto Campanella. Percorse 58 miglia.
4 luglio 1942
Uscita da Napoli per prove in mare e test della girobussola dalle 8.30 alle 18.15, al comando del capitano di corvetta Alberto Campanella. Percorse 57 miglia.
5 luglio 1942
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 14.58 alle 23.30, al comando del capitano di corvetta Alberto Campanella. Percorse 76 miglia.
7 luglio 1942
Uscita da Napoli per prove in mare dalle 9.04 alle 14.10, al comando del capitano di corvetta Alberto Campanella. Percorse 36 miglia.
8 luglio 1942
Uscita da Napoli per prove in mare dalle 14 alle 15.41, al comando del capitano di corvetta Alberto Campanella. Percorse 23 miglia.
9 luglio 1942
Salpa da Napoli alle dieci, al comando del capitano di corvetta Alberto Campanella, per trasferirsi a Cagliari.
10 luglio 1942
Arriva a Cagliari a mezzogiorno, dopo aver percorso 287 miglia.
13 luglio 1942
Salpa da Cagliari alle 21, al comando del capitano di corvetta Alberto Campanella, per un pattugliamento a sud di Maiorca: insieme ai sommergibili Otaria ed Emo, deve formare uno sbarramento nella zona compresa tra i meridiani 02°20' E e 02°40' E ed i paralleli 37°40' N e 38°00' N.
15 luglio 1942
Raggiunge l’area d’agguato.
19 luglio 1942
Alle 11.20 viene informato dell’avvistamento di un incrociatore nemico, ed assume rotta 225° per intercettarlo. Alle 13.45 avvista un idrovolante Short Sunderland e s’immerge con la rapida, in posizione 37°27' N e 01°57' E; tra le 13.49 e le 14.10 avverte diverse esplosioni di bombe, ma non subisce danni.
20 luglio 1942
Si spinge temporaneamente al di fuori del settore assegnato, verso ovest, nell’infruttuoso tentativo di intercettare l’incrociatore leggero britannico Charybdis, che da informazioni (errate) ricevute sembrerebbe essere stato danneggiato.
21 luglio 1942
Alle 00.15 il Dandolo s’immerge per effettuare ascolto idrofonico, ed all’una di notte riemerge dopo aver rilevato rumore di macchine di diverse navi; alle 2.58, non avendo avvistato niente, torna ad immergersi, ma due minuti più tardi capta rumori provenienti da due gruppi di navi, uno su rilevamento 185° e l’altro su rilevamento 215°. Alle 3.06 il Dandolo torna in superficie e si dirige a 13,5 nodi verso il primo dei due gruppi, ed alle 3.17 la vedetta di poppa dritta avvista una grossa massa scura a 4000 metri di distanza, su rilevamento 120°, identificata come una portaerei: si tratta infatti della Eagle, uscita da Gibilterra per l’operazione "Insect" (il lancio di 30 caccia Supermarine Spitfire destinati a rinforzare le squadriglie di Malta) insieme agli incrociatori antiaerei Cairo e Charybdis ed ai cacciatorpediniere Antelope, Ithuriel, Wrestler, Westcott e Vansittart.
"Insect" (chiamata "Knapsack" per la parte relativa alla RAF) ha avuto inizio il precedente 2 luglio, quando i mercantili Empire Darwin, Empire Kestrel ed Empire Tern sono partiti dal Regno Unito con il convoglio OG. 86 diretto a Gibilterra, trasportando 32 caccia Spitfire smontati ed imballati in casse; i tre mercantili sono giunti nel porto sullo stretto il 14 luglio, e sei giorni dopo 31 Spitfire (28 di quelli portati dall’Inghilterra dai tre mercantili – gli altri due sono rimasti danneggiati durante il trasporto – più tre reperiti a Gibilterra), insieme a sei caccia Sea Hurricane e quattro aerosiluranti Fairey Swordfish (questi ultimi appartenenti all’824th Squadron della Fleet Air Arm), sono stati caricati sulla Eagle, che è poi partita diretta verso ovest.
Alle 3.22, calata la distanza a duemila metri, il Dandolo – stando in superficie – lancia una salva di quattro siluri dai tubi prodieri contro l'Eagle, per poi immergersi subito in profondità per non essere speronato da un cacciatorpediniere della scorta, che l’ha avvistato e gli sta dirigendo contro a tutta forza. Dopo due minuti vengono avvertite due forti esplosioni con un intervallo di tre secondi tra l’una e l’altra, ma nessuno dei siluri è andato a segno. Anche sull'Eagle vengono avvertite delle forti esplosioni subacquee, ben quattro, una delle quali piuttosto vicina alla portaerei, seguite da un lampo verde; sono correttamente attribuite a siluri lanciati da un sommergibile (l’orario indicato dalle fonti britanniche sono le 3.32). La posizione dell’attacco è indicata come 37°50' N e 02°10' E dal Dandolo, 37°48' N e 02°05' E dai britannici. Dopo l’attacco il Dandolo viene sottoposto ad intensa caccia con bombe di profondità da parte della scorta, che gli reca danni tali (comprese pericolose infiltrazioni d’acqua) da costringerlo al rientro alla base.
La Eagle prosegue e poche ore più tardi raggiunge il punto designato per il lancio degli Spiftire, a sud delle Baleari; ne decollano 30, essendo il trentunesimo guasto, dei quali tutti tranne uno – precipitato in mare per una perdita al serbatoio di carburante, con la morte del pilota a causa della mancata apertura del paracadute – raggiungeranno indenni Malta. Eagle e scorta fanno ritorno a Gibilterra il 22 luglio.
23 luglio 1942
Rientra a Cagliari alle 9.45, dopo aver percorso 1184 miglia.
28 luglio 1942
Uscita da Cagliari per prove in mare, dalle 8.53 alle 12.50, al comando del capitano di corvetta Alberto Campanella. Percorse 29 miglia.
11 agosto 1942
Al comando del tenente di vascello Giovanni Febbraro, il Dandolo salpa da Cagliari alle 17.30 per un pattugliamento a nord della Tunisia, dove dovrà formare uno sbarramento insieme ad Emo ed Otaria tra i meridiani 09°20' E e 09°40' E ed i paralleli 37°20' N e 38°00' N (zona "C"), nel quadro della grande battaglia aeronavale di Mezzo Agosto.
Lo sbarramento che comprende il Dandolo fa parte del dispositivo predisposto da Supermarina per contrastare l’operazione britannica «Pedestal», l’invio da Gibilterra a Malta di un grosso convoglio carico di rifornimenti urgenti per l’isola assediata: lo compongono ben 14 navi mercantili, con la scorta diretta di quattro incrociatori leggeri e 11 cacciatorpediniere, più una forza di appoggio composta da due corazzate, tre portaerei, tre incrociatori leggeri e 15 cacciatorpediniere.
Assediata dalle forze aeronavali dell’Asse, Malta è allo stremo dopo mesi di bombardamenti ed il parziale o totale fallimento delle operazioni di rifornimento tentate in marzo (convoglio «M.W. 10», culminato nella seconda battaglia della Sirte) e giugno (operazioni «Harpoon» e «Vigorous», culminate nella battaglia di Mezzo Giugno): per questo si è reso necessario organizzare «Pedestal», che a differenza delle operazioni del giugno precedente prevede un unico grande convoglio che, radunato nel Regno Unito (da dove è partito il 3 agosto 1942), ha attraversato lo stretto di Gibilterra tra il 9 ed il 10 agosto, per poi dirigere verso Malta.
Il convoglio, denominato "WS.21S", è composto dalle navi da carico Almeria Lykes, Melbourne Star, Brisbane Star, Clan Ferguson, Dorset, Deucalion, Wairangi, Waimarama, Glenorchy, Port Chalmers, Empire Hope, Rochester Castle e Santa Elisa e da una nave grossa cisterna, la statunitense Ohio; la scorta diretta (Forza X, contrammiraglio Harold Burrough) conta su quattro incrociatori leggeri (Nigeria, Kenya, Cairo e Manchester) e dodici cacciatorpediniere (Ashanti, Intrepid, Icarus, Foresight, Derwent, Fury, Bramham, Bicester, Wilton, Ledbury, Penn e Pathfinder, della 6th Destroyer Flotilla), ed inoltre nella prima metà del viaggio, fino all’imbocco del Canale di Sicilia, il convoglio è accompagnato da una poderosa forza pesante (Forza Z, viceammiraglio Neville Syfret) composta da ben quattro portaerei (Eagle, Furious, Indomitable e Victorious), due corazzate (Rodney e Nelson), tre incrociatori leggeri (Sirius, Phoebe e Charybdis) e dodici cacciatorpediniere (Laforey, Lightning, Lookout, Tartar, Quentin, Somali, Eskimo, Wishart, Zetland, Ithuriel, Antelope e Vantsittart, della 19th Destroyer Flotilla).
Da parte loro, i comandi italiani hanno ricevuto le prime notizie riguardo una grossa operazione in preparazione da parte dei britannici, che avrebbe avuto luogo nel Mediterraneo Occidentale, nei primi giorni di agosto. Alle cinque del 9 agosto Supermarina è stata informata che un gruppo di almeno otto navi era passato a nord di Ceuta, diretto ad est (era la Forza B britannica); nelle prime ore del mattino dell’indomani è giunta notizia che tra le 00.30 e le due di notte del 10 un totale di 39 navi hanno attraversato lo stretto di Gibilterra dirette in Mediterraneo, e che qualche ora dopo sono salpate da Gibilterra una decina di navi britanniche, compreso l’incrociatore antiaerei Cairo. Il mattino del 10 agosto, pertanto, sulla scorta delle informazioni pervenute fino a quel momento, Supermarina ha apprezzato che almeno 57 navi britanniche, provenienti da Gibilterra, fossero dirette verso est. Dato che queste navi comprendevano un numerosi grossi piroscafi in convoglio, si è ritenuto, giustamente, che obiettivo dell’operazione fosse il rifornimento di Malta; che il convoglio sarebbe stato protetto da una poderosa forza navale pesante; che probabilmente il convoglio avrebbe cercato di attraversare la zona di Pantelleria con il favore del buio. Si prevedeva che il convoglio sarebbe giunto presso Capo Bon (Tunisia) nel pomeriggio del 12 agosto. Non sembravano esserci segni che rivelino un secondo convoglio in navigazione nel Mediterraneo Orientale, a differenza di giugno; il mattino del 12 un U-Boot tedesco ha segnalato in quelle acque una formazione di quattro incrociatori leggeri e 10 cacciatorpediniere apparentemente diretti verso Malta a 20 nodi, ma i comandi hanno giustamente giudicato che si tratta di un’azione diversiva (ed infatti è proprio così: l’operazione "M.G.3", un’operazione secondaria di "Pedestal", prevedeva infatti l’invio da Haifa e Port Said di un piccolo convoglio che doveva fingere di essere diretto verso Malta nel tentativo, non riuscito, di distogliere delle forze italiane dal vero convoglio).
I comandi italiani e tedeschi hanno dunque organizzato il contrasto all’operazione britannica: ricognizioni aeree in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo; allerta dei sommergibili già in agguato a sud delle Baleari, invio di un secondo gruppo di sommergibili a sud della Sardegna (dove devono arrivare non più tardi dell’alba del 12), posa di nuovi campi minati offensivi nel Canale di Sicilia, invio di MAS e motosiluranti in agguato a sud di Marettimo, al largo di Capo Bon e se del caso anche sotto Pantelleria. Durante la navigazione nel Mediterraneo occidentale e centro-occidentale, il convoglio britannico verrà sottoposto ad una serie di attacchi di sommergibili; giunto nel Canale di Sicilia, verrà il turno di MAS e motosiluranti italiane e tedesche (quindici unità in tutto, che attaccheranno col favore del buio). Per tutta la traversata, inoltre, le navi nemiche saranno continuamente bersagliate da incessanti attacchi di bombardieri ed aerosiluranti (in tutto, ben 784 velivoli), sia della Regia Aeronautica che della Luftwaffe. È anche previsto l’intervento (poi annullato) di due divisioni di incrociatori (la III e la VII) per finire quanto dovesse rimanere del convoglio decimato dai precedenti attacchi aerei, subacquei e di mezzi insidiosi.
In tutto, ben 17 sommergibili italiani e due tedeschi sono schierati a contrasto dell’operazione "Pedestal": gli italiani Giada, Volframio, Dagabur, Uarsciek e Brin ed i tedeschi U 73 e U 205 tra l’Algeria e le Baleari; Dandolo, Dessiè, Cobalto, Alagi, Avorio, Ascianghi, Axum, Bronzo, Otaria ed Emo all’accesso occidentale del Canale di Sicilia, tra Scoglio Fratelli e il banco Skerki; il Granito a nord di Capo Bon; e l'Asteria tra Malta e Linosa. Il mattino dell’11 agosto, divenuto chiaro che un convoglio britannico è in navigazione dallo stretto di Gibilterra verso il Canale di Sicilia, Maricosom ha ordinato l’uscita in mare di tutti i sommergibili pronti a muovere dei Gruppi Sommergibili VII (Cagliari) e VIII (Trapani), tenuti pronti già dal giorno precedente, che è avvenuta tra le 5.10 e le 18.50. I battelli dei due Grupsom sono stati inviati a nord della Tunisia, divisi in tre zone adiacenti denominate "A", "B" e "C", dell’ampiezza di 40 miglia: la zona "C", come detto, è occupata da Dandolo, Otaria ed Emo, mentre nella zona "A" sono schierati Alagi, Ascianghi, Axum, Bronzo e Dessiè e nella zona "B" Avorio, Cobalto e Granito.
Le direttive di Maricosom stabiliscono che il compito dei sommergibili è “offensivo esplorativo totale di giorno e di notte”, e prescrivono di mantenersi in agguato a quota periscopica nelle ore diurne, onde non farsi avvistare dagli aerei, effettuare ascolto alla radio per dieci minuti ogni ora dalle cinque del mattino alle dieci di sera, non attaccare eventuali sommergibili incontrati durante la missione, attaccare le forze avversarie “con la massima decisione e senza limitazione di zona”, e non lasciare l’area d’agguato se non dietro preciso ordine, con rotta di ritorno passante per il punto convenzionale "C". I comandanti dovranno operare “con il più elevato spirito offensivo”, lanciando il massimo numero possibile di siluri contro ogni nave più grande di un cacciatorpediniere. Siccome Supermarina necessita di informazioni sulla composizione, rotta e velocità della formazione avversaria, e dato che l’esperienza ha mostrato che gli aerei da ricognizione, incaricati di fornire tali informazioni, vengono troppo spesso abbattuti prima di poter adempiere al loro compito, scopo preminente dei sommergibili dovrà essere l’esplorazione, ancor più dell’attacco.
Secondo le memorie del sergente silurista Pietro Basagni, imbarcato sul piropeschereccio requisito Cefalo, impiegato come nave d’appoggio per i mezzi d’assalto della X Flottiglia MAS, durante questa missione il Cefalo, inviato nel Mediterraneo occidentale per tentare un attacco con i “barchini esplosivi” MTM contro le portaerei britanniche di base a Gibilterra ed impiegate nel rifornimento di Malta, avrebbe incontrato a sud di Ibiza il Dandolo, il cui comandante si sarebbe recato a bordo dell’unità della X MAS per prendere accordi (“ci viene ordinato da Roma di portarci a Sud di Ibiza 20 miglia per prendere accordi col nostro somm: Dandolo per attaccare la porta-aerei che sta per uscire da Gibilterra alle 18 di detto giorno già da due ore stiamo cullandoci nel punto indicato ad un certo momento a 50 metri da noi emerge il somm: il comandante di esso viene a bordo da noi per accordi, dopo poco riparte per la sua zona a circa 40 miglia da noi verso Ovest”). La data indicata da Basagni per l’incontro è il 20 agosto, certamente erronea per via degli eventi descritti più sotto.
12 agosto 1942
Giunto in zona, seguendo le informazioni che riceve via radio assume rotta di avvicinamento al convoglio britannico.
Alle 17.35 gli idrofoni del Dandolo captano numerose sergenti sonore (forza 1-2) cui il sommergibile si avvicina seguendone l’andamento dei rilevamenti che, per via dell’ampiezza del settore occupato dalle sorgenti, sembrano rimanere costanti, il che induce il comandante Febbraro a ritenere di trovarsi sulla direttrice di marza della formazione avversaria.
Alle 18, cresciuta la forza delle sorgenti sonore, il Dandolo si porta a quota periscopica ed avvista in posizione 37°39' N e 09°45' E una squadra britannica avente rotta 090°, a 9-10 km di distanza. Febbraro ne trae l’impressione che la formazione nemica abbia accostato sulla sinistra appena prima che il Dandolo si portasse a quota periscopica. Il sommergibile assume una rotta d’attacco verso nord; poco a dritta della prua, con un beta maggiore di 90° a dritta, il comandante Febbraro distingue un incrociatore ed una corazzata, dritta di prora riconosce chiaramente una portaerei con beta 90° a dritta seguita da una corazzata, e tra il sommergibile e le navi maggiori vede cinque cacciatorpediniere con rotta parallela alle navi maggiori, a circa 7 km di distanza, l’ultimo dei quali su alfa 320° e beta stretto sulla dritta.
Alle 18.04 il Dandolo scende a 25 metri di profondità, con prora 60°, e porta i motori alla massima forza nel tentativo di avvicinarsi a sufficienza per attaccare qualora i britannici stiano zigzagando. Dopo una decina di minuti Febbraro decide di tornare a quota periscopica per verificare la situazione (la formazione britannica è adesso a circa 7 km di distanza), ma quando il sommergibile si trova a venti metri di profondità gli idrofoni rilevano il rumore di una turbina in rapido avvicinamento: il Dandolo è stato scoperto, ed un cacciatorpediniere sta andando all’attacco. Pochi attimi dopo, infatti, l’equipaggio del sommergibile avverte il rumore della turbina sulla propria verticale, e contemporaneamente – sono le 18.30 – il Dandolo viene investito dall’esplosione di quattro bombe di profondità, vicinissime allo scafo. La violentissima concussione fa spegnere le luci, rompe numerose lampadine e vetri delle strumentazioni di bordo, mette momentaneamente fuori uso gli idrofoni e fa scattare il massimo, provocando l’arresto dei motori elettrici di propulsione. Allagata parzialmente la cassa rapida, il sommergibile scende a 120 metri di profondità, poi risale a 90 e rimane in assetto silenzioso, con un solo motore sull’avanti minima. Durante queste manovre, altre bombe di profondità esplodono vicine, anche se non quanto le prime.
Riparati gli idrofoni, vengono rilevate due turbine di unità che si mantengono nei pressi e sottopongono il Dandolo a ricerca con frequente utilizzo del sonar, i cui impulsi vengono uditi nettamente contro lo scafo; continuano con notevole frequenza i lanci di bombe di profondità, fino alle 21.20. In tutto vengono contate ben 120 esplosioni di bombe di profondità.
Anche dopo la fine dei lanci le turbine rimangono in zona, gli idrofoni continuano a rilevarle con forza 4-5, ed alle 22.45 captano altre turbine nelle vicinanze. Alle 23, calata la forza delle sorgenti sonore a 3 (segnale che le unità nemiche se ne stanno andando), il comandante Febbraro decide di emergere, ed alle 23.18 il Dandolo ritorna in superficie. Lo accoglie la visione dei resti della battaglia che si è consumata durante la giornata: molto sottocosta, di prora ed a 40° a snistra della prora, avvista due incendi, poi riconosciuti come altrettanti mercantili incendiati. Direttosi verso quello dritto di prua, lo vede scomparire dopo un’esplosione. Poco dopo, lo stesso accade all’altra nave in fiamme.
13 agosto 1942
All’1.35 il Dandolo dirige per rientrare nella zona assegnata, e s’immerge per effettuare ascolto idrofonico. Riemerso alle 2.20, continua verso la zona assegnata, nella quale inizia il pendolamento alle quattro del mattino, per poi tornare ad immergersi alle 6.15. Subito però il comandante Febbraro si rende conto che la caccia subita alcune ore prima ha messo fuori uso entrambi i periscopi, ed anche gli idrofoni, causa il basso isolamento di molti ricevitori, sono diventati poco affidabili. Non potendo rimanere in agguato a quota periscopica ed effettuare l’ascolto al SITI ogni ora, decide per il rientro alla base. Alle 11.30 il Dandolo riemerge, ed un’ora dopo inizia la navigazione di ritorno.
Durante la navigazione di rientro, alle 15.30 viene ricevuto un telecifrato di Maricosom che informa della presenza di una portaerei danneggiata ed immobilizzata – ritenuta essere la Furious – e nonostante la menomazione dei periscopi il comandante Febbraro decide di invertire la rotta per tentarne l’intercettazione, con l’intenzione di attaccare di notte, col favore del buio. Alle 16.55, tuttavia, viene ricvuto un altro telecifrato di Maricosom, con protocollo orario 151413, che annulla quello precedente. Di nuovo il Dandolo inverte la rotta, stavolta per rientrare alla base.
Alle 19.30 viene ricevuto ancora un telecifrato di Maricosom, protocollo orario 164513, che di nuovo segnala una portaerei ferma e danneggiata: pur essendo ormai a mezz’ora dal punto di approdo "C" di Cagliari, Febbraro decide di invertire ancora una volta la rotta per tentare d’intercettare la portaerei.
14 agosto 1942
Giunto a mezzanotte nel punto in cui è stata segnalata la portaerei, senza aver avvistato niente, riceve da Maricosom l’ordine di rientrare alla base.
Alle 4.10 vien avvistato a 50° di prora a dritta, a 1550-2000 metri di distanza, un sommergibile quasi fermo, avente rotta 290° circa. Rivoltagli la poppa, il Dandolo si allontana per cinque minuti, poi inverte la rotta e si dirige di nuovo sul punto dell’avvistamento con beta stretto. Per un quarto d’ora cerca il sommergibile sconosciuto, ma non lo trova più.
Giunto sul punto "C" di Cagliari alle 6.30, il Dandolo supera gli sbarramenti alle 9.20, ed alle 9.47 è all’ormeggio nel porto di Cagliari, dopo aver percorso 554,5 miglia dalla partenza.
16 agosto 1942
Lascia Cagliari alle 11, al comando del capitano di corvetta Campanella, per trasferirsi a Napoli.
17 agosto 1942
Arriva a Napoli alle 8.30, dopo aver percorso 266 miglia.
25-31 agosto 1942
Ai lavori a Napoli, di nuovo sotto il temporaneo comando del sottotenente di vascello Sergio Gamba. Il comandante Campanella è sbarcato il 24 agosto, mentre il 31, al termine dei lavori, assumerò il comando del Dandolo il capitano di corvetta Alberto Torri, 35 anni, da Gallarate.
6 settembre 1942
Uscita da Napoli per esercitazione e prove in mare dalle 8.12 alle 13.11, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 35 miglia.
7 settembre 1942
Uscita da Napoli per esercitazione e prove in mare dalle 15.16 alle 22.35, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 44 miglia.
11 settembre 1942
Uscita da Napoli per prove della girobussola dalle 8.10 alle 17.20, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 24 miglia.
12 settembre 1942
Uscita da Napoli per esercitazione e prove in mare dalle 8.57 alle 11.35, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 27 miglia.
13 settembre 1942
Uscita da Napoli per esercitazione e prove in mare dalle 9.15 alle 13.05, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 31 miglia.
15 settembre 1942
Uscita da Napoli dalle 9.54 alle 13, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri, per girare alcune scene di un cinegiornale propagandistico. Percorse 13 miglia.
17 settembre 1942
Uscita da Napoli per esercitazione e prove in mare dalle 10.13 alle 18.30, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 49 miglia.
18 settembre 1942
Il capitano di corvetta Torri lascia il comando del Dandolo, venendo sostituito dal tenente di vascello Giacomo Scano, 28 anni, da La Spezia.
19 settembre 1942
Lascia Napoli alle 11.35, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per trasferirsi a Cagliari.
20 settembre 1942
Arriva a Cagliari alle 9.50, dopo aver percorso 275 miglia.
23 settembre 1942
Uscita da Cagliari per esercitazione e prove in mare dalle 13.54 alle 18.20, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano. Percorse 30 miglia.
25 settembre 1942
Uscita da Cagliari per esercitazione e prove in mare dalle 13.48 alle 17.55, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano. Percorse 30 miglia.
2 ottobre 1942
Uscita da Cagliari per esercitazione e prove in mare dalle 13.55 alle 17.40, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano. Percorse 40 miglia.
5 ottobre 1942
Uscita da Cagliari per prove in mare dalle 8.11 alle 12.48, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano. Percorse 29 miglia.
10 ottobre 1942
Salpa da Cagliari alle 17.50, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per un pattugliamento nel Mediterraneo occidentale, 50 miglia a nord di Punta Taska ed al largo delle Baleari, tra i meridiani 01°40' E e 02°00' E ed i paralleli 37°30' N e 38°00' N.
11 ottobre 1942
Alle 8.50 avvista in posizione 37°43' N e 06°08' E un aereo tedesco a 5000 metri di distanza; il velivolo si avvicina e vengono scambiati i segnali di riconoscimento.
Alle 12.26 viene informato dell’avvistamento di due cacciatorpediniere aventi rotta 285° in posizione 37°45' N e 00°05' E, ed alle 18 che i due cacciatorpediniere si trovano adesso in posizione 37°10' N e 00°45' E ed hanno rotta 090°.
Alle 18.25 viene avvistato un sommergibile sconosciuto avente rotta verso ovest, a 10 km di distanza; sulle prime il Dandolo manovra per avvicinarsi, ma poi accosta in fuori.
12 ottobre 1942
Giunge nell’area d’agguato, al largo dell’Algeria.
16 ottobre 1942
Deve dirigere per il rientro anticipato a causa di avarie.
19 ottobre 1942
Alle 9.45 incontra in posizione 37°08' N e 03°42' E il Mocenigo, col quale scambia il segnale di riconoscimento. Raggiunge Cagliari alle 14.40, dopo aver percorso 1169 miglia.
29 ottobre 1942
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 8.50 alle 15.40, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano. Percorse 54 miglia.
31 ottobre 1942
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 8.50 alle 15.40, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano. Percorse 27 miglia.
7 novembre 1942
Parte da Cagliari alle 2.48, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per un pattugliamento nel Mediterraneo occidentale, tra i meridiani 07°00' E e 07°30' E ed i paralleli 37°00' N e 38°00' N.
Insieme a numerosi altri sommergibili italiani (ben venti: Axum, Argo, Argento, Asteria, Acciaio, Aradam, Alagi, Avorio, Bronzo, Brin, Corallo, Diaspro, Emo, Mocenigo, Nichelio, Platino, Porfido, Topazio, Turchese e Velella), il Dandolo è diretto nelle acque dell’Algeria per contrastare l’operazione "Torch", lo sbarco angloamericano nel Nordafrica francese.
Maricosom, per ordine di Supermarina, ha disposto alle 22.06 del 6 novembre di dislocare i dodici sommergibili del VII Grupsom di Cagliari in agguato ad ovest dell’isola di La Galite, ed i sette sommergibili dell’VIII Grupsom di Trapani a nord di Biserta, in modo di estendere le zone assegnate all’agguato dei sommergibili per dare a ciascuno maggior libertà d’azione nella sua zona. Al momento non è neanche certo che la forza navale Alleata non sia diretta a Malta con rifornimenti. Dandolo, Emo, Mocenigo, Porfido, Platino, Velella, Galatea, Acciaio, Argento, Asteria, Aradam e Brin sono inviati nelle acque del Golfo di Philippeville, mentre Bronzo, Alagi, Avorio, Diaspro, Corallo e Turchese sono schierati a nord di Biserta e Topazio ed Axum a sud delle Baleari.
Gli sbarchi hanno inizio l’8 novembre: 500 navi da trasporto angloamericane, scortate da 350 navi da guerra di ogni tipo, sbarcano in tutto 107.000 soldati sulle coste dell’Algeria e del Marocco. Siccome essi avvengono nelle zone di Algeri e di Orano, i sommergibili italiani si trovano troppo ad est per intervenire; dato che i comandi tedeschi ritengono che gli Alleati potrebbero effettuare ulteriori sbarchi più ad est, verso la Tunisia, inizialmente si decide di lasciare i sommergibili dove sono. Successivamente, l’8 novembre, verrà impartito l’ordine di spostarsi verso ovest.
8 novembre 1942
Alle 9.05 il Dandolo avvista un aereo non identificato a 5000 metri di distanza, in posizione 37°14' N e 07°40' E.
Alle 15.25, mentre si trova a quota periscopica, avvista del fumo all’orizzonte; avvicinatosi fino a soli 600 metri, identifica la sua fonte come una nave francese, che il comandante Scano ritiene essere il piroscafo Gouverneur Général Lépine, del quale è previsto l’arrivo a Philippeville alle 16 in base al calendario francese numero 38. Più tardi, il Dandolo rileva del rumore di macchine navali, ma deve abbandonare la missione a causa di un’avaria ai motori.
10 novembre 1942
Rientra a Cagliari alle 13.55, dopo aver percorso 532 miglia.
12 novembre 1942
Lascia Cagliari alle 7, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per trasferirsi a Napoli.
13 novembre 1942
Arriva a Napoli alle 8.35, dopo aver percorso 299 miglia.
20 novembre 1942
Uscita da Napoli per prove in mare dalle 9.09 alle 13.55, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano.
21 novembre 1942
Salpa da Napoli alle 16.09, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per una ricognizione al largo di Djidjelli, Bougie e Philippeville, ma viene dirottato su Cagliari in seguito a nuove avarie.
22 novembre 1942
Entra a Cagliari alle 15.10.
23 novembre 1942
Riparate le avarie, riparte da Cagliari all’1.06, sempre al comando del tenente di vascello Scano, per effettuare la prevista ricognizione al largo di Djidjelli, Bougie e Philippeville.
25 novembre 1942
Avvista alle 22.53, al largo di Bona, due sommergibili intenti apparentemente a scambiare il segnale di riconoscimento. Accosta in fuori.
26 novembre 1942
All’1.32 avvista due cacciasommergibili in posizione 36°59' N e 05°42' E, e due minuti dopo s’immerge per non essere avvistato.
27 novembre 1942
Alle sei del mattino avvista due cacciasommergibili in posizione 37°23' N e 07°23' E e s’immerge con la rapida.
Penetrato nella rada di Philippeville, alle 20.30 avvista due sagome scure a 2000 metri di distanza, che il comandante Scano ritiene essere due grosse corvette in navigazione a 9 nodi, apparentemente in perlustrazione antisom. Il Dandolo emerge e lancia subito un siluro dai tubi di poppa, poi vira a sinistra e lancia un altro siluro. Essendo la girobussola in avaria, il timoniere deve basarsi esclusivamente sulla bussola magnetica. I siluri non vanno a segno, anche a causa del mare mosso, e quattro minuti dopo il sommergibile torna ad immergersi.
29 novembre 1942
Alle 5.25 osserva un’incursione aerea su Philippeville, e due minuti dopo, avendo visto delle bombe cadere a soli duemila metri di distanza, s’immerge per maggior sicurezza.
2 dicembre 1942
Alle 3.29 avvista una corvetta a 3000 metri di distanza, in posizione 36°46' N e 07°58' E; il Dandolo prepara i tubi al lancio, ma perde di vista la nave in un improvviso piovasco.
Successivamente riceve l’ordine di spostarsi nei quadranti 4388 e 0988, tra i meridiani 07°00' E e 07°30' E ed i paralleli 37°20' N e 37°40' N, in seguito all’affondamento del cacciatorpediniere britannico Quentin da parte di bombardieri tedeschi.
4 dicembre 1942
Alle 22.39 avvista un’unità ritenuta essere un cacciasommergibili in posizione 37°59' N e 08°10' E; immersosi immediatamente, il Dandolo viene scosso dall’esplosione di sei bombe di profondità, che causa alcuni danni. L’unità avversaria non si trattiene sul posto, e se ne va poco dopo. Non si trattava di un cacciasommergibili, bensì del cacciatorpediniere britannico Eskimo, diretto incontro all’incrociatore leggero HMS Aurora, nave ammiraglia del 12th Cruiser Squadron. (L’orario dell’attacco è indicato dall'Eskimo nelle 23.29).
5 dicembre 1942
Rientra a Cagliari alle 10.25, dopo aver percorso 1982 miglia.
13 dicembre 1942
Uscita da Cagliari per prove in mare, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, dalle 9.10 alle 11.55.
16 dicembre 1942
Uscita da Cagliari per prove in mare, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, dalle 9.40 alle 11.05.
28 dicembre 1942
Salpa da Cagliari alle 17.02, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per un pattugliamento tra i meridiani 04°00' E e 05°00' E, il parallelo 37°20' N e la costa algerina, dove deve formare uno sbarramento al largo di Bougie insieme ai sommergibili Argo e Giada. (Per altra fonte, inviato al largo di Capo Bon).
1° gennaio 1943
Alle 4.30 avvista due sagome scure in posizione 37°14' N e 05°14' E, nel quadrante 6852/4 (a nord di Bougie). Avvicinatosi, alle cinque del mattino le identifica come un mercantile di 10.000 tsl scortato da un cacciatorpediniere (per altra fonte i cacciatorpediniere sarebbero stati due), avente rotta 134°. Avvista altre sagome a maggior distanza, il che induce il comandante Scano a ritenere che le prime due navi avvistate facciano parte di un convoglio; lancia quattro siluri dai tubi prodieri da 2500 metri di distanza – non potendosi avvicinare di più a causa delle manovre delle unità di scorta – ed avverte due esplosioni attribuite a siluri a segno dopo un minuto e 50 secondi, ma in realtà non ha colpito niente.
2 gennaio 1943
Rientra a Cagliari alle 12.45, dopo aver percorso 688 miglia.
4 gennaio 1943
Parte da Cagliari alle 4.30, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per pattugliare un’area compresa tra i meridiani 09°20' E e 09°40' E ed i paralleli 37°20' N e 37°40' N, al largo della Galite.
Poco dopo aver raggiunto il settore assegnato, tuttavia, riceve ordine di rientrare alla base.
6 gennaio 1943
Fa ritorno a Cagliari alle 8.13, dopo aver percorso 287 miglia.
11 gennaio 1943
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 12.49 alle 15.27, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano. Percorse 23 miglia.
13 gennaio 1943
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 8.57 a mezzogiorno, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano. Percorse 21,5 miglia.
15 gennaio 1943
Lascia Cagliari alle 13.10, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per trasferirsi a La Maddalena.
16 gennaio 1943
Arriva a La Maddalena alle 11.08, dopo aver percorso 218 miglia.
20 gennaio 1943
Salpa da La Maddalena alle 2.30, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per un pattugliamento al largo di Capo Bougaroni e Capo Carbon, tra i meridiani 06°00' E e 06°20' E, il parallelo 37°20' N e la costa algerina. Il sommergibile Malachite occupa un’area adiacente.
21 gennaio 1943
Alle 20.11, in posizione 37°24' N e 06°05' E, il Dandolo osserva a grande distanza tiro d’artiglieria, e poi quello che sembra essere un aereo abbattuto. Tenta di avvicinarsi e s’immerge per eseguire ascolto idrofonico.
22 gennaio 1943
Alle 3.40 avvista una sagoma, che si rivela ben presto essere un grosso mercantile scortato da due incrociatori ed alcuni cacciatorpediniere. Alle 3.49, in posizione 37°25' N e 06°06' E (al largo di Capo Bougaroni), il Dandolo lancia una salva di quattro siluri da tremila metri di distanza (non risulta possibile avvicinarsi di più), e dopo un minuto e 51 secondi avverte una detonazione attribuita ad un siluro a segno, cui ne segue un’altra dopo cinque secondi. In realtà, nessuna arma è andata a segno; il convoglio attaccato è probabilmente il K.M.S. 7, composto da sette navi e diretto a Philippeville.
Il Dandolo viene poi sottoposto a pesante caccia con bombe di profondità, alla quale si sottrae scendendo a 120 metri ma non senza aver subito gravi danni che lo costringono ad interrompere la missione.
24 gennaio 1943
Rientra a Cagliari alle 11.03, dopo aver percorso 685 miglia.
31 gennaio 1943
Salpa da Cagliari alle 9.41, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per trasferirsi a Napoli.
1° febbraio 1943
Arriva a Napoli alle 11.35, dopo aver percorso 282,7 miglia.
21 febbraio 1943
Uscita da Napoli per esercitazione, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, dalle 8.25 alle 11.25. Percorse 26 miglia.
27 febbraio 1943
Lascia Napoli alle 2.15, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per tornare a Cagliari.
28 febbraio 1943
Arriva a Cagliari alle 7.35, dopo aver percorso 275,9 miglia.
27-28 febbraio 1943
Uscita da Cagliari per esercitazione, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, dalle 20.28 del 27 alle 9.50 del 28. Percorse 20 miglia.
1° marzo 1943
Uscita da Cagliari per esercitazione, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, dalle 9.42 alle 8.15. Percorse 30,9 miglia.
2 marzo 1943
Parte da Cagliari alle 16.45, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano ed insieme ai sommergibili Brin e Mocenigo, per pattugliare un’area compresa tra i meridiani 04°40' E e 05°20' E (o 06°00' E), il parallelo 38°20' N e la costa africana. Per raggiungere il settore assegnato deve passare per il punto convenzionale "D" (38°30' N e 09°50' E) ed il punto 40°10' N e 11°30' E.
Poco dopo riceve tuttavia ordine di tornare alla base.
5 marzo 1943
Rientra a Cagliari alle 6.40, dopo aver percorso 361,5 miglia. Alle 17 lascia Cagliari, sempre al comando del tenente di vascello Scano, diretto a Napoli.
7 marzo 1943
Arriva a Napoli alle 7.24, dopo aver percorso 281,6 miglia.
13 marzo 1943
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 8.16 alle 11.20, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano. Percorse 22,8 miglia.
14 marzo 1943
Lascia Napoli alle 13.20, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, per trasferirsi a Castellammare di Stabia, dove giunge alle 14.50, dopo aver percorso 12 miglia.
16 marzo 1943
Uscita per esercitazione da Castellammare di Stabia, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, dalle 8.31 alle 14.20. Percorse 28,2 miglia.
17 marzo 1943
Uscita per esercitazione da Castellammare di Stabia, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, dalle 8.27 alle 11.39. Percorse 25 miglia.
18 marzo 1943
Uscita per esercitazione da Castellammare di Stabia, al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, dalle 8.56 alle 13.34. Percorse 26,5 miglia.
Al rientro da questa uscita il tenente di vascello Scano cede il comando del Dandolo al parigrado Aldo Turcio, 36 anni, da Venezia.
20 marzo 1943
Uscita per esercitazione da Castellammare di Stabia, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, dalle 8.40 alle 11.47. Percorse 22,2 miglia.
21 marzo 1943
Uscita per esercitazione da Castellammare di Stabia, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, dalle 8.36 alle 11.45. Percorse 18 miglia.
22 marzo 1943
Uscita per esercitazione da Castellammare di Stabia, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, dalle 13.11 alle 15.25. Percorse 19,3 miglia.
26 marzo 1943
Uscita per esercitazione da Castellammare di Stabia, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, dalle 8.25 alle 11.44. Percorse 21,3 miglia.
30 marzo 1943
Uscita per esercitazione da Castellammare di Stabia, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, dalle 8.35 alle 11.44. Percorse 22,2 miglia.
5 aprile 1943
Lascia Napoli a mezzanotte, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi a La Maddalena.
7 aprile 1943
Arriva a La Maddalena alle 8.40, dopo aver percorso 249,5 miglia.
10 aprile 1943
Il Dandolo si trova all’ormeggio alla Madalena, insieme ad altri battelli del VII Gruppo Sommergibili (Sirena, Topazio, Mocenigo, Aradam), quando la base viene bombardata da 84 quadrimodotori statunitensi Boeing B-17 “Flying Fortress”. L’incursione ha inizio alle 14.37; dato che il sistema di avvistamento della piazza della Maddalena non dispone né di aerofoni né tanto meno di radar, i bombardieri giungono praticamente senza preavviso, l’allarme viene dato uno o due minuti prima che iniziassero a cadere le bombe. I velivoli si dividono in tre gruppi, uno di 36 bombardieri (del 97th Bomb Group dell’USAAF) che attaccano l’incrociatore pesante Gorizia, uno di 24 (del 99th Bomb Group) che attacca l’incrociatore pesante Trieste, ed uno di 24 con obiettivo le installazioni a terra e la base dei sommergibili.
Le bombe vengono sganciate da una quota compresa tra i 5000 e i 6000 metri, al di fuori della portata delle batterie contraeree che difendono la base; l’incursione è precisa e devastante. Il Trieste, colpito in pieno, affonda capovolgendosi dopo un paio d’ore; il Gorizia, pesantemente danneggiato, rimane a galla, ma non verrà mai riparato. Le 24 “Fortezze Volanti” del 301st Bomb Group (32nd Bomb Squadron), incaricate di colpire le installazioni di terra e la base dei sommergibili, sganciano più di 200 bombe da 500 libbre contro i moli e le officine: in tutto, oltre 45 tonnellate di esplosivo. La base navale di La Maddalena viene ridotta ad un cumulo di rovine: sono pressoché distrutte la centrale elettrica, l’officina sommergibili, l’officina siluri, l’officina artiglieria, l’officina autoreparto, parte dell’officina falegnameria, il locale argano, lo scalo d’alaggio, gli uffici spedizioni e ragioneria; sono gravemente danneggiati gli alloggi degli ufficiali e dei sottufficiali, la caserma per il locale distaccamento, la casermetta dei MAS, la caserma dei carabinieri ed il magazzino dei fari; molte banchine vengono sconvolte dalle bombe e crollano. Tutta la base rimane senza energia elettrica; vengono interrotte in gran parte le comunicazioni telefoniche e telegrafiche. Vanno in pezzi sotto le bombe due idrovolanti della III Divisione, i MAS 501 e 503 (che si trovavano in lavori), sei imbarcazioni e tutti i veicoli che si trovano in riparazione; affondano nelle acque del porto anche i motovelieri requisiti V 266 Eliana, O 88 Maria Pia e V 143 Carmen Adele (il primo e l’ultimo adibiti alla vigilanza foranea, il secondo alla guardia alle ostruzioni). Sono resi inagibili anche l’alloggio e l’ufficio del capo gruppo sommergibili e la caserma per gli equipaggi dei sommergibili.
In mezzo a tanto sfacelo i sommergibili, trovandosi ormeggiati in rada, rimangono miracolosamente indenni, ad eccezione del Mocenigo, che comunque non subisce danni gravi. Tuttavia, tutti sommergibili subiscono perdite tra il personale sorpreso a terra dall’incursione, coinvolto nel bombardamento della Caserma Faravelli e della base navale: dell’equipaggio del Dandolo perde la vita il sottocapo motorista Aldemiro Gresta, 20 anni, di Monterado.
Complessivamente, il bombardamento di La Maddalena causa tra il personale della Regia Marina oltre 160 morti e 250 feriti, in massima parte tra gli equipaggi di Trieste e Gorizia; muoiono anche quattro carabinieri addetti alla sorveglianza della base e quattro operai militarizzati. Viene invece risparmiato l’abitato di La Maddalena, dove non ci sono vittime tra la popolazione civile; temendo però altri e meno precisi bombardamenti in futuro, dopo questo attacco gli abitanti della cittadina sfolleranno in massa.
15 aprile 1943
Salpa da La Maddalena alle 19.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per pattugliare un’area compresa tra i meridiani 06°20' E e 07°00' E ed i paralleli 38°00' N e 38°40' N. Insieme ad altri sommergibili, deve formare uno sbarramento a maglie larghe tra Cap de Fer ed il parallelo di Maiorca, a sudovest della Sardegna, contro una paventata minaccia di sbarco angloamericano sulle coste sudoccidentali dell’isola.
18 aprile 1943
Alle 22.20 avvista un aereo tedesco in posizione 38°38' N e 06°36' E. Sette minuti dopo avvista un secondo aereo, e s’immerge per sicurezza.
26 aprile 1943
Alle 4.08, mentre procede in superficie al largo di Cap de Fer e ad ovest/sudovest della Sardegna, avvista in posizione 38°15' N (o 38°23' N) e 06°26' E un sommergibile sconosciuto, avente rotta 210°, a 1500-2000 metri di distanza. Il nuovo arrivato lancia tre siluri contro il Dandolo, che ne avvista le scie ed accosta in fuori per evitarli: due gli passano a sinistra, uno a dritta; il comandante Turcio vorrebbe reagire lanciando un siluro dai tubi di poppa, ma il fumo emesso dai motori diesel del Dandolo riduce la visibilità, e lo spinge a rinunciare.
Il sommergibile sconosciuto era l’olandese Dolfijn (capitano di corvetta Henri Max Louis Frédéric van Oostrom Soede), che ha avvistato il Dandolo a poppavia del traverso alle 4.05, in posizione 38°15' N e 05°52' E, a 1800-2700 metri di distanza. Stimata la sua rotta come 340°, divenuta 320° dopo un’accostata alle 4.07 (il sommergibile italiano sembra procedere a zig zag), il Dolfijn ha iniziato la manovra d’attacco alle 4.09 ed un minuto dopo (discrepanza di qualche minuto rispetto agli orari del Dandolo) ha lanciato una salva di quattro siluri da 1370 metri. Al comandante olandese sembra che il Dandolo sia stato mancato perché “sfortunatamente” avrebbe messo i motori a marcia indietro subito dopo il lancio dei siluri. Alle 4.12 il Dolfijn s’immerge, mentre il Dandolo rimane in superficie e si allontana verso nord.
27 aprile 1943
Riceve ordine di spostarsi in un’area compresa tra i meridiani 07°00' E e 07°20' E ed i paralleli 38°00' N e 38°40' N.
4 maggio 1943
Rientra a La Maddalena alle 9.04, dopo aver percorso 1791,5 miglia.
5 maggio 1943
Salpa da La Maddalena alle 9.59 per trasferirsi a Napoli, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio.
Alle 13.03 avvista un periscopio ad un migliaio di metri di distanza, in posizione 40°57' N e 10°08' E; il comandante Turcio dà ordine di lanciare due siluri, ma per un guasto solo uno esce dai tubi. Dopo quattro minuti vengono sentite due esplosioni: Turcio riterrà che il suo siluro sia esploso per fine corsa, e che anche l’altro sommergibile abbia lanciato un siluro che sia a sua volta esploso a fine corsa.
In realtà, non risulta vi fossero sommergibili Alleati in zona.
6 maggio 1943
Arriva a Napoli alle 7.08, dopo aver percorso 230 miglia.
30 maggio 1943
Lascia Napoli alle 00.30, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi a La Maddalena.
31 maggio 1943
Arriva alla Maddalena alle 6.30, dopo aver percorso 230 miglia.
1° giugno 1943
Lascia La Maddalena alle cinque del mattino, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi ad Ajaccio, dove arriva alle 11.30.
16 giugno 1943
Lascia Ajaccio alle 15.25, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi a Napoli.
18 giugno 1943
Arriva a Napoli alle 2.55, dopo aver percorso 302,4 miglia.
Giugno 1943
Il Dandolo viene preso in considerazione per la trasformazione in sommergibile da trasporto da impiegare per gli scambi di tecnologia militare materie prime tra l’Europa ed il Giappone, come già fatto con altri sommergibili oceanici italiani; il suo nominativo in codice sarebbe “Aquila XI”, ma il progetto non ha seguito.
14 luglio 1943
In seguito allo sbarco angloamericano in Sicilia, il Dandolo, sempre al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, salpa da Napoli alle 13.30 per un agguato al largo di Augusta e Siracusa, nel quadro dell’operazione "Zeta".
15 luglio 1943
Alle 22.30 il Dandolo avvista in posizione 37°19' N e 15°55' E la torretta di un sommergibile ed accosta in fuori. Si trattava probabilmente dell’italiano Alagi.
16 luglio 1943
All’1.16 avvista in posizione 37°04' N e 16°02' E un oggetto scuro, ritenuto essere un sommergibile, e s’immerge precauzionalmente. Anche in questo caso, probabilmente ha incontrato l’Alagi. Il mare è calmissimo, l’aria è tersa e c’è la luna piena, condizioni di visibilità ottimali.
Alle 2.57, poco dopo aver superato lo stretto di Messina, il Dandolo, mentre dirige per entrare da est nel settore assegnato per l’agguato (davanti alla rada di Augusta), avvista in posizione 37°04' N e 16°02' E, nel quadrante 2866/5 (a trenta miglia da Siracusa), una squadra navale a 5000 metri di distanza, a 10° di prora a dritta. Il comandante Turcio giudica che la formazione avversaria, che procede a lento moto su rotta 340° (verso nordovest), sia composta da due corazzate scortate da quattro cacciatorpediniere; la corazzata più lontana non può essere identificata con maggior precisione a causa dello sfavorevole angolo d’osservazione, mentre quella più vicina, ben illuminata dalla luna piena, viene ritenuta essere della classe King George V.
Avvicinatosi in superficie fino a 2000 metri, alle 3.07 il Dandolo lancia contro la seconda nave della fila una salva di quattro siluri (per altra fonte, tre) dai tubi prodieri; dopo un minuto e 40 secondi vengono avvertite due forti detonazioni, ritenute erroneamente essere dei siluri a segno, apprezzamento che verrà poi comunicato per radio. Turcio vorrebbe anche invertire la rotta e lanciare i siluri di poppa, ma siccome una delle esplosioni avvertite dopo il lancio si è verificata dopo una corsa di soli 500 metri (probabilmente per esplosione prematura del siluro), teme di essere scoperto, e decide quindi di non perseverare nell’attacco e scendere rapidamente in profondità. Il sommergibile si allontana senza essere sottoposto a caccia.
A questo attacco sarà accreditato, per lunghissimo tempo, il siluramento e grave danneggiamento dell’incrociatore leggero britannico Cleopatra, rimasto poi in riparazione fino al novembre 1944, tanto che al suo rientro il comandante Turcio riceverà un messaggio di congratulazioni dall’ammiraglio Arturo Riccardi, capo di Stato Maggiore della Marina (“Tua brillante magnifica azione riempie orgoglio cuore Marina Italiana. A suo nome ti saluto e ti elogio”) e successivamente sarà insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare. In realtà, analisi più recenti hanno concluso che a silurare il Cleopatra fu l'Alagi, che alle 6.13 del 16 luglio lanciò tre siluri contro tre unità ritenute cacciatorpediniere in posizione 37°02' N e 15°55' E (orario e posizione che coincidono con quelli indicati dalle fonti britanniche per il siluramento del Cleopatra, che venne colpito da un siluro davanti ad Augusta alle 6.15 del 16 luglio), mentre l’attacco del Dandolo fu privo di risultato.
Alle 20.29 Maricosom (il Comando Squadra Sommergibili) ordina al Dandolo di spostarsi nell’area compresa tra i meridiani 15°07' E e 15°50' E ed i paralleli 36°30' N e 36°50' N. Alle 23.45 arriva un contrordine, sempre da Maricosom: dirigere su Taranto passando per i punti 37°21' N e 39°00' E e 39°00' N e 17°40' E.
17 luglio 1943
Alle 00.35 avvista un aereo non identificato in posizione 37°15' N e 16°14' E, e s’immerge. Ripete la manovra alle 3.02, quando ne avvista un altro in posizione 37°02' N e 16°14' E.
Alle 22.25, in posizione 37°22' N e 16°52' E (alcune fonti affermano erroneamente che ciò sarebbe avvenuto ad una ventina di miglia da Catania), il Dandolo viene attaccato all’improvviso da un aereo arrivato dalla parte più buia dell’orizzonte: colto il sommergibile italiano completamente di sorpresa, il velivolo sgancia contro di esso quattro bombe e due bombe di profondità prima che questi possa abbozzare una reazione.
L’attaccante è un bombardiere Vickers Wellington del 221st Squadron della Royal Air Force, l’aereo 'K' (matricola MP617) decollato da Malta alle 20.44 e pilotato dal tenente neozelandese W. Lewis: avvistato il Dandolo, che ha correttamente identificato come un grosso sommergibile italiano del dislocamento di circa mille tonnellate ed armato con due cannoni, ha deciso di avvicinarsi dalla direzione opposta a quella della luna, attaccando il sommergibile al traverso a sinistra e sganciando cinque bombe di profondità da soli 15 metri di quota.
Se due bombe mancano il Dandolo esplodendo in mare attorno alla poppa (doveva trattarsi in realtà di una sola bomba, dato che Lewis ne sganciò cinque in tutto), altre due lo colpiscono alla base della falsatorre, e due bombe di profondità del peso stimato di 200 kg rimangono incastrate inesplose nell’intercapedine della controcarena. Il sommergibile reagisce sparando un singolo colpo di cannone (che, secondo fonti italiane, avrebbe dissuaso l’aereo dall’effettuare altri attacchi).
Lewis osserva l’ultima delle sue bombe di profondità esplodere a poppavia del sommergibile (secondo "New Zealanders with the Royal Air Force", Volume III, Capitolo 7, le prime quattro bombe sarebbero cadute leggermente al di là del sommergibile, ma la quinta sarebbe esplosa sotto il suo scafo), che viene intanto anche mitragliato dal suo mitragliere di coda, che spara un centinaio di colpi mettendone diversi a segno alla base della torretta; poi punta nuovamente su di esso con il suo Wellington per lanciare dei fumogeni galleggianti che ne indichino la posizione, ma il battello italiano apre il fuoco contro il suo aereo con il cannone di poppa. Il Wellington si allontana in direzione della terra, per avere un punto di riferimento sulla base del quale verificare la posizione del sommergibile, e poi ritorna dal Dandolo, osservando che è rimasto in superficie e descrive degli stretti cerchi come se fosse fuori controllo, mentre dalla sua torretta esce del fumo. Successivamente il sommergibile dirige a lento moto verso nord, lasciando dietro di sé una scia di nafta; Lewis continua a seguirlo per due ore e tenta intanto di contattare dei cacciatorpediniere Alleati per indirizzarli sul posto allo scopo di finire il sommergibile danneggiato, ma non ottiene risposta. Alla fine, giunto a 15 km dalla costa calabrese, il velivolo se ne va (alle 00.20 ora britannica; Lewis indica nel suo rapporto l’orario dell’attacco come le 22.03 e la posizione come 37°17' N e 16°53' E o 37°19' N e 16°41' E, altra fonte britannica parla delle 19.57), mentre la sua vittima continua ad allontanarsi in superficie su rotta 047°. Alcuni siti affermano che l’aereo sarebbe stato ripetutamente colpito dal tiro del Dandolo e visto allontanarsi “visibilmente in difficoltà”, ma in realtà il velivolo non subì alcun danno.
Il Dandolo è ridotto molto a mal partito, e con le bombe di profondità incastrate inesplose in coperta non può immergersi, dato che c’è il serio rischio che esplodano alla profondità prestabilita. Se una sola delle bombe inesplose detonasse, per il battello di Turcio sarebbe la fine. Non rimane che abbandonare la missione: rimesso in funzione alla meglio l’aereo della radio, alle 23.22 il sommergibile informa Maricosom della sua situazione ed annuncia che arriverà al largo di Capo Colonna alle sei del mattino. Maricosom gli ordina di dirigere su Capo Colonna e poi su Crotone con la scorta di una motovedetta appositamente inviata.
18 luglio 1943
Raggiunto da una motovedetta che ne assume la scorta al largo di Capo Colonna, il Dandolo dà fondo davanti a Crotone alle 7.30 ed entra in porto alle 10.40, ormeggiandosi in banchina.
Il sommergibile riparte alle 20.30 per trasferirsi a Taranto, dove dovrà essere sottoposto alle riparazioni dei gravi danni subiti, con il favore dell’oscurità; lo scorta nella navigazione di trasferimento la corvetta Scimitarra. Alle 10.45 Supermarina ha informato il Dandolo che alle nove un sommergibile nemico è stato avvistato nel quadrante 4734 (39°00' N e 17°00' E)
19 luglio 1943
Arriva a Taranto alle 6.50, dopo aver percorso 651 miglia dalla partenza da Napoli cinque giorni prima.
Entra poi in cantiere a Taranto per i lavori di riparazione, che si protrarranno fin dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
9 ottobre 1943
Completati i lavori, compie un’uscita da Taranto per esercitazione dalle 12.30 alle 18.50, sempre al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 39 miglia.
20 ottobre 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 8.25 alle 14.30, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 47 miglia.
25 ottobre 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.32 alle 12.55, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 31 miglia.
2 novembre 1943
Lascia Taranto alle 13.45, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi ad Augusta.
3 novembre 1943
Arriva ad Augusta alle 10.30, dopo aver percorso 259 miglia.
5 novembre 1943
Rifornimento acqua ad Augusta.
18 novembre 1943
Rifornimento acqua ad Augusta, poi uscita in mare dalle 11.10 alle 19.20, sempre al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per esercitazione con il cacciatorpediniere di scorta britannico Eggesford. Percorse 46 miglia.
2 dicembre 1943
Uscita da Augusta per esercitazione antisommergibili dalle 6.50 alle 16.58, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 60 miglia.
6 dicembre 1943
Lascia Augusta alle 6.45, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi a Taranto insieme ai sommergibili Goffredo Mameli, Giada e Brin, insieme al convoglio AH.11 (partito da Augusta il 6 dicembre, arrivato a Bari due giorni dopo, composto dai mercantili britannici Appledore, Atlantic Coast, Bantria, British Chancellor, Cap Padaran, Cape Howe, Deseado, Dornoch, Empire Franklin, Empire Capulet, Empire Tern, Fort Ash, Fort Erie, Fort Glenora, Fort Souris, Fort Nashwaak, Fort Caribou, Harlesden II, Ousel, Ocean Vengenance e Skeldergate, dagli statunitensi John R. Park e Timothy Bloodworth, dal norvegese Brisk, dal polacco Lech e dal danese Marit Maersk, con la scorta della corvetta britannica Sunflower) e con la scorta del cacciatorpediniere Augusto Riboty, della vecchia torpediniera Giuseppe Cesare Abba, delle moderne torpediniere di scorta Aliseo e Fortunale, della corvetta Urania e del peschereccio armato antisommergibili britannico Grilse.
7 dicembre 1943
Arriva a Taranto alle 17.55, dopo aver percorso 274 miglia.
14-24 dicembre 1943
In lavori in bacino a Taranto.
3 gennaio 1944
Lascia Taranto alle 12.15, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi ad Algeri, insieme ai sommergibili Marea, Vortice, Goffredo Mameli e Tito Speri e con la scorta del cacciatorpediniere Grecale. Il maltempo costringe però la formazione a dirottare su Pantelleria.
5 gennaio 1944
Arriva a Pantelleria alle 15.10, dopo aver percorso 438 miglia.
6 gennaio 1944
Uscita da Pantelleria dalle 14.50 alle 15.10, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per una missione di segnalazione meteorologica. Percorse cinque miglia.
8 gennaio 1944
Lascia Pantelleria alle 6.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi a Gibilterra insieme a Mameli, Marea, Vortice e Speri, sempre scortato dal Grecale. Nel quadro della cooperazione con gli Alleati, è stato deciso il trasferimento di alcuni sommergibili italiani nell’Atlantico occidentale per essere impiegati come “bersagli” nell’addestramento antisommergibili delle unità angloamericane, in modo da liberare un eguale numero di sommergibili statunitensi – precedentemente adibiti a questo ruolo – per il servizio di “prima linea”. L’attività verrà svolta nella stazione di addestramento antisom di Bermuda; il grupo di cui fa parte il Dandolo è il primo a partire per l’Atlantico.
9 gennaio 1944
In mattinata il sommergibile tedesco U 616 (tenente di vascello Siegfried Koitschka) attacca la formazione italiana al largo di Algeri, in posizione 36°47' N e 05°37' E (fonti italiane; 37°21' N e 04°42' E per le fonti tedesche, quadrante CH 9525), con il lancio di una salva di quattro siluro di cui due di tipo Zaunkönig a guida acustica. L’orario indicato nel giornale di bordo dell’U-Boot sono le 11.24, mentre da parte italiana il Mameli osserva alle 11.02 un’esplosione a 250-300 metri di distanza sulla dritta e poco dopo un’altra a 250 metri sulla sinistra: sono due dei siluri lanciati dall'U 616, esplosi prematuramente vicino a Mameli e Speri. Il Grecale ritiene che la formazione si trovi sotto attacco aereo e così segnala, pertanto la formazione viene dirottata per ragioni di sicurezza su Algeri, dove arriva alle 19.05, dopo aver percorso 461 miglia dalla partenza. L'U 616 riterrà, a torto, di aver affondato due sommergibili, altrettanto erroneamente ritenuti essere britannici.
Qualche mese più tardi, dopo l’affondamento dell’U 616 ad opera di unità statunitensi, l’interrogatorio dei prigionieri darà il seguente quadro della prospettiva tedesca di questo attacco: “Il 9 gennaio 1944, mentre era al largo di Algeri, l’U 616 stava procedendo a quota periscopica quando vennero avvistati quattro sommergibili, presumibilmente britannici, che procedevano in linea di fila scortati da un cacciatorpediniere. Quattro siluri vennero lanciati alle 14.40 e tre o quattro detonazioni vennero udite. Due dei sommergibili effettuarono immersione rapida, ma si ritenne che gli altri due fossero stati colpiti ed affondati. (Nota dell’O.N.I. [Office of Naval Intelligence]: questa rivendicazione non è stata suffragata da prove)”.
11 gennaio 1944
Lascia Algeri per Gibilterra alle 7, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio.
13 gennaio 1944
Arriva a Gibilterra alle 12.40, dopo aver percorso 559 miglia.
27 gennaio 1944
Lascia Gibilterra alle 7 al comando del tenente di vascello Aldo Turcio per trasferirsi alle Bermuda, insieme a Marea, Mameli, Vortice e Speri e con la scorta del cacciatorpediniere statunitense Neunzer. Siccome lo Speri è colto da avaria al motore poche ore dopo la partenza, tuttavia, l’intera formazione inverte la rotta e fa ritorno a Gibilterra alle 12.40, dopo aver percorso sole quindici miglia.
29 gennaio 1944
Riparate le avarie allo Speri, i cinque sommergibili lasciano nuovamente Gibilterra alle 8.05, sempre scortati dal Neunzer.
7 febbraio 1944
Esercitazione antisommergibili con il Neunzer durante la traversata. Sempre nel corso del viaggio, il Neunzer rifornisce due dei sommergibili con 12.000 galloni di carburante, pompati in mare aperto mediante un idrante ed una manichetta antincendio lunga 60 metri; operazione inusuale per un cacciatorpediniere di scorta.
13 febbraio 1944
Il Dandolo e gli altri sommergibili raggiungono Bermuda alle 15.43, dopo aver percorso 3367 miglia, scortati nel tratto finale dal rimorchiatore militare statunitense Cherokee.
Qui i battelli italiani vanno a formare la Flottiglia Sommergibili dell’Atlantico Occidentale (denominata Italian Submarine Squadron One, IsRon One, dalla Marina statunitense), al comando del capitano di fregata Emilio Berengan. Operativamente la flottiglia è alle dipendenze della 72nd Submarine Division della United States Navy (contrammiraglio Ingram Cecil Sowell, poi capitano di vascello Michael Peter Russillo) e del Submarine Squadron Seven (SubRon 7, capitano di vascello Waldemar Nicholas Christensen); loro compito è di addestrare le nuove navi della Marina statunitense, appena entrate in servizio ed aggregate al Destroyer-Destroyer Escort Shakedown Group, alla lotta antisom. Dopo l’arrivo alle Bermuda, tutti i sommergibili italiani sono sottoposti ad alcuni lavori, nel corso dei quali ricevono il sonar.
L’attività addestrativa si svolgerà a nordovest delle Bermuda, nelle acque di Port Royal, St. George, Great Sound, Ordnance Island e King’s Point, per cinque giorni alla settimana, dalle sei del mattino alle sei della sera; vi partecipa metà dell’equipaggio, con franchigia a giorni alterni. Alle esercitazioni prendono parte solitamente un sommergibile ed una o più unità di superficie; il periodo di addestramento delle nuove unità è mediamente di un mese. Partendo da King’s Bay, i sommergibili dirigono a quattro nodi verso il mare aperto, dove giungono dopo un’ora e mezza; da qui occorre un altro paio d’ore per arrivare nelle zone operative più distanti. Una volta giunto in zona, il sommergibile s’immerge ed attende di essere localizzato dalle navi in addestramento; se questo non avviene entro due ore, deve emergere e farsi vedere, indi tornare ad immergersi. Di norma il battello rimane nella zona d’addestramento per quattro ore.
Vengono condotte anche esercitazioni insieme a Task Force formate da una portaerei di scorta, da una nave ausiliaria e da un gruppo di cacciatorpediniere, che si protraggono per 7-10 giorni, anche nelle ore notturne, in un’area di ottanta miglia di lato; in questo caso, il sommergibile si porta nella zona assegnata due ore prima che vi entri la Task Force, ed aspetta in superficie di essere localizzato, di solito dai velivoli della portaerei, che ne ha sempre due in volo. Una volta individuato (ed attaccato) dagli aerei, il sommergibile effettua immersione rapida e cerca di disimpegnarsi, con l’obbligo di non uscire dalla zona operativa. Durante la ricerca, gli aerei utilizzano anche boe sonar; una volta che il sommergibile viene individuato e messo sotto caccia, deve emergere, ponendo così fine all’esercitazione per poi trasferirsi in un’altra parte della zona operativa.
Successivamente il Dandolo si trasferisce a Port Royal Bay, sempre a Bermuda.
5 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione con il dragamine statunitense Despite, dalle 8.35 alle 18.40, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 78 miglia.
8 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione con il cacciatorpediniere statunitense Jack W. Wilke, dalle 7.05 alle 18.45, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 85 miglia.
9 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.52 alle 17.30, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 62 miglia.
13 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.53 alle 18.09, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse otto miglia.
14 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione con il Task Group 23.1 dalle 6.30 alle 18.55, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 61 miglia.
20 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7.05 alle 19.04, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 90 miglia.
21 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione con i cacciatorpediniere statunitensi Mason, Weeden e Riley dalle 6.30 alle 19.04, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 98 miglia.
23 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse con il cacciatorpediniere statunitense Ingraham ed il Task Group 23.1) dalle 7.37 alle 17.55, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 72 miglia.
24 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7.05 alle 17.13, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 87 miglia.
27 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7.12 alle 17.13, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Al termine dell’esercitazione entra a St. George; percorse 66 miglia.
28 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse con l’Ingraham ed il Task Group 23.1) dalle sette alle 19.04, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 87 miglia.
29 aprile 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7.15 alle 21.23, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Al termine dell’esercitazione entra a St. George; percorse 93 miglia.
11 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7.05 alle 18.05, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 72 miglia.
13 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse con il cacciatorpediniere statunitense George A. Johnston) dalle 6.35 alle 18.20, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 85 miglia.
14 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse con il George A. Johnston) dalle 6.40 alle 17.10, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 76 miglia.
15 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse con il George A. Johnston e la fregata statunitense Sandusky) dalle 7.05 alle 18.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 86 miglia.
16 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse con il George A. Johnston) dalle 5.52 alle 17.35, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 89 miglia.
17 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse con il George A. Johnston) dalle 6.55 alle 17.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 76 miglia.
18 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.53 alle 19.02, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 89 miglia.
19 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Bearss, Brush e Mansfield dalle sei alle 17.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 100 miglia.
21 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme al cacciatorpediniere statunitense Holton) dalle 6.50 alle 17.46, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 84 miglia.
23 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme all’Holton) dalle 6.25 alle 18, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 86 miglia.
24 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme all’Holton) dalle 6.30 alle 17.46, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 88 miglia.
25 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme all’Holton) dalle 5.50 alle 15.55, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 75 miglia.
27 maggio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme all’Holton) dalle 6.38 alle 17.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 80 miglia.
31 maggio 1944
Si trasferisce da Port Royal a St. George, sempre al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 17 miglia.
6 giugno 1944
Lascia St. George alle 6.55, al comando del tenente di vascello Turcio, e partecipa ad un’esercitazione per poi dirigere su Port Royal, dove arriva alle 17.40, dopo aver percorso 79 miglia.
7 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme al cacciatorpediniere statunitense Carter) dalle 6.50 alle 17.30, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 71 miglia.
8 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme al cacciasommergibili statunitense PC-1597 (e forse anche al Carter) dalle 6.40 alle 18, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 100 miglia.
9 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme al Carter) dalle 6.05 alle 17.05, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 83 miglia.
10 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme al Carter) dalle 6.15 alle 17.53, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 97 miglia.
11 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere Collett, Taussig e Charles S. Sperry dalle 6.30 alle 17.53, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 21 miglia.
12 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7.10 alle 19, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 90 miglia.
13 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Taussig (che deve però abbandonare l’esercitazione per problemi al sonar), Oberrender e Lawrence C. Taylor dalle 5.55 alle 17.09, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 80 miglia.
14 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.52 alle 17.40, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 71 miglia.
15 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.47 alle 18.45, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 98 miglia.
16 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.45 alle 17.20, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 65 miglia.
18 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7.30 alle 17.48, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 65 miglia.
19 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.40 alle 19.40, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 98 miglia.
20 giugno 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.28 alle 18.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 95 miglia.
21 giugno 1944
Salpa da Port Royal alle 8.10, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi a St. George, dove arriva alle dieci, dopo aver percorso 17 miglia.
27 giugno 1944
Lascia St. George alle 8.10 per rientrare a Port Royal, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, arrivandovi alle dieci, dopo aver percorso 17 miglia.
1° luglio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.49 alle 18.05, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 70 miglia.
3 luglio 1944
Salpa da Port Royal alle 8.35, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per trasferirsi a St. George, dove arriva alle 10.45, dopo aver percorso 17 miglia.
8 luglio 1944
Lascia St. George alle 6.05, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, per tornare a Port Royal, dove giunge alle 9.03, dopo aver percorso 17 miglia.
30 luglio 1944
Uscita da St. George per prove in mare dalle 12.32 alle 13.40, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 9 miglia.
31 luglio 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Janssen, Willis e Wilhoite e ad altre unità del gruppo della portaerei di scorta Bogue) dalle 6.05 alle 17.15, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 74 miglia.
1° agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Haynsworth e Maurice J. Manuel dalle 6.35 alle 17.15, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 84 miglia.
2 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.40 alle 17.20, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 72 miglia.
3 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 5.30 alle 17.05, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 107 miglia.
6 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.38 alle 17.48, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 77 miglia.
9 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.35 alle 15.35, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 66 miglia.
12 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Ault, Haynsworth e Moore dalle 6.35 alle 16.30, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 69 miglia.
13 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Waldron e Mannert L. Abele dalle 6.25 alle 18.15, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 90 miglia.
14 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Silverstein e Doyle C. Barnes dalle 6.05 alle 16.40, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 81 miglia.
16 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.10 alle 17.40, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 84 miglia.
17 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme al cacciatorpediniere statunitense Ulvert M. Moore) dalle 6.25 alle 18.20, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 86 miglia.
18 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.42 alle 18, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 103 miglia.
19 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme all'Ulvert M. Moore) dalle 6.30 alle 17.17, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 82 miglia.
20 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione (forse insieme all'Ulvert M. Moore) dalle 6.32 alle 18.35, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 98 miglia.
23 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.25 alle 14.45, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 64 miglia.
24 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme al cacciatorpediniere statunitense Haynsworth dalle 6.35 alle 17.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 85 miglia.
25 agosto 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.20 alle 17, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 80 miglia.
26 agosto 1944
Lascia Port Royal alle 8.10 per trasferirsi a St. George, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Giunge a St. George alle 9.45, dopo aver percorso 17 miglia.
31 agosto 1944
Lascia St. George alle 7.55 per trasferirsi a Port Royal, dove arriva alle 17.28, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 80 miglia.
1° settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.36 alle 17, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 79 miglia.
2 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Waldron e Mannert L. Abele dalle 6.35 alle 16.30, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 77 miglia.
3 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme al cacciatorpediniere statunitense Van Valkenburgh dalle 6.30 alle 18.15, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 83 miglia.
4 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme a Waldron e Mannert L. Abele dalle 6.30 alle 17.25, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 74 miglia.
6 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.20 alle 17, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 77 miglia.
7 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere Purdy e Harry E. Hubbard dalle 7.20 alle 18.25, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 100 miglia.
8 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.35 alle 17.27, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, insieme al Van Valkenburgh ed al cacciatorpediniere statunitense John W. Weeks. Percorse 86 miglia.
9 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme all'Harry E. Hubbard dalle 6.30 alle 17.09, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 82 miglia.
10 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.40 alle 17, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 69 miglia.
11 settembre 1944
Cambia ancoraggio per essere meglio riparato da un uragano in arrivo da sud.
12 settembre 1944
Una prevista esercitazione con una portaerei di scorta viene annullata a causa dell’uragano.
13 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme dalle 6.28 alle 18.05, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 78 miglia.
14 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Kendall C. Campbell e Lloyd E. Acree dalle 6.35 alle 17.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 78 miglia.
16 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.40 alle 17.50, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 100 miglia.
19 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.40 alle 16.15, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 75 miglia.
21 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7 alle 17.25, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 73 miglia.
23 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 6.47 alle 17.40, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 74 miglia.
25 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Bray e Woodson dalle 6.30 alle 18.41, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 86 miglia.
26 settembre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7 alle 17.55, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 84 miglia.
4 ottobre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione insieme al cacciatorpediniere statunitense Johnnie Hutchins dalle 7.12 alle 18.55, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 86 miglia.
5 ottobre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7.10 alle 20.20, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 104 miglia.
6 ottobre 1944
Uscita da Port Royal per esercitazione dalle 7.45 alle 14.30, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio. Percorse 65 miglia.
13 ottobre 1944
Lascia Port Royal, al comando del tenente di vascello Aldo Turcio, diretto a Portsmouth (New Hampshire) per grandi lavori di raddobbo nel locale arsenale della Marina statunitense.
17 ottobre 1944
Arriva a Portsmouth alle 8.20, dopo aver percorso 795 miglia.
Ottobre-Dicembre 1944
In lavori presso il Portsmouth Navy Yard.
1° gennaio 1945
Si trasferisce da Portsmouth a New London (Connecticut), al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, che ne ha appena assunto il comando al posto del parigrado Turcio. Successivamente torna a Portsmouth.
L’anno nuovo segna anche un nuovo cambio al comando del Dandolo: il tenente di vascello Turcio viene avvicendato dal trentaseienne capitano di corvetta Leone Monteleoni, che rimarrà al comando del Dandolo fino al 9 febbraio 1946.
Sempre in questo periodo prende imbarco sul Dandolo il capitano commissario Giacomo Falco, che vi presterà servizio fino all’ottobre 1945. Falco, sorpreso dall’armistizio a Sira, si è sottratto alla cattura da parte dei tedeschi ed ha vagato per il Medio Oriente per un mese e mezzo prima di riuscire a raggiungere territorio controllato dai britannici, cui ha fornito informazioni sulle forze navali e terrestri tedesche in Grecia, riprendendo poi servizio nei ranghi della Regia Marina. Nel dopoguerra emigrerà negli Stati Uniti.
25 gennaio 1945
Lascia Portsmouth alle 17.30, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni e con la scorta del cacciatorpediniere statunitense George W. Ingram.
27 gennaio 1945
Arriva a New London alle 8.50, dopo aver percorso 180 miglia.
16 febbraio 1945
Uscita da New London per prove in mare dalle 13.20 alle 19.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 30 miglia.
24-25 febbraio 1945
Uscita da New London per esercitazione dalle 3.56 del 24 all’1.55 del 25, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 195 miglia.
2-3 marzo 1945
Uscita per esercitazione da New London dalle 5 del 2 marzo alle 16.10 del 3, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Thornill, Cates, Gandy ed Earl K. Olsen. Percorse 104 miglia; il 3 marzo il Dandolo subisce un’avaria al timone che lo costringe a rientrare in porto trainato da un rimorchiatore, con la scorta del Gandy.
17 marzo 1945
Lascia New London alle cinque, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, per trasferirsi a Guantanamo (Cuba). Lo scorta il dragamine statunitense Eager (tenente di vascello Frank Albert Fitton).
23 marzo 1945
Arriva a Guantanamo alle 16.10, dopo aver percorso 1508 miglia.
1° aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.18 alle 14.34, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 44 miglia.
2 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.13 alle 15.02, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 30 miglia.
3 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.15 alle 14.58, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 30 miglia.
4 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.16 alle 17.10, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme al cacciatorpediniere statunitense Henry W. Tucker. Percorse 53 miglia.
6 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.12 alle 16.52, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 43 miglia.
8 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione insieme alla portaerei di scorta statunitense Core e la Escort Division 7 dalle 6.48 alle 15.10, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 414 miglia.
14 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.25 alle 15, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 29 miglia.
18 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.35 alle 15.48, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 31 miglia.
20 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.15 alle 12.21, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 37 miglia.
21 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.20 alle 16.20, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 52 miglia.
29 aprile 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.16 alle 16.30, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 38 miglia.
1° maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione insieme al trasporto veloce statunitense Myers (un ex cacciatorpediniere riconvertito) dalle 7.20 alle 15.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 43 miglia.
2 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.18 alle 16.14, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 40 miglia.
3 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.40 alle 14.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 40 miglia.
9 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 9.15 alle 18.05, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 40 miglia.
10 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.45 alle 14.50, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 39 miglia.
15 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.25 alle 15.50, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme al cacciatorpediniere statunitense Vesole ed al dragamine Quail, anch’esso statunitense. Il Quail effettua 22 passaggi con il lanciatore antisommergibili "Hedgehog", durante i quali “mette a segno” tredici colpi. Percorse 45 miglia.
16 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.01 alle 10.15, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 27 miglia.
18 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.25 alle 15.28, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 38 miglia.
19 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.35 alle 14, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme al cacciatorpediniere statunitense Beatty. Percorse 38 miglia.
27 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.20 alle 10.20, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 22 miglia.
28 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.40 alle 14.55, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 38 miglia.
29 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.33 alle 14.40, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme al cacciatorpediniere statunitense Gearing ed al trasporto veloce (ex cacciatorpediniere convertito) Joseph M. Auman. Percorse 39 miglia.
30 maggio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.38 alle 15.06, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 40 miglia.
Maggio-Giugno 1945
Il comandante Monteleoni sostituisce temporaneamente il capitano di fregata Enrico Marano, succeduto a Berengan in febbraio, al comando della Flottiglia Sommergibili dell’Atlantico Occidentale.
3 giugno 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.50 alle 15.06, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 40 miglia.
5 giugno 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.43 alle 14.25, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 30 miglia.
6 giugno 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione (forse insieme al cacciatorpediniere statunitense Ramsden) dalle 6.59 alle 15.41, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 40 miglia.
11 giugno 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7 alle 17.20, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 60 miglia.
13 giugno 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 10.35 alle 17.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 38 miglia.
15 giugno 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 8.10 alle 16.05, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 40 miglia.
18 giugno 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 8.27 alle 16.40, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme al cacciatorpediniere statunitense Burrows. Percorse 34 miglia.
3 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 10.15 alle 17.35, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 37 miglia.
4 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.55 alle 14.43, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme ai cacciatorpediniere statunitensi J. R. Y. Blakely ed Herbert C. Jones della CorDiv 9. Percorse 42 miglia.
5 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.40 alle 14.10, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 30 miglia.
6 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.40 alle 11.25, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 23 miglia.
8 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.15 alle 14, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Inch e Snowden. Percorse 33 miglia.
10 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.38 alle 15.12, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 36 miglia.
12 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.10 alle 13.55, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme ai cacciatorpediniere statunitensi Swasey e Stanton. Percorse 45 miglia.
13 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.39 alle 14.24, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 38 miglia.
14 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.25 alle 10.08, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 26 miglia.
16 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.50 alle 12.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme ai cacciatorpediniere Bordelon e Steinaker. Percorse 35 miglia.
17 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.50 alle 12.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 27 miglia.
19 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 12.38 alle 17.44, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 24 miglia.
21 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.45 alle 15, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 38 miglia.
22 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.35 alle 14.39, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 37 miglia.
23 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.38 alle 14.10, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 29 miglia.
26 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.45 alle 13.50, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 29 miglia.
27 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.35 alle 14.05, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 37 miglia.
28 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.35 alle 15, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 32 miglia.
29 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 11.50 alle 17.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 24 miglia.
30 luglio 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 9.35 alle 16.50, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 30 miglia.
12 agosto 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.40 alle 14.30, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 31 miglia.
14 agosto 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.40 alle 14.20, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 32 miglia.
19 agosto 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.40 alle 14.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 31 miglia.
21 agosto 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.45 alle 14.20, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 30 miglia.
23 agosto 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.30 alle 14.50, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 31 miglia.
24 agosto 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 6.30 alle 13.45, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 32 miglia.
26 agosto 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle 7.30 alle 16.40, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, insieme al cacciatorpediniere statunitense Selfridge ed al trasporto veloce Cread (ex cacciatorpediniere convertito). Percorse 42 miglia.
27 agosto 1945
Uscita da Guantanamo per esercitazione dalle otto alle 15, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 30 miglia.
24 settembre 1945
Lascia Guantanamo alle 13.20, al comando del capitano di corvetta Leone Monteleoni, per trasferirsi a Port Royal insieme ad Atropo e Tito Speri (quest’ultimo, afflitto da problemi ai motori, il 29 settembre viene preso a rimorchio dal rimorchiatore militare statunitense Kiowa, aggregatosi alla formazione), con la scorta del cacciasommergibili statunitense PC-1192. Con la resa del Giappone, la seconda guerra mondiale è finita: per i sommergibili italiani ha inizio il viaggio di ritorno a casa.
30 settembre 1945
Arriva a Port Royal alle otto del mattino, dopo aver percorso 994,5 miglia.
5 ottobre 1945
Lascia Port Royal alle 12.40, al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni, per trasferirsi a Ponta Delgada, nelle Azzorre, tappa intermedia del viaggio attraverso l’Atlantico. Viaggia insieme ai sommergibili Atropo, Vortice, Onice, Tito Speri, Marea e Giovanni Da Procida, e con la scorta della nave recuperi statunitense Chain.
Alle 16.07 il Dandolo s’incaglia su una secca nel canale antistante Port Royal, ma alle 18.40 viene liberato dal Chain, che l’ha preso a rimorchio. Può quindi riprendere la navigazione insieme alle altre unità.
16 ottobre 1945
Arriva a Ponta Delgada alle 9.50, dopo aver percorso 1955 miglia.
21 ottobre 1945
Riparte da Ponta Delgada alle 12.10 diretto a Gibilterra. (Per altra fonte sarebbe partito da Ponta Delgada a mezzogiorno del 18 ottobre, insieme agli altri sommergibili).
26 ottobre 1945
Arriva a Gibilterra alle 7.25, dopo aver percorso 1002 miglia.
28 ottobre 1945
Lascia Gibilterra alle 13.10 diretto a Taranto, insieme ad Atropo, Speri, Vortice, Onice, Marea e Da Procida, sempre con la scorta del Chain.
3 novembre 1945
Raggiunti al largo di Taranto dalle torpediniere Libra, Ariete e Cassiopea mandate loro incontro, i sommergibili giungono nella base pugliese alle 10.45, dopo aver percorso 1310,5 miglia.
Il 28 gennaio 1946 il comandante in capo della Marina statunitense, ammiraglio Chester Nimitz, invia al suo collega italiano, ammiraglio Raffaele De Courten, una lettera di congratulazioni per l’attività svolta dai sommergibili italiani nell’Atlantico occidentale: “MIO CARO SIGNOR MINISTRO: Il 5 novembre 1945, l'ammiraglio d’armata E. J. King, al quale ho avuto l'onore di succedere come capo delle operazioni navali, ha inviato a Vostra Eccellenza una lettera in cui elogiava gli ufficiali e gli uomini di alcuni sommergibili che avevano operato sotto il comandante della Divisione Sommergibili Settantatre della Marina degli Stati Uniti. Mi è venuto in mente che altri tre sommergibili della Regia Marina Italiana sono oggetto di un successivo rapporto del comandante di divisione e mi rammarico che nella lettera dell'ammiraglio d’armata King sia stato omesso di menzionarli. Mi fa molto piacere informarvi che eccellenti servizi sono stati resi dagli ufficiali e dagli uomini dei regi sommergibili italiani Atropo, Dandolo e Onice. Tutti facevano parte della Squadriglia Sommergibili Uno, della Regia Marina Italiana, comandata per un certo periodo dal Capitano di fregata Emilio Berengan e successivamente dal Capitano di fregata Enrico Marano. Mi è stato riferito ufficialmente che l'operato del personale della Regia Marina Militare Italiana delle navi in questione è stato irreprensibile, e che i comandanti della squadriglia e delle unità hanno collaborato nella massima misura al mantenimento ed all’impiego delle loro unità. Gli ordini sono stati eseguiti volentieri e i suggerimenti sono stati accettati con ottimo spirito. I rapporti tra ufficiali e marinai americani e italiani sono stati cordiali e piacevoli. Desidero aggiungere all'encomio del comandante di divisione la mia personale espressione di apprezzamento per i servizi che queste persone mi hanno reso, e confido che ciò possa entrare a far parte dei registri degli ufficiali interessati. Voglia gradire, egregio Signor Ministro, le mie assicurazioni della massima stima. Sinceramente vostro, C. W. Nimitz”.
10 febbraio 1947
Il Dandolo viene assegnato dal trattato di pace firmato a Parigi agli Stati Uniti, in conto riparazione danni di guerra.
Il governo italiano avvia subito negoziati tesi ad evitare o quanto meno rimandare la consegna delle navi, offrendosi piuttosto di demolirle; l’accordo con le autorità statunitensi viene raggiunto il 5 ottobre 1947. Non avendo alcun bisogno del Dandolo e delle altre navi italiane loro assegnate dal trattato di pace (durante la guerra la cantieristica statunitense ha costruito un tale numero di unità di ogni tipo che quelle già in servizio alla fine delle ostilità risultano ampiamente in soprannumero rispetto alle esigenze del tempo di pace, e molte passeranno direttamente dal cantiere al disarmo o verranno cedute alle Marine di Paesi amici), gli statunitensi rinunciano alla loro consegna, ma ne pretendono invece la “smilitarizzazione”, ossia demolizioni parziali mirate a rendere le unità del tutto inutilizzabili a scopi militari.
15 febbraio 1948
Assume il comando del Dandolo il capitano di fregata Enzo Zanni, 38 anni, da Sassuolo. Sarà l’ultimo comandante del sommergibile, che lascerà il 31 marzo dello stesso anno.
1° febbraio 1948
Radiato dai quadri del naviglio militare per disposizione del trattato di pace (altre fonti collocano la radiazione all’8 o 18 ottobre 1946 od al 23 marzo 1947, ma sembra probabile un errore).
1949
Demolito.
Il Dandolo (in primo piano) in disarmo a Taranto nel 1946: dietro di esso sono riconoscibili Brin, Onice e Marea (g.c. STORIA militare) |
I sommergibili classe Marcello su Betasom
Il Dandolo sul sito del Museo della Cantieristica di Monfalcone
Il Dandolo sul sito della Marina Militare
L'Ilvington Court su Wrecksite
La Tarn sul forum Le Monde en Guerre
I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre 1945
Rapporti del comando di Betasom sulle missioni dei sommergibiliatlantici
Cartolina del comandante Riccardo Boris
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