mercoledì 25 ottobre 2017

Franca Fassio

Il Franca Fassio a Genova negli anni Trenta (g.c. Giorgio Parodi via www.naviearmatori.net)

Piroscafo passeggeri da 1858 tsl e 985 tsn, lungo 86,78 metri, largo 11,35 e pescante 7,05, con velocità di 14,5 nodi. Appartenente alla Società Anonima di Navigazione Villain e Fassio, con sede a Genova, ed iscritto con matricola 1361 al Compartimento Marittimo di Genova. Nominativo di chiamata IBGM.
Era l’unica nave passeggeri di proprietà degli armatori genovesi Fassio, possessori di una flotta di petroliere.
 
Un’immagine della nave sotto il suo originario nome di Thule (da www.faktaomfartyg.se)

Breve e parziale cronologia.

29 febbraio 1892
Varato nel cantiere Neptune di Low Walke (Newcastle-upon-Tyne) dellaWigham Richardson & Co. Ltd. come svedese Thule (numero di cantiere 248).
19 maggio 1892
Completato come Thule per la Angfartygs A/B Thule (Thule Line) di Göteborg, viene posto in servizio sulla rotta Londra-Göteborg. La sua costruzione è costata 41.109 sterline dell’epoca.
Caratteristiche originarie 1969 tsn, 1161 tsn, 1442 tpl; può trasportare 42 passeggeri in prima classe, 24 in seconda e 20 in terza, oltre a merci nelle stive. Nominativo di chiamata JBGR.

Il Thule (da www.faktaomfartyg.se)

Maggio 1910
La linea servita dal Thule viene allungata con l’aggiunta del porto di Harwich come scalo estivo.
15 giugno 1910
Il Thule assiste al naufragio dello sloop da regata Brynhild.
26 novembre 1919
Trasferito alla Rederi Svenska Lloyd A/B, a seguito dell’acquisizione della Thule Line da parte di quest’ultima.


Altre due immagini del Thule (sopra: da www.kommandobryggan.se; sotto: World Ship Society, via www.simplonpc.co.uk)



1920
Lavori di modifica ed ammodernamento: il ponte di plancia viene completamente ricostruito e le sistemazioni per i passeggeri vengono ampliate, al pari del ponte lance.
1921
Trasferito sulla linea Göteborg-Newcastle.

Pubblicità dello Svenska Lloyd (Swedish Lloyd in inglese) con l’immagine del Thule già vista più sopra (da www.kommandobryggan.se)

16 febbraio 1922
Il Thule, in navigazione da Londra a Göteborg con 27 passeggeri, rimane intrappolato nel Kattegat ghiacciato insieme ad altri quattro piroscafi.
Dicembre 1925
Acquistato per 20.000 sterline dall’armatore genovese Ernesto Fassio (Ernesto Fassio & C. Villain) e ribattezzato Franca Fassio. Posto in servizio sulla linea sovvenzionata bisettimanale Genova-Barcellona, sulla quale navigherà con poche interruzioni per i successivi quindici anni, fino alla sua perdita.

Il Franca Fassio ormeggiato al molo De San Beltran a Barcellona nel 1926 (g.c. Franco Lena via www.naviearmatori.net)

1929
A seguito della fondazione della Villain & Fassio Società Anonima Italiana di Navigazione Mercantile, con sede a Genova, il Franca Fassio ne diventa l’unica nave (le petroliere della Fassio appartengono ad un’altra ed apposita società, sempre controllata dalla famiglia Fassio).
Nel 1926-1927 Ernesto Fassio è riuscito ad ottenere (nell’ambito dei provvedimenti per la risistemazione delle convenzioni marittime) l'assegnazione di una sovvenzione di un milione di lire all'anno per l'esercizio della linea fra Genova e Barcellona, ma nemmeno tale aiuto statale riuscirà a rendere remunerativo tale servizio: tra il 1930 ed il 1939 i bilanci della società chiuderanno sempre con forti perdite, e neppure gli alti noli garantiti dalla guerra civile spagnola permetteranno di chiudere gli esercizi del 1936-1938 in attivo.
Nondimeno, il Franca Fassio continuerà incessantemente a solcare la rotta tra Italia e Spagna.
1935-1936
Noleggiato alla Tirrenia di Navigazione durante la guerra d’Etiopia, viene impiegato per i collegamenti tra l’Italia e l’Africa Orientale.

Il Franca Fassio con i colori della Tirrenia, durante il periodo in cui fu noleggiato a tale compagnia nel corso della guerra d’Etiopia (g.c. Pietro Berti via www.naviearmatori.net)

1937-1938
In servizio sulla linea Genova-Palma di Maiorca-Cadice-Siviglia, il Franca Fassio compie diversi viaggi dall’Italia alla Spagna durante la guerra civile spagnola, trasportando truppe e materiali per le forze nazionaliste spagnole e le truppe italiane del C.T.V. e dell’Aviazione Legionaria.
Nello stesso periodo, però, il Franca Fassio si troverà anche ad essere sospettato di contrabbando di merci per le forze repubblicane spagnole, benché l’Italia stia (copertamente) combattendo contro i repubblicani.
30 aprile 1937
Il Franca Fassio imbarca a Siviglia 180 militari italiani del C.T.V. feriti in combattimento in Spagna, trasportandoli a Genova per le cure.
Maggio 1937
La nave viene multata per 40.000 pesetas dalle autorità doganali di Palma di Maiorca per il trasporto di merci non dichiarate.
Durante i suoi viaggi tra Italia e Spagna, il Franca Fassio è frequentemente oggetto di controlli da parte delle sospettose autorità spagnole nazionaliste, che creano spesso disagi e problemi nei viaggi; non potendo rifornirsi di carbone in porti spagnoli, deve farlo a Gibilterra, con precise istruzioni di evitare di farsi osservare durante tali operazioni, e di impedire contatti tra il personale militare e “legionario” imbarcato e gli stranieri che si trovano in porto.
16 marzo 1938
Partito da Genova il 7, il Franca Fassio sbarca a Siviglia 250 avieri della Regia Aeronautica, altre truppe e materiale militare (principalmente aeronautico) per le forze nazionaliste spagnole e quelle “legionarie” italiane che combattono al loro fianco.
26 marzo 1938
Di ritorno dal viaggio a Siviglia, il Franca Fassio fa scalo a Marsiglia, dove imbarca due funzionari della Comitato di Non Intervento (organizzazione internazionale incaricata di vigilare per evitare il coinvolgimento di Paesi stranieri nella guerra civile spagnola, a supporto dell’una o dell’altra fazione).


Pubblicità della Villain & Fassio che reclamizza il Franca Fassio e la linea Genova-Barcellona (sopra: g.c. Rosario Sessa via www.naviearmatori.net; sotto: da www.timetableimages.com)


1-28 aprile 1938
Durante un viaggio da Genova a Siviglia e ritorno, la nave è oggetto più volte di controlli da parte del Comitato di Non Intervento, che non riscontrano però alcuna irregolarità (durante il viaggio si verifica anche la sostituzione di un funzionario olandese del Comitato con un altro olandese, ufficiale della Marina Mercantile dei Paesi Bassi, e con un britannico). La nave trasporta in questo viaggio 83 tonnellate di merci (64 delle quali sbarcate a Palma di Maiorca, e 19 a Siviglia) e 177 passeggeri; 15 di questi vengono sbarcati a Palma di Maiorca, gli altri 162 a Siviglia.
I passeggeri che scendono a Palma sono 6 sono marinai della Regia Marina assegnati all’esploratore Quarto ed al cacciatorpediniere Espero (dislocati alle Baleari); sono un ufficiale e tre avieri dell’Aviazione Legionaria; quattro uomini spagnoli e due donne, una spagnola ed una cubana. Dei 162 passeggeri che sbarcano a Siviglia, tutti, tranne 6 spagnoli ed uno studente universitario italiano, sono ufficiali e soldati dei reparti italiani operanti in Spagna a fianco dei nazionalisti: 91 ufficiali del Corpo Truppe Volontarie e 64 uomini dell’Aviazione Legionaria (10 ufficiali, 25 sottufficiali e 29 avieri).
Maggio 1938
Persistendo i controlli ed i sospetti nei confronti dell’attività del Franca Fassio, ormai anche da parte delle autorità italiane, la società di navigazione Villain & Fassio cerca di chiarire la situazione e rispondere alle accuse, scrivendo una lettera al console generale a Siviglia. L’equipaggio del piroscafo, sospettato di attività illegali, è stato sostituito, ed i controlli a Genova sono intensificati: non viene permesso l’imbarco di merci “proibite”, e quando se ne trovano a bordo, si provvede a sbarcarle.
La nave viene anche ispezionata, a Cadice, da una commissione navale e da funzionari del Ministero della Marina e del Ministero degli Affari Esteri; l’esito dell’ispezione è favorevole, ma permangono i sospetti, per via dei risultati meno positivi di altri e precedenti controlli. Nondimeno, si decide di cessare con i continui controlli, dato che in ogni caso il Franca Fassio ha svolto un utile servizio per la causa nazionalista, trasportando migliaia di uomini del Corpo Truppe Volontarie ai quali è stato accordato, in base a tutte le testimonianze, trattamento cordiale, ospitale e “cameratesco”.
Giugno 1938
Di nuovo i viaggi del Franca Fassio, che trasporta personale militare italiano facendo scalo a Gibilterra anziché a Tangeri, finiscono sotto “osservazione”: i sospetti riguardano stavolta l’utilizzo della nave da parte di disertori spagnoli che salirebbero a Palma di Maiorca, tra i quali si teme anche vi possano essere delle spie repubblicane. Il comandante del piroscafo, interrogato il 24 giugno (data dell’ultimo viaggio), afferma di non aver permesso a nessuno di scendere a terra, eccetto che per un agente del servizio informazioni italiano, travestito da venditore ambulante.
Anche a Siviglia la nave viene controllata da funzionari doganali ed anche da sottufficiali dei Carabinieri che si trovano in città. Permangono comunque sospetti di spionaggio e propaganda repubblicana a bordo del Franca Fassio, specie perché si ha notizia del contrabbando di divise da parte di alcuni individui.

Il ponte esterno di prima classe sul Franca Fassio (g.c. Franco Lena, via www.naviearmatori.net)

22 maggio 1939
Poco dopo la conclusione della guerra civile Spagnola, il Franca Fassio imbarca a Palma di Maiorca 96 prigionieri sovietici (marittimi dell’URSS catturati dagli spagnoli nazionalisti in seguito all’affondamento delle loro navi, impiegate dall’Unione Sovietica per trasportare rifornimenti per gli spagnoli repubblicani) dei quali il dittatore spagnolo Francisco Franco, dietro pressione delle autorità italiane, ha disposto il rilascio e rimpatrio, nell’ambito di un accordo tra Italia e Unione Sovietica per il rimpatrio di tali prigionieri sovietici in cambio del rimpatrio di cittadini italiani arrestati in URSS dalle autorità russe. La nave salpa poco dopo le 21.
24 maggio 1939
Arriva a Genova nel pomeriggio, sbarcando i 96 prigionieri.
Maggio 1940
Durante il periodo di “non belligeranza” dell’Italia, a guerra già in corso, dei campioni di penne stilografiche inviati col Franca Fassio da Genova a Barcellona vengono sequestrati dalle autorità di controllo francesi a Marsiglia.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella seconda guerra mondiale. Il Franca Fassio non sarà mai requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
12 settembre 1940
Nonostante l’Italia sia ormai in guerra da mesi, il Franca Fassio trasporta ancora un carico di materiale bellico aeronautico in Spagna, in base agli accordi per tali forniture stipulati in precedenza tra il governo italiano e quello spagnolo: è l’ultimo carico, col quale si completano le forniture pattuite.
26 settembre 1940
Arriva a Barcellona al termine di un altro viaggio da Genova.
 
Un bel dipinto del Franca Fassio (da www.laciesma.com)

L'affondamento

Il 4 ottobre 1940 il Franca Fassio partì da Genova per un nuovo viaggio alla volta di Barcellona, al comando del capitano di lungo corso Melchiorre Spano. A bordo vi erano in tutto 73 persone: 18 passeggeri e 55 uomini di equipaggio, compresi 9 artiglieri del C.R.E.M. addetti al cannone sistemato a poppa.
La nave aveva ripreso i collegamenti sulla linea Genova-Barcellona ad inizio settembre, nonostante i gravi rischi che lo stato di guerra comportava; e a dispetto dei pericoli posti da un viaggio a bordo di una nave di un Paese belligerante, tra i passeggeri vi erano cinque cittadini dei neutrali Stati Uniti, tutti di origini italoamericane: Joseph Russo, i coniugi Paul e Maria Covolo, ed i coniugi Anna e Salvatore Piazza. Il resto dei passeggeri, con l'eccezione di due apolidi - Herz e Jerica Tennembaum, fratello e sorella - era costituito da cittadini dei Paesi dell'Asse, o da essi occupati o loro simpatizzanti: una coppia spagnola (anche la Spagna era neutrale), un uomo italiano, due donne tedesche, una giovane coppia ungherese, quattro polacchi. Tra questi ultimi erano i coniugi Ida e Simon Schreiber con la figlioletta Marion, di soli cinque anni.

La navigazione del Franca Fassio doveva però tragicamente interrompersi poche ore dopo la partenza. Alle 11.10 il sommergibile britannico Triton (tenente di vascello Guy Claud Ian St Barbe Slade Watkins) avvistò il piroscafo – dipinto di grigio ed armato con un cannone a poppa – in posizione 44°10' N e 08°52' E, mentre procedeva su rotta 200°. Watkins sovrastimò fortemente la stazza del suo bersaglio, che valutò come compresa tra le 4000 e le 8000 tsl, giudicandola simile ai piroscafi tipo “Adria” e “Galilea” del Lloyd Triestino.
Pochi minuti dopo, il Triton lanciò quattro siluri da 1200 metri, ad intervalli di sei secondi l'uno dall'altro: colpito alle 11.27 da ben tre di essi, il Franca Fassio affondò in pochi secondi nel punto 44°10'06" N  e 09°25'00" E, a 16 miglia per 97° dal faro di Capo Noli e venti miglia a sudovest di Savona, portando con sé la quasi totalità delle persone presenti a bordo.

Solo nove persone riuscirono a salvarsi, raggiungendo la costa: sette membri dell'equipaggio civile e due dell'equipaggio militare. Perirono con la nave il comandante Spano, altri 38 membri dell'equipaggio civile, sette militari del C.R.E.M. e tutti i passeggeri.
 
I loro nomi:
 
Elfriede Adler, passeggera, nazionalità tedesca
Agostino Agnese, marinaio cannoniere puntatore scelto, da Alassio (equipaggio militare)
Natale Agosta, marinaio, da Pozzallo (equipaggio civile)
Paolino Bertacca, secondo ufficiale, da Viareggio (equipaggio civile)
Antonio Bottaro, fuochista, da Genova (equipaggio civile)
Enrico Bravi, primo ufficiale di macchina, da Spalato (equipaggio civile)
Giacomo Burani, garzone di cucina, da Savona (equipaggio civile)
Mulmei Cafferata, marinaio, da Genova (equipaggio civile)
Filippo Carrozzi, carbonaio, da Genova Rivarolo (equipaggio civile)
Onofrio Castiglia, marinaio, da Monte di Procida (equipaggio militare)
Vittorio Cecchini, fuochista, da Pesaro (equipaggio civile)
Rocco Chinè, fuochista, da Gioia Tauro (equipaggio civile)
Nicola Colantonio, cameriere, da Torre del Greco (equipaggio civile)
Colombo Conti, piccolo di camera, da Genova (equipaggio civile)
Vittorio Costi, panettiere, da Camogli (equipaggio civile)
Maria Covolo, passeggera, nazionalità statunitense
Paul Covolo, passeggero, nazionalità statunitense
Santo Currò, fuochista, da Torre del Faro (equipaggio civile)
Domenico Cutrone, marinaio cannoniere, da Pizzo Calabro (equipaggio militare)
Melchiorre Spano, comandante, da Palermo (equipaggio civile)
Ubaldo Dellasantina, mozzo, da Viareggio (equipaggio civile)
Attilio Donato, primo ufficiale, da Genova (equipaggio civile)
Bartolomeo Eusebio, fuochista, da Genova Prà (equipaggio civile)
Woldee Gobrù, fuochista, da Asmara (equipaggio civile)
Ruckla Grunbaum, passeggera, nazionalità tedesca
Mario Guglielmone, garzone di cucina, da Ameglia (equipaggio civile)
Giuseppe Lamarca, primo cuoco, da Napoli (equipaggio civile)
Margherita Leon Cortes, passeggera, da Madrid 
Georges Ledig, passeggera, nazionalità ungherese
Giorgio Ledig, passeggero, nazionalità ungherese
Cipriano Loreni, carbonaio, da Milazzo (equipaggio civile)
Annibale Luciani, fuochista, da Porto San Giorgio (equipaggio civile)
Salvatore Maggini, nostromo, da Viareggio (equipaggio civile)
Gaetano Marino, marinaio, da Siderno (equipaggio civile)
Carlo Martini, cameriere, da Genova (equipaggio civile)
Giovanni Messina, capo fuochista, da Palermo (equipaggio civile)
Eugenio Misirochi, passeggero, da Roma
Bartolomeo Monciatti, secondo cuoco, da Genova Pegli (equipaggio civile)
Antonio Nunnari, marinaio cannoniere armaiolo, da Catania (equipaggio militare)
Eugenio (o Roberto) Paone (o Paolin), maestro di casa, da Napoli (equipaggio civile)
Henryk Pfeffer, passeggero, nazionalità polacca
Anna Piazza, passeggera, nazionalità statunitense
Salvatore Piazza, passeggero, nazionalità statunitense
Celso Piergiorgi, cameriere, da Bobbio (equipaggio civile)
Jaime Pignatelli de Aragon, passeggero, da Madrid
Pietro Pitzoi, marinaio cannoniere, da Olbia (equipaggio militare)
Pietro Ramondetti, marinaio, da Trapani (equipaggio civile)
Giuseppe Ragazzo, marconista, da Genova Sampierdarena (equipaggio civile)
Giuseppe Ruggeri, marinaio cannoniere, da Messina (equipaggio militare)
Joseph Russo, passeggero, nazionalità statunitense
Luigi Sassarini, carbonaio, da Framura (equipaggio civile)
Ida Schreiber, passeggera, nazionalità polacca 
Marion Schreiber, passeggera, nazionalità polacca
Simon Schreiber, passeggero, nazionalità polacca
Salvatore Silanos, fuochista, da Alghero (equipaggio civile)
Enrico Simonetti, maestro di casa, da Roma (equipaggio civile)
Anonio Sintich, garzone di cucina, da Cherso (equipaggio civile)
Francesco Tanca, fuochista, da La Maddalena (equipaggio civile)
Vittorio Tellucini, sergente cannoniere, da Genova (equipaggio militare)
Herz Tennembaum, passeggero, apolide
Jerica Tennembaum, passeggera, apolide
Giuseppe Vassallo, fuochista, da Genova Quinto (equipaggio civile)
Antonio Vianelli, direttore di macchina, da Pola (equipaggio civile)
Vincenzo Viannelli, fuochista, da Parghelia (equipaggio civile)

 
 
 
 
Processo verbale di scomparizione in mare relativo alle vittime del Franca Fassio (g.c. Michele Strazzeri)
 
 
 


L'affondamento del Franca Fassio sul giornale di bordo del Triton (da Uboat.net):

"1010 hours - In position 44°10'N, 08°52'E sighted a large merchant vessel on a course of 200°. The vessel was painted gray and had a gun on the poop. Fired four torpedoes from 1300 yards. Three hits were obtained and the vessel sank immediately."
 
Un’altra immagine del piroscafo con l’originario nome di Thule (da www.kommandobryggan.se)


7 commenti:

  1. Mio nonno Salvatore Silanos, morì in quella circostanza...

    RispondiElimina
  2. Mio padre, Piero Brigneti ravano foi capitano en 1927,

    RispondiElimina
  3. Ricordo Alberto Fassio con grande e immenso affetto

    RispondiElimina
  4. Ok mío no no Giacomo Marcenaro era ufficiale machista Mel Franca Fassio

    RispondiElimina
  5. Giacomo Marcenaro si e salvato era ufficiale machinista

    RispondiElimina
  6. Annibale Luciani era mio nonno

    RispondiElimina
  7. io porto lo stesso nome di mio nonno il nostromo

    RispondiElimina