La Polluce (da www.filmatidimare.altervista.org)
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Torpediniera della
serie Alcione della classe Spica (dislocamento di 670 tonnellate standard, 975
in carico normale, 1050 a pieno carico). In guerra fu impiegata in compiti di
scorta a convogli e caccia antisom in Sicilia, Albania ed Egeo e soprattutto
sulle rotte per la Libia.
Breve e parziale cronologia.
13 febbraio 1937
Impostazione nei
Bacini & Scali Napoletani di Napoli.
24 ottobre 1937
Varo nei Bacini &
Scali Napoletani di Napoli.
8 agosto 1938
Entrata in servizio.
Viene dislocata in Libia.
7-9 aprile 1939
La Polluce, inquadrata nel I Gruppo Navale
(al comando dell’ammiraglio di divisione Angelo Iachino) insieme alla gemella Pleiadi, all’incrociatore leggero Giovanni delle Bande Nere, ai cacciatorpediniere
Nicoloso Da Recco, Folgore e Fulmine, alla nave cisterna e da sbarco Garigliano ed al grosso piroscafo Umbria, partecipa all’occupazione di San Giovanni di Medua durante
le operazioni per l’invasione dell’Albania (Operazione «OMT»). La località
viene occupata senza grossi problemi.
8-10 giugno 1940
La Polluce (tenente di vascello Ener
Bettica) parte l’8 giugno da Augusta insieme alla gemella Calipso, ai cacciatorpediniere Lanciere
e Corazziere ed agli incrociatori
leggeri Alberico Da Barbiano e Luigi Cadorna, per effettuare la posa
del campo minato offensivo «L K» (Lampedusa Kerkennah). A causa di un
ripensamento dell’ultimo momento, tutte le navi vengono fatte rientrare ad
Augusta, per poi riprendere nuovamente il mare alle 16 del 9 giugno. Dato che
al momento della partenza una bettolina di nafta ha urtato un buttafuori delle
mine della Calipso, occorre perdere
tempo per raddrizzarlo, così che Polluce
e Calipso (con a bordo 28 mine
ciascuna) partono per ultime, alle 17.50, con un’ora e mezza di ritardo,
precedute dalle altre quattro unità, che hanno superato le ostruzioni del porto
già alle 16.45. Alle 19.30 la formazione lascia le rotte di sicurezza, e la
scorta aerea antisommergibile viene a mancare a causa del buio. Alle 20.30 le
navi accostano per 222°, con rotta su Lampedusa, ed alle 00.03 del 10 giugno
viene data libertà di manovra per iniziare la posa delle mine. Primo a posare
gli ordigni è il Da Barbiano, poi il Cadorna, mentre la Polluce e la Calipso
posano il loro tratto di sbarramento (56 mine Wickers Elia in tutto, con inizio
nel punto 35°27’30” N e 12°27’ E e fine nel punto 35°25’30” N e 12°23’ E)
dall’1.25 all’1.37, e per ultimi effettuano la posa Lanciere e Corazziere (le
torpediniere effettuano la posa della sezione «A» dello sbarramento, invece che
della «D» loro assegnata dal piano originario se non vi fossero stati problemi,
per via della loro partenza ritardata). Appena terminata la posa, la Polluce avvista tre o quattro piccoli
scafi oscurati, che effettuano segnalazioni con luci azzurre.
Alle 4.20, conclusa
l’operazione da un paio d’ore, comincia la riUnione, ed alle 4.42 la formazione inizia la navigazione di rientro
ad Augusta, procedendo a 25 nodi con le siluranti in posizione di scorta
ravvicinata.
Alle 12.25 del 10 giugno
la formazione imbocca le rotte di sicurezza, con Polluce e Calipso a
proravia degli incrociatori ed i due cacciatorpediniere a poppavia (due
idrovolanti CANT. Z danno scorta antisommergibile), ed alle 15.45 le navi
superano le ostruzioni di Augusta, giungendo poco dopo in porto.
10 giugno 1940
L’Italia entra in
guerra. La Polluce (al comando del
tenente di vascello Ener Bettica) forma la XIV Squadriglia Torpediniere, di
base a Messina, insieme alle gemelle Partenope,
Pallade e Pleiadi.
14 giugno 1940
Alle 4.10 la Polluce, mentre rientra da un rastrello
antisom con le gemelle Circe, Calliope e Clio, avvista la scia di un siluro passarle un centinaio di metri a
proravia, in prossimità dell’imbocco del porto di Siracusa. Il siluro è stato
lanciato dal sommergibile britannico Grampus
(capitano di corvetta Charles Alexander Rowe).
16 giugno 1940
La Polluce compie un rastrello antisom
insieme alle gemelle Circe, Clio e Calliope.
Alle 19.02 la Circe (capitano di fregata Aldo Rossi,
capo formazione) avvista il periscopio di un sommergibile a 3-4 km metri a
prora dritta, a tre miglia per 087° da Siracusa: è di nuovo il Grampus. La Circe apre il fuoco con cannoni e mitragliere, poi si porta sulla
posizione del battello nemico ed inizia alle 19.04 a bombardarlo con cariche di
profondità (le avrà gettate tutte alle 19.09), presto seguita ed imitata dalla Clio (tenente di vascello Agretti).
La Polluce (tenente di vascello Ener
Bettica) è la terza nave della formazione: alle 19.03 il tenente di vascello
Radovani avvista le scie di due siluri diretti verso la torpediniera, e Bettica
ordina avanti tutta e tutta la barra a dritta. Uno dei siluri manca di poco la Polluce a prua, l’altro a poppa (ma nel
messaggio che lancia alle altre torpediniere dice di essere stata mancata da
due siluri a prua). Continuando nella virata a dritta, il comandante Bettica
ordina di gettare le bombe di profondità: la torpediniera è così la terza ad
attaccare il Grampus, e la prima a
riscuotere un tangibile risultato, in quanto, quando essa termina la virata,
una massa di bolle d’aria viene a galla. La Polluce
segue la scia di bolle d’aria lasciata dal sommergibile, gettando intanto bombe
di profondità; dopo la nona bomba, di 50 kg, regolata per scoppiare a 50 metri
di profondità, una colonna d’acqua frammista a rottami e schiuma nera erutta in
superficie, e quando le acque si sono calmate essa lascia il posto ad una
chiazza di carburante. La Polluce si
avvicina e lancia altre bombe di profondità; la chiazza di carburante si
estende, raggiungendo un diametro di 140-180 metri, ed una massa di bolle
d’aria emerge insieme ad ulteriori rottami. La torpediniera rimane sul posto
fino alle 20.15; Bettica riferisce le sue osservazioni alla Circe, poi si riunisce alle altre
torpediniere alle 20.25. La Polluce
ha lanciato in tutto 19 bombe di profondità; la Circe altrettante, la Calliope
10 e la Clio 13.
Il caposquadriglia
Rossi non è molto convinto né degli avvistamenti delle scie dei siluri (date le
condizioni del mare, che renderebbero difficile avvistarle) né dell’avvenuto
affondamento del sommergibile, tanto che ordina un ulteriore rastrello antisom;
superfluo, in quanto il Grampus è già
affondato nel punto 37°05’ N e 17°30’ E (sei miglia ad est di Siracusa) con
l’intero equipaggio di 59 uomini. I comandi italiani considereranno
l’affondamento del sommergibile nemico come “probabile”; il suo mancato rientro
a Malta ne darà la conferma.
20 agosto 1940
Posta alle dipendenze
del Comando Superiore Traffico Albania (Maritrafalba), avente sede a Brindisi,
assieme a Partenope e Pleiadi, ai vecchi cacciatorpediniere Carlo Mirabello ed Augusto Riboty, alle vecchie torpediniere Palestro, Solferino, Castelfidardo, Monzambano, Angelo Bassini,
Nicola Fabrizi e Giacomo Medici, agli
incrociatori ausiliari RAMB III, Capitano A. Cecchi e Barletta ed alla XIII Squadriglia
MAS con i MAS 534, 535, 538 e 539;
viene destinata a compiti di scorta ai convogli tra Italia ed Albania nonché
ricerca e caccia antisommergibile sulle stesse rotte.
9 settembre 1940
La Polluce e l’incrociatore ausiliario RAMB III scortano da Bari a Durazzo i
trasporti truppe Rossini ed Italia, con 1913 uomini e 104 tonnellate
di materiali.
11 settembre 1940
La Polluce scorta da Durazzo a Bari Italia e Rossini che tornano vuoti.
21 settembre 1940
Polluce, Pallade e RAMB III scortano da Bari a Durazzo Italia e Rossini, con a bordo 1800 militari e 140 tonnellate di materiali.
22 settembre 1940
La sola Polluce scorta Italia e Rossini che
rientrano vuoti da Durazzo a Bari.
23 settembre 1940
La Polluce, la vecchia torpediniera Castelfidardo e l’incrociatore
ausiliario Capitano A. Cecchi
scortano da Bari a Durazzo le motonavi Catalani
e Viminale, aventi a bordo 2112
soldati e 70 tonnellate di materiali.
24 settembre 1940
La Polluce scorta da Durazzo a Bari Catalani, Viminale ed il piroscafo Maria,
tutti di ritorno scarichi.
26 settembre 1940
Polluce, RAMB III e la
torpediniera Giacomo Medici scortano
da Bari a Durazzo il Rossini e l’Italia, con 1950 uomini e 128 tonnellate
di materiali.
27 settembre 1940
Polluce e Pallade scortano da
Durazzo a Bari l’Italia, il Rossini ed il piroscafo Perla, tutti di ritorno vuoti.
29 settembre 1940
Pallade, Polluce e Capitano Cecchi scortano da Bari a
Durazzo i trasporti truppe Puccini, Galilea e Quirinale, con 2581 militari e 84 tonnellate di materiali.
1° ottobre 1940
Pallade e Polluce scortano Puccini, Galilea e Quirinale che
rientrano vuoti da Durazzo a Bari.
12 ottobre 1940
Maritrafalba viene
sciolto (sarà successivamente ricostituito, ma senza più la Polluce alle sue dipendenze).
Ottobre 1940
Il comandante
Bettica, promosso in settembre a capitano di corvetta, lascia il comando della Polluce.
11-12 novembre 1940
La Polluce, insieme a Pallade, Partenope e Pleiadi, si trova a Taranto, ormeggiata
alla banchina torpediniere in Mar Piccolo, quando la base viene attaccata da
aerosiluranti britannici, che affondano la corazzata Conte di Cavour e pongono fuori uso le corazzate Littorio e Duilio (“notte di Taranto”). Le torpediniere non subiscono alcun
danno.
La Polluce attraversa il canale navigabile di Taranto nel 1940 (tratta da “Le torpediniere italiane 1881-1964” di Paolo M. Pollina, USMM, 1964, via Marcello Risolo e www.naviearmatori.net)
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1941
Lavori di modifica;
tre delle quattro mitragliere contraeree binate da 13,2/76 mm vengono
sostituite con altrettante mitragliere binate Breda 1935 da 20/65 mm. In
seguito anche la rimanente mitragliera da 13,2 mm verrà eliminata, e saranno
imbarcate quattro mitragliere singole Scotti-Isotta Fraschini 1939 da 20/70 mm.
Vengono anche installati due scaricabombe per bombe di profondità, con una
dotazione di 40 cariche.
8 marzo 1941
Polluce e Pallade si uniscono,
a Palermo, alla scorta (torpediniera Alcione)
delle motonavi Andrea Gritti e Sebastiano Venier (convoglio
«Sonnenblume 9» per il trasferimento in Libia dell’Afrika Korps), in
navigazione da Napoli a Tripoli. Si uniranno poi alla scorta anche le
torpediniere Centauro e Clio.
11 marzo 1941
Il convoglio arriva a
Tripoli alle 13.30.
16 marzo 1941
La Polluce, la Cigno ed i cacciatorpediniere Ugolino
Vivaldi e Lanzerotto Malocello
salpano da Napoli per scortare a Tripoli i piroscafi tedeschi Marburg e Reichenfels e la motonave italiana Calitea. Tutte le navi giungeranno a destinazione.
1° aprile 1941
Parte da Napoli
insieme alla Partenope ed ai
cacciatorpediniere Euro, Luca Tarigo e Baleno, per scortare a Tripoli i trasporti truppe Esperia, Conte Rosso, Marco Polo e
Victoria.
2 aprile 1941
Il convoglio giunge a
Tripoli.
12 aprile 1941
Polluce e Partenope vengono
inviate da Tripoli a dare assistenza alla torpediniera Generale Carlo Montanari nella caccia antisommergibile e nel
soccorso ai naufraghi della nave cisterna Persiano,
silurata dal sommergibile britannico Tetrarch
una trentina di miglia a nordovest della città libica, in posizione 33°29’ N e
13°01’ E.
2 maggio 1941
Alle 16.38 il
sommergibile britannico Upright
(tenente di vascello Russell Stanhope Brookes), dopo aver avvistato dei fumi
quindici minuti prima (in posizione 33°59’ N e 12°01’ E, una cinquantina di
miglia a sudest delle secche di Kerkennah) ed essersi avvicinato per vederci
chiaro, avvista un convoglio composto dai mercantili Tilly L. M. Russ (piroscafo tedesco), Brook (piroscafo tedesco), Bainsizza
(piroscafo italiano), Sanandrea
(pirocisterna italiana) e Max Barendt
(rimorchiatore tedesco) in navigazione da Trapani a Tripoli con la scorta della
Polluce, delle gemelle Clio e Centauro, della vecchia torpediniera Generale Carlo Montanari e dell’incrociatore ausiliario RAMB III. Il sommergibile manovra per
attaccare ma il suo inesperto comandante sbaglia la manovra e, al momento di
lanciare i siluri (le 16.52), si ritrova ad appena 275 metri da una delle navi
della scorta: deve così rinunciare all’attacco ed immergersi in profondità.
Alle 17.28 l’Upright, tornato a quota
periscopica, nota che uno dei mercantili è rimasto indietro e alle 17.43 gli
lancia un siluro da 5485 metri, mancandolo.
16 maggio 1941
La Polluce salpa da Tripoli alle 18.40 per
scortare a Bengasi il piroscafo Giovinezza.
18 maggio 1941
Il Giovinezza s’incaglia presso Misurata,
riportando una falla a prua. Disincagliato, deve dirigere verso Tripoli a lento
moto, scortato dalla Polluce.
Alle 12.54 il
sommergibile britannico Tetrarch
(capitano di corvetta Richard Micaiah Towgood Peacock) avvista il Giovinezza a 7 miglia per 285° (e poi,
alle 13.10, anche la Polluce), ed
alle 14.46 lancia quattro siluri da 5490 metri. Il Giovinezza riesce ad evitarne tre, ma il quarto lo colpisce,
affondandolo in posizione 31°55’ N e 19°54’ E (al largo di Bengasi).
Alle 14.53 la Polluce inizia il contrattacco,
lanciando in tutto 20 bombe di profondità regolate per scoppiare a 25 metri;
termina alle 16. Il Tetrarch ha
superato la caccia indenne, appoggiandosi sul fondale di 40 metri e restando
immobile.
Terminata la caccia,
la Polluce si dedica al recupero dei
naufraghi del Giovinezza; ne recupera
soltanto uno, perché gli altri 41, su due scialuppe, hanno frattanto già
raggiunto a remi la vicina costa. Le vittime sono tre.
30 maggio 1941
Il sommergibile
britannico Utmost (capitano di
corvetta Richard Douglas Cayley) attacca al largo di Sirte i piroscafi Tilly Russ (tedesco) e Cadamosto, che Pallade e Polluce stanno
scortando verso Tripoli, ma nessuna nave è colpita.
31 maggio 1941
Polluce, Pallade, Tilly Russ e Cadamosto arrivano a Tripoli.
9 giugno 1941
Polluce e Pallade salpano da
Tripoli alle 2.30 di scorta ai piroscafi Cadamosto
e Silvio Scaroni ed al motoveliero Aosta, diretti a Bengasi.
10 giugno 1941
Il sommergibile
britannico Taku (capitano di corvetta
Edward Christian Frederic Nicolay) avvista il convoglio alle 4.35, in posizione
32°20’ N e 18°49’ E, ed alle 5.03 lancia due siluri contro l’ultima nave della
fila. Uno di essi colpisce il Silvio
Scaroni, che affonda con 10 dei 37 membri del suo equipaggio in posizione
32°27’ N e 18°42’ E (a 70 miglia per 283° da Bengasi). Polluce e Pallade danno
infruttuosamente la caccia al Taku
con bombe di profondità, poi proseguono con i due mercantili superstiti.
12 giugno 1941
Il convoglio giunge a
Bengasi alle otto.
7 settembre 1941
Il sommergibile
britannico Thunderbolt (capitano di
corvetta Cecil Bernard Crouch) silura e affonda, 50 miglia a ponente di
Bengasi, il piroscafo Sirena,
appartenente ad un piccolo convoglio scortato da Polluce e Centauro.
Alle 23.30 la Polluce e la Centauro salpano da Messina, sostituendo la torpediniera Nicola Fabrizi nella scorta ai piroscafi
Livorno (tedesco) e Spezia, in navigazione da Napoli a Bengasi.
8 settembre 1941
Il sommergibile
olandese O 21 attacca
infruttuosamente il convoglio alle 19.29, con un siluro, una quindicina di
miglia a sudest dell’Isola dei Cavoli.
11 settembre 1941
Alle 11.09 il
sommergibile britannico Thunderbolt (capitano
di corvetta Cecil Bernard Crouch) avvista il convoglio, con rotta 110° e su
rilevamento 277°, in posizione 32°19’ N e 19°50’ E. Alle 11.48 il sommergibile
lancia tre siluri da 1100 metri: il Livorno
è colpito ed affonda in posizione 31°58’ N e 19°23’ E (o 32°20’ N e 19°50’ E;
una decina di miglia a nordovest di Bengasi), con la perdita di 12 dei 46
membri dell’equipaggio. Polluce e Centauro cercano il sommergibile e
lanciano 22 bombe di profondità dalle 11.51 alle 12.13 (anche un CANT Z. 501
partecipa alla caccia), ma invano. Il resto del convoglio arriverà a Bengasi il
giorno stesso, alle 14.30.
12 settembre 1941
Salpa dal Pireo alle
13, per scortare a Bengasi il piroscafo tedesco Tinos.
14 settembre 1941
Alle 15.10 il
sommergibile britannico Thunderbolt
(dopo aver avvistato fumi già alle 14.31) avvista Polluce e Tinos in
posizione 32°40’ N e 19°55’ E (circa 30 miglia a nordovest di Bengasi). Le due
navi procedono su rotta 200°, e si trovano su rilevamento 023° rispetto al
sommergibile; sono scortate da sette aerei. Alle 15.42 il Thunderbolt lancia quattro siluri da 3660 metri, ma le armi non
vanno a segno. La Polluce ed un
idrovolante CANT Z. 501 della scorta aerea (Pilotato
dal guardiamarina Mazzinari) contrattaccano con 14 bombe di profondità gettate
dalle 15.48 alle 16.13, parimenti senza risultato.
16 settembre 1941
La Polluce scorta i piroscafi Petrarca e Capo Orso per il primo tratto della navigazione da Brindisi a
Bengasi, per poi essere rimpiazzata dal cacciasommergibili Selve.
3 ottobre 1941
La Polluce salpa da Bengasi alle 10 di
scorta al piroscafo Pertusola, alla
piccola motocisterna Labor ed ai
motovelieri Esperia e Maria Bruna, diretti a Tripoli.
5 ottobre 1941
Il convoglio giunge a
Tripoli alle 16.
7 ottobre 1941
Lascia Bengasi alle
19 scortando il piroscafo Savona,
diretto a Brindisi.
8 ottobre 1941
Lascia la scorta al
tramonto, tornando poi a Tripoli (il Savona
giungerà a Brindisi alle 22 del 9).
14 ottobre 1941
La Polluce viene fatta salpare da Tripoli
per andare in soccorso, insieme al rimorchiatore Ciclope, del piroscafo Bainsizza,
immobilizzato da aerosiluranti ad una novantina di miglia dalla città libica,
dov’è diretto.
15 ottobre 1941
Prima che i soccorsi
possano giungere sul posto, all’alba del 15, il Bainsizza viene affondato da nuovi attacchi aerei in posizione
34°15’ N e 12°12’ E.
1° novembre 1941
Dalle 00.32 alle
00.49 la Polluce bombarda con bombe
di profondità, in posizione 32°27' N e 20°02'25" E, il sommergibile
britannico Thrasher (tenente di
vascello Hugh Stirling Mackenzie), che ha infruttuosamente lanciato alcuni
siluri contro delle navi italiane. Le bombe non scoppiano vicine al
sommergibile, immerso a 24 metri di profondità, che non riporta quindi danni.
2 novembre 1941
Parte da Bengasi per
Tripoli alle 18.30, di scorta al piroscafo tedesco Brook che rimorchia il motoveliero italiano Sparviero.
5 novembre 1941
Le navi raggiungono
Tripoli alle 11.30.
29 novembre 1941
Lascia Tripoli per
Bengasi alle 19, scortando il piroscafo Cadamosto,
la piccola motonave frigorifera Amba
Aradam ed il rimorchiatore tedesco Goeland
(con delle bettoline a rimorchio).
1° dicembre 1941
La Polluce entra in collisione con l’Amba Aradam, e di conseguenza il
convoglio deve riparare a Buerat, dove sosta dalle dieci del mattino.
2 dicembre 1941
Il convoglio riparte
da Buerat alle 7.
9 dicembre 1941
Il convoglio arriva a
Bengasi alle 13.
17-21 dicembre 1941
La Polluce rileva la torpediniera Climene nella scorta alla motonave Probitas, in navigazione da Trapani (da
dov’è partita alle 10 del 17) a Tripoli. La Probitas
viene colpita da bombe durante un attacco aereo, riportando danni di non grave
entità per i quali dev’essere dirottata a Susa; ne riparte dopo non molto,
giungendo a Tripoli alle 20.45 del 21.
26 dicembre 1941
Riparte da Tripoli
alle 18 di scorta alla motonave Monginevro,
che rientra in Italia.
28 dicembre 1941
Polluce e Monginevro arrivano
a Napoli alle 10.
29 dicembre 1941
Riparte da Napoli
alle 4 e va incontro alla motonave Vettor
Pisani, di ritorno da Tripoli, per scortarla nell’ultimo tratto della
navigazione. Le due unità entrano a Napoli alle 10.30.
5 febbraio 1942
Lascia Tripoli alle
19 e si reca incontro ad un convoglio proveniente da Palermo (da dov’è partito
alle 10.15), composto dalla sola nave cisterna Rondine scortata dal cacciatorpediniere Premuda (caposcorta) e dalla torpediniera Castore (più Orsa ed Aretusa per la caccia antisommergibile).
7 febbraio 1942
Il convoglio
raggiunge Tripoli alle 17.
13 febbraio 1942
La Polluce (tenente di vascello Tito
Burattini) salpa da Tripoli alle 18 scortando il piroscafo tedesco Atlas, diretto in Italia.
14 febbraio 1942
In mattinata le due
navi, dopo aver superato indenni vari attacchi aerei, si uniscono al piroscafo Ariosto scortato dal cacciatorpediniere Premuda (capitano di fregata Bartalesi),
anch’essi salpati da Tripoli, e formano come previsto un unico convoglio, del
quale il Premuda è caposcorta. Il
convoglio imbocca le rotte costiere della Tunisia.
“ULTRA”,
l’organizzazione britannica per la decrittazione dei messaggi cifrati
dell’Asse, è però già al lavoro da giorni. Il 7 e l’8 febbraio ha potuto indicare
Atlas e Ariosto tra le navi pronte a partire da Tripoli; il 10 ha riferito
che la loro partenza, prevista per il 9, è stata rimandata; il 12 che sono
pronti a lasciare Tripoli per Palermo; il 14, infine, che sono partiti da
Tripoli per Palermo nel pomeriggio del 13, scortati da Polluce e Premuda, a 9
nodi di velocità, con arrivo previsto per l’una di notte del 16. “ULTRA” indica
anche che i due piroscafi trasportano, rispettivamente, 150 (Atlas) e 300 (Ariosto) prigionieri di guerra; nondimeno, gli attacchi saranno
egualmente indirizzati sul convoglio.
All’1.57 il
sommergibile polacco Sokol lancia tre
siluri contro la Polluce, in
posizione 33°18’ N e 12°12’ E, ma la nave non viene colpita. Alle 3.47 si
verifica un attacco di aerosiluranti, di nuovo senza danni; altri infruttuosi
attacchi aerei si susseguiranno nel corso della giornata.
Durante il giorno le
navi procedono in linea di fronte a poco più di 9 nodi, mentre in serata Atlas e Ariosto vengono fatti disporre in linea di fila. La notte è priva di
luna, ma chiara.
Poco dopo le 22 (o
alle 22.30) l’Ariosto viene colpito
da poppa da due siluri lanciati dal sommergibile britannico P 38 (tenente di vascello Rowland John
Hemingway), avvicinatosi senza essere visto dalla scorta. L’Ariosto si spezza in due ed affonda in
tre ore (all’1.30 del 15, dodici miglia ad est di Capo Africa); Polluce e Premuda recuperano 252 sopravvissuti, su un totale di 410 uomini
imbarcati sul piroscafo (tra cui 294 prigionieri di guerra britannici).
16 febbraio 1942
Polluce ed Atlas giungono a
Palermo alle 15.
21 febbraio 1942
Parte alle 16 da
Tripoli, di scorta alla nave cisterna Rondine.
24 febbraio 1942
Pallade e Rondine giungono a
Palermo a mezzogiorno.
22 febbraio 1942 (?)
Salpa da Palermo alle
4.30 per scortare a Tripoli il piroscafo tedesco Wachtfels, ma deve rientrare per avarie, venendo sostituita dalle
gemelle Cigno e Calliope.
9 marzo 1942
La Polluce, la gemella Centauro ed il cacciatorpediniere Antoniotto Usodimare (caposcorta) salpano da Trapani per Tripoli
alle 17, scortando la moderna motonave Luciano
Manara. La Centauro deve tornare
indietro per avaria.
Alle 23.30, al largo
di Pantelleria, il convoglio è attaccato da aerosiluranti, che colpiscono la Manara a prua con un siluro; mantiene
però una buona galleggiabilità.
11 marzo 1942
La Manara giunge a Palermo all’1.30,
rimorchiata dal rimorchiatore Nereo.
15 marzo 1942
Parte da Napoli alle
19.45 insieme alla gemella Lince,
scortando la motonave tedesca Reichenfels
diretta a Tripoli, nell’ambito dell’operazione «Sirio». La Polluce viene però colta da avaria e deve rientrare a Napoli.
10 maggio 1942
La Polluce parte da Napoli alle 17.15
insieme alla gemella Pallade ed ai
cacciatorpediniere Nicoloso Da Recco
(caposcorta, capitano di vascello Aldo Cocchia) e Premuda, scortando le motonavi Agostino
Bertani, Gino Allegri, Reginaldo Giuliani e Reichenfels (tedesca): si tratta del
convoglio «G», uno dei tre in mare per l’operazione di traffico «Mira»,
consistente nell’invio a Tripoli di sei grandi e moderne motonavi suddivise in
tre convogli (con un carico complessivo di 58 carri armati, 713 automezzi, 3086
tonnellate di carburanti e lubrificanti, 17.505 tonnellate di munizioni ed
altri materiali e 513 uomini). Per la prima volta, per maggior protezione ed a
titolo sperimentale, la scorta sarà interamente costituita da siluranti dotate
di ecogoniometro.
11 maggio 1942
Alle 3.30 la Giuliani è colta da un’avaria al timone
e dev’essere mandata a Palermo con la scorta del Premuda.
All’alba il convoglio
«G» si congiunge con gli altri due convogli di «Mira», l’«X» (motonave Unione e torpediniera Climene, partite da Messina) e l’«H»
(motonave Ravello e torpediniera Castore, partite da Napoli), costituendo
un unico convoglio sotto il comando del capitano di vascello Aldo Cocchia sul Da Recco. Il convoglio imbocca la rotta
di ponente per giungere a Tripoli.
12 maggio 1942
Alle 00.05 il
convoglio viene raggiunto dalla torpediniera Generale Marcello Prestinari, inviata da Tripoli per Pilotarlo sulle rotte di sicurezza.
Tutte le navi, nonostante
attacchi aerei e subacquei nemici nel Canale di Sicilia, arrivano a Tripoli in
mattinata (tra le 6.40 e le 9.45) con uno dei più grandi carichi mai portati in
Libia da un singolo convoglio.
Alle 20 Polluce e Climene (caposcorta) ripartono da Tripoli scortando le navi
cisterna Saturno e Proserpina, dirette a Napoli.
14 maggio 1942
Il convoglio giunge
alle 22 a Palermo; qui la Polluce
viene sostituita dalla torpediniera Giuseppe
Sirtori.
20 maggio 1942
Parte da Palermo alle
18 per scortare a Tripoli, insieme alla Climene
(caposcorta), i piroscafi Argentea e Wachtfels (tedesco).
22 maggio 1942
Il convoglio,
avvistato da ricognitori, viene attaccato da aerei dall’una alle 2.30, ma non
riporta danni e giunge illeso a Tripoli alle 11.15.
28 maggio 1942
Polluce, Castore e Climene (caposcorta) lasciano Napoli
alle 10.45 scortando il convoglio «K», formato dalle motonavi Unione, Ravello e Reichenfels
(tedesca). Il convoglio segue le rotte di ponente.
30 maggio 1942
Raggiunto anche dalla
torpediniera Generale Antonio Cantore,
giunta da Tripoli, il convoglio «K» entra a Tripoli alle otto del mattino.
31 maggio 1942
Riparte da Tripoli
alle 14 scortando la pirocisterna Alberto
Fassio, diretta a Palermo. La Polluce
lascia la scorta a mezzanotte (alcune ore più tardi assumerà la scorta della Fassio la torpediniera Clio).
5 giugno 1942
Salpata da Tripoli,
raggiunge a Lampedusa i cacciatorpediniere Ugolino
Vivaldi e Lanzerotto Malocello,
in arrivo da Napoli per missione di trasporto (hanno a bordo 600 militari del
Regio Esercito) e ne rileva la scorta dalla gemella Cigno.
6 giugno 1942
Polluce, Vivaldi e Malocello arrivano a Tripoli alle 19.
7 giugno 1942
La Polluce lascia Tripoli alle 23 insieme a
Vivaldi (caposcorta) e Malocello, per scortare a Napoli le
motonavi Lerici, Rosolino Pilo e Reichenfels
(tedesca): esse formano il convoglio «K».
8 giugno 1942
Al largo di Ras Iddah,
alle 17.25, il convoglio «K» incontra il convoglio «Numidia», con il piroscafo Numidia e la nave cisterna Caucaso in navigazione da Palermo a
Tripoli scortate dalle torpediniere Castore
e Clio; la Polluce, come stabilito in precedenza, lascia la scorta del
convoglio «K» e diviene caposcorta del convoglio «Numidia».
11 giugno 1942
Il convoglio «Numidia»
giunge a Tripoli all’una di notte.
2 luglio 1942
La Polluce, le gemelle Castore ed Antares,
l’avviso scorta Pegaso, la vecchia
torpediniera San Martino ed i
cacciatorpediniere Giovanni Da Verrazzano
(caposcorta), Turbine ed Euro salpano alle 13 da Taranto, per
scortare a Bengasi le motonavi Ankara
(tedesca), Monviso e Nino Bixio.
4 luglio 1942
Alle 10.30 ed alle
14.15 (quando l’Ankara viene mancata
da quelli che sembrano dei siluri) il convoglio viene attaccato da sommergibili
(ma è probabile che si sia trattato di falsi allarmi). Il britannico Turbulent (capitano di fregata John
Wallace Linton) avvista le alberature e poi le navi italiane alle 11.10, in
posizione 33°30’ N e 20°30’ E (un’ottantina di miglia a nord di Bengasi), ma
viene localizzato dalla scorta alle 11.41, prima di poter attaccare, e subisce
poi una caccia antisom che inizia alle 11.48: la prima scarica di 6 bombe di
profondità, lanciata in posizione 33°28’ N e 20°28’ E, esplode molto vicina ma
causa soltanto danni minori; successivamente vengono gettate molte altre bombe
di profondità, che però esplodono più lontane.
Il convoglio subisce
inoltre diversi attacchi di bombardieri ed aerosiluranti, ma non subisce alcun
danno e giunge a Bengasi alle 18.45.
Già alle 18.15,
tuttavia, la Polluce si è unita alla
scorta di un convoglio partito da Bengasi per Brindisi, formato dalla motonave Rosolino Pilo scortata da Castore, Pegaso ed Antares. Alle
19 tali unità si uniscono alle motonavi Sestriere
e Vettor Pisani (in navigazione da
Tripoli a Brindisi) scortate dal cacciatorpediniere Da Recco e dalle torpediniere Lince
e Calatafimi, formando così il
convoglio «M».
5 luglio 1942
Si uniscono alla
scorta anche il Da Verrazzano e la
torpediniera Sagittario,
rispettivamente alle 8.30 (per poi lasciare già alle 11.30) ed alle 7, ma la Polluce la lascia a mezzanotte,
dirigendo a Patrasso.
9 luglio 1942
La Polluce e la Calliope vanno ad unirsi alla scorta del convoglio «O» (motonave Unione scortata dal cacciatorpediniere Freccia e dalla torpediniera Partenope), salpato da Gallipoli per
Bengasi alle 8.10.
10 luglio 1942
Alle 5.20 il
convoglio «O» si unisce al convoglio «L» (motonavi Lerici e Ravello,
scortate dai cacciatorpediniere Folgore,
Lampo e Saetta), proveniente da Patrasso, formando il convoglio «S»
(caposcorta Freccia); alle 10 si
aggrega anche il convoglio «N» (motonave Apuania,
torpediniere Orsa e Pallade) da Napoli. La Polluce lascia la scorta alle 19.30.
17 luglio 1942
Polluce e Sagittario
(caposcorta) lasciano Suda alle 20 insieme alle sette unità della II
Squadriglia MAS, per scortare in Libia le motonavi Lerici e Lero.
Successivamente il convoglio si divide: Polluce,
Lero e MAS per Tobruk, Lerici e Sagittario per Bengasi.
19 luglio 1942
Polluce, Lero e MAS arrivano a
Tobruk alle 12.30.
20 luglio 1942
La Polluce salpa da Tobruk e si unisce alla
torpediniera Sagittario (caposcorta)
ed al cacciasommergibili Cotugno
nella scorta al piroscafo tedesco Ostia,
partito da Bengasi il 18 e diretto a Tobruk, dove giunge alle otto del mattino
del 20.
La Polluce viene poi inviata a Navarino,
dove poi si unirà, nei giorni seguenti, alla scorta del convoglio «M» (motonave
Rosolino Pilo, cacciatorpediniere Antonio Pigafetta e Premuda, torpediniere Circe
e Clio) in navigazione da Brindisi
(partenza alle 21.50 del 20) a Bengasi (arrivo alle 17 del 23), che è stato
momentaneamente dirottato a Navarino per sottrarlo ai continui attacchi aerei.
22 luglio 1942
Polluce, Pallade ed il
cacciatorpediniere Grecale
(caposcorta) partono alle 15 da Bengasi per scortare a Taranto la motonave Ravello.
24 luglio 1942
Il convoglio giunge a
Taranto alle 14.20.
27 luglio 1942
Lascia Bari alle 20 insieme
alla Pallade ed al Premuda (caposcorta), nonché
all’incrociatore ausiliario Brindisi,
per scortare a Bengasi (via Patrasso) il trasporto truppe Italia (avente a bordo 1098 militari e 315 tonnellate di
rifornimenti).
29 luglio 1942
Il convoglio giunge a
Patrasso a mezzogiorno.
31 luglio 1942
Il convoglio, senza
più il Brindisi, lascia Patrasso alle
sette; passa nel canale di Corinto alle 17.
2 agosto 1942
Il convoglio arriva a
Bengasi alle 10.30. Già alle 15 Italia,
Pallade, Polluce e Premuda ne
ripartono insieme alla motonave Manfredo
Camperio; il convoglio si riunisce alle 19.45 ed il Premuda ne diviene caposcorta.
4 agosto 1942
Le navi arrivano al
Pireo alle 18.30.
11 agosto 1942
La Polluce e la torpediniera Generale Achille Papa compiono un’azione
antisommergibile a sud di Creta. Esiste la possibilità che il sommergibile
britannico Thorn ne sia rimasto
vittima, ma viene ritenuto molto più probabile che ad affondare il Thorn sia stata invece la torpediniera Pegaso.
14 agosto 1942
La Polluce (tenente di vascello Burattini)
ed il Da Recco (capitano di vascello
Cocchia) partono da Taranto alle 3.30 scortando la motonave Ravello, diretta a Bengasi. Alle 10.30,
al largo di Leuca, le navi si congiungono con un secondo convoglio, proveniente
da Brindisi, composto dalla motonave Lerici
scortata dalle torpediniere Castore
(tenente di vascello Tezel) e Calliope
(capitano di corvetta Cocchi). L’unico convoglio così formato, sotto il comando
del capitano di vascello Cocchia, segue le coste della Grecia occidentale.
Tutte le navi della scorta sono munite di ecogoniometro.
Già il 9 agosto,
tuttavia, “ULTRA” ha informato i comandi britannici al Cairo circa la scorta ed
il porto di partenza del convoglio, ed il 13 ha indicato i dettagli della sua
rotta.
15 agosto 1942
Intorno alle 16 il
convoglio viene avvistato da ricognitori britannici, che indirizzano sul posto
il sommergibile britannico Porpoise
(tenente di vascello Leslie William Abel Bennington): questi, alle 18.54,
avvista un “oggetto” dritto di prua, ed alle 19.50, dopo essersi immerso ed
avvicinato, avvista il convoglio, con rotta stimata 210° e velocità 11 nodi,
scortato anche da due aerei. I mercantili sono in linea di fronte, distanziati
tra loro di circa 915 metri, mentre le unità di scorta sono disposte intorno a
loro “a mezzaluna”. Decrittatori italiani hanno a loro volta intercettato e
decifrato i messaggi britannici, permettendo a Supermarina di avvisare il
caposcorta, con due messaggi PAPA (Precedenza Assoluta sulle Precedenze
Assolute), che il convoglio è stato individuato dalla ricognizione nemica, ma
ciò non basterà ad evitare l’attacco del sommergibile.
Alle 19.28, dopo aver
accostato dapprima (19.18) per 120° e poi (19.24) per 100° in modo da portarsi
tra le due motonavi per attaccare quella di sinistra, il Porpoise lancia due siluri contro quest’ultima – la Lerici – nel punto 34°45’ N e 21°32’ E o
34°50’ N e 21°30’ E (120 miglia a nord di Ras Amir in Libia), per poi scendere
a 24 metri e ritirarsi su rotta 230° alla massima velocità. La Lerici (alle 18.30 secondo l’orario
italiano, indietro di un’ora rispetto a quello del Porpoise) viene colpita da un siluro a poppa, e rimane immobilizzata.
Castore e Da Recco proseguono
per Bengasi scortando l’illesa Ravello,
mentre la Polluce dà la caccia al
sommergibile (gettando in tutto una sessantina di bombe di profondità, ma senza
risultato, sebbene abbia l’impressione di averlo danneggiato) e la Calliope tenta il rimorchio della
motonave danneggiata. Terminata la caccia, anche la Polluce si reca a dare assistenza alla Lerici; più tardi sopraggiungono anche i cacciatorpediniere Mitragliere (capitano di fregata Garino)
e Bersagliere, inviati da Navarino.
16 agosto 1942
I tentativi di
salvataggio della motonave vengono frustrati da un incendio, improvvisamente
scoppiato a prua e rapidamente esteso al resto della nave. Non essendo più
possibile il suo salvataggio, la Lerici
dev’essere finita dal Mitragliere a
mezzogiorno. La Polluce e le altre
navi hanno tratto in salvo 270 dei 290 uomini a bordo. Polluce, Calliope, Bersagliere e Mitragliere dirigono poi per Navarino, dove giungono alle 19.30.
17 agosto 1942
La Polluce lascia Navarino per andare
incontro alla motonave Nino Bixio,
silurata poche ore prima dal sommergibile britannico Turbulent, che si avvicina faticosamente al porto ellenico a
rimorchio del cacciatorpediniere Saetta
(con la torpediniera Orione per
scorta e assistenza). La Bixio potrà
essere portata in salvo a Navarino, giungendovi alle sette del mattino del 18.
18 agosto 1942
Raggiunta Kalamata,
la Polluce ne riparte alle sei
insieme al cacciatorpediniere Premuda
(caposcorta) ed alle torpediniere Calliope
e Partenope, scortando la motonave Ankara diretta a Brindisi.
19 agosto 1942
Le navi arrivano a
Brindisi alle 13.50.
23 agosto 1942
La Polluce (tenente di vascello Tito
Burattini) salpa da Taranto alle 23.30 insieme alla gemella Partenope (capitano di corvetta Senese),
per scortare a Tobruk la pirocisterna Giorgio
carica di 3344 tonnellate di benzina e lubrificanti.
24-25 agosto 1942
Il convoglio viene
ripetutamente attaccato da aerei, dapprima nel Mar Ionio e poi nel golfo di
Corinto, ma ne esce indenne.
26 agosto 1942
Dopo aver
attraversato il canale di Corinto, il convoglio giunge al Pireo alle 6.15. Ne
ripartirà alle 7.30, ma senza più la Polluce
(Giorgio e Partenope arriveranno felicemente a Tobruk il 28).
Quest’ultima,
infatti, viene invece aggregata alla scorta del convoglio «Camperio», composto
dalle motonavi Tergestea e Manfredo Camperio con la scorta (oltre
che della Polluce) del
cacciatorpediniere Nicoloso Da Recco
(capitano di vascello Aldo Cocchia, caposcorta) e della torpediniera Climene (capitano di corvetta Cerqueti).
Il convoglio salpa
dal Pireo alle 17 e procede a 10,5 nodi, passando tra Cerigotto e Creta. Per
compensare la scorta non molto consistente, Marisudest ha inviato un rastrello
di unità sottili a compiere ricerca e caccia antisommergibili a sud di Creta
(zona notoriamente infestata dalle unità subacquee nemiche).
27 agosto 1942
Alle 5.30 gli aerei
tedeschi della scorta aerea raggiungono il convoglio, come previsto, e poco
dopo vengono anche avvistati due cacciasommergibili tedeschi e la torpediniera
Orione, impegnata nel rastrello antisommergibili. Alle 6.20 Tergestea (a dritta) e Camperio (a sinistra) vengono disposte
in linea di fronte; Climene e Da Recco le fiancheggiano a dritta e
sinistra, mentre la Polluce è in coda
al convoglio.
Alle 7.49, tuttavia,
in posizione 35°39’ N e 23°07’ E (35 miglia ad ovest di Capo Spada) la Camperio viene colpita a poppa da un
siluro lanciato dal sommergibile britannico P
35 (poi Umbra, tenente di
vascello Stephen Lynch Conway Maydon). Questi, inviato sul posto in seguito
alle informazioni di “ULTRA”, ha avvistato il convoglio (su rotta 245° e con
velocità di 10 nodi, su rilevamento 025°) alle 7.20, ed ha lanciato quattro
siluri alle 7.48 in posizione 35°39’ N e 23°05’ E, da 2700 metri di distanza:
uno è andato a segno.
Il Da Recco si occupa di dare la caccia al
sommergibile (che, nonostante l’impressione di averlo affondato o almeno
danneggiato gravemente, riuscirà a sfuggire), ed ordina alla Climene di proseguire con la Tergestea ed alla Polluce di dare assistenza alla Camperio.
La Polluce recupera i naufraghi (verranno
salvati 255 uomini, di cui 40 feriti, su 260 imbarcati sulla motonave) e tenta
in ogni modo di salvare il mercantile danneggiato, sul quale la benzina
contenuta nei veicoli sistemati in coperta a poppa ha alimentato un violento
incendio. Il direttore di macchina della Polluce
s’imbarca sulla lancia della torpediniera ed assume il comando di una squadra di
sette uomini, muniti di estintori, che viene mandata a bordo della Camperio per tentare di arginare e
domare le fiamme; i marinai della torpediniera prendono le munizioni sistemate
vicino al cannone poppiero della motonave e nella riservetta e le gettano in
mare. La Polluce stessa si avvicina
alla Camperio per accostarvisi,
attraccarvi e partecipare all’estinzione dell’incendio con le attrezzature di
bordo. Tenta anche il rimorchio della motonave, ma deve constatare che la
situazione è fuori controllo, e comunica a Cocchia «Incendio appare
indomabile», confermando quello che il caposcorta ha già capito osservando da
distanza. Cocchia, temendo che la possibile esplosione del carico della Camperio possa travolgere la
torpediniera, ordina quindi alla Polluce
di evitare di correre rischi, e di considerarsi come ormai indipendente dalla
scorta e ai diretti ordini di Supermarina, col quale dovrà d’ora in poi
comunicare.
Nonostante ogni
sforzo da parte della Polluce, la Manfredo Camperio verrà divorata dalle
fiamme, e sarà la torpediniera stessa a doverla finire a cannonate. La motonave
affonderà alle 12.28, nel punto 35°39’ N e 23°07’ E. La Polluce arriverà al Pireo con i naufraghi alle 21.10.
L’affondamento
Alle otto del mattino
del 2 settembre 1942 la Polluce,
sempre al comando del tenente di vascello Tito Livio Burattini, salpò dal Pireo
insieme alle gemelle Lupo (capitano
di corvetta Zanchi, caposcorta), Castore
e Calliope. Le quattro torpediniere
costituivano la scorta del convoglio «Sportivo», composto dai piroscafi Padenna, Sportivo e Davide Bianchi,
tutti diretti a Tobruk con carichi di benzina e gasolio.
“ULTRA”, però, era
già al corrente di tutto. Il 30 agosto aveva erroneamente dato il convoglio «Sportivo»
come già partito dal Pireo, ma l’indomani si era corretto, precisando i nomi (e
la stazza) dei tre piroscafi, la velocità che avrebbero dovuto seguire (8 nodi)
e l’orario e porto di partenza (Pireo, otto del 1° settembre) e di arrivo
(Tobruk, otto del 3 settembre). Quando la partenza era stata rimandata di un
giorno, puntualmente, il 1° settembre, “ULTRA” non mancò di riferirlo (partenza
dal Pireo alle otto del 2, arrivo a Tobruk alle otto del 4). Il 2 settembre
completò il tutto confermando partenza e velocità e precisando che l’arrivo a
Tobruk era programmato per le undici del 4, anziché per le otto.
Il primo giorno di
navigazione trascorse senza intoppi. Nel pomeriggio del 3 settembre, verso le
16, i caccia della scorta aerea segnalarono che c’erano dei naufraghi in mare:
erano l’equipaggio di un ricognitore Alleato abbattuto; la Lupo provvide a recuperarli.
I primi attacchi
aerei, da parte di bombardieri statunitensi, iniziarono nel pomeriggio stesso
del 3 settembre, sebbene il convoglio fosse dotato di una forte scorta aerea:
il primo, alle 18.45, fu portato da bombardieri Consolidated B-24 “Liberator”,
che furono dispersi e messi in fuga dalla reazione della scorta.
Alle 22 dello stesso
giorno, come da disposizioni ricevute prima di partire, il convoglio si scisse
in due gruppi: Polluce e Calliope formarono il primo insieme a Bianchi e Sportivo, mentre Castore
e Lupo si separarono insieme col Padenna. Lo scopo era di dare alle navi
maggiore agilità di manovra, ed offrire agli attacchi nemici un bersaglio meno
grande.
Altri intensi
attacchi aerei, sia da parte della RAF che dell’USAAF, si ripeterono nella sera
e nella notte, da parte sia di bombardieri che, soprattutto, di aerosiluranti. Verso
mezzanotte si accesero dei bengala, ma a poppavia delle navi, quindi Burattini
non ordinò alcuna manovra, in quanto erano già in una posizione tale che non si
poteva far altro che allontanarsi.
Il gruppo di cui
faceva parte la Polluce era
estremamente lento, con una velocità di soli cinque nodi, ed iniziò presto a
soccombere all’offesa aerea: all’1.53 del 4 settembre, il Bianchi venne silurato a sinistra da un aereo sopraggiunto a motore
spento, non visto, nel punto 32°49’ N e 23°27’ E. Il piroscafo, carico di
benzina, prese fuoco ed affondò rapidamente; la Polluce si trattenne nelle sue vicinanze per qualche minuto, ma
quando vide sopraggiungere la nave ospedale Virgilio,
che si sarebbe occupata dei naufraghi, tornò in rotta per riunirsi a Sportivo e Calliope.
Frattanto, anche
l’altro gruppo era finito sotto attacco, stavolta anche da parte di
sommergibili: alle 2.57 anche il Padenna
venne colpito da due siluri, lanciati dall’HMS Thrasher, ed affondò in fiamme.
Il gruppo cui
apparteneva la Polluce proseguì per
qualche ora in temporanea, illusoria calma, ma alle 5.04 gli aerei
angloamericani tornarono alla carica. A quell’ora un velivolo nemico si
avvicinò da sinistra volando a motori spenti; da bordo della torpediniera venne
avvistato soltanto quando era già quasi allo zenit, volando a bassa quota sopra
la poppa (era stato nascosto dalle nuvole basse, e vi era in generale scarsa
visibilità). Le mitragliere del centro e di sinistra aprirono subito il fuoco,
ma ormai l’aereo aveva già sganciato tre bombe; una di esse colpì la Polluce tra i cannoni 2 e 3, facendo
esplodere la riservetta di munizioni di quest’ultimo e scatenando così un
violento incendio. Ventisette uomini, serventi dei cannoni 2 e 3, rimasero
uccisi sul colpo, mentre altri otto furono gravemente feriti (uno di essi
sarebbe successivamente deceduto per le ferite).
La Calliope si affiancò alla gemella
danneggiata ed immobilizzata, lasciando proseguire da solo lo Sportivo (raggiunto più tardi da tutte e tre le torpediniere
superstiti, fu l’unico mercantile del convoglio a raggiungere Tobruk), ed anche
la Virgilio, avendo recuperato i
naufraghi del Bianchi, si avvicinò
alla nave di Burattini; per più di due ore l’equipaggio lottò per domare le
fiamme e tentare di salvare la nave. Si riuscì a circoscrivere ed estinguere
parzialmente l’incendio, evitando che il fuoco raggiungesse i depositi di
nafta, e la Calliope prese a
rimorchio la Polluce, tentando di
portarla verso la costa, ma fu tutto vano. Le condizioni del mare andarono
peggiorando, finché una forte onda investì la poppa della malconcia torpediniera,
che iniziò ad affondare a seguito del cedimento delle paratie poppiere: il comandante Burattini dovette dare l’ordine di
abbandonare la nave.
Alle 7.22 del 4
settembre la Polluce si appoppò
fortemente fino ad immergere la poppa, si abbatté sulla dritta, impennò la prua
verso il cielo finché divenne verticale, e scomparve rapidamente sotto la
superficie, una cinquantina di miglia a nord di Tobruk (in posizione 32°38’ N e
23°38’ E). Nei momenti finali, l’equipaggio si radunò sulla prua della nave dopo
di che si lasciò scivolare lungo la murata sinistra (ormai quasi orizzontale) e
si gettò in mare, allontanandosi a nuoto. Due uomini annegarono.
Quattro superstiti
vennero recuperati dalla Calliope,
mentre gli altri 117, tra cui il comandante Burattini, furono tratti in salvo
dalla Virgilio. Uno dei naufraghi,
uno degli uomini feriti gravemente dallo scoppio della bomba, spirò poi a bordo
della Virgilio.
Complessivamente, dei
150 uomini che componevano l’equipaggio della Polluce, morirono 5 sottufficiali e 25 tra sottocapi e marinai.
I loro nomi:
Carmelino Acca, marinaio cannoniere, disperso
Giuseppe Balestro, secondo capo meccanico,
disperso
Oreste Campagnoni, marinaio cannoniere,
deceduto
Nicola Cantiero, sottocapo nocchiere, disperso
Ilio Cubaddu, marinaio fuochista, disperso
Giovanni D’Angelo, capo nocchiere di terza
classe, disperso
Agostino De Blasi, secondo capo cannoniere,
disperso
Michele Di Chiara, sottocapo cannoniere,
disperso
Manlio Fabbri, marinaio fuochista, disperso
Italo Fattorini, sottocapo, disperso
Niccolò Franchi, secondo capo meccanico,
disperso
Luigi Guida, marinaio cannoniere, disperso
Aldo Insignito, marinaio cannoniere, deceduto
Umberto La Rosa, marinaio cannoniere, disperso
Carlo Di Causi, marinaio, disperso
Ermes Liberi, secondo capo carpentiere,
disperso
Marino Marchesin, sottocapo meccanico,
disperso
Maurizio Meneghetti, marinaio cannoniere,
disperso
Mario Michelini, marinaio, disperso
Francesco Nigito, marinaio nocchiere, disperso
Pietro Odino, marinaio, disperso
Filippo Passari, marinaio cannoniere, disperso
Michele Pellegrino, marinaio, disperso
Gian Raimondo Puledda, sergente cannoniere,
disperso
Rino Raggi, marinaio nocchiere, disperso
Vittorio Ricci, marinaio cannoniere, disperso
Rosario Roggio, marinaio, disperso
Ferdinando Tramontin, marinaio fuochista,
disperso
Pietro Varruccio, marinaio cannoniere,
disperso
Vittorio Zucchet, sergente cannoniere,
disperso
L’affondamento della Polluce (prima e terza foto: g.c. STORIA
militare; seconda foto: Coll. Maurizio Brescia, da “Mussolini’s Navy”)
Memorie del marinaio Michele T. Mazzucato, che assisté dalla Calliope all’affondamento della Polluce
Sono senza parole,per decenni ci hanno raccontato un'altra storia sulla scomparsa di mio zio,Luigi Guida.Ora vedo addirittura le foto dell'affondamento.Se esistono, potrei avere ulteriori informazioni? Grazie.
RispondiEliminaBuongiorno,
Eliminaqui ho scritto tutto ciò che so riguardo l'affondamento della Polluce. Non credo di avere altro; se può interessarle (potrei inviarglielo per e-mail se del caso), c'è un breve resoconto del comandante della Polluce riguardo la perdita della nave, anche se dice le stesse cose che ho scritto qui.
Erano di guardia ai cannoni, avevano freddo e zio Luigi voleva scendere giù a prendere una coperta, il collega si offrì volontario. Mentre stava sotto arrivò un aereo silenzioso e sganciò le bombe. Zio Gigino morì sul colpo e l'esplosione lo lanciò in mare. Il collega si tuffò per salvarlo ma era morto..., gli tolse il portafogli che aveva al petto e quando rientrò a Napoli, lo portò alla nonna, ancora sporco di sangue (le macchie ci sono ancora). Tutto il resto è quello che abbiamo vissuto fino ad adesso. Sperò un giorno di portare le ceneri dei nonni al parallelo 32°38’ N e 23°38’, lì dove è affondata la Polluce.
EliminaGentile Lorenzo,sarei interessato a leggere anche il resoconto del Comandante. Il mio indirizzo è p.palver1@libero.it Ringraziandovi anticipatamente porgo cordiali saluti. Luigi.
RispondiEliminaSono il nipote di carmelino acca ....se qualcuno sa qualcosa qualche foto potete mandarmela? Grazie
RispondiEliminaÈ la prima volta che leggo il resoconto di ciò che faceva il Pollice, mio padre ci ha navigato e ha combattuto, era sottocapo direzione tiro e cambusiere. Coincidono tanti ricordi.
RispondiEliminaMio padre era li. Sottocapo direzione tiro e cambusiere
RispondiEliminaComplimenti. Un lavoro superlativo. Sono il figlio del tenente Antonio Ranieri che fa parte di quelli che furono salvati dalla nave ospedale Virgilio dopo l'affondamento. Mio padre non c'è più, per altro motivo. Mi ha raccontato tante volte l'episodio ed era descritto esattamente come ho letto, con una certa emozione, nel resoconto dell'autore. Addirittura la foto.
RispondiEliminaLa ringrazio.
EliminaMio padre faceva parte dell'equipaggio della Polluce ed anche lui, scomparso da qualche anno, mi ha descritto l' affondamento e si commuoveva pensando ai suoi compagni visti morire in particolare nel gorgo dell'affondamento. Conservo una foto della nave e della nave ospedale Virgilio. Grazie di aver inserito le operazioni della Polluce nel web. Peccato che mio padre non ha potuto vedere questo.
RispondiEliminaUn ringraziamento per la spiegazione dei fatti accaduti in quel terribile giorno.Mia nonna sorella di Aldo Insignito ferito mortalmente sulla nave, mi raccontava questa storia piu di 40 anni fa, ma non avevamo mai avuto una descrizione così accurata e precisa.Mio zio Aldo insignito gli conferirono la medaglia di bronzo al valor militare per il comportamento tenuto durante la battaglia.Vi chiederei cortesemente chi avesse ancora delle foto di mio Zio Aldo o della nave di contattarmi per farmele avere. sappiamo solo che mio zio fu seppellito a Napoli.Ringraziando tutti voi per aver riacceso purtroppo sia ricordi di infanzia bellissimi ma anche ricordi tristi.
RispondiEliminaSi potrebbe avere la lista dei nomi dell'equipaggio del Polluce?
RispondiEliminaBuongiorno,
Eliminapurtroppo non la possiedo (salvo che per i caduti), se esiste ancora si trova quasi certamente nell'archivio dell'Ufficio Storico della Marina Militare a Roma, contattabile all'indirizzo ufficiostorico@marina.difesa.it