La Verde (g.c. Mauro Millefiorini via www.naviearmatori.net) |
Nave cisterna per
acqua della classe Pagano (dislocamento 1432 o 1454 tonnellate, lunga 52,8
metri, larga 9,3 e pescante 4,3, velocità 9 nodi, armata con 1 cannone da 120
mm ed uno da 76 mm, 41 uomini di equipaggio).
Breve e parziale cronologia.
Settembre 1919
Impostata
nell’Arsenale di La Spezia.
1921
Varata nell’Arsenale
di La Spezia. La precedente vecchia nave cisterna Verde, in servizio dal 1879 (e poi radiata nel 1924), cambia nome
in Malamocco per “liberare” il nome Verde per la nuova unità.
16 ottobre 1923
Entrata in servizio.
10 giugno 1940
All’entrata in guerra
dell’Italia la Verde fa parte del
Gruppo Navi Ausiliarie Dipartimentali del Comando Militare Marittimo della
Sicilia (insieme alle cisterne per acqua Brenta
e Bormida, alla cisterna per nafta Prometeo, alla nave servizio fari Scilla, ai posamine ausiliari Adriatico e Brioni ed al posamine Buccari).
La piccola cisterna,
apparentemente scarica, nel 1923 (da www.seatheships.org.uk)
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La perdita
Anche la Verde fu tra le unità che soccombettero
alla guerra di mine ed alla loro crudele “legge” che “puniva” chi tentava di
soccorrere le navi rimaste vittime.
Il 25 marzo 1941 il
sommergibile Rorqual (capitano di
fregata Ronald Hugh Dewhurst), il più celebre battello posamine della Royal
Navy, venne inviato nelle acque della Sicilia per posare 50 mine tra Capo Gallo
e Scoglio Asinelli, su entrambi i lati. Gli ordigni vennero suddivisi in tre
sbarramenti: uno di dieci mine quattro-cinque miglia a nordest di Capo Gallo,
uno di 19 mine a nordest dello Scoglio Asinelli ed il più grande, di 21 mine, a
nordovest dello stesso Scoglio Asinelli. Il primo fu posato dal Rorqual tra le 11.10 e le 11.19 del 25
marzo, iniziando nel punto a 3,7 miglia per 041° da Capo Gallo e procedendo poi
in direzione 280°, per circa 0,45 miglia nautiche, con un intervallo di 90 metri
tra una mina e l’altra. La posa del secondo sbarramento ebbe inizio alle 9.40
del 26 marzo, nel punto a 2,2 miglia per 022° dal faro dello Scoglio Asinelli:
il Rorqual procedette in direzione
290° posando una linea di mine lunga 0,9 miglia nautiche, di nuovo distanziate
tra di loro di una novantina di metri. Terminata quest’operazione alle 9.56, il
sommergibile cominciò poi a posare la terza fila di mine alle 10.48, nel punto
a 1,5 miglia per 308° dal faro di Scoglio Asinelli, procedendo per un miglio in
direzione 29° posando mine anch’esse distanziate di 90 metri.
Alle 8.50 dello
stesso 26 marzo, prima ancora che la posa delle mine che l’avrebbero affondata
fosse iniziata, la Verde aveva
lasciato Palermo diretta a Trapani, in convoglio con un’altra cisterna
militare, la Ticino, di maggiori
dimensioni. Nel piccolo convoglio la Verde, al comando del tenente di vascello di complemento Salvatore Musumeci (43 anni, da Catania), era sia unità pilota che scorta per la Ticino.
Nel pomeriggio dello
stesso giorno le due cisterne, nel transitare ad ovest dello Scoglio Asinelli, avvistarono
delle mine che galleggiavano nel mare agitato, apparentemente alla deriva. Alle
15.50 la Verde alzò le bandiere R K,
che significavano «mine in vista», ed entrambe le unità invertirono la rotta ed
iniziarono a compiere evoluzioni mentre da bordo gli equipaggi sparavano con moschetti
contro le mine nel tentativo di distruggerle, ma senza risultato. La scena
venne osservata dagli uomini addetti al semaforo di San Giuliano, vicino a
Trapani, che riferirono al Comando Marina di quella città.
Alle 16.22 (o 16.30),
infine, la Ticino urtò una delle mine
ed affondò rapidamente nel punto 38°06’ N e 12°31’ E. La Verde iniziò a recuperarne i naufraghi, venendo poi raggiunta ed
assistita nell’opera da un’unità del servizio di pilotaggio foraneo, fatta
partire su ordine del contrammiraglio Notarbartolo, comandante il Settore
Militare Marittimo di Trapani, non appena questi aveva ricevuto notizia
dell’affondamento.
Dopo aver completato
il salvataggio dei naufraghi, la Verde
rimise in moto per raggiungere Trapani, ma alle 17.25 urtò a sua volta una
mina, ed affondò in meno di un minuto, tre miglia ad ovest di Trapani.
Da Trapani furono
mandate sul luogo altre due unità e, grazie al miglioramento delle condizioni
del mare (che si era molto abbonacciato), anche un MAS, che con il suo
bassissimo pescaggio avrebbe evitato il rischio di far esplodere delle mine. In
tutto vennero recuperati 52 superstiti di entrambe le navi. Non essendo certo
che non ci fossero sommergibili nemici in zona, venne anche richiesto l’invio
di aerei della Regia Aeronautica.
Il bilancio finale fu
di 34 morti: 23 della Verde e 11
della Ticino. Tra le vittime vi fu anche il comandante Musumeci della Verde; per l’eroica
condotta da lui tenuta durante l'affondamento, gli fu conferita la Medaglia d’argento al
Valor Militare, alla memoria.
Il 27 marzo furono
recuperate cinque mine che, dopo un adeguato esame, risultarono nemiche e del
tipo da sommergibile: fu allora compreso che non si era trattato di mine alla
deriva di uno sbarramento italiano, come ritenuto in un primo momento, bensì di
un intero campo minato posato in quella zona da un sommergibile (il Rorqual appunto: le due cisterne erano
capitate sulla terza linea di mine, quella di 21 ordigni), alcune delle quali
erano venute ad affiorare. Venne subito ordinato e compiuto il dragaggio. Su
uno degli altri due campi minati posati dal Rorqual
il 25 marzo sarebbe affondata, il 28, la torpediniera Generale Antonio Chinotto.
Caduti sulla Verde:
Antonino Accordino, sottocapo furiere, da Gioiosa Marea, disperso
Vincenzo Altamura, sergente elettricista, da Caserta, deceduto
Francesco Calabrese, secondo capo
radiotelegrafista, da Napoli, deceduto
Gino Cremona, marinaio fuochista, da Milano, disperso
Francesco Crusco, marinaio, da Maiera, disperso
Pietro D’Agni, sottocapo motorista, da Bova Marina, disperso
Gennaro D’Angelo, sergente meccanico, da Napoli, disperso
Amedeo De Tommasi, operaio, da Sesta Godano
Amedeo De Tommasi, operaio, da Sesta Godano
Serafino Ferrari, marinaio fuochista, da Costa Volpino, disperso
Rosario Filetti, marinaio segnalatore, da Catania, disperso
Rosario Filetti, marinaio segnalatore, da Catania, disperso
Emilio Gilardi, marinaio, da Cornigliano, disperso
Luciano Manfredi, marinaio, da Brindisi, disperso
Giorgio Matranga, sottocapo furiere, da S. Cristina Gela, deceduto
Domenico Musich, marinaio, da Cherso, disperso
Salvatore Musumeci, tenente di vascello (comandante), da Catania, disperso
Sirio Orsini, marinaio fuochista, da Sarzana, disperso
Antonio Ranolli, marinaio, da Atri, disperso
Matteo Sancataldo, sottocapo cannoniere, da Palermo, disperso
Filippo Serano, sottocapo cannoniere, da Catania, disperso
Raffaele Tammeo, capo motorista di terza
classe, da Minervino Murge, disperso
Giovanni Tidei, marinaio fuochista, da Somano, disperso
Michele Violante, sottocapo nocchiere, da Procida, disperso
Mario Zara, secondo capo nocchiere, da La Maddalena, disperso
La Verde nel canale navigabile di Taranto a metà anni ’30 (Coll. Z.
Freivogel, via Maurizio Brescia e www.associazione-venus.it)
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Credo che il nicchiere Mario Zara sia mio nonno paterno, mio omonimo.
RispondiEliminaÈ possibile avere altre informazioni?
Mio nonno era residente a La Maddalena (SS)
So per certo che è affondato con la sua nave ma non ho altre informazioni.
Grazie e complimenti per l'immane lavoro.
Mario Zara
mario.zara17@gmail.com
Le invio una e-mail.
EliminaGrazie per questo pezzo di storia Italiana....da tempo cercavo notizie di mio Zio Francesco Calabrese fratello di mio Padre.
RispondiEliminaBuona sera,mio nonno è stato imbarcato dal 1927 al 29 come fuochista ordinario ho delle foto del periodo e inoltre il libretto personale,il congedo e la fascetta del cappello con scritto “RN VERDE”.Volevo sapere se ci sono le coordinate del relitto come per il Ticino e dove se possibile reperire disegni di costruzione della nave,grazie.
RispondiEliminaMassimiliano
Buongiorno, il volume USMM "Navi militari perdute" indica il punto dell'affondamento come a tre miglia per 310° dal semaforo di San Giuliano (Trapani).
EliminaE' possibile che i piani di costruzione li abbia l'Associazione Navimodellisti Bolognesi.
Buonasera,grazie per la risposta,tempo fa avevo trovato un sito di relitti italiani e dalle foto uno sembra la RN VERDE ma facendo delle comparazioni con le foto in mio possesso ho scoperto invece che il relitto era la RN TICINO.Proverò con l’Associazione Navimodellisti Bolognesi,buone feste.
RispondiEliminaMassimiliano
Grazie, buone feste anche a lei.
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